Al mercato delle idee

Rassegna stampa fuori tema. Un editoriale e un articolo dell’Economist sulla perniciosa “politica identitaria” e una nuova “ideologia della razza” che si diffonderebbero negli USA, riecheggiano senza citarlo l’appello di noti intellettuali e giornalisti anglofoni pubblicato da Harper’s Magazine, in italiano da Repubblica.

Detto anche lettera contro la “cancel culture”, l’appello è stato ripreso dal Corriere e altri quotidiani. Tutti dalla parte dei firmatari, secondo i quali la richiesta sacrosanta di giustizia si accompagna a

  • una nuova serie di atteggiamenti moralisti e impegni politici che tendono a indebolire il dibattito pubblico e la tolleranza per le differenze, a favore del conformismo ideologico.

Aiuto, le orde politically correct hanno invaso i social!

  • La strada per sconfiggere le idee cattive è smascherarle, argomentare e persuadere, non cercare di metterle a tacere o sperare che scompaiano.

Vorrei un pony anch’io.

  • Rifiutiamo qualsiasi falsa scelta fra giustizia e libertà, che non possono esistere l’una senza l’altra. Come scrittori, abbiamo bisogno di una cultura che ci lasci spazio per sperimentare, assumerci dei rischi e anche commettere errori. Dobbiamo preservare la possibilità di esprimere un dissenso in buonafede senza subire conseguenze drammatiche sul piano professionale. Se non difenderemo noi il fondamento stesso del nostro lavoro, non dobbiamo aspettarci che siano i cittadini o lo Stato a difenderlo per noi.

Chi decide se un dissenso è in buona o mala fede? Il mercato? Il marketing?

Presto, armiamoci per un Kulturkampf contro la Cancel Culture! Qualcuno inventi i sindacati, così il padrone non ci licenzia se assumiamo il rischio di scontentare la clientela. E inventi anche le cooperative editoriali. E le leggi sulla libertà di parola…

Da parte dell’Economist, mi aspettavo una difesa meno ottocentesca del liberalismo, erede dell’Illuminismo, quale unico sistema in grado di portare a tutti libertà e giustizia, garantendo il libero scambio al mercato delle idee. 

Da intellettuali così famosi, non mi aspettavo che mettessero sullo stesso piano conseguenze “drammatiche” come finire ammazzato o in carcere e dover cambiare editore.

Detta la mia, ho trovato opinioni che mi hanno fatto pensare, dissenzienti e non, gratuite e in buona fede (secondo me) alle opinioni espresse dall’appello e dall’Economist:

(via via che mi ricordo, aggiungo)

***

Nel mondo reale, Michael Balter deve raccogliere soldi per difendersi nel processo che gli ha intentato Danielle Kurin – la quale per anni aveva coperto le molestie sessuali del marito.

4 commenti

    1. Marco,
      Trovo anch’io che presenta i suoi dubbi in un modo molto simpatico. Ho messo insieme l’Economist e Harper’s (i.e. ideologia, rapporti di potere, accademia e BLM per semplificare), così non l’ho citato perché era un po’ tangenziale – e avevo già abbastanza WASPs…
      Mi son appena ricordata la contro-lettera aperta… Adesso la aggiungo.

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