Il Gish Gallop di giuseppina

Il caldo sta mietendo vittime. Da Climalteranti, sotto il debunking della Chieti-Pescara Petition, l’instancabile “giuseppina” mi ha scritto un commento fiume, come i precedenti riassunti qui).
Viene trattat* con la delicatezza riservata ad antiche porcellane – tutti si comportano da gentiluomini e non per vantarmi, ma son riuscita a trattenere l’ilarità- anche se non risponde mai a una domanda né ringrazia chi le suggerisce fonti di informazione affidabili e insulta a manetta gli scienziati. Perciò inizia con un piagnisteo:

  • Non si agiti troppo, stia tranquilla. Non capisco mai perché alcune persone debbano ricorrere alle offese personali per dimostrare di avere ragione.

Dice l’esagitat*…

  • Rammento che la petizione, che ha scatenato queste conversazioni, è stata firmata da molti docenti e studiosi accreditati, dunque non sarei la sola “pazza” a pensarla diversamente. Ma per lei, che evidentemente possiede il verbo, questo dettaglio poco interessa.

Si dà della pazza, non mi era venuto in mente. In compenso il dettaglio mi ha interessata così tanto che ho controllato, i docenti e studiosi accreditati in materia di clima sono:
– 2 pensionati con rispettivamente 2 pubblicazioni in paleoclimatologia e 3 collegabili alla climatologia;
– il duo Mazzarella & Scafetta ridotto a pubblicare in una modestissima rivista di ingegneria.

  • Tra l’altro le sue opinioni sono sorrette dalla maggioranza, dovrebbe stare quindi più rilassata. E’ in genere chi è in minoranza, come me, che sente il maggiore disagio psicologico perché le proprie opinioni vanno contro il pensiero dominante.

Climalteranti non è il mio blog, ho tenuto per me le mie idee. “Dominante”, fa notare Steph, nel senso di schiacciante per via di evidenze pesanti come macigni.

  • Ad ogni modo, il problema della CO2 è in via di risoluzione.
  • Come saprà è stato pubblicato su Nature lo studio “ An inter-model assessment of the role of direct air capture in deep mitigation pathways”, che dimostra come le nuove tecnologie per rimuovere direttamente la CO2 dall’atmosfera «possano contribuire a contenere l’innalzamento della temperatura del pianeta e abbattere i costi richiesti dagli obiettivi internazionali sulle riduzioni di emissioni».

L’articolo di Giulia Realmonte et al. su Nature Communications “dimostra” il contrario, ovviamente:

  • The risk of assuming that DACCS [Direct Air Carbon Capture and Storage] can be deployed at scale, and finding it to be subsequently unavailable, leads to a global temperature overshoot of up to 0.8?°C. DACCS should therefore be developed and deployed alongside, rather than instead of, other mitigation options.

Chissà da dove proviene la frase tra virgolette di giuseppina che aggiunger:

  • Quindi, come previsto nella COP24 e come voluto dalla massa e da lei, oltre a continuare a disboscare per produrre biocombustibili e pellet, si toglierà la CO2 dall’atmosfera, si stoccherà da qualche parte, e finalmente tornerà un po’ di fresco. E magari con le sinapsi meno infuocate scema anche tanta acrimonia.

Il disboscamento non è mai stato voluto né dalla massa né da me.

  • p.s. ha scritto: forse non le conviene ricopiare qui le vecchie bufale su metodo scientifico, clima, inquinamento della plastica ignorato ecc. Sono smentite da decenni. Può essere più precisa? Mi dice cosa è stato esattamente smentito?

Fatto, almeno per quelle più divertenti.

  • La genericità della frase, oltre al fatto di fare affermazioni del tutto gratuite sulla mia persona (non mi conosce e dunque lei sta proiettando una sua immagine), rivelano che intende liquidarmi screditandomi.

Sulla sua persona non ho scritto nulla. Sarebbe stato tempo perso, non smette di discreditarsi neppure con questo caldo:

  • Ho citato lo studio degli alberi che emettevano metano per dire che è stato funzionale ai biomassisti, non per dire che era attendibile.Ironizza sul fatto che l’ipotesi degli alberi con emissioni nette di metano è in attesa di conferma da 12 anni e io ancora ci credo. Io non ci ho mai creduto. E si capisce dal mio commento, se non si è prevenuti.

