Bande d'olibrius!

Gli espletivi di Tintin saranno démodés, ma mi danno più soddisfazione delle parolacce italiane e dovrebbero essere a prova di querela. Vediamo se lo scudo legale funziona. Oggi è uscito questo comunicato stampa:

Presenza di Coronavirus sul particolato atmosferico: possibile “indicatore” precoce di future recidive dell’epidemia da COVID-19.  La Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) annuncia che il coronavirus SARS-Cov-2 è stato ritrovato sul particolato (PM).

Tutto falso.
Questi sono virioni del Sars-Cov-2 (micrografia elettronica del NIAID-RML, Wikimedia)


  • “Questa prima parte della ricerca mirava espressamente a cercare la presenza dell’RNA del SARS-CoV-2 sul particolato atmosferico.

Nessuna traccia della ricerca, ma solo l’elenco degli autori (presumo):

  • Oltre ad Alessandro Miani (Università degli Studi di Milano) sono presenti Leonardo Setti e Fabrizio Passarini (Università di Bologna), Gianluigi De Gennaro, Jolanda Palmisani e Alessia Di Gilio, (Università di Bari), Pierluigi Barbieri, Massimo Borelli, Valentina Torboli, Alberto Pallavicini (Università di Trieste), Maurizio Ruscio, Francesco Fontana e Libera Clemente (Azienda ospedaliera Giuliano Isontina di Trieste), Maria Grazia Perrone (Divisione Ricerca Ambientale Tecora) e Prisco Piscitelli (Cattedra UNESCO dell’Università Federico II di Napoli e Vicepresidente SIMA)

e un com. stampa che fa ridere i polli (detto da un’oca con molto affetto, preciso per Cristina Marrone del Corriere della Sera che nel finale sorride sotto i baffi…).
In 15 non hanno visto neanche un virione, ma acido ribonucleico su un gel simile a questo:


Examples of RNA gels.(a) RNA gel electrophoresis. Six samples, 20 ...
Come tutti sanno, meno 15 medici ambientali della SIMA, prima di poter dire “abbiamo trovato il virus” bisogna coltivarlo in cellule epiteliali – vanno bene anche quelle di topo – seguendo questa ricetta per esempio, e vedere l’effetto che fa.
Senza il resto del virione, quei pezzi di Rna ci fanno come Rosina. Per attaccarsi alla membrana di una cellula, penetrarci e riprodursi, il Sars Cov-2 usa le spine della sua corona (“spike” celesti nella micrografia). Sono proteine fatte a cavatappo, unite come le setole di uno scovolino, che vengono via insieme ai lipidi dell’involucro quando ci laviamo le mani.

  • Le prime evidenze relative alla presenza del coronavirus sul particolato provengono da analisi eseguite su 34 campioni di PM10 in aria ambiente di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti con due diversi campionatori d’aria per un periodo continuativo di 3 settimane, dal 21 febbraio al 13 marzo”, spiega il professor Leonardo Setti, coordinatore del gruppo di ricerca scientifica insieme al professor Gianluigi De Gennaro e al professor Alessandro Miani.

Evidenze di tre frammenti di Rna trovati in 12 campioni soltanto, un frammento soltanto dei quali è identico a un gene del Sars Cov-2 identificato dai virologi con un metodo diverso.

  • “I campioni sono stati analizzati dall’Università di Trieste in collaborazione con i laboratori dell’azienda ospedaliera Giuliano Isontina, che hanno verificato la presenza del virus in almeno 8 delle 22 giornate prese in esame.”

Oh bella, per due settimane il virus è sparito dall’Italia insieme al particolato?

Non tutti e 15 gli olibrius confondono un virione e magari un paziente con un gene:

  • “La prova che l’RNA del SARS-CoV-2 può essere presente sul particolato in aria ambiente non attesta ancora con certezza definitiva che vi sia una terza via di contagio.” – prosegue De Gennaro – “Tuttavia, occorre che si tenga conto nella cosiddetta Fase 2 della necessità di mantenere basse le emissioni di particolato per non rischiare di favorire la potenziale diffusione del virus”.

Tuttavia qualcuno dovrebbe spiegare al prof. De Gennaro che per ridurre le emissioni di particolato del 70% c’è voluto un lockdown che terminerà quando inizierà la cosiddetta.
Salto il paragrafo senza bufale evidenti sulle malattie cardio-polmonari dovute all’aria inquinata, soprattutto fra gli anziani e i fragili. Viene prima della conclusione del prof. Miani:

  • Intanto, la presenza del virus sulle polveri atmosferiche è una preziosa informazione in vista dell’imminente riapertura delle attività sociali, che conferma l’importanza di un utilizzo generalizzato delle mascherine da parte di tutta la popolazione.

E’ convinto che l’Rna sia un virus e forse un paziente:

  • Se tutti indossiamo le mascherine, la distanza inter-personale di 2 metri è da considerarsi ragionevolmente protettiva permettendo così alle persone di riprendere una vita sociale”, conclude Alessandro Miani.

Per la distanza, gli autori della ricerca rimandano a un loro articolo in cui scrivono che 2 metri bastano sebbene le goccioline e quindi il virus viaggiano nell’aria fino 10 metri.
E qualcuno dell’università di Milano per favore spieghi al prof. Miani che gli abitanti delle città cinesi più inquinate indossano mascherine da decenni, e continuano a morire di malattie cardio-polmonari perfino i bambini.

