Su Science, Catherine O’Grady racconta una storia divertente. Incipit:
- Un anno fa Camille Noûs apparve per la prima volta sulla scena della ricerca firmando una lettera di protesta contro la politica scientifica francese. Da allora ha partecipato a 180 pubblicazioni su riviste in campi disparati quali astrofisica, biologia molecolare ed ecologia, e sta rastrellando citazioni. Ma Noûs non è una persona reale.
Creatura e portavoce dell’associazione RogueESR (ESR sta per Enseignement Supérieur et Recherche), la sua esistenza divide i direttori delle riviste e gli esperti di etica. In Francia, ho l’impressione che le sue critiche siano diventate più popolari da quando c’è la pandemia.
Direttore/trice del laboratorio Cogitamus, la sua irrealtà rientra in una tradizione francese:
- Sul modello di Bourbaki, Henri Paul de Saint Gervais o Arthur Besse in matematica, o Isadore Nabi in biologia, Camille Noûs è un individuo collettivo, simbolo del nostro profondo attaccamento ai valori di etica e di prova [probation] di cui è portatore il dibattito contradditorio, insensibile agli indicatori elaborati dal management istituzionale della ricerca…
Oltre a firmare ricerche e appelli a “riforme radicali”, partecipa a diversi comitati editoriali perché si occupa
- sia del prima di una pubblicazione (stato dell’arte, posizione dei problemi, metodologia) che del dopo (controversia collegiale, follow-up dei risultati su lungo tempo).
Bon anniversaire.