Scienziati detective

Alina Chan è post-doc al Broad Institute del MIT e di Harvard dove partecipa al progetto Covid GC che rintraccia data e luogo di origine delle mutazioni del Sars Cov-2 e ne segue l’evoluzione in tutto il mondo. Da mesi sta indagando in veste di “scienziata diventata detective” sull’origine della sua diffusione.
All’inizio ero un po’ dubbiosa. In troppi si erano inventati motivazioni e trame improbabili – a cominciare dalla sequenza genetica dell’HIV che sarebbe stata inserita nel coronavirus, pubblicata in febbraio come preprint e ritrattata quando ormai il danno era fatto.
Però ho trovato molto giuste le sue critiche all’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità a Wuhan, tardiva, incompiuta, intralciata da diktat e divieti cinesi, sotto stretta sorveglianza del PCC e inficiata dai conflitti d’interesse di Peter Daszak (h/t Leonid Schneider, non ci avevo pensato…), uno degli scienziati americani della missione Oms.
Se vi appassiona il giallo delineato dagli indizi trovati via via da ricercatori e giornalisti, Alina Chan lo spiega e aggiorna su Twitter senza accusare nessuno. Potete partire da qui.
Nel giallo la scienza è la vittima e alcuni scienziati sono complici. In Cina, inoltre, comprano su riviste spennapolli tonnellate di articoli falsificati e pubblicano falsi ideologici, graditi al Partito, su quelle delle proprie accademie, pubblicate e promosse dai grandi editori – quasi tutti europei. Non succede solo in Cina.
E’ una delle evoluzioni peggiori degli ultimi trent’anni, per chi fa cronaca della ricerca. D’altronde è avvenuta in tutti i media, non vedo perché quelli scientifici dovrebbero essere immuni. Il prezzo che pago per l’open access è una diffidenza che la pandemia ha reso cronica.
(Ci sono altre disonestà. Sul Foglio per esempio, Enrico Bucci ricordava che i risultati del trial di fase III con il vaccino anti-covid Sputnik V erano accessibili solo in parte e che di questi, alcuni erano quasi certamente sbagliati. Oggi fa notare che il Lancet ha pubblicato una prima correzione.)
E’ vero che i nettascienza sono più numerosi, competenti e organizzati, e che Elisabeth Bik sta formando una generazione di detective – ma ho l’impressione che non ce la faranno mai. Spero che domani mi passi, ma oggi…
Dopo Pietro Greco, è morta Rossella Panarese, altra “voce storica” di Radio3, di cui oggi tutti ricordano la gentilezza, la curiosità… Ci mancheranno, però entrambi hanno insegnato a comunicare la ricerca. Ci lasciano per compagnia decine e decine di altre voci, di altri volti che, se cambierà un po’ il mondo dei media, l’economia, la politica e la cultura come speravamo, dovrebbero diventare “storici” a loro volta.