Alberto Montanari, professore di costruzioni idrauliche al Dipartimento di ingegneria dell’università di Bologna, insegna come progettare misure di adattamento agli eventi estremi aggravati dal cambiamento climatico. A suo avviso
- la configurazione del clima futuro, in presenza di cambiamento, è ancora affetta da numerose incognite…
Le “numerose incognite” sono dovute alla sua convinzione che le variazioni del clima sono sempre naturali e casuali. Una maggior concentrazione di gas serra in atmosfera, per esempio, non ha alcuna influenza sul riscaldamento globale né sullo stato dei ghiacciai la cui eventuale fusione lascia immutato il livello del mare e lo stato delle risorse idriche.
(Agg. 3/11: il prof. Montanari trova eticamente scorretta la mia descrizione, rif. i suoi commenti sotto, ma non intende correggerla qui. Nei paper che ho letto finora, non prende in considerazione né l’effetto di un aumento della concentrazione atmosferica di gas serra su andamento della temperatura, fusione dei ghiacci ecc. né le simulazioni – inaffidabili e/o ingannevoli – dei modelli climatici. La maggior parte dei suoi colleghi mi sembrano tenerne conto.)
Il 26 novembre alle 16 in Aula Trasporti, Montanari ha “contribuito” (quanto? di tasca sua? con i soldi dei contribuenti?) a invitare Demetris Koutsoyiannis, l’idrologo del Politecnico di Atene che nel 2014 ha vinto il Climate Change Award, assegnato dallo Heartland “BigOil & Coal” Institute, in omaggio ai suoi
- contributi eccezionali per [sic] concludere con certezza che il clima sta cambiando e gli esseri umani non c’entrano nulla!
(Agg. 3/11: il prof. Montanari scrive che lo “Heartland Institute non ha mai assegnato alcun award al Prof. Koutsoyiannis”. Penso anch’io che abbia ricevuto una modesta imitazione perché il premio consisteva una bottiglia di grappa Cleopatra Amarone Oro e una di Brunello di Montalcino, non in $50 mila e un invito quale ospite d’onore alla conferenza annua dello Heartland a Washington.)
Circa 18 anni fa, Koutsoyiannis ha scoperto che da “4,5 miliardi di anni fa” i cambiamenti climatici sono correlati al “fenomeno di Hurst”, stocastico ça va sans dire, come dimostra l’esponente omonimo da lui usato in statistica idrologica, in particolare per dimostrare la perfezione delle opere idrologiche nell’antica Grecia.
Siccome i modelli del clima si basano sulla fisica delle forzanti antropiche e naturali – le quali hanno il difetto di essere correlate – le loro statistiche (sottinteso: la funzione della distribuzione delle probabilità usata da Michael Mann per la curva a mazza da hockey) sono sbagliate per forza.
Sul sito di UniBo, Tony Scalari ha trovato un sunto della sua lezione:
- L’ipotesi che cambiamenti recenti (per es. l’aumento della temperatura globale media di circa 0,3 °C negli ultimi trent’anni) è [sic] antropico, è priva di evidenze.
Per la temperatura potrebbe aver ragione. Mi sembra che l’aumento sia stato maggiore, poi controllo.
- I modelli climatici usati a sostegno di questa ipotesi si sono dimostrati incapaci di riprodurre correttamente il clima passato quando sono stati controllati da studi indipendenti.
Studi indipendenti nel senso di fantascienza pagata da Koch Industries ed Exxon Mobil attraverso lo Heartland e pubblicata nei “rapporti” Non-IPCC.
- A fortiori, le previsioni di questi modelli per il futuro sono inaffidabili.
Ho controllato:
fonte: Boyin Huang et al., Journal of Climate, 30 ottobre 2019
L’aumento è stato di 0,6 °C come previsto dai modelli e in particolare da quello usato dai ricercatori della Exxon nel 1982.
I docenti che hanno a cuore la fama dell’Alma Mater e gli studenti che non temono ritorsioni potrebbero copiare in grande la figura del modello, la curva delle temperature e l’attestato del Climate Change Award per tappezzarne l’Aula Trasporti verso le 15.30 del 26 novembre.
La fama in questione è stata resa internazionale dalla partecipazione alla stangata a fusione fredda di Andrea Rossi, da marchette* per la Boiron in medicina e in agricoltura, e dagli acquisti di pattume dal truffatore OMICS.
*Marchette a fin di bene, per aiutare Boiron & Co. a fare la carità. Affascinato dal fatturato delle Big-Complementary and Alternative Med perfino quando le vendite declinano, oggi Enrico Bucci scrive
- Crescita veloce, costi bassi, guadagni elevatissimi: questo è quanto si può realizzare creando una bufala, rivestendola di parole dolci, immagine verde e finta naturalità, per poi veicolarla con le più efficienti tecniche di marketing disponibili…
Da piccola caramellavo bucce d’arancia e le vendevo a mia nonna, ero sulla buona strada e poi son stata traviata…
*
Passo alle scienze
Su Nature Geoscience, Graeme Swindles et al. hanno studiato i fossili di amebe vissute negli ultimi duemila anni in 31 torbiere europee (le torbiere sono dei “pozzi” di carbonio):
- Il 60% dei siti erano più aridi nel 1800–2000 che nei 600 anni precedenti, il 40% che nel millennio precedente e il 24% non erano mai state così aride in 2000 anni. La recente e accentuata transizione nell’idrologia delle torbiere europee coincide con un insieme di pressioni, compresi l’inaridimento e il riscaldamento del clima e impatti umani diretti…
Andrebbero ripristinate anch’esse.
*
Su Nature, Yuyzhen Yan et al. coordinati da John Higgins hanno analizzato il contenuto in CO2, metano, argon e il rapporto deuterio/idrogeno – che serve a derivare la temperatura – in carote incontaminate di ghiaccio antartico risalenti rispettivamente a 1 e 1,5 milioni di anni fa (+/+100 mila anni). In quel periodo i cicli di glaciazione duravano sui 40 mila anni invece di 100 mila come da 1 milione di anni a questa parte (mid-Pleistocene transition).
Nei periodi caldi – interglaciali – come il nostro, le concentrazioni massime di CO2 non superavano i 279 ppm, e nel picco di freddo il minimo era di 214 ppm, rispetto a 180 durante i cicli recenti. Sembra piuttosto allarmante, ma Eric Wolff scrive che le incertezze sono ancora molte:
- Queste istantanee affascinanti del mondo prima della transizione del Pliocene sottolineano la necessità di una serie cronologica completa e indisturbata delle concentrazioni da mettere nel contesto dei cicli climatici di allora. Speriamo che le nuove carote in programma ce la forniscano.
*
Due anni fa su PLoS One, Caspar Hallmann e altri entomologi scrivevano che nelle riserve protette della Germania, dal 1990 la massa degli “artropodi volanti” era calata in media del 75%. Scalpore, e scetticismo anche per stime simili calcolate in altre parti del mondo perché ogni gruppo campionava a modo suo, partecipavano anche volontari pasticcioni ecc. Negli ultimi dieci anni, Sebastian Siebold e colleghi del progetto tedesco Biodiversity Exploratories hanno fatto una campionatura standardizzata in prati e foreste.
I risultati sono addirittura peggiori. Hanno trovato un calo maggiore nei prati (- 68% di massa e – 78% di “individui”) che nelle foreste (-41% e -17% “non significativo”). Invece il calo di biodiversità è stato quasi uguale (34 e 36%). Nelle foreste, diminuiscono di più le specie che si spostano su lunghe distanze, probabilmente perché sono più esposte agli insetticidi usati in agricoltura.
Nel commento, William Kunin dice che simili ricerche costano una barca di soldi. La Comunità europea dovrebbe finanziarle subito perché gli insetti sono indispensabili non soltanto all’equilibrio degli ecosistemi, ma anche alle rese agricole:
- nella UE, la limitazione dei neonicotinoidi stabilita specificamente per proteggere gli impollinatori […] costa oltre 500 milioni di euro/anno ai coltivatori di colza a causa di una produzione ridotta e delle spese maggiori che comporta.
*
Con immagini satellitarie prese tra il 1984 e il 2013, Jeff Ho et al. hanno stimato l’estensione delle fioriture d’alghe estive su 71 grandi laghi in 33 paesi di ogni continente salvo l’Antartide. In sei laghi soltanto, quelli dove il riscaldamento globale si faceva sentir meno, le fioriture non sono peggiorate.
Negli USA, le fioriture di alghe nei laghi costano $4 miliardi/anno in turisti in fuga, pesca ridotta ecc.
Dal fitoplancton allo zooplancton
Su Science di oggi, Masumi Yamamura et al. scrivono che i sistemi acquatici sono “minacciati dall’elevata tossicità e persistenza” dei neonicotinoidi che si propagano nella catena alimentare fino ai consumatori “di alto livello”. Dai dati sulle vendite locali di sette tipi di neonicotinoidi, sull’abbondanza di zooplancton e la quantità di anguille, pesci-ghiaccio e sperlani pescati ogni anno nel lago Shinji tra il 1981 e il 2014, è risultato che
- l’applicazione di neonicotinoidi nei dipluvi [? watersheds] a partire dal 1993 ha coinciso con un calo dell’83% della massa di zooplancton in primavera e mentre gli sperlani pescati passavano da 240 a 22 tonnellate/anno e le anguille da 40 a 10,8.
Il pesce-ghiaccio (Salangichthys microdon) se l’è cavata.
Non mi faccia sperare, Signora Oca,
che siamo all’alba di una nuova saga come quella della Fusione Fredda, che infiniti addusse moti di riso, e consentì di approfondire importantissime questioni sulla temperatura di ebollizione dell’acqua misurata con quello che sembrava un calzascarpe, o forse una sveglia;.
Mi sembra però che manchi la figura dell?Ingegnere Filosofo. Il ruolo del vecchio Professore rimbambito invece è già coperto.
Poi cosa ci vuole
…
ah sì, una Compagnia Pagliacci Generalisti, nella quale credo potrei piazzarmi bene, e una claque, anzi una clique scientifica, non so forse a INFN ci sono dellei caratteristei con del tempo libero?
…
E ci vuole un Vate, naturalmente; senza Vate, Signora Oca, il divertimento nemmeno comincia.
Meglio sarebbe un Vate con ubbìe di Pulitzer e di Consigliere Spirituale* … un PoliVate, ecco!
…
Bello! Polivate mi piace, sembra quasi un antico nome greco, con l’accento sulla ” i” poi, è preciso sputato, v. Polimaco, Acritico, Callifugo …
Bisogna che si coinvolgano le masse e i mezzi di informazione come successe con la FuF, kribbio! Inutile che ci rimbalziamo tra quattro blog i Rapporti IPCC, N-IPCC, EXXON 1962, Mazza da Hockey, leggi fisiche e misure; sono pieni di numeri, di passaggi logici, di grafici …
Ci vogliono invece Interrogazioni Parlamentari come quelle sulle Scie Chimiche e programmi TV come quello di M. Gabanelli sul Rapporto 42, sostegno di senili Premi Nobel e riprese sui blog, echi nella poesia eme’
…
ehm
…
echi nella Poesia Emetica magari no.
Saluti
N
——–l
*: Consigliere Spirituale non c’entra niente, ma mi serviva un gancio per attaccarci il seguente link:
https://www.rawstory.com/2016/07/donald-trumps-spiritual-advisor-sells-eternal-life-for-1144-by-stealing-from-harry-potter/
Abstract: mandatemi 1 144 dollari, perché così c’è scritto in Giovanni, 11-44; riceverete ” “resurrection seed” [e] some special prayer cloths that might cause “miracles, signs and wonders.” ”
…
Nasturzio,
non so forse a INFN ci sono dellei caratteristei con del tempo libero?
Uno c’è sicuramente.
Grazie del link, ci ho messo un po’ a riprendermi…
Gentile Dott.ssa Coyaud,
Non entro nel merito delle conclusioni scientifiche che Lei impropriamente mi attribuisce. A questo proposito invito il Lettore interessato a visitare il mio sito http://www.albertomontanari.it dove i miei contributi sono riportati per intero nel loro contesto, con trasparenza e – spero – con chiarezza. Credo sia utile approfondire perché il tema dei cambiamenti climatici, come sappiamo, è molto importante. Allo stesso modo sul sito del Prof. Koutsoyiannis si possono trovare i dettagli delle sue ricerche e dei numerosi riconoscimenti internazionali che ha ricevuto.
Vorrei invece soffermarmi su una considerazione di natura etica: sono un convinto sostenitore del principio di libertà di opinione felicemente espresso da Voltaire: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi …. perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.” L’unica condizione che pongo è che l’opinione sia espressa in modo eticamente corretto, sia espressa con rispetto e le fonti siano verificabili.
