Statistiche e diluizioni "creative"

Enrico Bucci ha reclutato Roberto Defez e Donatello Sandroni per fare le pulci a una pubblicazione di Marco Scortichini, direttore dell’Unità di ricerca per la frutticoltura al CREA di Caserta, e 21 altri, uscita sulla rivista Mediterranean Agriculture dell’università di Firenze (nota per pubblicare in una sua rivista un articolo che nega il nesso causale tra HIV ed AIDS). Questo riguarda il Dentamet, un fertilizzante a base di zinco, rame e acido citrico “che stimola le difese naturali della pianta”.
Tutto naturale, quindi va bene anche per l’agricoltura biologica. Dal 2015 si legge in giro che è efficace contro le infestazioni da Xylella fastidiosa. 
Il trio dissente:

  • A prescindere dai numerosi dubbi che questo lavoro pone, già ampiamente discussi altrove [link aggiunto], vorremmo questa volta focalizzarci su una singola, semplice domanda: esiste, sulla base dell’unico lavoro pubblicato che contiene dati utili a rispondere, la prova scientifica diretta che il Dentamet sia in grado di diminuire la carica batterica di olivi infetti da Xylella fastidiosa?

Cliccate qui per avere la risposta. Il lavoro di Scortichini et al. è inficiato ab initio dall’olive-picking

  • se gli alberi [4 in tutto] fossero stati scelti in partenza in modo tale da avere tutti grosso modo la stessa carica batterica, come vorrebbero le regole di buona pratica sperimentale e come avviene in ogni caso a causa della gelata del 2017, ogni differenza statistica tra [ulivi] trattati e controlli scomparirebbe.

Segue una lezione di buona pratica sperimentale.
Aggiunta: Un’altra viene impartita dal prof. Pellegrino Conte (h/t Enrico Bucci) secondo il quale Phytopatologia Mediterranea è una buona rivista. Scusi, ma 4 foglie trattate per albero, le pare da rivista con una peer-review?
Ne suggerisco la lettura al prof. Giuseppe Lazzarino e ai dott. Pietro Perrino e Mario Tozzi che hanno verificato l’efficacia in laboratorio il primo, in campo il secondo e nel proprio giardino il terzo, del concime quantistico, biologico e nanostrutturato, inventato dal “ricercatore” Alessandro Mendini.
(Perrino aveva riassunto il proprio “lavoro” sul Fatto Q. dopo averlo pubblicato per esteso sul sito di Corvelva. L’associazione anti-vax che finanzia pseudo-ricerche sulla composizione dei vaccini. Ultimo suo bersaglio, il vaccino contro il papillomavirus il cui contenuto di Dna umano causerebbe il cancro, stando agli antivax americani, Orac ha già provveduto al debunking preliminare.)
Il Patto Trasversale per la Scienza, raccontavo tre giorni fa, era rimasto ammagliato dalla rassegna sull’efficacia dell’omeopatia che tre promotori dell’omeopatia si erano comprati sulla rivista-pattumiera di un noto predone. Gli acquirenti, dicevo, erano

La stessa demolizione era stata pubblicata su “Cattivi scienziati” con alcune considerazioni di contorno. Oggi Enrico Bucci scrive che gli spiace deludermi

  • ma lo scoop della nuova co-autrice è evaporato: oggi la review porta come coautrice di Bellavite solo la veterana Marzotto, mentre Andreoli è scomparsa

fra ieri sera e questa mattina dalle firme in cima all’articolo.

  • Autori aggiunti per errore? Autori che si vergognano, e abbandonano nella notte la pubblicazione?

Non solo mio scoop è rimasto incrostato in fondo alla review, ma Beatrice Andreoli è presente nell’elenco delle pubblicazioni sul sito di Bellavite, e sulle pagine ResearchGate di Paolo BellaviteMarta Marzotto e…  Beatrice Andreoli.
Pare che il PTS ha pronte altre rivelazioni sulla rassegna di Bellavite e Marzotto con e senza Andreoli.
Finite queste, sarei per una peer-review del primo capolavoro realizzato da Beatrice Andreoli, Elisabetta Zanolin, un’altra co-autrice veterana e Paolo Bellavite dell’università di Verona:

uscito su un bollettino della parrocchia l’anno scorso. Lo studio è stato condotto con l’aiuto di 8 omeopati

Federico Allegri (Venezia), Mattia Canetta (Roma, Modena, Novara, Milano), Marco Colla (Biella, Torino), Monica De Lucchi (Genova), Vincenzo Falabela (Reggio Calabria), Gennaro Muscari Tomaioli (Venezia), Pierluigi Tubia (San Donà di Piave, Venezia), e Bruno Zucca (Brescia).

La “raccolta dati” è durata 25 mesi durante i quali sono stati reclutati un totale di 84 pazienti sui 90 che avrebbero completato lo “studio”, ovvero 54 in tutto sui “94” iniziali.
Lo studio consisteva nel descrivere il buon esito del rimedio omeopatico sui sintomi di ansia (39 pazienti), gastrite (16) mal di testa (6) e fibromialgia (4 – i numeri non combaciano con quelli della tabella 1), e nel determinare fra i 9 pazienti che dicevano di star meglio fra quelli curati con Fosforo

  • il tasso di probabilità di piccole differenze nei livelli di paura

“rispetto al resto della popolazione” inteso come 45 pazienti. Lo scopo era di identificare la correlazione tra paura di “buio, folla, volare, morte, fantasmi, cani, uccelli, insetti, ragni e serpenti” e stabilire così se la scelta del rimedio era giusta, stando alla Materia Medica (la Bibbia degli omeopati)
Risultato:

  • tutti i pazienti migliorati con il Fosforo hanno riferito di non aver paura della folla, un tratto che separa il gruppo dal resto della popolazione in una misura piccola ma statisticamente significativa.

Oltre a insegnare alla Scuola di omeopatia di Verona dov’è possibile diplomarsi con una tesi che consiste nel copiare  l’indice di un libro, la “ricercatrice” Beatrice Andreoli è del consiglio direttivo della FIAMO.

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