Questo è il suo commento:

  • Concludo ricordando lo studio pubblicato su Nature intorno al 2000 dove si dimostrava che gli alberi erano pericolosi perché emettevano metano. Con questo studio si diede la stura al taglio di intere foreste per piantare palme da olio per produrre biocombustibili. Non serve uno scienziato per capire che gli alberi NON sono pericolosi, ma tanto ci hanno abituati al concetto che se lo dice la scienza ci dobbiamo credere che all’epoca molti accettarono come verità un’assurdità.

Dal 1907 si sa che alcune specie rilasciano grandi quantità di metano e sono pericolose perché alimentano e quando fa molto caldo innescano incendi. In simbiosi con gli archei metanofili, le altre specie decidue assorbono in media annua più metano di quanto né rilascino. Nell’esperimento uscito su Nature nel 2006 – anni dopo che erano state create le piantagioni di palme da olio – sembrava che in condizioni aerobiche gli alberi rilasciassero dalle foglie poco poco più metano di quello che assorbivano dalle radici in condizioni anaerobiche.
Non era un’assurdità, solo un risultato bizzarro: le piante non hanno un meccanismo biochimico che sintetizza metano. Magari in quella serra del Max Planck, c’era qualche metanofilo che viveva sulle foglie? Ipotesi tante, dubbi ancora di più.
Secondo giuseppina:

  • In ogni caso lo studio è stato già smentito, sempre da un altro studio pubblicato su Nature. Per me, in ogni caso, è ininfluente la smentita perché non derogo mai alla logica. [lol] Anche se ci sono miliardi di studi. Ritengo, infatti, che se gli alberi fossero pericolosi ce ne saremmo accorti da tempo.

A volte parla di sé al plurale maiestatis. Per ora nessuno ha confermato i risultati di Keppler, mentre abbondano le conferme dell’ignoranza di giuseppina. In certe condizioni, gli alberi rilasciano quantità misurabili di metano.

  • Ciò detto, questo suo commento: “Complimenti per la coerenza, si accontenta di un solo esperimento per il metano, ma per CO2 non gliene bastano centinaia” è davvero fuori luogo ed emblematico del fatto che proprio non ha capito (o non ha voluto capire) cosa intendevo comunicare.

Intendeva comunicare questo:

  • Per eliminare ogni ragionevole dubbio, basterebbe passare a sperimentazioni. D’altra parte, affermare che il modello teorico risale a oltre 120 anni fa, non è un rafforzativo della posizione di coloro che ritengono vera l’equivalenza CO2=riscaldamento globale, bensì il contrario.

Trova la deduzione talmente illogica, da riprovarci in altro modo:

  • Un modello teorico, benché condiviso dalla stragrande maggioranza degli scienziati, non è indice di alcunché. Fare una sperimentazione non è così complicato. Le prime, tanto per fare stime di massima dell’influenza della CO2 sulla temperatura, si potrebbero realizzare in serre già esistenti.

Si sono realizzati in provetta e in serra, tant’è che in agricoltura si usano generatori di CO2 che la regolano in funzione della temperatura ottimale nella serra.

  • Non è neanche un rafforzativo affermare che esistono molti studi che confermano l’esattezza del modello teorico. Per dire: a nessuno verrebbe mai in mente di fare uno studio che dimostri che la gravità attrae gli oggetti verso il basso. E’ un fatto dimostrato e provato e quindi è inutile investigare ulteriormente.  indaga quando non c’è nessuna prova. E, nel caso della CO2, non c’è nessuna prova. Pretendere che una teoria sia accettata supinamente è antiscientifico.

giuseppina non conosce il significato scientifico di “teoria”, non sa che oltre a Galileo, sono esistiti Newton, Einstein e oggi migliaia di fisici e astrofisici che studiano “la gravità”. Crede addirittura “dimostrato” che “la gravità attrae gli oggetti verso il basso“.
Climalteranti calamita i fallimenti della scuola pubblica. Dev’essere il (ferro)magnetismo di Stefano Caserini.

