Archeo- e antro-politica

"Anthropologists! Anthropologists!"Le riviste più importanti sono pubblicate dall’Archaeological Institute of America (AIA) e dall’American Anthropological Association (AAA). In Archaeology di maggio/giugno, la presidente del primo sostiene che:

Noi dell’AIA insieme ai colleghi dell’AAA e altre società dotte, abbiamo preso posizione contro l’open access. Qui all’AIA, critichiamo in particolare l’imposizione di detto schema dall’esterno – come da proposta governativa alla quale si contrappone una escogitata dal Congresso, ndr – quando nella nostra storia di oltre 130 anni abbiamo appoggiato vigorosamente la disseminazione delle conoscenze e lo facciamo tuttora con un ampio programma di eventi e conferenze per il vasto pubblico e con le nostre pubblicazioni.

Le quali sono accessibili solo su abbonamento. Il 12 febbraio, il presidente dell’AAA era decisamente contro l’open access e lo faceva sapere ai tiranni socialisti della Casa Bianca, ma il 3 febbraio il suo Comitato esecutivo aveva adottato questa mozione:

L’AAA si oppone a qualunque legislazione congressuale che, se applicata, impone un divieto generale dell’editoria open access da parte di tutte le agenzie federali.

L’AAA non è un’agenzia federale, quella dichiarazione le costa poco. In sostanza è d’accordo con l’AIA, anche perché entrambe fanno pubblicare le proprie riviste da Wiley & Blackwell con contratti di reciproca convenienza. La base si ribella, anche perché gli articoli in open access sono più citati…

Pro open access: Antropologi ed etnologiArcheologi, rif. anche Anthropologies di marzo.