Obiettivi per un altro pianeta

Oggi si conclude il “Forum ad alto livello politico”, organizzato in remoto dal Consiglio economico e sociale dell’Onu, che doveva fare il punto sugli Obiettivi dello sviluppo sostenibile. Anche l’editoriale di Nature chiede che siano “ricalibrati” e i progressi misurati in modo meno panglossiano, anche per tener conto dei cambiamenti causati dalla pandemia di covid-19.

Come altri appelli usciti in questi mesi, sarebbe sensato se il mondo fosse governato da politici competenti, disinteressati, altruisti, ambientalisti, pacifisti (omissis) e disposti ad “ascoltare gli scienziati”.

Dall’inizio della pandemia invece, in paesi ricchi e poveri gli “alti livelli politici” hanno ignorato non solo gli impegni che avevano sottoscritto cinque anni fa (e i diritti umani, come al solito), ma per rafforzare il proprio potere hanno anche continuato a criminalizzare il “buonismo”, l’antifascismo, la solidarietà con gli oppressi e i derelitti. E per distrarre dalla propria incompetenza, hanno creato nuovi conflitti.

Altrimenti sarebbe insensato scrivere che

  • nel 2015, le sovvenzioni governative per l’industria dei combustibili fossili raggiungevano i $4,7 trilioni, una cifra che oggi supera probabilmente i $5 trilioni. Ogni anno i cittadini pagano l’equivalente del PIL giapponese per sostenere un’industria che è tra le cause principali dei cambiamenti climatici e dello sviluppo insostenibile. Quel denaro andrebbe speso per realizzare gli obiettivi, non per sabotarli. 

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Fra i paper anticipati on line, uno studio sui contagi da Sars Cov-2 a Wuhan dice che erano dovuti innanzitutto a persone non “accertate”, asintomatiche o con pochi sintomi lievi, il che – senza tamponi a tappeto – rende probabile nuovi focolai dopo la riapertura.

Questo descrive un sistema sanitario invidiabile. Dall’abstract:

  • L’epidemia è iniziata con diversi eventi introduttivi da Italia, Austria, Germania e Francia seguiti da amplificazione locale nel sud dei Paesi Bassi e poi oltre. La combinazione di analisi delle sequenze dell’intero genoma [del Sars Cov-2] fatte quasi in tempo reale e di epidemiologia è risultata in valutazioni affidabili della portata della sua trasmissione nella comunità, facilitando decisioni tempestive per controllarne la trasmissione locale nei Paesi Bassi

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Su Nature Climate Change – lettura gratis per ora – Gregory Johnson e John Lyman accorpano quattro “mappe” delle temperature oceaniche dal 1993 al 2019 e dal 1968 al 2019 fino a 700 m. di profondità – 2 americane, una giapponese e una cinese – più dati satellitari sull’andamento del livello del mare.

Mi spiace per le meravigliose boe Argo dispiegate negli ultimi 20 anni, ma sono un po’ marginalizzate. Sull’arco di 52 anni

  • le percentuali di area oceanica con tendenze al riscaldamento statisticamente significative aumentano e quelle con tendenze al raffreddamento statisticamente significative diminuiscono.

Understatement dell’anno. Tra il 72 e il 79% dell’oceano si scaldava e l’1-3% si raffreddava.

E fin qui… mica si chiama riscaldamento globale per caso. Però, anche considerando l’enorme variabilità regionale, da quello che ho capito dell’ultima parte del paper, si riduce l’effetto dell’Oscillazione decennale del Pacifico (PDO) e del Ribaltamento della circolazione nell’Atlantico meridionale (AMOC). Ormai ridistribuiscono soprattutto calore.
Rif. anche com. stampa NOAA.

Meno male che gli oceani assorbono il 93% circa del calore dovuto all’effetto serra dei gas serra. I ricercatori del gruppo World Weather Attribution stimano che tra gennaio e giugno l’ondata di calore – tuttora in corso – sulla Siberia

  • è stata resa almeno 600 volte più probabile dal cambiamento climatico indotto dalle attività umane;
  • l’associazione tra i valori dei modelli e le osservazioni meteo mostra che per la stessa grande regione, quei sei mesi sarebbero stati più freddi di almeno 2 °C se fossero avvenuti nel 1900 invece del 2020.

Rif. anche The Guardian

Alla vigilia  della riunione del Consiglio europeo sul “piano di ricovero”, Luisa NeubauerGreta ThunbergAnuna de Wever van der HeydenAdélaïde Charlier hanno mandato una lettera ai governanti dei paesi UE, e invitano tutti a firmarla (l’hanno già fatto migliaia di ambientalisti e centinaia di scienziati). C’è un comodo riassunto delle loro richieste all’inizio:

  • Fermare da subito tutti gli investimenti nell’esplorazione e l’estrazione di combustibili fossili, e le sovvenzioni pubbliche, e disinvestire subito e completamente dai combustibili fossili.
  • Gli stati membri della UE devono raccomandare alla Corte internazionale di giustizia di rendere l’ecocidio un crimine contro l’umanità.
  • Includere le emissioni totali in tutte le cifre e gli obiettivi, compresi l’indice dei consumi, i trasporti aerei e marittimi internazionali.
  • Stabilire da oggi budget carbonio annui e vincolanti, basati sulla miglior scienza disponibile e sul budget dell’IPCC che ci dà un 66% di possibilità di limitare l’aumento della temperatura globale entro i 1,5 °C […]
  • Tutelare e proteggere la democrazia.
  • Progettare misure climatiche che proteggono i lavoratori e i più vulnerabili e riducono ogni forma di disuguaglianza: economica, razziale e di genere. 
  • Trattare l’emergenza climatica ed ecologica come un’emergenza.