Proprio in merito alla verificabilità delle fonti tengo a sottolineare che non esiste alcun “Heartland BigOil & Coal Institute” il quale, pertanto, non può aver attribuito alcun award. Esiste “Heartland Institute” che però non ha attribuito alcun award al Prof. Koutsoyiannis. Quanto riportato nel Suo articolo a questo proposito è quindi frutto di pura fantasia.
Concludo esprimendo solidarietà al Prof. Koutsoyiannis e ribadendo la mia stima per le sue ricerche.
Cordialmente,
Alberto Montanari
http://www.albertomontanari.it
twitter.com/almontanari
Prof. Montanari,
Se prova a cliccare sui link, vedrà che il Climate Change Award è attribuito proprio dallo Heartland detto “BigOil & Coal” (tra virgolette a indicare che si tratta di un soprannome) perché è pagato da Koch Industries e altre aziende per produrne la propaganda e discreditare gli scienziati che si occupano di clima, in particolare Benjamin Santer e Michael Mann.
Qui trova un po’ di documentazione.
Concludo esprimendo solidarietà al Prof. Koutsoyiannis e ribadendo la mia stima per le sue ricerche.
Non dubito che lei le stimi, ne è anche un co-autore dopotutto…
Gentile Prof. Montanari
Ho letto sia il post che il suo commento, di cui apprezzo l’invito a rivolgersi alle fonti. Visto che il motivo del contendere è in primo luogo la lettura del 26 Novembre prossimo, per me rimane imprescindibile la presentazione alla stessa, citata nel post. Spero che sarà così cortese da chiarirmi i dubbi seguenti.
Nell’introduzione alla lettura trovo: ” The hypothesis that recent changes (e.g. the increase of average global temperature by about 0.3°C in the last three decades) is anthropogenic, unlike the natural changes which always have taken place, is not supported by evidence. The climate models that have been used in support of this hypothesis, when tested in independent studies, have shown no skill in reproducing correctly the known past climate.” Quale delle ricerche citate dal suo collega supporta queste affermazioni? Con chi sono state discusse? E, banalmente, lei è d’accordo?
?In uno dei link trovo citato “Eventi estremi di precipitazione sono cresciuti non solo nel mondo, in particolare nell’emisfero settentrionale, ma in modo netto anche in Italia” dove “tutto il territorio è a rischio alluvioni, salvo poche eccezioni”, ha spiegato oggi Alberto Montanari, dottore di ricerca in ingegneria idraulica, a margine del convegno sulle “Strategie di adattamento al cambiamento climatico” ospitato a Roma dall’Accademia dei Lincei.” Nella presentazione della lettura “The scaremongering on “climate change” and the disasters it will allegedly cause is mainly associated with socio-political and economic interests, rather than with scientific data”. Quindi in base a quest’ultima, il convegno cui ha partecipato era allarmismo dettato da ragioni non scientifiche? a livello più generale, significa che se uno scienziato sostiene il contrario, lo fa in modo fraudolento, in quanto non supportato da prove scientifiche ma solo da interessi estranei alla ricerca? Prendo atto della sua attestazione di solidarietà, ma mi chiedo se, quanto a gravità delle affermazioni, la lettura di cui è co-organizzatore non si sia spinta ben oltre. Cordiali saluti
Signora Oca,
nel sunto proposto da T. Scalari della lezione del Suo gentile ospite Prof.
Montanari, è lamentata la mancanza di definizione scientifica di “Climate Change”.
“Orpo!”, mi son detto, “qui bisogna darsi da fare”, e allora cosa ho fatto?
Se non fossi così modesto, penserei di essere un genio: ho interpellato Wikipedia!
E cosa ci ho trovato su Wikipedia?
Ci ho trovato una cosa che a me sembra proprio una definizione scientifica, però magari mi sbaglio, si tenga forte che andiamo:
“IPCC AR5 SYR Glossary 2014, p. 120: “Climate change refers to a change in the state of the climate that can be identified (e.g., by using statistical tests) by changes in the mean and/or the variability of its properties and that persists for an extended period, typically decades or longer”.
Eh, che ne dice? Io stesso non avrei saputo farne una più bella, ma è *abbastanza* scientifica?
Saluti.
N
E’ molto scientifica, Nasturzio, non sia così modesto: lei ha fatto una grande scoperta.
Adesso spero che la scoprano anche i proff. Koutsoyiannis e Montanari e che ne propongano un’altra nel caso sembri loro sbagliata.
Gentilissima, Gentilissimi,
La circostanza che io sia organizzatore di una conferenza non significa che io concordi pienamente con le tesi degli oratori. La lista degli eventi da me organizzati include oratori con conclusioni ben diverse fra loro. Come ho scritto, credo nel principio di libertà di espressione e credo anche che il dibattito scientifico ed il dibattito pubblico si giovino di diverse opinioni, a condizione che siano espresse in modo anche perentorio ma rispettoso ed eticamente corretto.
La storia ci insegna che talvolta le teorie più controverse si sono rivelate quelle corrette ed io non ho la presunzione – e le conoscenze sufficienti – per decidere cosa sia corretto e cosa non lo sia.
Per quello che mi riguarda, per ragioni tecniche e sin dal mio dottorato di ricerca studio la variabilità del clima (di origine naturale e/o antropica), argomento affascinante e soprattutto molto importante per la progettazione degli interventi di adattamento. Tuttavia non ho mai negato la presenza di cambiamenti climatici e non ho mai negato la componente antropica. Penso quindi che il post iniziale non abbia reso giustizia al mio profilo e per questo motivo preferisco non entrare nel merito scientifico in questa sede.
Ribadisco inoltre che lo Heartland Institute non ha mai assegnato alcun award al Prof. Koutsoyiannis – ne ha ricevuti tanti, ma sempre conferiti da associazioni internazionali di ricerca indipendenti quali EGU, AGU ed IAHS.
Vi chiedo scusa, anche alla Dott.ssa Coyaud che ringrazio per lo spazio che mi ha concesso, ma preferisco non intervenire ulteriormente qui. Per i motivi sopra indicati non mi sembra opportuno. Se desiderate approfondire vi prego di contattarmi, sarò lieto di trovare tempi e modi per impostare un dibattito pubblico in altra sede.
Grazie ancora.
Cordialmente,
Alberto Montanari
Prof. Montanari,
Penso quindi che il post iniziale non abbia reso giustizia al mio profilo
è vero, ma il tema non era il suo profilo. Ho aggiunto sopra le sue precisazioni e perché ritengo che nei suoi articoli che ho letto, la “componente antropica” – nel senso delle nostre emissioni di gas serra – sia irrilevante e/o ingannevole.
Secondo me, il prof. Koutsoyiannis ha ricevuto un Climate Change Award contraffatto – made in Italy, se preferisce. Ho aggiunto un paio di link nella speranza che sia più chiaro (anche se a parte Paolo C. e Nasturzio, è raro che qualcuno li usi…)
La storia ci insegna che talvolta le teorie più controverse si sono rivelate quelle corrette
Bayesianamente, mi sembra insegnare che le disavventure di UniBo con la fusione fredda e l’omeopatia siano molto più probabili.
Mi rincresce che non abbia risposto alle domande di Noah riguardanti il testo del prof. Koutsoyiannis. Secondo parecchi dei suoi colleghi (e di cronisti come me) se non riflettesse “l’opinione scientifica” sua e del suo Dipartimento, non l’avreste pubblicato.
>>La storia ci insegna che talvolta le teorie più controverse si sono rivelate quelle corrette
Curioso che tanti deniers se n’escano con frasi del genere. Ignorando evidentemente quanto ci è voluto a raggiungere un consenso sull’AGW.
Forse credono che qualche ambientalista si sia svegliato dieci anni fa decidendo che quella sarebbe stata la teoria indiscutibile da allora in poi. Mah.
Hello Sylvie,
could you please point me to the source of the information that the award in question was awarded by the Heartland institute? I followed your links but couldn’t find this information.
Regards,
Antonis
Hello Antonis,
if you do follow the links, you’ll see that the Climate Change Award is assigned by the Heartland and that prof. Koutsoyiannis received one with the same name for the same reason.
Since it consisted in the best (arguably) Italian grappa and wine, it was probably “made in Italy” by copycats.
I think the coincidence is quite funny given the abstract and the location of the lecture, and prof Montanari insisting that the award had nothing to do with the Heartland.
Cara Sylvie
ci conosciamo da molto tempo – mi vedo costretto a intervenire su questa materia nella mia capacità di Direttore dell’Istituto di Studi Avanzati che ha organizzato, inter alia, il talk del prof. Koutsoyiannis.
Il tema è controverso ma ritengo che sia dovere dell’Università consentire sempre il confronto scientifico. Per l’Università non possono esistere dogmi, sono certo che condividi. Possono – questo sì – esistere diverse interpretazioni di dati, anche interpretazioni sbagliate di dati e persino dati sbagliati. Ma l’Università (e certo UniBo non è da meno) ha tra i suoi docenti e ricercatori sufficienti competenze per contrastare, correggere e confutare.
Se non lo facciamo noi, chi lo fa? la rete? il blog? facebook?
Per cui trovo sorprendente il modo con cui stai commentando questa iniziativa. L’ISA non censura. ISA non riceve finanziamenti esterni. ISA non risponde né a lobby né a sponsor. L’ISA organizza conferenze di ospiti internazionali rivolte a studenti, dottorandi e ricercatori dell’Ateneo anche su temi difficili (diseguaglianze, immigrazione, comunicazione e web, cambiamenti climatici, ecc.) e non manca mai il dibattito.
E così sarà anche questa volta perché a UniBo certo non mancano esperti di clima che sapranno valutare – da esperti appunto – il contenuto della lecture.
Trovo invece preoccupante e allarmante e inopportuno e obbiettivamente “fuori scala” l’invito a “I docenti che hanno a cuore la fama dell’Alma Mater e gli studenti che non temono ritorsioni potrebbero copiare in grande la figura del modello, la curva delle temperature e l’attestato del Climate Change Award per tappezzarne l’Aula Trasporti verso le 15.30 del 26 novembre.” (anche perché – come avrai visto, l’Award è uno scherzo di qualche buontempone) e non vorrei proprio che qualcuno seguisse il tuo suggerimento attraverso un blog ospitato su Repubblica.
Sono tempi difficili, cerchiamo tutti di mantenere il senso delle proporzioni.
Un caro saluto
Dario
Caro Dario,
grazie di aver preso il tempo di scrivermi. Penso anch’io che il premio sia opera di buontemponi.
Il tema è controverso ma ritengo che sia dovere dell’Università consentire sempre il confronto scientifico. Per l’Università non possono esistere dogmi, sono certo che condividi
Condivido e il tuo Istituto mi sembra il posto giusto per farlo. Il tema della lecture non sarebbe controverso se fosse, per esempio, il confronto tra le incertezze nelle simulazioni dei modelli sia climatici che idrologi e come ridurle.
Per cui trovo sorprendente il modo con cui stai commentando questa iniziativa.
Non l’avrei commentata se la sua presentazione non diffamasse migliaia di scienziati, i tuoi colleghi compresi. Prova a metterti nei panni di Antonio Navarra o di Nadia Pinardi, come reagiresti davanti a queste frasi:
The scaremongering on “climate change” and the disasters it will allegedly cause is mainly associated with socio-political and economic interests, rather than with scientific data.
La seconda li fa ridere secondo me, è un’offesa al buon senso:
The very notion of “climate change” is not adequately defined as a scientific term. In fact the term is a pleonasm, as change is inherent in climate.
Non solo è definita – Antonio ti pyò spiegare i criteri – ma l’oggetto dello studio è proprio come e perché il clima cambia.
The study of paleoclimatic data and historical hydrometeorological time series shows that climate has always been changing, on all time scales and as far back in time climate reconstruction studies allow.
In tutte le ricostruzioni paleoclimatiche pubblicate finora, il clima non è mai cambiato così velocemente da quando esiste l’Homo sapiens.
The hypothesis that recent changes (e.g. the increase of average global temperature by about 0.3°C in the last three decades) is anthropogenic, unlike the natural changes which always have taken place, is not supported by evidence.
Non è un’ipotesi, ma due secoli di conferme sperimentali della “teoria del calore”. L’aumento di 0,6 °C (non 0,3) è esattamente lo 0,2 °C/decennio previsto dai modelli negli anni ’80.
Tra l’altro è supportato dall’evidenza di tutti i sensori e termometri del mondo.
The climate models that have been used in support of this hypothesis, when tested in independent studies, have shown no skill in reproducing correctly the known past climate.
Altre bufale. Sono continuamente testati da “studi indipendenti” e quelli senza l’aumento della CO2 atm. non riproducono l’andamento delle temperature dall’Ottocento in poi.