  • Sull’inquinamento della plastica, poi, davvero non capisco. Secondo lei negli anni passati il problema è stato tenuto in debito conto? E’ una sua opinione, non un fatto. Greenpeace che se ne occupava all’epoca avvalora la mia affermazione: pochi lanciavano l’allarme ma non sono stati ascoltati. 

La sua affermazione era che negli anni ’70 quando a suo avviso l’umanità era terrorizzata da una glaciazione imminente sulla quale il consenso della comunità scientifica era unanime

  • c’erano strani tipi, che oggi verrebbero etichettati come negazionisti, che dicevano che il problema non era la glaciazione bensì la plastica che all’epoca stava progressivamente sostituendo i materiali naturali. Dicevano: se prima non si trova un sistema naturale per smaltirla, ne saremo sommersi, inquineremo il Pianeta. E paventavano scenari apocalittici: terra e mare pieni di plastiche.
  •  Vox clamantis in deserto. Ovviamente. Presi dalla teoria della glaciazione figuriamoci se potevamo interessarci di quel che affermavano quei pochi esaltati!

Nessuno era preso dalla glaciazione e la vox clamantis è stata ascoltata. Con ritardo e troppo poco perché i movimenti ambientalisti e i partiti Verdi degli anni ’70 erano considerati “esaltati” dalle aziende produttrici esattamente come giuseppina considera “esaltati” gli scienziati dagli anni ’70 e gli ambientalisti dagli anni ’80 che paventano gli impatti dei cambiamenti climatici.
Per le plastiche esistevano già soluzioni, ma sono troppe costose ancora oggi per i paesi poveri e troppo opprimenti per i consumisti dei paesi ricchi che mai e poi mai rinuncerebbero alla cannuccia di plastica, uscirebbero con un sacchetto di tela, boicotterebbero i prodotti dagli involucri ipertrofici, insisterebbero per imballaggi con carta riciclata prodotta all’origine da foreste gestite bene.
Nei paesi ricchi a partire dagli anni ’80 c’erano incentivi per il riciclaggio delle materie plastiche, diventava obbligatorio distinguerle con sigle ed etichette; negli anni ’90 iniziavano le raccolte differenziate e nel 2000 la produzione di quelle biodegradabili.
giuseppina conclude dicendomi

  • che le domande poste sono del tutto retoriche, non sono interessata alle sue risposte perché non amo conversare con chi si pone su un piano di superiorità.

Me llaman l’oca, me llaman l’oca… Le mie risposte sono indirizzate agli amateurs di  Gish Gallop, anche se giuseppina si risponde da sol*

  • Sul clima quali sarebbero le bufale che avrei detto? Ritenere che il modello climatico, che attribuisce ogni male alla CO2, non sia attendibile non è una bufala, ma è non credere a una teoria. Una teoria, anche se anche fosse ritenuta vera dal 100% degli scienziati, è e resta una teoria, non un fatto.

A.D.R.
Nella scienza, una teoria conferma ipotesi sul come e il perché di certi “fatti” (fenomeni) e più ne conferma. più si rafforza come nel caso della gravità. Nessuno ci crede, tutti sanno è che è fallibile, il sogno è di invalidarla con altri fatti e di aspirare al Nobel.

  • Il beneficio del dubbio è doveroso. La scienza si basa sul dubbio.

Non è doveroso per giuseppina:

  • Ritenere che individuare un untore su cui focalizzare ogni nostra paura, trascurandone altre che ritengo ben più importanti, sia sbagliato non è una bufala ma un diverso modo di vedere i fatti.

Non so a quale untore alluda, ma siccome i ragazzini hanno raggiunto i nonni ambientalisti nel movimento contro l’inquinamento causato dalle materie plastiche e quelle non degradabili si fanno con il petrolio… ho domande io.
Non sarà quello che paga migliaia di troll e certi firmatari della Chieti-Pescara Petition per mentire sui cambiamenti climatici e diffamare gli scienziati onesti?
E la “logica” incoerente, i falsi ideologici e storici, i link ad articoli mai letti, dove li ho già visti?
E…

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