Le jeu Drias 2020

Si chiamano così le 30 simulazioni del clima in Francia metropolitana fino al 2100, a cura di Météo France, pubblicate l’altro ieri (h/t maresciallo stefano) dal Ministero per la transizione ecologica. E’ la versione nazionale dei Regional Climate Models di Euro-Cordex, basata su 3 scenari – dal più al meno ottimista: RCP2.6, RCP4.5 e RCP8.5 – con tre scadenze (2030, 2050, 2100). Il tutto è suddiviso per temperature, precipitazioni, eventi estremi e venti.
Dal primo rapporto nel 2014 (se non ricordo male), Drias è destinato agli amministratori pubblici e ai cittadini, quindi è molto divulgativo, un manuale di istruzioni per capire e interpretare il “gioco dei dati” (un jeu è un insieme, per es. mazzo di carte si dice jeu de cartes).
In meno di cento pagine comprese schede, appendici di approfondimento e bibliografia, spiega lo scopo (diagnosi e prognosi) dei modelli, come si costruiscono, le scelte degli indicatori, del metodo (CMIP5, non il nuovo CMIP6) e del periodo riferimento, cosa mostrano i grafici ecc. con molta attenzione alle incertezze e i loro motivi.
E’ anche uno sforzo per comunicare insomma, e in questo mi sembra molto diverso dalle analisi dell’ISPRA.
Com. stampa di Météo France, senza incertezze… (DRIAS sta per Donner accès aux scénarios climatiques Régionalisés français pour l’Impact et l’Adaptation de nos Sociétés et environnement)

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Cacofonia
Su Science raccomando il paper bello e triste – anche se alla fine propone alcuni rimedi – di Carlos Duarte e molti altri, intitolato “Paesaggio sonoro dell’oceano nell’Antropocene”. Dalla rivoluzione industriale in poi, scrivono,

la navigazione, l’esplorazione di risorse e lo sviluppo di infrastrutture hanno accresciuto l’antrofonia (suoni generati dalle attività umane), mentre la biofonia (suoni di origine biologica) è stata ridotta dalla caccia, dalla pesca e dal degrado degli habitat. Il cambiamento climatico influire sulla geofonia (suoni abiotici naturali). L’evidenza disponibile mostra che l’antrofonia incide sugli animali marini a molteplici livelli, compreso i comportamenti, la fisiologia e in casi estremi la sopravvivenza.

E’ in open access, come quello di Jennifer Dan et al. sulla durata della “memoria immunitaria” dopo un’infezione da Sars Cov-2. In breve, dipende dal tipo di cellule. Le CD8+ T calavano del 50% entro 5-8 mesi, invece

  • la proporzione dei soggetti positivi per le cellule CD4+ T (92%) restava elevata da 6 a 8 mesi dopo l’infezione.

Ma i volontari avevano pochissimi immunoglobuline specifiche,

  • Pertanto semplici test sierologici per gli anticorpi contro il Sars CoV-2 non riflettono la ricchezza e la durata di [quella memoria]

Sono le persone con una carica virale elevata o i comportamenti a rendere un “lignaggio” del Sars CoV-2 supercontagioso?
I secondi, rispondono Jacob Lemieux et al. che hanno sequenziato i genomi dei virus discendenti da quelli introdotti in 120 focolai di Boston tra marzo e maggio 2020. Nelle case di cura e negli ospedali, le introduzioni avuto un effetto devastante ma circoscritto. Al contrario, l’introduzione (dall’Europa) in una “international business conference” ha causato una diffusione enorme non soltanto in città, ma anche nei paesi di provenienza dei partecipanti:

  • Although superspreading events among medically vulnerable populations, such as nursing home residents, have a larger immediate impact on mortality, our findings raise the possibility that—paradoxically—the implications may be greater, when measured as a cost to society, for superspreading events that involve younger, healthier, and more mobile populations because of the increased risk of subsequent transmission. With the possibility of vaccines that protect against disease but not infection, this consideration may be increasingly important.  

Perspective” di Samuel Alizon.