Ma la bufala più pericolosa è l’ultima:
A fortiori, the predictions of these models for the future cannot be trusted.
A proposito di senso delle proporzioni… Prima di discreditare tutti i modelli climatici sul sito di un’università, forse conviene ricordare che l’Italia è un tantino a rischio idrogeologico e che quei modelli servono a progettare opere di adattamento. Sbagliati, come tutti i modelli, ma per dirla con Jason Box, alcuni sono utili.
Basti pensare a Venezia e al MOSE.
—
Non riesco a capire perché trovi normale pubblicare queste falsità, Dario. Davvero pensi che i fatti non contino o che 3 = 6?
Non ci credo! Un caro saluto-
@ Dario Braga
ritengo che sia dovere dell’Università consentire sempre il confronto scientifico. Per l’Università non possono esistere dogmi
Scusi professore ma… con questo vuole dire che lei ritiene che l’Universita’ deve consentire in confronto anche con terrapiattisti e creazionisti?
O possiamo convenire che alcune ipotesi, magari anche autorevoli in passato, sono oramai da considerare superate e non piu’ degne di un confronto scientifico a livello accademico?
cara Sylvie
non capisco questa cosa di “diffamare migliaia di scienziati onesti e competenti”. Da quando in qua sostenere – a costo della propria reputazione – tesi scientifiche è una diffamazione di chi sostiene tesi contrarie?
Qui non si sta parlando di un comizio di piazza, ma di una lecture in occasione della quale l’ospite presenterà i suoi dati e le sue conclusioni – esponendosi – come avviene in ogni ISA lecture – alle domande e critiche dei presenti. Navarra e Pinardi – che citi e che ben conosco (incidentalmente Nadia Pinardi è stata membro ISA) – e tanti altri – avranno modo di confutare i dati che Koutsoyiannis presenterà.
Non c’è nulla di strano. E nessuno dovrebbe ipotizzare che consentire a uno studioso di dire la sua equivalga a condividerne le idee. Verrebbe a mancare uno dei presupposti del confronto scientifico – una delle poche cose rimaste in piedi – la dialettica scientifica.
Condivido molto della tua analisi e penso anche che l’abstract della lezione sia stato troppo “sharp” ma penso anche che occorra valutare la lezione sulla base dei contenuti e della capacità dello speaker di rispondere alle critiche. Sarò garante io, come Direttore ISA, della possibilità per tutte e tutti di interloquire.
Mi spiace però, Sylvie, che tu abbia invitato alla contestazione “gli studenti che non temono ritorsioni potrebbero copiare in grande la figura del modello, la curva delle temperature e l’attestato del Climate Change Award” – cosa che, se avverrà, impedirà proprio quel confronto che dovrebbe servire a smontare i modelli e le analisi dell’ospite. Ti inviterei a correggere il tiro – soprattutto ora che sai che l’attestato del CCAward è una bufala.
Se poi vorrai essere presente alla lezione, ne sarò lieto
Un caro saluto
Dario
Rispondo anche a E.K.Hornbeck e dico un’eresia
Personalmente non avrei nulla in contrario a ospitare un talk di un terrapiattista o di un creazionista se il talk rispettasse i criteri di un confronto scientifico: dati e risultati verificati e verificabili e la discussione con “pari”.
Anzi sarei proprio curioso di vedere un terrapiattista argomentare su base scientifica con un astrofisico o un geologo o un astronomo sulle prove della piattezza della Terra
Dario
Caro Dario,
Ti inviterei a correggere il tiro – soprattutto ora che sai che l’attestato del CCAward è una bufala.
Quale bufala? D.K. ha pubblicato sul sito della propria università una contraffazione del CCAward dello Heartland. Come puoi vedere dai link alla suo foto e al premio Heartland, il cartello che ha al collo non è un assegno da $50 mila dollari. Trovo interessante che sembri anche a te la stessa cosa perfino dopo che ho aggiunto il link alla foto delle bottiglie e all’elenco dei premiati dallo Heartland.
Metti pure che sia una bufala, perché dovrei accettare il tuo invito a correggerla quando stai difendendo quelle pubblicate dal tuo Istituto?
–
non capisco questa cosa di “diffamare migliaia di scienziati onesti e competenti”. Da quando in qua sostenere – a costo della propria reputazione – tesi scientifiche è una diffamazione di chi sostiene tesi contrarie?
Non leggi quello che scrivo e fai bene. Forse fai male a non leggere quello che c’è scritto sul sito del tuo Istituto. La prima frase dell’abstract accusa i ricercatori che studiano il clima di spaventare la cittadinanza con presunti disastri in arrivo, per interessi socio-politici ed economici più che con dati scientifici.
Sarebbe una “tesi scientifica”, a tuo avviso?
De gustibus, ma non trovo né “sharp” né scientifico inventarsi che 3 uguale 6 e che i modelli non hanno previsto correttamente l’aumento della temperatura. E altre cose importanti per l’Italia come l’innalzamento del livello del mare e la maggior intensità degli eventi meteo estremi.
Non ci credi? Chiedi ai tuoi colleghi di Venezia e di Genova se non ti fidi di quelli di Bologna meno interessati all’integrità scientifica che ai soldi…
–
Mi spiace però, Sylvie, che tu abbia invitato alla contestazione “gli studenti che non temono ritorsioni potrebbero copiare in grande la figura del modello, la curva delle temperature e l’attestato del Climate Change Award” –
Li invito tuttora (dubito che mi leggano) perché chiami “dialettica scientifica” inventarsi i dati. Rischierebbero ritorsioni se ve lo dicessero, immagino, ma sanno che non c’è niente di scientifico nel voler far credere loro che 3 uguale 6.
–
E nessuno dovrebbe ipotizzare che consentire a uno studioso di dire la sua equivalga a condividerne le idee.
Perché non dovremmo? Le state condividendo con chiunque sia collegato a Internet senza alcuna possibilità di interloquire. Di chiedervi, per esempio, quali “dati e risultati verificati e verificabili” suffragano l’idea che 4,5 miliardi di anni fa il clima terrestre stava cambiando.
Al posto di Nadia e dei suoi collaboratori, non perderei tempo con chi s’inventa dati sul clima per discreditare il mio lavoro. Lo fanno Zichichi, Ricci, Tabarelli, altri emeriti e illustri di UniBo, ci mancherebbe solo doverli ascoltare ogni volta che aprono bocca.
Non ce l’ho con te, Dario. Penso che tu non abbia letto l’abstract prima che fosse pubblicato e ora ti tocchi difenderlo istituzionalmente perché Montanari s’è defilato.
Gentile prof. Braga,
sono un astrofisico che ha l’hobby di discutere un po’ con tutti, in modo pacato, persino con dei terrapiattisti. E preciso, a scanso di equivoci, che non ho nessun dubbio sul valore professionale delle persone qui citate. Mi riferisco solo alle affermazioni citate, tratte dalla presentazione dell’iniziativa, che ricalcano esattamente il tipo di argomentazioni utilizzate dai terrapiattisti:
– Citazione di dati falsi. Un terrapiattista può sostenere (e sostiene) che l curvatura della Terra impedisca di vedere un palazzo da una certa distanza, mostrare la foto di una skyline di una città presa da quella distanza e concludere quindi che la Terra non è curva. O sostenere che le radiazioni presenti sopra i 100 km di quota siano letali, quindi niente voli spaziali. O altro. Da dati sbagliati si può sostenere qualsiasi cosa. E in quella presentazione di dati sbagliati (a partire dal riscaldamento di 0,3 gradi in 30 anni) ce ne sono diversi
– La tesi avversaria è indimostrata. Se lo affermo, qualsiasi dimostrazione mi venga fornita è insufficiente.
– la tesi avversaria è frutto di interessi ascientifici. Quindi chiunque la sostenga è inaffidabile, fosse anche l’intera comunità scientifica. Questo, sottolineo, è molto diverso da portare avanti una tesi sapendo che è minoritaria, e difendendo i suoi punti di vantaggio. Penso ad esempio alle alternative al Hot Big Bang in cosmologia, chi le difende sa benissimo che deve spiegare tutto quello che la HBB spiega agevolmente, non accusa di complotto i sostenitori di quest’ultima.
Quindi siamo in una situazione analoga a quella in cui un terrapiattista proponesse un convegno in cui, nella presentazione, afferma che non abbiamo prove della sfericità della Terra, che dato che il raggio della Terra è di 20 km dopo 61,4 km dovremmo tornare al punto di partenza, e che è tutto un complotto della NASA per motivi ascientifici.
Un confronto in questi termini è impossibile, per ovvie ragioni. Come posso ribattere ad una persona che nega i dati di partenza da cui muoversi, che ritiene le mie argomentazioni “ascientifiche” e le rigetta in partenza? Che non si confronta con quanto un’intera branca della scienza, dopo mezzo secolo di lavoro, ha concluso sia pur provvisoriamente, liquidandolo con un “è tutto indimostrato”?
Gentile prof. Braga
Nella mia ingenuità ritenevo che un terrapiatista con dati e risultati verificati e verificabili fosse un ossimoro. Vedo che non lo è, quindi le chiedo, come funzionerebbe? Accettate voi autoinviti o invitate voi ?
Questo porta ad un’altra questione, che fino adesso non vedevo posta, ma grazie del promemoria.
Com’è nata questa lecture? Autoinvito del prof. Koutsoyiannis, allora sarebbe interessante come avete valutato la premessa di dati verificati e verificabili. O vostro iniziativa, cosa che farebbe venir meno il principio dell’equidistanza, visto che attesterebbe una scelta ben precisa.
Sull’affermazione seguente: Credo che aver definito sharp (eufemismo) l’abstract la porti vicino alla comprensione del problema, ossia affermare che chi ha tesi differenti da quelle esposte sia mosso da intenti non scientifici, quindi, in malafede. Cosa che nega la dialettica scientifica cui si sta appellando per sostenere la validità di questa lecture. Capisco che voi non censuriate nulla, ma qualcuno ha letto l’abstract prima della pubblicazione? Visto che ha chiesto a S. Coyaud di fare un passo indietro: è un invito che vale anche per chi ha scritto l’abstract?
Perché noto che l’eventuale presenza di studenti contestatori minerà in modo irreparabile la serenità del dibattito, costringendo il nostro ad andarsene. Aver dato dei bugiardi a dei colleghi arrivati a conclusione opposte, eventualmente presenti in sala, evidentemente no. A proposito, i climatologi UniBo che citava sono invitati?
Ringrazio in anticipo per le eventuali risposte. Cordiali saluti
PS l’affermazione che citavo nel mio ultimo intervento, non riportata per mio errore, è la seguente “non capisco questa cosa di “diffamare migliaia di scienziati onesti e competenti”. Diciamo che va poco d’accordo con “The scaremongering on “climate change” and the disasters it will allegedly cause is mainly associated with socio-political and economic interests, rather than with scientific data.” Quindi, catastrofisti animati da interessi non scientifici. Decisamente sharp.
Noah,
i climatologi UniBo che citava sono invitati?
Credo di averli citati io. Antonio Navarra è lead author di parecchi rapporti IPCC e per la UE, non so se insegna a Bologna anche quest’anno o solo a Venezia. Nadia Pinardi è stata fra i primi a creare modelli delle correnti oceaniche negli anni ’80.
EKH:
“… l’Universita’ deve consentire in confronto anche con terrapiattisti e creazionisti?”
Mah, non saprei … certo che se cominciano anche loro con scaremongering e allegedly, la serenità del dibattito ne risente parecchio; magari in coda alla Fusione Fredda, che è tanto che aspetta una bella ripassata?
…
Già, la FuF …
…
Vecchio Reattore
quanto tempo è passato
quanti ricordi fai rivivere tu
….
ehm
…
scusate, ma [1] mi commuove sempre
…
N
————
1: https://youtu.be/tqhXotcu5hs
PS: oh, poi siamo su un blog, eh! Non tocca mica ai blog di sculacciare le fave baggiaDRRIIINNNN
Sì pronto?
Brttz frtbrr trtrtzz
Un attimo – Signora Oca, è il Tenente Alla’
@!@
…
No, il siparietto ora no, c’è gente.
…
@ Dario Braga
Rispondo anche a E.K.Hornbeck e dico un’eresia
Non si preoccupi: non saro’ certamente io e a cercare di metterla al rogo. E, se ci provasse qualcun altro, cercherei di nascondergli i fiammiferi.
Questo, pero’, non vuol dire che io sia d’accordo con quanto lei ci ha scritto.
Personalmente non avrei nulla in contrario a ospitare un talk di un terrapiattista o di un creazionista se il talk rispettasse i criteri di un confronto scientifico: dati e risultati verificati e verificabili e la discussione con “pari”.
