Su Science di oggi, Kai Kupferschmidt e Jon Cohen riassumono per chi non l’ha letto (è breve) il rapporto pubblicato il 28 febbraio dall’Organizzazione mondiale della sanità. 25 scienziati cinesi e stranieri hanno fatto sopralluoghi in cinque città cinesi
- per studiare lo stato dell’epidemia da Covid-19 e l’efficacia della risposta del paese.
“paese” sta per “governo”. Sono stati a
- Pechino, Shenzhen, Guangzhou, Chengdu e la città più colpita: Wuhan. Hanno visitato ospedali, laboratori, aziende, mercati di animali vivi, stazioni ferroviarie e uffici governativi.
Sull’efficacia non ci sono dubbi. Ce ne sono molti sull’adozione in altri paesi di una risposta così “aggressiva”. Il rapporto
- tace sulla natura coercitiva delle sue misure di controllo e sul prezzo (toll: pedaggio) che hanno richiesto. […] Singapore e Hong Kong possono essere esempi migliori da seguire, dice [Jeremy Konyndyk del Center for Global Development]: “C’è stato un grado simile di rigore e di disciplina, ma applicato in modo molto meno draconiano.”
(Ottimo articolo, manca solo il paragone con il grado di rigore e di disciplina della non-risposta degli USA.)
Hong Kong non è – ancora – la Cina, ma ne ha alcuni difetti. In un paper su Science Advances, David Barker et al. scrivono che
- L’anguilla europea (Anguilla anguilla) è una specie criticamente in pericolo il cui commercio internazionale richiede permessi CITES. Nonostante non siano state dichiarate importazioni negli ultimi due anni, il nostro studio ha scoperto che la specie viene venduta comunemente nelle principali catene di supermercati di Hong-Kong.
Era il 45% di quelle vendute nei 49 negozi che hanno controllato.
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Science anticipa in open access un paper di virologi cinesi. Hanno confrontato i recettori del virus della Sars sulla membrana cellulare – in vari organi, non soltanto i polmoni – con quelli per il virus della Covid-19. Così sono riusciti a identificare alcuni inibitori delle proteasi che potrebbero – condizionale degli autori – funzionare. Mi sembra un lavoro di base, molto teorico insomma, sulle “strutture fondamentali” per l’ingresso dei due virus, però sono indispensabili per cercare anti-virali efficaci anche fra quelli già esistenti.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Pardis Sabeti, ma è strapresa (quando mai non lo è?).
Per combattere il Sars-Cov-2, l’Evergrande Group – una piccola parte “dell’impero” di Jack Ma – ha appena dato $115 milioni a ricercatori cinesi di Guangzhou e americani del MIT e Harvard, tra questi l’epidemiologo Marc Lipsitch e Pardis.
Jennifer Couzin-Frankel la chiama immunologa, una semplificazione. E’ una genetista e biomatematica, con un’altra laurea in medicina delle malattie tropicali e infettive, “jack of all trades and master of none” come ama definirsi.
Perché non esistono filantropi italiani che finanziano la ricerca?
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L’Economist di oggi sembra di nuovo uno “speciale coronavirus“, ma pubblica un editoriale, un articolo politico e un reportage sui profughi alla frontiera greco-turca.
Ho visto brutti paralleli sulla crisi sanitaria e quella climatica suscitati dalla riduzione delle emissioni con quelle misure “coercitive”. Quasi la soluzione fosse dare ordini alla plebe, e il prezzo più alto non venisse pagato dai più poveri e vulnerabili. E’ il modo peggiore per ridurle, dice Shannon Osaka su Grist. Per l’inadeguatezza delle misure adottate finora in Italia, suggerisco il documento di Action Aid.