Good housekeeping


Retraction Watch, anche se per metà colpito da Sandy, segnala un’analisi del National Bureau of Economic Research,Cambridge, Mass.:

Retractions

Pierre AzoulayJeffrey L. FurmanJoshua L. KriegerFiona E. Murray

NBER Working Paper No. 18499

Gli autori hanno diviso 1.100 articoli ritrattati in “Spalle robuste”, “Spalle fragili” e “Spalle assenti”, come in “Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti”, il detto attribuito a Newton.
Spalle robuste sta per articoli dai contenuti validi; S. fragili per quelli in parte validi e S. assenti per frodi e conclusioni inficiate da errori. In sostanza:

Errori e disonestà (misconduct) così come vengono segnalati alla comunità scientifica attraverso ritrattazioni, causano un declino in campi intellettuali affini.

Debordano a lungo

Nei casi di “scienza falsa” c’è una chiara evidenza di straripamento negativo che va oltre la disciplina in cui avvengono.

Le frodi causano danni più estesi degli errori in buona fede o dei contenziosi – per es. sulla proprietà di dati o di reagenti – com’era prevedibile. Spesso però, i motivi delle ritrattazioni non sono spiegati, o la ritrattazione è accessibile allo stesso prezzo dell’articolo. Spero che la campagna di Retraction Watch per la chiarezza nel primo caso e la gratuità nel secondo cambi la situazione.

Dai dati di Azoulay et al. sul calo di citazioni dei papers ritrattati, pare più un problema per i giornalisti che per la comunità scientifica di riferimento. Sembra ben informata su quello che è successo e gira alla larga da ricerche analoghe.

Per gli autori del working paper e per  Retraction Watch, le ritrattazioni esplicite giovano alla comunità, sebbene gli onesti ci rimettano in finanziamenti anche loro. A volte possono anche bastare, per es. la supersolidità o meno dell’elio a -273 °C interessa a pochi specialisti. Ma nelle discipline che hanno ricadute sociali immediate, bio-medicina o sismologia per es.,  servono anche esperimenti, calcoli, analisi per mostrare e correggere  falsità ed errori.

Certo, è un lavoro in più, una distrazione dal proprio, è difficile trovare soldi per farlo e riviste dove pubblicarlo. Ma forse dà soddisfazione.

Avevo parlato con Pardis Sabeti e con Patrick Varilly quando avevano mostrato che i geni della maggior intelligenza dei caucasici non potevano esser stati identificati. Da giovani precari, avevano mollato le proprie ricerche e trovato genetisti famosi che li avevano aiutati. Valeva la pena perdere sei mesi per difendere la propria disciplina, “to do the housekeeping”, diceva lei, e Patrick era d’accordo sulla necessità di “faire le ménage”.

4 commenti

  1. Che paia “più un problema per i giornalisti che per la comunità scientifica di riferimento” è un buon segno di salute della comunità che contnua a fare le pulizie di casa.
    P.S. -273 kelvin? 😉

  2. Mi ritrovo relativamente spesso in un problema. leggo un articolo che mi sembra onestamente una cavolata stratosferica. Faccio due conti, e verifico che lo è, ci sono errori di calcolo, o conflitti teorici con qualche legge fondamentale della fisica (che va anche bene, se però dici chiaramente che il tuo articolo teorico parte dal presupposto che l’energia non si conservi o cose del genere)
    A questo punto dovrei mettermi a scrivere un articolo serio, non due conti in croce, fare delle simulazioni statistiche o comunque mettermi a scrivere un programma che faccia i conti e mostri in modo chiaro cosa è contraddittorio/fuffoso in quell’articolo, e poi, dopo un mesetto di lavoro a chi lo mando? Ala rivista che ha pubblicato l’originale? Magari open source con costi di pubblicazione di 500 euro (a mie spese, i miei magri fondi di ricerca non mi consentono queste spese folli) ? E alla fine, se non me lo cestinano, mi ritrovo un articolo pubblicato sul famoso “Journal of philosopical transactions of North-East Hungary” (che non esiste, ma dà l’idea)?
    Conclusione: “Là fuori” esistono un sacco di articoli che sarebbero da ritirare, ma che nessuno ritira perché non esiste una procedura convenzionalmente accettata per segnalare ad una rivista che un articolo contiene errori gravi, di quelli che un referee non avrebbe mi dovuto lasciar passare.

  3. @Gianni
    la procedura ci vorrebbe, immagino, ma finché le cavolate cadono nel dimenticatoio e ci rimangono, pazienza.
    Se riguardano sanità, clima, ambiente, energia ecc. è probabile che saltino fuori, magari con un bel battage mediatico. In questo caso, servono squadre di pulizia., magari sul modello di Real Climate o di Skeptical Science
    .
    A volte le cavolate mi servono per parlare dei “pitfalls” di base, quando te ne capita una stratosferica, se ti ricordi me la giri?

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