Anzi sarei proprio curioso di vedere un terrapiattista argomentare su base scientifica con un astrofisico o un geologo o un astronomo sulle prove della piattezza della Terra
Per ascoltare le loro argomentazioni (faccio fatica a definirle “scientifiche” ma e’ comunque quello di cui dispongono), basterebbe andare a uno dei loro convegni.
Ce ne sono, in giro per il mondo. Mi sembra che ce ne sia stato uno, a Palermo, lo scorso maggio.
In qualche caso si tratta di goliardate; in qualche altro caso gente che ci crede veramente.
Sono liberissimi di esprimere le loro teorie e, per come la vedo io, guai se non fosse cosi’.
Quello su cui sembra non siamo d’accordo e’ l’opportunita’ o meno che un terrapiattista (o altro pseudo-scienziato) esprima le proprie teorie in un’universita’.
Nessuna eresia, intendiamoci.
Anzi: l’ortodossia e’ proprio dalla sua parte; semmai l’eretico sono io.
In un mondo ideale — nel quale tutti gli esseri umani sono razionali, estremamente intelligenti e altamente istruiti — non sarebbe certamente un problema. Anche perche’ i terrapiattisti sarebbero dei goliardi e tutte le persone capirebbero che si tratta di uno scherzo.
Purtroppo il nostro non e’ un mondo ideale ma e’ un mondo dove molti ricordano la formazione dell’Italia dell”82 (o di altre squadre del cuore a scelta) ma pochi ricordano anche solo i primi undici elementi della Tavola Periodica. Anzi: siamo in un mondo (e in un paese) nel quale persino in MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) fa confusione tra Mendel e Mendeleev e si inventa una “Tavola degli Elementi di Mendel”.
Quello che contesto e’ la pura e semplice opportunita’, sociale e quindi politica e morale, di invitare il sostenitore di una pseudoscienza a parlare, pur con un dibattito e tutte le contro-argomentazioni degli scienziati competenti in materia, in un’universita’.
Provo a spiegarmi passando ai creazionisti che, essendo cresciuto dirimpetto a una Sala del Regno dei Testimoni di Geova, conosco molto meglio dei terrapiattisti.
Forse gia’ lo sa ma… per motivi legati alla costituzione e a una particolare sentenza statunitense, i creazionisti americani hanno sviluppato una strategia: “Teach the Controversy”. Il loro obiettivo non e’ prevalere in un confronto scientifico con gli evoluzionisti. E’, banalmente, quello di far credere (all’opinione pubblica; in particolare a giudici e parlamentari) che esiste un confronto scientifico tra (semplificando) creazionismo ed evoluzionismo.
Quindi, se lei invitasse un creazionista a un talk all’Universita’ di Bologna (o di qualunque altra istituzione accademica anche solo un minimo prestigiosa), farebbe un favore enorme al creazionista. Davvero enorme.
Poiche’, anche se quanto sostiene potrebbe essere agevolmente demolito e triturato dalle argomentazioni dei suoi colleghi evoluzionisti, il creazionista sosterrebbe che l’accademia ha riconosciuto la rilevanza delle sue opinioni, che l’ha chiamato a esprimerle in un’aula universitaria, che si e’ aperto un confronto tra pari (lui non userebbe le virgolette; o le userebbe per sminuire gli evoluzionisti) e forse anche che gli evoluzionisti sono stati incapaci di replicare a quanto ha affermato (falso ma… quanti, fuori dall’accademia, sarebbero in grado di capirlo?)
Nel mondo ideale di cui le parlavo sopra, pieno di gente razionale e iper-istruita, non cambierebbe nulla.
Nel mondo reale, dove la scienza e’ interesse di un’esigua minoranza, Darwin rischierebbe nuovamente di sparire dai programmi scolastici.
La strategia “Teach the Controversy”, pur se non denominata in questo modo, e’ una strategia diffusa anche tra chi nega l’AGW. Pesantemente sostenuta da gruppi di interesse economico legati alla produzione e al consumo delle risorse fossili: il loro obiettivo, se non proprio di far prevalere le posizioni anti-AGW, e quello di dare almeno l’impressione che esista un dibattito paritario tra sostenitori delle cause antropiche del riscaldamento climatico e sostenitori dell’ipotesi contraria e, quindi, che non sia il caso di cambiare il nostro modo di vivere e di consumare risorse. “Almeno non finquando non saremo sicuri di come stanno le cose”; avra’ sentito anche lei frasi come questa, centinaia e centinaia di volte.
Io credo che, proprio perche’ viviamo nel mondo reale e non in quello ideale, l’accademia dovrebbe valutare l’impatto sociale delle proprie iniziative ed essere estremamente selettiva nel concedere visibilita’ a ricercatori (ma anche a imprenditori, sopratutto se pregiudicati: lei ricordera’ certamente il caso dell’ECat) che possono essere interessati, piu’ che alla ricerca e al dibattito scientifico, alla (appunto) pura e semplice visibilita’, e al conseguente prestigio, che un’universita’ puo’ garantire.
E’ per questo che considererei teoricamente lecito, ma praticamente disastroso, invitare, a un talk all’universita’, un creazionista o un terrapiattista.
E’ per questo che considerai lecita, ma catastrofica, la presenza di vari docenti e ricercatori dell’Universita’ di Bologna alla presentazione dell’Ecat in via dell’Elettricista, nel gennaio 2011. Con la conseguenza che passai una bella fetta degli anni successivi a cercare di spiegare a vari sostenitori della fusione fredda che no, l’Universita’ di Bologna non aveva certificato l’esistenza del fenomeno e nemmeno la validita’ dell’apparecchio.
E’ per questo che considerai opportuna la decisione dell’Universita’ di Bologna di revocare la concessione dell’uso di un’aula, in via Belmeloro, per il convegno dei dibelliani (che avevano gia’ iniziato a esultare per il riconoscimento che il mondo accademico stava dando al Metodo Di Bella) nel luglio del 2016.
E’ per questo che considero lecito, ma ampiamente discutibile, invitare a un talk nel suo istituto una persona che ha scritto cose come “The scaremongering on ‘climate change’ and the disasters it will allegedly cause is mainly associated with socio-political and economic interests, rather than with scientific data.” e “The hypothesis that recent changes […] is anthropogenic, unlike the natural changes which always have taken place, is not supported by evidence”
Si e’ consultato con i suoi colleghi che “avranno modo di confutare i dati che Koutsoyiannis presenterà”?
Io sospetto che li abbiate messi in una posizione alquanto scomoda e che siano indecisi: da un lato, la loro assenza potrebbe portare i detrattori dell’AGW a sostenere che l’Universita’ di Bologna concorda con quanto sostiene il prof. Koutsoyiannis (sarebbe falso ma, ricordo, non siamo in un mondo ideale). Dall’altro, il loro intervento verrebbe sfruttato come “prova” di un confronto “paritario” (falso anche questo ma… come sopra).
Mi spiace però, Sylvie, che tu abbia invitato alla contestazione “gli studenti che non temono ritorsioni potrebbero copiare in grande la figura del modello, la curva delle temperature e l’attestato del Climate Change Award” – cosa che, se avverrà, impedirà proprio quel confronto che dovrebbe servire a smontare i modelli e le analisi dell’ospite.
Ma perche’?
La nostra ospite mica ha invitato a urlare per impedire a Koutsoyiannis di parlare. O a sfasciare vetrine, o a incendiare cassonetti, o a fare i baffi alla foto del rettore (per quello, magari, passo io con un pennarello).
Li ha invitati a esporre dei cartelli con un grafico!
Un grafico che smentisce il ricercatore che sostiene che “The hypothesis that recent changes […] is anthropogenic, unlike the natural changes which always have taken place, is not supported by evidence”.
O forse gli studenti non possono partecipare a questo dibattito scientifico?
Guardi che loro sono molto piu’ interessati di noi; poiche’ sono giovani e — contrariamente (spero, egoisticamente) a lei e a me, che abbiamo un po’ di primavere sul groppone — il cambiamento climatico se lo prenderanno in pieno sul grugno.
@ Nasturzio
Vecchio Reattore
quanto tempo è passato
quanti ricordi fai rivivere tu
🙂
E.K.Hornbeck,
a fare i baffi alla foto del rettore (per quello, magari, passo io con un pennarello).
Ottima idea. Se Nasturzio non è libero, le porto io la colonna sonora.
Va bene, pensavo che questo blog fosse un po’ diverso da facebook ma vedo che mi sbaglio. Intendiamoci, alcuni degli interventi in risposta al mio sono seri e ne colgo gli aspetti di critica corretta, altri meno. Pazienza.
Sarò un ingenuo ma continuo a pensare che si stia facendo molto rumore per nulla: c’è un ricercatore, invitato da un collega, che viene a fare una lezione su un tema controverso – ha scritto un titolo “catching” e un abstract “sharp” – dirà la sua, mostrerà i suoi dati, ci metterà la faccia davanti a una platea ampia sia di esperti (che non mancano a UniBo) sia di “educated but not expert” (like me). E’ la fine del mondo?
C’è bisogno di invitare gli studenti (ma che sono gli studenti? tifoserie acefale?) a presentarsi con foto e manifesti ? a contestare prima di avere ascoltato? Io penso di no. Io penso che agli studenti (e anche a certi colleghi) vada suggerito di ascoltare e fare domande. Ma l’ho detto in incipit – io sono un ingenuo.
Per quanto riguarda tutto il resto (terrapiattisti, omeopati, creazionisti, naturopati, no vax, stamina-liani, dibelliani, terremotiani ecc. incluso fusione-freddiani) – io penso – ma, anche qui, certamente mi sbaglio – che molto del loro successo venga dal rifiuto di smontare coram populo le farneticazioni e le pseudo teorie.
In questo penso anche che l’accademia abbia qualche responsabilità … guardiamo con spocchia e con superiorità alla pseudo-scienza senza renderci conto che “noi siamo vaccinati” mentre molta parte della pubblica opinione non ha anticorpi …
Vi segnalo, a questo proposito, l’iniziativa http://www.parliamoneora.it – nata, appunto, a Bologna e sottoscritta fin qui da oltre 200 ricercatori e ricercatrici. Come vedrete, il tema “clima” è anche lì, insieme a molti altri.
buona giornata
Dario Braga
Caro Dario,
mi hai fraintesa. Non invito gli studenti a “contestare” quello che dirà Koutsoyiannis (non ne ho la minima idea), ma a smentire le bufale pubblicate dal tuo Istituto.
–
ha scritto un titolo “catching” e un abstract “sharp”
Sei sicuro che li abbia scritti lui? Neither catching nor sharp but bogus and deceitful.
Su Repubblica di oggi trovi quello che ne pensano i climatologi che secondo il tuo Istituto sono più interessati ai soldi che all’integrità scientifica.
–
E’ la fine del mondo?
Le diffamazioni no, i vostri climatologi ci hanno fatto il callo. Io trovo più indecente (eufemismo) che prof di UniBo facciano un esperimento clinico in cui degli antibiotici vengono somministrati a un gruppo di bambini contro infezioni virali pur di “dimostrare” che nell’altro gruppo il prodotto dello sponsor Boiron è più efficace.
–
“noi siamo vaccinati” mentre molta parte della pubblica opinione non ha anticorpi
Se foste vaccinati, l’accademia smetterebbe di insegnare omeopatia o che 6=3 e appendereste voi nell’aula il grafico delle temperature misurate accanto a quelle previste 30 anni prima.
E a proposito di “interessi economici”, appendereste anche questa réclame per l’ENI accanto ai soldi che ha versato a UniBo per 30 anni.
Una curiosità. Se lo facessero docenti che hanno aderito a Parliamone Ora, cosa rischierebbero?
–
Be’, non so chi sia stato, ma ti hanno messo nei pasticci. Buona giornata anche a te.
°°°
Tony,
Grazie, non uso FB e non sapevo della discussione – sottoscrivo.
a partire da quello “di principio” sulla libertà di espressione e il “no censura”
Stando a due fonti (affidabili), D. Koutsoyiannis voleva esprimersi liberamente sul tema delle statistiche e UniBo lo ha “censurato”. Da qui i miei dubbi sull’autore dell’abstract.
a porte chiuse, come se l’Università non fosse un luogo pubblico.
Così l’unica cosa pubblica è un concentrato di disinformazione. Bel colpo.
Buongiorno a tutti,
Mi permetto di aggiungere un commento, perché sono tra coloro che sono intervenuti in una discussione sul gruppo Facebook di AIRI per denunciare l’inopportunità del panel organizzato dall’ISA. Non posso non notare che, anche in questa discussione, gli organizzatori non fanno altro che riproporre gli stessi inconsistenti argomenti, a partire da quello “di principio” sulla libertà di espressione e il “no censura”, accompaganato dalla immancabile (e apocrifa) citazione di Voltaire. Qui non è in discussione alcuna censura. Parliamo di un ricercatore che ha tutti i mezzi per esprimere le proprie tesi e che a Bologna interverrà non perché passerà di lì per caso, ma su invito di Istituto e in seguito alla delibera di un board. Perciò è assolutamente legittimo, da parte nostra, criticare questa o quella decisione a riguardo.
