Favoritismo e nepotismo

I tifosi di Didier Raoult e dell’idrossiclorochina che doveva prevenire e/o curare il covid hanno avuto un grosso dispiacere. Su Science, Cathleen O’Grady accenna al fatto che il farmaco è “discreditato” – dopo l’ennesima meta-analisi negativa, gli esperti consultati dall’Oms hanno raccomandato di non somministrarla. Passa poi ad alcune traversie del loro eroe e allo strepitoso numero delle sue pubblicazioni

  • in New Microbes and New Infections, di cui alcuni dei collaboratori di Raoult sono redattori e direttore. Dalla creazione della rivista nel 2013, il nome di Raoult compare su un terzo dei 728 articoli. 

Florian Naudet et al. dell’università di Rennes, si sono chiesti se una simile assiduità era frequente. Insieme a Dorothy Bishop  et al. dell’università di Oxford hanno esplorato la sua ricorrenza in quasi 5 milioni di articoli pubblicati tra il 2015 e il 2019 in 5.468  riviste biomed.

I risultati descritti in “Nepotistic Journals” sono ancora in preprint, ma non sorprenderanno i lettori dell’oca s. Nel caso di 206 riviste, l’autore più prolifico produceva dall’11 al 40% del totale e godeva di una revisione accelerata (media 3 settimane). Un campione di 100 è stato esaminato più da vicino: 24 hanno il prolifico per direttore e 61 ce l’hanno nel comitato editoriale. Florian Naudet et al. le chiamano “riviste auto-promozionali”.

New Microbes and New Infections (tempi della revisione per Raoult et al.: 24-48 ore) non ne fa parte perché non è indicizzata dal Broad. Oltre all’autopromozione, serve ad evitare una peer-review come quella di Infection and Immunity. L’American Society for Microbiology, l’editore, aveva bannato Raoult e quattro coautori per un anno perché i furbetti avevano tentato di riciclare immagini dopo che i revisori avevano fatto notare che non rappresentavano l’esperimento descritto… Gros scandale.

Cathleen O’Grady parla più correttamente di “favoritismo”, ma si conoscono anche casi di nepotismo.

Anni fa avevo scritto del clan Verizoglu, il cui patriarca aveva ricevuto una medaglia della finta accademia Santilli-Galileo del clan Fucilla, ora prof emerito dell’università di Miami

. Oggi la famiglia compare su For better science, dove Leonid racconta i riciclaggi denunciati su PubPeer da parte di noti accademici turchi, non sanzionati da riviste presunte serie. Il patriarca aveva fondato l’International Journal of Hydrogen Energy, nominato il figlio direttore responsabile e la moglie direttrice editoriale.
Forse per via della sede a Miami, la rivista ha pubblicato alcuni deliri del genio di Capracotta. Ma l’utente più prestigioso, anche se con 20 articoli soltanto, è il prof. Fatih Sen. Dei 90 segnalati su PubPeer,

Gli altri protagonisti sono un po’ meno sfacciati. D’altronde gli editori non vogliono grane (qui Scientific Reports del gruppo Nature è l’eccezione che conferma la regola), le università nemmeno. E come nelle altre “cachistocrazie”, scrive Leonid,

  • gli scienziati turchi bravi finiscono all’estero, in galera o a guidare un tassì mentre quelli che fanno carriera sotto Erdogan non la fanno per meriti accademici.

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Su Prospect, Philip Ball ha recensito “Hawking Hawking” di Charles Seife:

  • A new biography argues the iconic physicist was shamelessly self-promoting and his reputation overrated.

Da leggere tutto. Nel frattempo per evitare malintesi, finisce così:

  • Hawking’s life is worth celebrating, but if we make it a myth then it becomes just a story onto which we can project our anxieties and fantasies. He deserved better.