Passare sulla terra, un po' più leggeri

Sabato era la giornata mondiale dei suoli, domani la FAO presenterà “Stato delle conoscenze sulla biodiversità dei suoli“, un rapporto simile a quello dell’IPCC scritto da oltre 300 specialisti. Devo ancora leggerlo. Per ora rimando alla recensione di Damian Carrington sul Guardian

  • I danni sono causati innanzitutto da agricoltura intensiva con uso eccessivo di fertilizzanti, pesticidi e antibiotici che uccidono gli organismi del suolo… Anche la distruzione delle foreste e quella degli habitat naturali per creare terre coltivabili degrada il suolo e colpisce in particolare i funghi simbiotici, importanti nell’aiutare la crescita di alberi e piante, sono un altro fattore, ma gli scienziati sono ancora incerti sulle interazioni tra le varie cause.

Esistono rimedi, ma ricreare l’ecosistema di un suolo è un po’ come ricreare quello di una foresta. Ci vogliono dati, decenni, esperti e fondi per tradurli in azioni efficaci e un monitoraggio costante.

Nella UE, il 10 dicembre parte il progetto Soil4Life che coinvolge Francia, Italia e Croazia. Legambiente lo segue da vicino, anche perché ha mappe aggiornate dell’uso e abuso dei suoli italiani. Action USA segue le iniziative internazionali per conto delle Ong locali.  Con parecchie delusioni: i paesi dell’Onu sembrano dimenticare gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile che avevano sottoscritto…

Tutto questo per ringraziare gli editori di tre libri in tema.
1. Ho già parlato bene del saggio di Martin Sheldrake, L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi, che racconta le simbiosi e le alleanze meno strette che – nei suoli sani – favoriscono la crescita e la buona salute di piante e alberi.
2. Sempre da Marsilio è uscito qualche giorno fa in edizione di lusso (costa solo 18 euro per 280 pagine con illustrazioni), Atlante dei batteri. Un mondo di bellezza contagiosa, di Ludger Wess. Da non regalare ad adolescenti già provvist* di un piccolo microscopio o s’innamorano di parameci, rotiferi o vorticellidi, riempiono la casa di matracci, provette o piastre, e addio playstation. Sono cinquanta ritratti di bestiole talvolta dai nomi e dai comportamenti raccapriccianti- c’è una Ralstonia, non detusculanense, e il Deinococcus radiodurans non è fra quelle “da record” un’ingiustizia… – in rappresentanza di non si sa quanti miliardi di specie. Hanno colonizzato ogni angolo del pianeta e forse di altri, nei modelli filogenetici si estinguono solo per diversificazione (e di recente per vaccinazione).
Le specie scompaiono perché aumentano…

Nell’Atlante di Wess, il Bacillus thurigiensis è un “prezioso aiutante” dell’agricoltura, la quale dovendo nutrire una popolazione crescente è insieme vittima e complice delle crisi del clima, dell’ambiente e della biodiversità. Però conoscenza ed esperienza possono trasformarla in una parte delle soluzioni.

3. Temevo che il genetista e biologo animale (afidi in particolare) Mauro Mandrioli fosse troppo scientista per i miei gusti. Guarda caso, il suo libro per la collana “Chiavi di lettura” di Zanichelli è intitolato Nove miliardi a tavola. Droni, big data e genomica per l’agricoltura – roba da BigAgrobiotech, migliaia e migliaia di ettari, magari strappati con il land-grabbing… Proprio dove oggi vivono i miliardi con poco cibo in tavola e i/le piccol* contadin* patiscono la fame per prim*…
Bref, ero prevenuta.

Mi aspettavo una condanna dell’agricoltura biologica e un certo disprezzo per quella rigenerativa ed ecologica (ad alta intensità di dati e saperi locali, promossa Action Aid). A p. 47 in mezzo al capitolo su droni e sensori scrive:

  • Spesso il concetto di sostenibilità è associato alle sole coltivazioni biologiche, ma l’ecologia agraria è una parte rilevante anche dell’agricoltura convenzionale. L’agricoltura biologica è uno dei possibili modelli di produzione alimentare sostenibile, tuttavia i diversi fattori che ne limitano le rese sono un chiaro segnale a non abbandonare (ma anzi a potenziare, grazie all’innovazione) l’agricoltura convenzionale.

Nel capitolo sulle “Soluzioni smart”, critica aspramente certe pratiche dette bio – mica tutto quello che è naturale fa bene, per dirla con Socrate – ma come molte Ong insiste sul contesto:

  • in alcuni contesti e per alcune colture senza dubbio l’agricoltura biologica è una soluzione utile ed è la migliore opzione perseguibile; in altri casi però non è così.

Nel paragrafo finale, vorrebbe “un biologico che metta in campo il meglio dell’innovazione (anche genetica)”. Anche noi delle Ong. L’agricoltura digitale 4.0 non è solo per i paesi ricchi, scriveva prima. Forse no. Di sicuro non è ancora alla portata dei contadini dei paesi ricchi nonostante i sussidi, figuriamoci nei paesi poveri.

Ci accusa di essere contrari solo ai brevetti degli Ogm e di ignorare gli altri. Non è vero. Lottiamo anche contro i costi assurdi e la burocrazia che gli agricoltori devono affrontare per registrare razze autoctone – land races – che hanno migliorato per decenni e proteggerle così dalla pirateria di BigAgro…

Insomma dissento su parecchie cose, ma l’autore sembra disposto a discuterne.

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Sono stupita:

  • il 5 dicembre, il consiglio direttivo dell’Ordine dei medici della Baviera ha eliminato l’omeopatia dalla formazione medica “all’unanimità!!!“. E’ l’undicesimo Ordine regionale a farlo, su 17 – h/t Leonid Schneider;
  • dopo l’impennata dei decessi da novembre, la Svezia ha messo fine al proprio “esperimento” con la pandemia e ha tolto il titolo di “Epidemiologo di Stato” ad Anders Tegnell che aveva progettato la strategia no-lockdown e restrizioni su base volontaria;
  • domani come esperta di terapie contro il covid, la commissione per la sicurezza interna del Senato statunitense a maggioranza trumpista, ha invitato Jane Orient, American loon e ciarlatana anti-vax-creazionista-razzista ecc. (antologia da Orac e aggiornamento), sebbene Trump si attribuisca da settimane il merito dei vaccini. E per rabbonire il Potus, immagino, i repubblicani della commissione hanno invitato anche, Jayanta Bhattacharya, il prof indagato dall’università di Stanford per aver minimizzato i rischi, un economista della sanità dell’ala “di covid muoiono solo vecchi  poveri e  fragili, lasciam la natura fare il suo corso” (sunto mio). E Pierre Kory secondo il quale basta l’ivermectina (il vermifugo) e tutti i virologi del mondo vi mentono; poi guardo gli altri…