Non posso non notare anche che l’argomento “censura” è tipico e ricorrente nel linguaggio e nelle tesi dei negazionisti e dei loro sostenitori (e, in generale, dei sostenitori di certe pseudoscienze), quando affermano di essere perseguitati, zittiti, “censurati” appunto, dalla comunità scientifica (i richiami a Galileo si sprecano in casi come questi. Ma la parte della “inquisizione”, nella vicenda del clima, l’ha recitata il negazionismo ogni volta che ha attaccato, infangato, screditato la scienza del clima).
Il prof. Braga insiste nel sostenere che si tratta di un tema “controverso”. Non è vero. Non c’è al momento alcuna reale controversia scientifica sulle cause del climate change.Ci sono controversie politiche, ma non scientifiche. Nel comunicato che annuncia il panel di Demetris Koutsoyiannis si legge: “The hypothesis that recent changes (e.g. the increase of average global temperature by about 0.3°C in the last three decades) is anthropogenic, unlike the natural changes which always have taken place, is not supported by evidence”. È falso che non ci siano evidenze. Perciò, in questo momento, il sito dell’ISA dell’Università di Bologna sta riportando un’affermazione falsa. Ce ne sarebbe già a sufficienza, sarebbe già abbastanza grave questo.
Sono inconsistenti anche i paralleli con scemenze del tutto irrilevanti come il terrapiattismo, messe sullo stesso piano di un fenomeno come il negazionismo climatico, che riguarda una delle più gravi e urgenti questioni ambientali, politiche ed economiche globali e su cui da 30 anni colossi industriali internazionali, come la Exxon, hanno investito milioni per finanziare compagne di disinformazione per seminare falsa incertezza e pseudoscetticismo presso l’opinione pubblica. La stessa Exxon, oggi lo sappiamo, era perfettamente a corrente degli effetti delle emissioni di gas climalteranti. Negli anni ’80 i ricercatori della Exxon erano perfettamente in linea con l’opinione del resto della comunità scientifica. Nel 2019, ci viene detto che tesi già ormai screditate necessitano di una tribuna, in un’Università pubblica, per poter essere smentite per l’ennesima volta e “solo dopo aver ascoltato”. Al punto in cui siamo arrivati rispetto alla crisi del climate change, tutto questo è davvero grottesco.
E proprio sull’opinione pubblica: l’immagine di una opinione pubblica “senza anticorpi” e di un’Università invece sempre “vaccinata” è una immagine molto superficiale e di comodo. Il gruppo negazionista di Battaglia & C. ha potuto organizzare un evento a La Sapienza, con i saluti del Rettore portati dal prorettore. Lo stesso gruppo promuove petizioni negazioniste che raccolgono firme tra docenti e titolari di cattedre negli Atenei. Negli anni 2000 Battaglia, attraverso l’Associazione Galileo2001, riusciva perfino a trovare sostegno tra big e nomi illustri e popolari della scienza italiana (una storia che oggi crea imbarazzo a qualcuno e quindi meglio non ricordarla).
Su un tema come il climate change è l’Università italiana, sono anzi ampi settori della scienza italiana (soprattutto tra fisici, geologi, ingegneri) ad aver dimostrato di non avere gli anticorpi contro il negazionismo (ma non solo, alcuni lo hanno proprio abbracciato e sostenuto). Quando il prof. Braga dice che anche l’Accademia ha responsabilità è quindi vero. Ha la responsabilità ancora oggi di non essere per nulla sensibile ai temi che riguardano il rapporto tra scienza e società e di non comprendere le conseguenze che certa disinformazione ha su temi, come il clima, che hanno ripercussioni sociali, soprattutto quando trova spazio e legittimazione proprio dentro l’accademia. La conseguenza, come si può vedere, è che l’accademia si chiude “a riccio”, illudendosi che un panel come il clima, oggi, al punto in cui siamo arrivati, con tesi come quelle riportate nell’abstract del panel, possa essere affrontato con criteri accademici “ordinari”, con dibattiti fuori tempo massimo e ormai esauriti, a porte chiuse, come se l’Università non fosse un luogo pubblico.
Mi scuso per la lunghezza dell’intervento, ma credo che se non se riporta la discussione all’interno del perimetro che ho cercato di tracciare, non si riesce davvero a comprenderne nemmeno il senso (soprattutto non lo comprende chi ci legge “da fuori”).
Vedo comunque che questa mattina è apparso su Repubblica un articolo che tratta della vicenda e riporta le proteste e le critiche di altri docenti e ricercatori di UniBo. Meno male, per fortuna qualche anticorpo c’è ancora anche nell’Università.
Scientists have a moral obligation to clearly warn humanity of any catastrophic threat and to “tell it like it is.”
https://academic.oup.com/bioscience/advance-article/doi/10.1093/biosci/biz088/5610806
Torniamo alla realtà.
Arrivo tardi, ma mi preme una cosa: qualcuno gliel’ha detto a Montanari che
(1) Voltaire non ha mai detto quello sciocchezza
e
(2) La libertà di espressione non ha niente a che fare con il privilegio (non diritto, si badi bene) ddi fare lezione all’università?
Hello Sylvie,
As you yourself noticed, the whole Climate Change Award to Koutsoyiannis is a joke. I don’t recall Koutsoyiannis ever having told me the story, but, like you, I can tell from the photos and from Koutsoyiannis’s comments. The award isn’t even aligned in the paper (the left margin is larger than the right). In the comments, Koutsoyiannis is insulting the “committee” in a way that suggests that it’s relatively close friends. It’s unsurprising that this happened in Vienna, during the EGU conference.
It’s also NOT an imitation of the Heartland award. According to http://climatechangeawards.org/about-the-climate-change-awards/, the Heartland awards were presented in July 2014, whereas Koutsoyiannis’s “award” was presented in April 2014.
Regards,
Antonis
Antonis,
yes, Heartland’s awards were presented in July 2014, but the call for candidates – and money – was sent in 2013 to dozens of connected organizations in Western countries. Friends of science-Canada, Patrick Moore’s sponsors, received it in May, the others probably did too.
Winners were known by April 2014, when Heartland started sending press releases about the conference and confirmed they would attend and be available for interviews.
It’s an interesting hoax, don’t you think? Those bottles are Italian and colleagues from Bologna were in Vienna as well. I had expected a “coming out” from Montanari, but for now his and Dario’s insistence is confirmation enough.
—
Paolo, quel paper è un ideale, la realtà è che gli scienziati negazionisti esistono.
—
Ciao gvdr, tutto bene da te? Tardi per Montanari, non per noi.
(1) Non serve, uno che inventa un ghiaccio sul colle del Teodulo nel 2009 non bada a queste cose.
(2) Infatti, ci prendono per i fondelli. Koutsoyiannis ha vinto il “bando” da visiting professor per parlare di dinamica di Hurst-Kolmogorov (un tema che dovrebbe interessarti!) rispetto ad altri sistemi. E’ libero di dire “Fourier wavelets are for dummies” e tu di replicare “BS, your H-K dynamics are for dummies, let me show you” etc. E’ questa la libertà accademica.
Il primo paradosso – la farsa, se preferisci – è che i vertici di UniBo hanno deciso che nel suo abstract doveva diffamare i climatologi. Il secondo è che lui ha accettato.
>>la realtà è che gli scienziati negazionisti esistono.
I climatologi pochini, per fortuna. O per l’evidenza innegabile.
@ Dario Braga
Grazie a lei scopro l’iniziativa “ParliamoneOra 2019”. Interessante. Se ieri avessi saputo che lei e’ coinvolto, il mio intervento di ieri sera sarebbe stato alquanto piu’ sintetico e incisivo.
Ma anche piu’ critico.
Perche’, a questo punto, non posso credere che lei non sia perfettamente consapevole di quanto sarebbe disastroso — non foss’altro per l’immagine dell’istituzione — ospitare un talk di un creazionista in un’universita’.
Ripeto: in un’universita’!
Il punto non e’ discutere o non discutere con i sostenitori delle pseudoscienze.
Il punto e’ come e dove farlo.
Va bene, pensavo che questo blog fosse un po’ diverso da facebook ma vedo che mi sbaglio. Intendiamoci, alcuni degli interventi in risposta al mio sono seri e ne colgo gli aspetti di critica corretta, altri meno. Pazienza.
Anche Facebook e’ diverso da Facebook: e’ un mondo talmente ampio e variegato che pensare di trattarlo come un tutt’unico e improponibile.
E, comunque, se lei si lascia demoralizzare dagli interventi in risposta ai suoi — tutti rigorosamente di persone che, come lei, sentono la necessita’ di contrastare le pseudoscienze e, in particolare, il negazionismo dell’AGW — non oso pensare a come si trovera’ a disagio quando, nell’ambito dell’iniziativa ParliamoneOra, si ritrovera’ a dialogare con un pubblico nel quale saranno presenti gli anti-vaccinisti, i sostenitori delle piu’ balorde terapie new-age e/o pseudo-quantistiche, gli entusiasti delle piu’ folli diete, i denigratori della chemioterapia, i fanatici delle scie chimiche e chissa’ che altro.
Sarò un ingenuo ma continuo a pensare che si stia facendo molto rumore per nulla: c’è un ricercatore, invitato da un collega, che viene a fare una lezione su un tema controverso – ha scritto un titolo “catching” e un abstract “sharp” – dirà la sua, mostrerà i suoi dati
Mi sa che l’ingenuo sono io.
Ma ci torno piu’ avanti.
Tema “controverso”? Mi piacerebbe sentire il parere dei suoi colleghi di UniBo che sono esperti dell’argomento perche’, francamente, il fatto che il cambiamento climatico che stiamo vivendo sia o meno influenzato dalla nostra specie non mi sembra per niente un tema che possa ragionevolmente essere definito “controverso”.
Non a livello scientifico.
Non nel 2019.
Molte cose sono sicuramente ancora controverse, in climatologia, e immagino che l’esatto impatto dell’influenza antropica sia tra queste.
Ma l’affermazione “The hypothesis that recent changes […] is anthropogenic, unlike the natural changes which always have taken place, is not supported by evidence”, oggi, mi sembra possa solo essere classificata come “provocazione”, non come “scienza”.
Una provocazione che trovo allarmante — dato e’ conseguenza di un invito di un suo collega di UniBo — e che giustamente, IMHO, sta suscitando accese reazioni e l’approvazione dei deniers.
ci metterà la faccia davanti a una platea ampia sia di esperti (che non mancano a UniBo) sia di “educated but not expert” (like me).
Sicuro?
Intendo dire: sicuro che saranno presenti gli esperti di UniBo?
Ovvero: li ha consultati sull’opportunita’ dell’iniziativa? E ha avuto conferma della loro presenza?
Perche’, fossi uno di loro, avrei seri dubbi sull’opportunita’ di presenziare.
E’ la fine del mondo?
No, ma e’ un’altra occasione persa, da parte di UniBo, per evitare una brutta figura.
C’è bisogno di invitare gli studenti (ma che sono gli studenti? tifoserie acefale?) a presentarsi con foto e manifesti ? a contestare prima di avere ascoltato?
Quindi un abstract negazionista, e offensivo nei confronti dei ricercatori esperti in materia, non conta nulla?
L’abstract non e’ contestabile, in quanto tale?
Portare dei cartelli che smentiscono l’abstract e’ forse incompatibile con l’ascoltare educatamente e, nel caso, dissentire anche su quello che verra’ detto a voce?
Per quanto riguarda tutto il resto (terrapiattisti, omeopati, creazionisti, naturopati, no vax, stamina-liani, dibelliani, terremotiani ecc. incluso fusione-freddiani) – io penso – ma, anche qui, certamente mi sbaglio – che molto del loro successo venga dal rifiuto di smontare coram populo le farneticazioni e le pseudo teorie.
Parliamone…
In questo penso anche che l’accademia abbia qualche responsabilità … guardiamo con spocchia e con superiorità alla pseudo-scienza senza renderci conto che “noi siamo vaccinati” mentre molta parte della pubblica opinione non ha anticorpi …
Temo di aver dimostrato la mia ingenuita’, ieri, indicando l’accademia come un luogo da lasciare incontaminato da tali farneticazioni. Per evitare che pseudo-scienziati e affaristi senza scrupoli possano acquisire indebiti visibilita’ e prestigio riflesso.