La mascherina della “Divisione Ricerca Ambientale Tecora” o di altre aziende produttrici impedisce di espettorare in faccia ad altri goccioline contenenti virioni. Per non respirare il particolato con o senza Rna virale, bisogna indossare – anche in casa – quelle con un filtro a carbone attivo.
Non made in China, se possibile.

Agg. 26/04: in un commento sotto, doorman segnala le sacrosante critiche di Stefano Caserini et al. su Scienza in rete (grazie, raga, la francese cominciava a sentirsi sola…)

17 commenti

  1. Siamo sicuri che i filtri a carbonio attivo servano anche per filtrare particolato?

    1. zoomx,
      io non son sicura di niente tant’è che ho scritto carbonio al posto di carbone!
      Sono quelli che trattengono le polveri organiche, si usano in tipografia per esempio.

  2. Vabbè, se fosse legato all’inquinamento (era da pm 2.5, vero?) basterebbe prendere le 20 città più inquinate al mondo e osservare che stragi lì rispetto ad altre parti dove magari di pm 2.5 ce ne sia molto meno.
    Tipo, da noi, Padova rispetto a Milano, per dire, ma anche Pechino (vabbè, prima bisognerebbe mandare qualcuno dei nostri a vedere di persona) rispetto a Nembro, o Jakarta rispetto alle zone più impestate (di covid) della Spagna…
    Non sarà un modo di spiegare che la mortalità e la letalità del virus in Lombardia (e Piemonte, pare, anche se un po’ meno) non dipenderebbe al 30 o al 40% (o era all’80%?) dall’invio di “casi attivi” là dove risiedevano anziani e lungodegenti, all’aver tenuto aperti senza separazione per nessuno i ps, nell’aver lasciato medici e infermieri per settimane senza alcuna protezione (che spaventavano gli anziani. Poi non c’erano, che servivano altrove) ?
    Chiedo per un amico

    1. Cimpy,
      (era da pm 2.5, vero?)
      Boh… Nel loro com. stampa i 15 della SIMA parlano di prima di PM 10 e dopo di PM in generale.
      la mortalità e la letalità del virus in Lombardia … non dipenderebbe al 30 o al 40% ecc.
      il tasso grezzo di mortalità è una stima calcolata da modelli poco affidabili. Siamo capaci tutti di fare il rapporto decessi/casi di polmonite da Sars Cov-2 accertata (ricoveri, in sostanza) ma non spiega perché è più elevato in Lombardia che nel Veneto. Quando centinaia di fattori locali contribuiscono alle differenze, è troppo facile prendere il particolato – per dire – trovare una correlazione e trasformarla in causa.

    1. è vero, Giova, ma c’è molta concorrenza in questo periodo, quel ciarlatano venderebbe di più se Trump gli facesse la réclame.

  3. Ahahaha di sicuro!!!
    Comunque mi preoccupa un po’ la situazione creata attorno agli ionizzatori.
    E’ uscito un articolo recente (https://www.ilsole24ore.com/art/ioni-luce-uv-plasma-freddo-tutti-sistemi-sanificare-ambienti-AD0OZ0L) che sembra indicare questi sistemi come assolutamente funzionanti, quando pare invece abbiano scarsa efficacia: https://www.altroconsumo.it/salute/cura-della-persona/news/coronavirus-purificatori-aria .
    Per non parlare dei “bionizzatori”: https://www.solsociety.swiss/la-ionizzazione_uccide_virus_batteri/

    1. Meno male che se ne è occupato anche Enrico et al. – bisognerebbe segnalarlo a Mario Massa, Emidio Laureti e altri passeri prima che vengo loro un coccolone.
      Anche lo studio di Harvard è un disastro tra l’altro – e quelli del SIMA passano disinvolti dal PM10 al PM4,3 – a volte mi chiedo come fanno ad avere una laurea. Invece Armando ha ragione sugli aerosol “liquidi”, ma il problema è facile da risolvere.

  4. @ Oca Sapiens
    Meno male che se ne è occupato anche Enrico et al. – bisognerebbe segnalarlo a Mario Massa, Emidio Laureti e altri passeri prima che vengo loro un coccolone.
    Ma no… lasciamoli divertire con gli scafandri…
    Non fanno male a nessuno e, se documentano la cosa, potrebbe venire fuori un buon remake dell’Armata Brancaleone, in versione post-apocalittica.
    Anche lo studio di Harvard è un disastro tra l’altro
    Pure lo studio di Harvard!
    Non c’e’ piu’ religione.

    1. E.K.Hornbeck,
      Non c’è più religione
      lasciamoli divertire con gli scafandri…
      giusto, si divertirebbe anche la popolazione, ne ha tanto bisogno.
      Mi piacerebbe se non si fosse più religione, se tutti valutassero il merito di una ricerca invece di fidarsi del marchio.

    2. E.K.Hornbeck
      Se vuol vedere come si fa crollare una cattedrale, può leggere la nuova versione dello studio di Stanford
      Alla fine si scopre che si fidano ciecamente di un test che non è nemmeno stato convalidato

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