Licenza di deprimere

Leonid Schneider recensisce “Manual for Survival” il saggio su Chernobyl della storica americana Kate Brown, e ne raccomanda la lettura. Non è l’unico. Lo leggerò di sicuro, anche se preferirei una storia a lieto fine. Tenendo a bada il pregiudizio favorevole, perché sembra coincidere con le mie impressioni da cronista.
Ero andata a Kiev e Chernobyl per L’Unità, e a distribuire cibo fresco (e non. c’era stata una richiesta di Nutella) nei villaggi sull’orlo della zona evacuata, insieme ai volontari di Legambiente.

Era impossibile estrarre informazioni non contraddittorie dalle autorità sanitarie. Non c’erano problemi, ma “gli europei” dovevamo mandare quantità molto maggiori di alimenti incontaminati, I rifugiati ammassati a Kiev dicevano di star male e di non riuscire a farsi visitare? In realtà erano “stressati” o fingevano per farsi mandare al mare.

Nei villaggi ci avevano accolti con banchetti a base di patate, bietole rosse e cetrioli locali. Ma la frutta, il latte, lo yogurt? Erano stati intercettati e finiti al mercato nero. Forse era così, perché nel parcheggio del Ministero per la sanità, in pieno centro di Kiev,  un signore vendeva cartoni di latte della Croce Rossa dal cofano di una Mercedes.

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Trump ha nominato i primi 7 membri della Consulta presidenziale per la scienza e la tecnologia, scrive Jeffrey Mervis su Science, sei sono imprenditori e dirigenti di multinazionali.

Combinazione. Nella serie dei saggi storici commissionati da Nature per festeggiare i suoi 150 anni, Paul Lucier chiede “Can marketplace science be trusted?” Riassume il ruolo dei militari e delle Big Corporations e conclude che oggi si pone la stessa domande. Dal suo racconto e dagli scandali incessanti direi che di no…