Temo che abbia ragione lei: l’accademia ha qualche responsabilita’. Forse anche molte. E, ancor prima di scendere in mezzo al popolo per smontare “le farneticazioni e le pseudo-teorie”, forse dovreste smontarle al vostro interno.
Lei accenna all’omeopatia. Ormai e’ una disciplina del tutto screditata, che (ci sono fior di meta-analisi che provano la sovrapponibilita’ al placebo) non funziona, basata su diluizioni tali che non rimane nulla del principio attivo (e lei lo sa certamente meglio di me). Eppure viene tutt’ora *insegnata* in varie universita’.
E ha presente l’agricoltura biodinamica? Una pratica agricola esoterica, imparentata con l’omeopatia e l’astrologia, che prevede (per darle un’idea di quanto e’ improponibile dal punto di vista scientifico), per tenere lontani i topi, quanto segue: “Nel periodo in cui Venere si trova nel segno dello Scorpione, ci procuriamo la pelle di questo topo [un topo abbastanza giovane, come spiegato prima] e la bruciamo, prendendo accuratamente ciò che si sviluppa tramite la combustione, cioè quello che rimane. Se è stato passato per il fuoco nel modo giusto, al momento della massima congiunzione di Venere e dello Scorpione, si otterrà il mezzo che terrà lontani i topi da quel campo”.
Conviene con me che e’ improponibile, da un punto di vista scientifico?
Eppure, nel novembre dello scorso anno, venne organizzato un convegno, su tale disciplina, al Politecnico di Milano.
E torniamo alla fusione-fredda.
Un imprenditore (s)pregiudicato ha avuto un successo mediatico, a livello planetario, proprio grazie al fatto che e’ riuscito ad associare il suo nome, e il nome del suo “prodotto”, prima a quello dell’Universita’ di Bologna e poi anche a quello dell’Universita’ di Uppsala.
Un minimo di reazione, dall’Universita’ di Uppsala, e’ arrivato: due fisici, Stephan Pomp e Göran Ericsson, hanno fatto sentire la loro voce, riscattando il buon nome della loro universita’.
Anche se vi faccio i miei migliori auguri per l’iniziativa ParliamoneOra, faccio fatica a prendere sul serio l’obiettivo “di smontare coram populo le farneticazioni e le pseudo teorie” se prendete in considerazione l’ipotesi di invitare terrapiattisti e creazionisti a parlare all’universita’, se invitate negazionisti dell’AGW a farlo e se l’Universita’ di Bologna non e’ riuscita a esprimere, in questi anni, un equivalente di un Pomp e di un Ericsson.
E.K.Hornbeck,
l’Universita’ di Bologna non e’ riuscita a esprimere, in questi anni, un equivalente di un Pomp e di un Ericsson
Infatti ieri su Repubblica hanno protestato Alessio Bellucci e Sergio Castellari del CMCC, non quelli di UniBo. A UniBo la “libertà di espressione” esiste solo per infamarli.
E ha presente l’agricoltura biodinamica? Una pratica agricola esoterica, imparentata con l’omeopatia e l’astrologia
Certo che Dario l’ha presente! Viene insegnata a UniBo dove c’è anche un gruppo di ricercatori specializzati.
Oggi Enrico Bucci e Gilberto Corbellini ne parlano su TuttoScienze. Spoiler alert: “In aula con biodinamica e omeopatia. Così le università tradiscono se stesse – Una deriva sempre più grave”
@ gvdr
(1) – Antonio Scalari l’ha fatto notare ma Montanari si era eclissato da un po’
(2) – ci abbiamo provato; piu’ con Braga che con Montanari; ma abbiamo riscontrato una certa qual dissonanza, a riguardo.
@ Oca Sapiens
Ottima idea. Se Nasturzio non è libero, le porto io la colonna sonora.
Che ne dice di “Partyman” di Prince?
Pensavo a un intervento di questo tipo.
Comunque, oltre alle reazioni indignate di alcuni, la lezione di Koutsoyiannis sta iniziando a incontrare anche il compiacimento dei negazionisti.
Chi avrebbe mai potuto immaginarlo?
Il Tenente Fallace e il Sergente Cauterio in
“La Macchina del Tempo”
———–
Fiii
…
BUM
…
…
Fiii
…
BUM
…
Signor Tenente, ma dove stiamo andando, sotto il tiro dei grossi calibri?
Stiamo andando indietro nel Tempo, Sergente.
….
….
Ma, scusi eh Signor Tenente, cosa ci andiamo a fare, di preciso?
Ci andiamo a verificare una Ipotesi Catastrofica
…
…
E …. e sarebbe?
Sarebbe chechecheche
Signor Tenente, si è incantato
Mi dia una paccaccaccacca
?
una pacca sulla testastasta
Ma, Signor Tenente, IO una pacca sulla testa a LEI?
Sergententente, è un ordine!
Ah beh, allora … PACK!
….
…
Grazie Sergente.
…
…
Si diceva?
Della Missione nel Passato.
Ah sì. Niente, il Comando vuole controllare se le storie incredibili che si raccontano sul Periodo della FuF siano proprio vere
Il Periodo della FuF, Signor Tenente?
Sì Sergente, Lei era ancora al CAR e queste cose non le può sapere, ma c’era una volta un Ingegne’
Signor Tenente siamo sotto il tiro dei grossi calibri e Lei attacca col “c’era una volta”?
Calma Sergente, tanto passano alti, e non mi interrompa per favore, dunque, c’era una volta un Professo’
Ma Signor Tenente, ma non era un ingegne’
SERGENTE! Siamo sotto al tiro dei grossi calibri e Lei non sa fare altro che interrompermi?
Non si preoccupi, tanto passano alti.
…
…
Ne riparliamo in caserma, intanto eccoci arrivati al Cronoportale, attraversiamolo petto in fuori e a passo di marcia come si conviene a degli operativi come noi
…
trump trump trump
…
…
ma … ma qui non c” è niente!
Calma Sergente, guardi quel cartoccio di stagnolalalalaPACK
…
Rumenta, mi pare.
No Sergente, è un Reattore a Fusione Fredda
Davverooo?
Ma pensa forse che Le racconti panzane? Un Reattore a Fusione Fredda, sissignore!
Ma … funziona?
Questo lo valuterà lo Stato Maggiore in base al nostro rapporto, noi siamo qui solo per eseguire misure sul titolo del vapore, mi passi dunque per favore il calzascarpe
…
il martello
…
BAM BAM BAM
eccolo collegato a perfezione, è un calzascarpe un po’ strano però, non capisco la funzione del quadrante numerato … e poi, ticchettatataPACK
…
ancora un momento solo … BAM BAM … ecco fatto! Sono le dodici e trentasei, giusti giusti per rientrare al Tempo Standard prima che si crei qualche paradosso tempora’
Scusi Signor Tenente se La interrompo, ma l’Ipotesi Catastrofica…?
L’ Ipotesi CatastrostrostroPACK
Grazie Sergente.
Dunque, la Ipotesi CatatataPACKtatataPACKPACKPACK-AIO’, SERGE’, E MO’ BASTATATAPACK!
…
…
…
Signor Tenente?
…
…
Tenente non mi faccia spaventare eh!
…
…
TE-NEN-TEEE!
Sì, cosa c’è?
…
…
(e ora cosa gli invento?)
…
Niente, niente, un grosso calibro è scoppiato qui vicino, e Lei ha perso i sensi, e per un attimo ho temuto che … che … chePACK
Ma Tenente, perché questo scapaccione?
Mi sembrava che si fosse incantato …
cara Sylvie
avevo deciso di non intervenire più perché non si dialoga tra sordi e con invettive – capisco che contino i clic e le polemiche – ma io non sono mai stato allo stadio in tutta la mia vita, pensa un po’
Però non posso consentire – nemmeno a te – di scrivere questa cosa, che ti invito a ritrattare.
“Il primo paradosso – la farsa, se preferisci – è che i vertici di UniBo hanno deciso che nel suo abstract doveva diffamare i climatologi. Il secondo è che lui ha accettato.”
Non l’hanno deciso i vertici di UniBo e nemmeno il Board di ISA, e nemmeno io.
Ti rispiego come funziona: ISA fa una “call”, ricercatori UniBo propongono la visita di X o Y, forniscono il CV, le pubblicazioni, le motivazioni per la proposta. Il Board analizza le proposte, ogni singolo membro dà un voto, si fa la media, e si costruisce un ranking delle proposte e si procede top-down fino ad esaurimento delle risorse. Chi viene selezionato è tenuto a svolgere una “Institute lecture” per la quale, a tempo debito, fornisce un titolo e un abstract – lo fa in piena libertà – NESSUNO gli dice cosa scrivere !
Non ti piace? Pazienza.
Ammetto, tuttavia, che questa volta il tentativo dell’ospite di essere “catching” è riuscito troppo bene, creando tutto questo. Ma tu, e nessun altro, può sfruttare questo incidente per attribuire colpe e infamare questo o quello.
Ti anticipo, e lo anticipo anche agli scoppiettanti commentatori su questo BLOG, che ISA e UniBo utilizzeranno questo incidente come leva per organizzare in ISA già a partire da dicembre una serie di iniziative sul tema CLIMA e lo farà dando la parola (scientifica) ai nostri climatologi e anche a chi – da fuori – vorrà venire a Bologna a mettere a disposizione dati e osservazioni.
Stiamo già lavorando a questo.
Dario
Caro Dario,
So come funziona un bando, ma grazie della spiegazione perché penso che parecchi lettori non sappiano.
Però non posso consentire – nemmeno a te – di scrivere questa cosa, che ti invito a ritrattare.
Sul sito di UniBo c’è scritto che i climatologi, compresi quelli di UniBo, fanno prevalere i propri interessi economici sull’integrità scientifica, perché nessuno può scrivere che i vertici di UniBo fanno la stessa cosa?
Non l’hanno deciso i vertici di UniBo e nemmeno il Board di ISA, e nemmeno io.
Le mie fonti dicono il contrario, quindi vorrei vedere la proposta mandata da Koutsoyiannis. E’ un atto amministrativo di un ente pubblico, basta chiedertela o devo mandare un FOIA alla dott. Filippini?
Ma tu, e nessun altro, può sfruttare questo incidente per attribuire colpe e infamare questo o quello
Già, non a caso “Vi chiaman kasta, vi chiaman kasta“… Tu, Montanari, il board dell’ISA e (forse) Koutsoyiannis vi permettete di infamare migliaia di ricercatori, compresi quelli di UniBo, perché non mi sarebbe permesso di difenderne l’onestà e la competenza?
ISA e UniBo utilizzeranno questo incidente come leva
Adesso che vi siete accorti che c’è stato un “incidente”, forse non conviene scriverlo qui ma sul sito dell’incidente. Tanto per evitarne altri come quello che E.K.Hornbeck ti segnala. O come la domanda di AleD, secondo il quale un unico articolo è più credibile di centinaia di migliaia.
—
Roberto,
tsk.. tsk… non vanno bene quattro sulle centinaia di migliaia pubblicati da Arrhenius. Ai deniers ne basta uno: le emissioni delle nostre attività essendo tutte identiche, non possono che avere un effetto identico sui cambiamenti climatici che sono tutti identici pure loro…
La richiesta è sempre quella, non importa se negano l’AGW o l’efficacia dei vaccini – tutti identici da un secolo in qua, ovviamente. Siccome ci accusano di credere nel “dogma”, continuano a chiedere dove sta scritto.
—
Contributo alla F,
non ci lasci in sospeso così, per favore (e Nasturzio dice che il tenente si chiama F. Allace)
—
E.K.Hornbeck,
preso nota!
@Antonio Scalari:
”
Nel comunicato che annuncia il panel di Demetris Koutsoyiannis si legge: “The hypothesis that recent changes (e.g. the increase of average global temperature by about 0.3°C in the last three decades) is anthropogenic, unlike the natural changes which always have taken place, is not supported by evidence”. È falso che non ci siano evidenze
”
Potrebbe cortesemente riportare la migliore di queste evidenze? Per evidenza intendo uno studio, il migliore, dove le conclusioni dicono che è un fatto provato che il riscaldamento globale sia di natura antropica. Se siamo così pieni di evidenze documentate, ci sarà uno studio da eleggere a faro non interpretabile diversamente circa questo *fatto*. Qual’è?
Grazie.
@AleD
Puo cominciare da questi:
https://journals.ametsoc.org/doi/full/10.1175/1520-0442%282004%29017%3C3721%3ACONAAF%3E2.0.CO%3B2
https://link.springer.com/article/10.1007/s00382-012-1585-8
https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00382-016-3079-6
https://www.nature.com/articles/s41586-019-1401-2
https://www.nature.com/articles/35066553
@Roberto: uno, ne vorrei UNO. Prendo il primo? Grazie.
