Apprestatevi a star male

“Get ready to puke” mi avverte Leonid Schneider, sempre premuroso con le signore, nel segnalare un articolo uscito on line su Fertility and Sterility nel settembre 2012, di Paolo VercelliniLaura BuggioEdgardo SomiglianaGiussy BarbaraPaola Viganò e Luigi Fedele 

Se vi fidate dei primari della clinica Mangiagalli del Policlinico e della Statale di Milano (primari al maschile: non Alessandra Kustermann) e di una biologa cellulare del San Raffaele, procuratevi sacchetti usa e getta prima di proseguire.

Da quando Leonid ne ha scritto, su Twitter stanno patendo il mal di mare anche gli uomini.

Alcuni sono nauseati da prima: quello “studio” ha una brutta reputazione.

Il comunicato di Vercellini – all’epoca presidente della World Society for Endometriosis – in risposta alle critiche di un centro australiano è altrettanto nauseante. Ci ha messo addirittura una foto di Marilyn Monroe perché “è stato suggerito che soffriva di endometriosi”.

E’ stato anche suggerito che Vercellini e Fedele sono due vecchi guardoni.

“What – and I cannot stress this enough – the fuck.”
Nell’arco di un numero imprecisato di anni, Vercellini e Fedele hanno selezionato 488 giovani pazienti che dovevano sottoporsi a un piccolo intervento. Erano destinate a una “valutazione fisica” (physical assessment) basata su una serie di misure di seno, vita, fianchi, e almeno una dolorosa e invasiva, e su un questionario riguardante i loro comportamenti sessuali.
62 hanno rifiutato di partecipare, soprattutto per via del questionario; alcune sono state escluse per “altre patologie” e/o “difetti fisici” quali cicatrici, tatuaggi, pigmentazione non “caucasica” (pelle scura), “capelli interamente tinti” ecc. ecc. finché a farsi fotografare nude sono rimaste in

  • 100 affette da endometriosi rettovaginale;
  • 100 da endometriosi peritoneale e/o vaginale;
  • 100 affette da “patologie non endometriosiche”,

La cifra tonda ha avuto anche il vantaggio di semplificare il calcolo dei valori p – e quali se no? – “significativi”.
Le pazienti avevano firmato un falso “consenso informato”:

  • Per limitare i comportamenti seduttivi potenziali e non intenzionali che potevano influire sul giudizio dei valutatori, prima della valutazione fisica non sono state fornite informazioni sull’ipotesi specifica dei diversi gradi di attrazione [attractiveness].

Il tuttora super-virile comitato etico del Policlinico la ritiene una pratica normale, presumo, perché in sette anni non ha mai chiesto la ritrattazione dell’articolo nonostante gli autori dichiarino di aver violato l’etica medica.

“Cosa cazzo sto leggendo?”
Vercellini et al. hanno guardato le foto per rinfrescarsi la memoria, e valutato quanto erano “attraenti” le proprie pazienti. A ciascuna, hanno assegnato un punteggio da 1 a 5, poi accorpato in “molto o parecchio attraenti”, “mediamente attraenti” “poco o per niente attraenti”, in base alla propria “percezione di bellezza” (un’ossessione molto o parecchio inquietante del gruppo di Vercellini).

Risultato
Ai proff. Vercellini, Fedele e a due co-autrici, le 31 pazienti affette da endometriosi rettovaginale grave piacciono due volte di più delle rimanenti 69 le quali avevano

  • caratteristiche fisiche simili ed erano altrettanto attraenti [delle altre duecento].

Per un valore p insignificante, le 100 pazienti affette da endometriosi rettovaginale avevano un’attività sessuale più precoce e 11 erano bionde mentre nel resto del campione le bionde erano soltanto tre.

Discussione
Senza né gruppo di controllo formato da giovani donne sane né dati sul tasso di fecondità delle pazienti, gli autori tentano di spiegare la preferenza per le donne somiglianti a Marilyn Monroe – che bionda non era – in termini di “selezione sessuale” come se patologie che causano dolori più forti durante i rapporti sessuali, aborti spontanei e infertilità potessero migliorare la fitness riproduttiva.

A loro difesa, Vercellini et al. sembrano rendersene conto e a questa psicologia evoluzionista della domenica, aggiungono una prova della propria incompetenza clinica. Hanno presente che l’attrazione sessuale dipende dal livello di ormoni femminili i quali sono una parte essenziale dei fenotipi che si erano prefissi di “valutare” da seguaci autodidatti della fenomica,

  • Purtroppo nel nostro studio non abbiamo misurato i livelli di estradiolo. 

