Il prezzo della selettività

Sbalordimento sui social. Per rispettare il contestato “Piano S” europeo, la biblioteca centrale degli istituti Max Planck ha firmato un accordo con Nature-Springer: dal 2021 e per 4 anni pagherà l’open access di articoli dei propri ricercatori che ne sono i “corrispondenti” nelle 34 riviste più “selettive” con nel titolo  “Nature” e 21 riviste con “Nature Reviews”. In media, sono circa 400 articoli/anno.

L’una tantum da pagare non è nota, ma su Nature – il settimanale capostipite, Richard Van Noorden scrive:

  • viene calcolata sulla base di un prezzo di €9.500 (US$11.200) per articolo

rispetto ai €2.750 concordati da altri enti di ricerca tedeschi per altre riviste del gruppo Nature-Springer e

Da direttore di Nature, qualche anno fa Philip Campbell stimava che la pubblicazione di un articolo costava circa 40.000 dollari – lo stipendio annuo di un redattore – tenuto conto di un 80% di articoli rifiutati, dell’ufficio stampa, dell’archiviazione sicura e aggiornata on-line ecc.
Se è vero che la qualità del lavoro redazionale, cioè la  “selettività”, vale 9.500 euro, quella delle riviste meno selettive deve essere piuttosto scarsa. O come si spiega che il gruppo abbia un margine di profitto del 23%? (Una miseria, quello di Elsevier è del 37%.)

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In un commento sulle pseudoscienze mediche diffuse in Italia, Cimpy accenna allo “yogurt d’oro” con il quale Marco Ruggiero, all’epoca professore all’università di Firenze, “curava” malattie terminali. Coincidenza: ieri su PubPeer si sono aggiunti 11 articoli e perfino una risposta – falsa, ovviamente – dell’interessato a difesa di un nuovo imbroglio. Nuovo per lui, gli spacciatori di acqua miracolosa sono migliaia.

Adesso l’affiliazione accademica, per così dire, di Marco “Yogurt” Ruggiero è la National Coalition of Independent Scholars, una rete di solidarietà fra quacks & crackpots a bassa selettività: quota annua da US$75 a 125.

Smut Clyde ricorda en passant che Lynda Thyer, complice della famiglia Ruggiero insieme a David Noakes nella truffa del GcMAF, è stata estradata in Francia dove si trova ora in carcere. Potrebbe succedere anche a Noakes, uscito di recente delle britanniche galere dopo una condanna per reati che non comprendevano il riciclaggio di denaro e altri citati nel mandato di cattura europeo. Riparati in USA, Yogurt d’oro e Stefania Pacini in Ruggiero per ora non rischiano nulla.

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Se vi interessa sapere quanti sono gli articoli dubbi che l’anno scorso sono valsi a Gregg Semenza il premio Nobel per la medicina, Clare Francis tiene il conteggio. Lo ha aggiornato Leonid  Schneider, il quale si era occupato della produzione dubbia valsa il premio Nobel per la medicina a Luis Ignarro, ora spacciatore degli integratori HerbaLife e delle panacee a base di succo di melograno – appena diventato presidente onorario dell’Italian Scientists Association.

Per la collaborazione con scienziati italiani noti per l’uso improprio di Photoshop?

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Se avete 18 minuti, John Oliver è di ritorno con un monologo su Trump e l’Organizzazione mondiale della sanità.

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