@oca: suvvia non tergiversi, me ne basta UNO, non siete capaci di mettervi d’accordo su quale possa essere di riferimento? Tutti allo stesso livello, tutti affidabili, inoppugnabili? Perfetto, ma lasciatene UNO. Scelta please.
AleD,
non tergiverso, spiego a Roberto che lei confonde la scienza con una religione, crede che sforni dogmi immutabili invece di conoscenze che continuano a cambiare.
Non capisce la differenza?
Pazienza, può usare internet anche se non “crede” che un elettrone è sia un’onda che una particella perché non esiste un unico articolo che lo dimostri.
@Aled
Gli articoli da cui COMINCIARE le sono stati forniti. Prendo atto del fatto che è qui solo per trollare.
Mi spiace, Sylvie
pensavo che tu volessi discutere e invece preferisci fare la “leonessa da tastiera”: provocazioni, accuse infondate, tentativi di trascinare altri nella polemica, allusioni a “fonti misteriose”…
Chiudo qui. Buona fortuna
Dario
Caro Dario,
immaginavo, proverò con un FOIA
Ora non posso scrivere, Signora Oca,
perché sono in motocicletta che sto tornando al mio Reparto: il Centro Studi sta mettendo a punto un Cronoportale orientato al Futuro, e senza di me è capace che finiscono venti o trentamila anni fra, perdono la chiave della messa in moto, e non tornano più, o fanno qualche altro disaSSGGGBONK
.
…
Ecco, lo sapevo che non dovevo scrivere mentre andavo in moto,
Mentre aspetto il carro attrezzi però sì, che posso scrivere.
Ma non mi viene in mente niente
….
Vabbe’, vuol dire che darò un’altra rivangatina al vecchio E-cat.
Più sopra all’incirca si legge:
“penso che il successo della pseudo scienza venga dal rifiuto di smontare coram populo le farneticazioni e le pseudo teorie”
Chissà mai chi è stato, a rifiutare eccetera!
Cmq, dopo il rapporto dei Crononauti, la pensa così anche lo Stato Maggiore.
I due ardimentosi infatti, rientrati dalla Missione nel Passato pesti come dopo un campionato interforze di ” Schiaffo del Soldato”, hanno mostrato un video della prima
“dimostrazione”, chiamiamola così per mancanza di contumelie adeguate, dell’ E-cat; al paragone, la Compagnia del Tenente F. Allace è un dormitorio di depressi ingessati!
Quella “dimostrazione”, col “vapore” scaricato in fogna, la pompa peristaltica col turbo, lo sprazzo di raggi gamma rilevato da F. Celani,
la misura del titolo del vapore
…
(ossignur la misura del titolo del vapore!
OSSIGNUR LA MALEDETTA MISURA DEL MALEDETTISSIMO TITOLO DEL VAPO’
Signor Tenente
COSA C’È?
L’ aplomb
…
…
Grazie, Sergente.
…
ehm
…
Sui blog hanno cominciato ad infamarla ancor prima che finisse, la stramalede’
Tenente…
…
Hanno cominciato, dicevo, a infamarla, quella dmstrzn, ancor prima che finisse; si vede che non avevano le competenze, perché se le avevano aspettavano di sicuro la Bolla Pontificia. Ma forse la Bolla è già uscita, magari in latino, e viene diffusa nei chiostri e nei romitori scritta su fogli di pane carasau
?
per poterla inghiottire agevolmente in caso di scaremongering
??
allegedly, naturalmente.
???
Comunque, non ci sono prove)
…
Quella “dimostrazione” era quanto di più coram populo si potesse desiderare, e poteva essere cassata seduta stante dalle Competenze lì in prima fila, ma questo non è successo, e ora eccoci qui a spalettare Fuffa a più non posso, perché le Sedi Deputate non la filtrano e la Fuffa, lasciata a sé stessa, si riproduce oltremisura, si incista e non viene più via, fa venire dei pensieracci su come mai non viene inertizzata all’istante da chi avrebbe gli strumenti adatti.
Chiediamo a questo proposito l’opinione di un addetto ai lavori, il Tenente F. Allace:
Tenente, come mai non avete inertizzato questo container di Fuffa? Erano giorni che gonfiava, e alla fine è scoppiato e ha infuffato tutto l’accampamento!
Eh, sa, la Catena di Comando, la Via Gerarchica … io faccio rapporto al Capitano, che ne informa il Colonnello, questi riferisce al Generale, il quale sente il Ministro Competente e poi ci fa sapeDRRIIINNNN – Si pronto?
…
Oh, il Signor Ministro Competente! Che fortunata coincide’
Non mi interrompa per favore, ché ne ho da fare più di mille; per la Sua questione, il Comitato Scientifico dice che va studiata.
Ancora?
Eh, sa, il Giudizio dei Pari … il Metodo Scientifico …
Già già, mi rendo conto, la riservatezza, le procedu’
Ma mi sta facendo il verso?il
Io? Ma no Signor Ministro, quando mai!
Segue prequel
@!@
Beh, con un Cronoportale a disposizione, la consecutio temporum ci fa un baffo, ci fa.
Saluti a vapore.
CaF
Doppione, sorry.
Se può lasciare solo il secondo, Signora Oca, mi sembra meglio, è (poco-poco, eh!) meno spocchioso.
Saluti.
CaF
Che palle, adesso ricomincia il giochino dei ritardati che fan finta di NON capire.
Avete detto che il climate change a causa antropica è un fatto scientifico, e con parecchie evidenze, ne ho chiesta UNA, la migliore, ad oggi certo cristo santo. Qual’è???
RIGRAZIE, basta UN link o il silenzio. Entrambe costituiscono una risposta certamente.
Se quell’affermazione è un fatto scientifico consolidato mica uno dovrà leggersi enne studi, nè vero???
AleD,
un’evidenza di quale causa antropica di quale cambiamento climatico?
@ AleD
Se quell’affermazione è un fatto scientifico consolidato mica uno dovrà leggersi enne studi, nè vero???
Be’, si’: e’ esattamente cosi’.
La scienza funziona in questo modo. Per verificare (nel senso di *capire* i risultati ma anche tutti i passaggi che hanno permesso di ottenerli) qualcosa di minimamente complesso, in ambito specialistico, una persona (se priva delle basi del campo in questione) deve leggere parecchio e studiare a lungo; anche per anni.
E la climatologia e’ un ambito di una complessita’ tale che una laurea di tipo scientifico e’, tipicamente, solo un punto di partenza. Io avrei forse potuto affrontarlo, da giovane. Ora non piu’.
Nulla le impedisce di cimentarsi (in questo senso, la scienza e’ assolutamente democratica: tutti possono cimentarsi) ma se davvero pensava di ottenere l’illuminazione leggendo un solo studio, le sconsiglio anche solo di provarci. Sarebbe una pura e semplice perdita di tempo.
” quell’affermazione è un fatto scientifico consolidato mica uno dovrà leggersi enne studi, nè vero???”
Esattamente, mi fa piacere AleD che dopo anni che la vedo imperversare su questo blog ha finalmente capito il carattere cumulativo della scienza. La mole di dati e risultati e verifiche e ulteriori dati e previsioni contribuiscono a costruire un solido argomento scientifico. Un “fatto” è fatto di questo.
A riassumere gli enne studi ci pensano prima le review e metareview (che non presentano dati o risultati nuovi, ma passano in rassegna quella già raccolti), e poi i libri di testo (con un certo ritardo). Ottime review sono, ad esempio, quelle dell’IPCC. Ma immagino che per lei non vadano bene, no?
E.K.Hornbeck e gvdr,
se AleD dicesse che lo interessa, per esempio, la forzante radiativa delle nostre emissioni di CO2, sarebbe facile, ma invece di rispondere insulta.
le sconsiglio anche solo di provarci
Io glielo consiglierei. Sono 3 paginette senza neanche una formula matematica. Per capirle bisogna leggere gli studi citati in bibliografia che hanno anch’essi una bibliografia e così via fino ad Arrhenius. Dopo aver letto i primi due o tre paper citati e la loro bibliografia, magari si renderà conto che dovrà proprio “leggersi enne studi” nel senso di decine di migliaia.
deve leggere parecchio e studiare a lungo; anche per anni.
Anche per tutta la vita. I politici l’hanno capito, per 40 anni hanno commissionato rapporti sullo stato delle ricerche. Siccome li leggevano solo gli addetti ai lavori, hanno chiesto riassunti per dummies. Il primo rapporto IPCC non ne aveva, sono usciti due anni dopo.
Da allora si allungano, ma hanno dei propri riassunti…
Condiviso varie delle affermazioni già lette. L’articolo seguente riassume, anche in forma grafica, la complessità del percorso della scienza del clima, https://skepticalscience.com/history-climate-science.html. Però nella storia, non solo della scienza, vi sono degli spartiacque, momenti decisivi in grado di cambiare la percezione di un problema. In questo caso, il riscaldamento globale e l’effetto serra.
Per me, è la testimonianza nel Senato USA di James Hansen, nel 1988 (https://www.sealevel.info/1988_Hansen_Senate_Testimony.html; https://www.youtube.com/watch?v=UVz67cwmxTM)
Ocasapiens: Navarra / Pinardi. Avevo realizzato che la citazione non era casuale. Grazie comunque per le dritte, come la precedente su Filippo Giorgi. Giusto riconoscere i meriti di fa un lavoro serio. Per me, vale anche per Montanari, il lavoro sul cui rischio idrogeologico vale ben di più del coinvolgimento in questo episodio infelice. Vale anche per Braga, cui va dato merito di aver cercato di difendere una istituzione cui sono affezionato su una scelta indifendibile, e di aver coabitato con noi lettori scoppiettanti, in un blog che si intitola Ocasapiens (questo doveva già metterlo sull’avviso che non poteva contare su un tono paludato, ma non è bastato). Peccato si sia chiusa così. Ritengo che sia un pasticcio nato da un eccesso di fiducia personale. L’ipertesto della spiegazione di Montanari già mi bastava. Come ho scritto, sono un ingenuo. Nel dubbio:
“Sul sito di UniBo c’è scritto che i climatologi, compresi quelli di UniBo, fanno prevalere i propri interessi economici sull’integrità scientifica, perché nessuno può scrivere che i vertici di UniBo fanno la stessa cosa?”: perché non è il caso di seguire le provocazioni di Koutsoyiannis sullo stesso terreno. Rimangono le fortuite coincidenze che ha già segnalato in un altro post.
Noah,
Per me, vale anche per Montanari, il cui lavoro sul rischio idrogeologico vale ben di più del coinvolgimento in questo episodio infelice.
Tanto più infelice che per lavorare sul rischio idrogeologico occorre tener conto dei cambiamenti climatici previsti. Nelle pubblicazioni di Montanari con e senza Koutsoyiannis non c’è nessuno modello di evoluzione del clima.
perché non è il caso di seguire le provocazioni di Koutsoyiannis sullo stesso terreno.
Dice? provocazioni nel senso di falsità infamanti che non somigliano per niente a quanto scrive Koutsoyannis. Finora non aveva mai accusato i climatologi di essere corrotti, discuteva con loro del suo metodo statistico. “Agreeing to disagree”, dialettica scientifica insomma.
L’ipertesto della spiegazione di Montanari già mi bastava
Idem per Dario, il refrain dall’inizio è stato: smettetela di parlare dell’abstract, sentite la lezione, le tesi scientifiche invece. Queste “fonti misteriose” ripetono in coro che lezione e abstract non coincidono.
Ho chiesto una conferma perché faticavo a crederci.
Re Salomone, saggio fra i saggi, decise un giorno di imparare tutto quello che c’era da imparare, e chiese ai Dottori da dove gli convenisse cominciare; e gli dissero i Dottori: vai alla Biblioteca di Alessandria, comincia dal Registro dei Visitatori lì in Portineria, e poi ti fai i trentasei chilometri di scaffali a cinque piani foderati di libri, i venti ettari di papiri su in soffitta, e i quindici metri cubi di tavolette d’argilla giù in cantina.
Dottori belli, disse allora Re Salomone, ma io ciò da amministrare un regno, eh! Vedete un po’ di farmi una lista dei titoli più importanti.
E quelli gli compilarono una lista che faceva tre volte il giro del Monte Carmelo; ma il Re doveva partire per non so quale guerra, e chiese che la lista venisse condensata abbastanza da non stroncare il cammello che la avrebbe trasportata.
Ma poi successe che Re Salomone dovette fare una Ritirata Strategica, il cammello appesantito dai centosei tomi in cartapecora era troppo lento, e i Dottori ne fecero (della lista, naturalmente) un riassunto spicciativo che riempiva solo un paio di bauli.
Poi dopo ci fu il contrattacco, ma il cammello era rallentato dalla aerodinamica sfavorevole del carico, che fu perciò ridotto al contenuto di uno zainetto.