Hanno reclutato solo le pazienti per le quali s’erano scordati di misurare i livelli non soltanto dell’estradiolo ma anche degli altri estrogeni? O da chirurgi sbrigativi, tagliano via a prescindere tanto il fenotipo è quello che vedono a occhio nudo?
Conclusione

  • Stando ai principi della fenomica, l’informazione fenotipica può essere usata in congiunzione con dati genetici e ambientali per contribuire alla scoperta della patogenesi di diversi disturbi. A questo proposito non solo confermiamo associazioni già osservate tra caratteristiche fenotipiche e endometriosi, ma abbiamo anche osservato che le donne più attraenti hanno la forma più grave della malattia. 

A dispetto delle voci su Marilyn Monroe, non ne sono convinti nemmeno loro. Ci sono i “fattori genetici ed endocrini” già misurati e associati da altri alla patologia, quindi servono

  • ulteriori studi per escludere un’associazione spuria… ed escludere l’effetto potenzialmente confondente di una profonda dispareunia su alcuni aspetti del comportamento sessuale.  

Non sia mai che profondi dolori durante i rapporti sessuali influenzino il comportamento sessuale e magari quelli potenzialmente “seduttivi” che il consenso disinformato doveva evitare.

*

Nel caso restano sacchetti ai lettori milanesi, nel post precedente Leonid parla dei ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare. All’IFOM ha lavorato da post-doc per 4 anni e mezzo, e ha conosciuto i “titani” Pier Giuseppe Pelicci, Pier Paolo di Fiore, protagonisti dell’inchiesta dei procuratori milanesi, riguardanti alcune delle pubblicazioni segnalate su PubPeer.
(Sono aumentate da quando le avevo guardate ai primi di luglio, btw.)

6 commenti

  1. Cara oca, avevi avvertito nel titolo, ho voluto leggere senza premunirmi, me ne sono pentito, sono ancora sottosopra con lo stomaco.

    1. gerardo,
      sì, ci mette molto a passare. Anche perché viene il sospetto che pur di reclutare un campione sufficiente, abbiano fatto apposta a non misurare i livelli degli estrogeni in 488 pazienti. Tanto per non rischiare di dover prescrivere farmaci che li abbassano, alleviare i dolori e rendere meno attraenti quelle che soffrono di più.

  2. Finalmente giunge la corale indignazione da me invocata già nel 2013! Mal posta è la domanda: come mai proprio ora, a distanza di tanti anni, si solleva un caso di cui si è data notizia nel 2012? I termini più giusti di un interrogativo onesto sulla vicenda dovrebbero essere piuttosto i seguenti: come mai prima d’ora, in tanti anni, tanto silenzio, almeno in Italia? Abbiamo il dovere di indignarci degli atti più vergognosi, in qualunque epoca e da chiunque siano stati compiuti e ogni qualvolta ne veniamo a conoscenza. Grazie, Sylvie Coyaud, per aver portato all’attenzione dell’opinione questo caso. Purtroppo, ai Suoi due articoli che ho già letto: “Apprestatevi a star male! e “Apprestatevi a star peggio”, se ne potrebbe aggiungere ancora un terzo: “Apprestatevi a morire”, quando avrà letto alcune pagine che invierò a lei personalmente. Se può, mi dica pure, a quale indirizzo devo spedirle. Intanto, grazie infinite per questo suo energico contributo, che, mi creda, non cancella, ma conforta. Tante donne le saranno profondissimamente grate.
    Cordiali saluti
    Carlo

    1. Carlo Alberto,
      hanno protestato in molti, compreso l’ Executive Committee of the Mental Health Professional Group, appena uscito l’articolo. Forse “perché proprio ora?” andrebbe chiesto al Comitato etico della Mangiagalli, alla Statale di Milano e al San Raffaele.

  3. La mia domanda, ribadisco, non è: “Perché proprio ora?”, bensì “Perché non allora?”, cioè “Perché non subito?”. E forse non la rivolgerei tanto agli istituti da Lei citati, ma alle Istituzioni. Ciò che feci già all’epoca e che ho reiterato, più volte, anche in seguito. La risposta, di cui non io solo, ma noi tutti (cioè la nostra collettività umana e civile) dovremmo ritenerci i legittimi destinatari, ad oggi temo non sia, purtroppo, ancora arrivata. Per questo apprezzo ancora di più il Suo coraggioso pronunciamento.

    1. Carlo Alberto,
      dipende cosa intende per “istituzioni”. La domanda va posta alla commissione etica della Mangiagalli, l’istituzione preposta a sanzionare questi abusi. Solo le “parti lese”, o loro parenti, possono denunciarli alla polizia o alla magistratura.
      Grazie dell’apprezzamento, purtroppo le istituzioni mi ignorano quasi sempre e posso criticarle senza rischiare nulla.

I commenti sono chiusi.