Nemmeno così fu contento Salomone, perché doveva governare il Regno, condurre l’Esercito in battaglia, amministrare la Giustizia, e anche ogni tanto vedersi con la Regina di Saba per questioni che sapeva lui -e anche lei naturalmente- e non aveva mai tempo per leggere la sintesi del riassunto spicciativo del condensato della lista breve; e nella sua saggezza disse Re Salomone ai suoi Dottori: Signori -gli disse- così non va: stringere!
E quelli strinsero, e strinsero, e strinsero tanto, che ne venne fuori un quadernetto; questo successe il giorno di apertura della caccia e quindi Salomone, munito di arco e frecce, diversi panini nel tascapane, la Cavalleria Leggera davanti e una muta di segugi al séguito, in un tripudio di trombe e di tamburi alla caccia partì.
…
…
E il quadernetto?
…
…
E allora,, ‘sto quadernetto?
Il quadernetto è rimasto in mano al Dottore-Capo.
…
Ma che finale del menga!
Calma, non è finito niente, tornerà prima o poi dalla caccia, eh! Comunque non credo che la sua priorità sarà leggere cosa c’è scritto sul quadernetto, perché se lo prende la Regina di Saba …
…
…
Se lo prende la Regina di Saba …?
Oh, hanno tante di quelle questioni in sospeso …
Non vorrei sembrare assillante, ma, per esempio?
Per esempio, il nome
…
Ossignur! Il nome di chi?
Il nome della creatura
…
QUALE creatura, kribbioo! Ma che modo è questo di raccontare le storie!?
Quale creatura, vuole sapere? Guardi un po’ la Regina di Saba di profilo!
…
.
Hello Sylvie,
I don’t know the story of the award, but I think it’s pretty much obvious. An Italian friend (or friends) of Koutsoyiannis brought along these bottles to Vienna as a gift to Koutsoyiannis. At some point he/she/they thought it would be fun to give them to him as an “award” (possibly with other people from other countries). They called him at some place in a corridor (the huge conference building in Vienna has large corridors with chairs, and people stay there, sometimes for hours, and chat or work) and gave him the award (maybe the hat was included) and had a laugh and took pictures. Koutsoyiannis liked the joke and uploaded the “award” to his research team’s site.
Maybe Montanari was one of these Italians, maybe not (if he was in Vienna in 2014, I’d be surprised if he wasn’t involved). There are other Italian scientists with whom Koutsoyiannis is well acquainted. What does it matter if it was Montanari? Why would he need to step forward and say “yes, it was me?” Does it make any difference?
Maybe the people who prepared the award got inspiration from the Heartland awards (which I doubt if the only evidence for that is the similarity in the title), or maybe they didn’t. Why does this matter?
Alexis,
That’s my reconstruction as well.
Montanari’s answer is irrelevant and so is the hoax, of course, but so similar to the Heartland award motivation that it triggered the reaction I expected. I find it interesting because of the context:
– UniBo is a hotbed of deniers
– Koutsoyiannis is celebrated by politically influent people such as Watts, Morano, McKitrick etc all with Heartland links
–
one of his co-author is(tks Antonis C.) he assiduously quotes – and in return is quoted by – Ross McKitrick whose reputation you probably know– the abstract accuses climatologists of caring more about money and politics than about science, just like Watts, Morano, Bishop Hill, McKitrick et al.
– ENI (Italy’s BigOil) funds UniBo with millions/year and spreads climate disinformation through its news agency.
I repeatedly tried to explain in Italian that according to me, Koutsoyiannis is skeptical of climate model outputs and statitiscs were the topic of his planned lecture. Not corrupt climatologists disregarding scientific data. And manipulating thousands of thermometers and sensors all over the world: in the last 30 years the global mean temperature only increased by 0,3 °C.
Wow!
That’s hilariously conspiracist. You know Koutsoyiannis well, does he normally write such obvious lies in an academic context?
If he doesn’t, who did?
@gvdr :
”
Ottime review sono, ad esempio, quelle dell’IPCC
”
Mai nemmeno viste, mi cita quella secondo lei più recente? Ma li oltre che a proporre modelli per il futuro c’è anche scritto perché il global warning è a causa antropica?
@ocasapiens:
”
se AleD dicesse che lo interessa, per esempio, la forzante radiativa delle nostre emissioni di CO2, sarebbe facile, ma invece di rispondere insulta.
”
E vai a scrivere balle, voi avete scritto che il gw è di origine antropica, e che trattasi di fatto dimostrato scientificamente, quindi ho chiesto ad oggi il migliore studio che lo dimostri. Il Giancarlo cita IPCC (non come studio ma come “raccoglitore” che tira conclusioni affidabili), lo accendiamo? Il documento IPCC intendo… 🙂
Si, bene, girate per cortesia un link?
AleD,
E vai a scrivere balle, voi avete scritto che il gw è di origine antropica,
LOL! Le nostre emissioni di CO2 vengono da Marte, noi umani non c’entriamo.
Quale Giancarlo?
Son 82 pagine, e son del 2013 (per il prossimo aspetta l’anno prossimo).
In mancanza di una domanda posta meglio (quella tua è vaga e strana: non definisci “migliore”, ma insomma…) l’ipcc è un buon punto di partenza.
https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/02/WG1AR5_Chapter08_FINAL.pdf
@gdvr: immagino che sarà chi propone l’evidenza scientifica che saprà giudicare tra le enne presenti quale sia la migliore. Per me potrebbe essere quella con peer review ritenuto il più affidabile e che abbia nelle conclusioni una frase del tipo “abbiamo dimostrato che togliendo la quota di emissioni di gas serra da attività umane l’andamento delle temperatura globale sarebbe stato quest’altro invece di quello rilevato”, naturalmente lo studio dovrebbe spiegare anche i motivi per cui il grafico della temperatura media globale che abbiamo è affidabile.
Sylvie,
Are you saying Koutsoyiannis is lying when he says that in the last 30 years the global mean temperature increased by 0,3 °C?
I don’t know where Koutsoyiannis got this number (I’m not an expert in the mean global temperature), but with a brief look, the abstract seems to be a copy of the abstract of a 2011 presentation of his (https://www.itia.ntua.gr/en/docinfo/1181/). So the three “last” decades to which he’s referring is 1980-2010. Now the first item I find when I search about it on the web is NASA’s https://earthobservatory.nasa.gov/world-of-change/DecadalTemp. This page has two charts below. Both charts place 1980 at +0.2 and 2010 at +0.5. So the difference is 0.3.
It doesn’t seem to be a lie to me, let alone an obvious one.
Artonis,
a copy of the abstract of a 2011
Good find, tks! It was a provocation for a debate with Dimitri Lalas, who works on climate risks – not the proposal he sent for the lecture.
Both charts place 1980 at +0.2 and 2010 at +0.5. So the difference is 0.3.
They don’t – 2010 is well over +0.6. And since we are in 2019, if you were start to in 1980 it’s actually +0.8. An inconvenient “supporting evidence” for the reliability of models, isn’t it? And the title is wrong as well – 4,5 billion years ago the Earth was slowing cooling, it had no atmosphere, no ocean circulation, nothing climate could change…
It’s 2019, almost 2020. If one does not update his abstract in order to show a lower Temp delta, then he’s not being much earnest, is he?
gvdr,
Maybe he updated it and it’s still 0.3. (From what I see in NASA’s sites, it looks more like 0.4-0.5 to me). Maybe he disagrees with NASA’s estimate; maybe he was going to explain in his presentation why he disagrees. Maybe he just copied the abstract and failed to update it.
You can’t just accuse a person of lying before you hear their version. For example, Sylvie claims that Ross McKitrick is Koutsoyiannis’s co-author. She is in error. Should I start saying things like “I wonder whether she normally writes such obvious lies in her blog”?
Antonis,
She is in error.
You’re right, I’ve corrected it and thanked you. I make lots of mistakes actually, and readers seem to enjoy finding them.
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It’s not easy to disagree: you need to publish a temperature record and explain how it is created like GISTemp-NASA, NOAA, HadCrut, JAMA, Cowtan & Way, Copernicus, Berkeley Earth or the WMO do. And then you have to show why their respective methods are wrong.
Data are public, so several people have their own methods and publish their estimate of the monthly anomaly first. Nick Stokes is a good example.
Dear All
Please note: In consideration of the relevant interest expressed by the scientific community the seminar is postponed to a date to be defined. The Institute would like to give ample room to a scientific debate on climate change with a plurality of scientific interpretations, within an interdisciplinary approach. Scientific associations and researchers working on the important topic of climate change are welcome to provide suggestions to shape the format of the event. The new date will be communicated later.
a piece of information: the tile of this lecture was communicated to ISA on July 6th 2018 – the visit of prof Koutsoyiannis had then to be rescheduled in 2019 upon request of the visiting fellow.
Dario Braga
p.s. You will all excuse me if I won’t be writing on this blog anymore: too many false statements, too much “post-editing” of posts, too many mistakes and too much … stirring the pot.
Please follow http://www.isa.unibo.it for the programme of our activties.
to all it may concern,
In consideration of the relevant interest expressed by the scientific community the seminar is postponed
It wasn’t a seminar but a conference and the “scientific community” interest was relevant in debunking its abstract.
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You will all excuse me if I won’t be writing on this blog anymore: too many false statements, too much “post-editing” of posts, too many mistakes and too much … stirring the pot.
LOL. I correct my “false statements” and thank those who find them – that’s what post editing is for – while UniBo proudly stands by its false statements.
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the tile of this lecture was communicated to ISA on July 6th 2018 – the visit of prof Koutsoyiannis had then to be rescheduled in 2019 upon request of the visiting fellow.
The title is grammatically wrong and scientifically absurd, but UniBo didn’t notice or care. Nor did they notice the “abstract” was written for a 2011 debate in Athens, not for a 2019 conference in Bologna.
IMHO before scientific associations related to climate science get involved, perhaps they should ask UniBo why inviting an engineer to slander them and discredit their work is such a welcome suggestion.
@ Dario Braga
You will all excuse me if I won’t be writing on this blog anymore: too many false statements, too much “post-editing” of posts, too many mistakes and too much … stirring the pot.
E’ bizzarro che lei si lamenti di “false statement […] and too much … stirring the pot”, quando nel sito che lei stesso ci propone e’ tutt’ora riportato, pur con un “post-editing”, l’abstract di Koutsoyiannis. Quello si’, pieno di affermazioni false e provocatorie.
Comunque, io non la scuso. Io la ringrazio.
Perche’ credo che lei stia facendo del suo meglio, ancora una volta, per barcamenarsi in una situazione difficile. Cercando di difendere l’indifendibile per proteggere l’autorevolezza e il prestigio di un’istituzione antica e rinomata. Istituzione che considero, nonostante preoccupanti scivoloni e conseguenti momenti di profondo sconforto, tutt’ora fondamentale e imprescindibile per la difesa e lo sviluppo della cultura nel suo complesso e in particolare, per quel che principalmente mi interessa, della scienza.
Se lei puo’ aver percepito ostilita’ nelle mie parole, comunque non personale nei suoi confronti, e’ proprio perche’ tengo molto al sistema universitario e, in particolare, all’Alma Mater.
Pero’ spero che lei si renda conto che state semplicemente raccogliendo quello che avete seminato e che era decisamente prevedibile che avreste raccolto.
E’ inutile lamentarsi dei commentatori scoppiettanti e delle provocazioni di un sito che si chiama “Oca Sapiens” quando in un sito dell’Universita’ e’ stato inserito un titolo che lei stesso ha riconosciuto essere “troppo ‘sharp'”.
E’ fuorviante appellarsi all’assenza di dogmi, arrivando a sostenere di essere interessato ad ascoltare persino le argomentazioni di ipotetici terrapiattisti: voi, giustamente, i terrapiattisti non li invitate. Perche’ avete il buon senso di applicare un filtro.
Ma questo filtro non vi ha impedito di invitare il prof. Koutsoyiannis, noto da anni per le posizioni sul cambiamento climatico che sono molto apprezzate dagli autori preferiti dall’Hearthland Institute. In quell’occasione il buon senso, a mio irrilevante parere, si era preso una vacanza.
Ora, ben lungi dall’ammettere l’errore, cercate di uscirne anticipando che darete “ample room to a scientific debate with a plurality of scientific interpretations”.
Vedremo come declinerete questa pluralita’ di interpretazioni ma mi auguro che non si trasformi in un’occasione, per i negazionisti dell’AGW, per sostenere che l’Universita’ di Bologna riconosce l’esistenza di un dibattito scientifico nel quale la posizione anti-AGW ha pari dignita’ della posizione AGW.
La toppa sarebbe peggio del buco.