En passant

Immagine scippata a Lewandowsky & Cook.

Per l’O’s digest di Nature, segnalo l’editoriale e un paper di “risultati negativi”. Nel 2007 su Science, alcuni ricercatori brasiliani analizzavano immagini satellitarie e dall’abbondanza dei pixel verdi concludevano che durante le siccità la foresta amazzonica assorbiva più carbonio e ne aumentava il fogliame. Contava la luce, più dell’umidità del suolo.
Contava la luce, infatti, ma non come pensavano. Doug Morton et al. del GISS-NASA più al. scrivono:

the apparent green up of Amazon forests in optical remote sensing data resulted from seasonal changes in near-infrared reflectance, an artefact of variations in sun-sensor geometry. Correcting this bidirectional reflectance effect eliminated seasonal changes in surface reflectance, consistent with independent lidar observations and model simulations with unchanging canopy properties.

Invece un gruppo di brasiliani et al. calcola che con l’aumento di siccità e incendi l’Amazzonia emette più carbonio di quanto ne assorbe.

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Su Science c’è un paper che dovrebbe interessare Gvdr. I suoi colleghi di Christchurch hanno misurato l’andamento dello strato di suolo – una misura dell’erosione – sulle Alpi meridionali neozelandesi. Sono giovani, hanno il tasso di crescita più veloce del mondo, l’attrito macina un sacco di roccia. Risultato: lo spessore del suolo aumenta di 2mm/anno. Siccome l’erosione consuma CO2, bisogna tenerne conto nel calcolare il ciclo del carbonio, e fin qui ok. Ma non so se quel processo in una zona piuttosto piccola faccia una grande differenza nei modelli climatici che sarebbero da aggiustare, come dicono.

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The Onion ha un articolo pertinente, per chi ha una laurea simil-Trota o ha letto i post “Che fine hanno fatto i scienziati (sic)”, “Come migliorarsi l’indice”, “BioHyst, cont.” e “Arance, please”:

The report, compiled by the Pew Research Center, states that sometime within the next 24 hours, people will find out that you have no idea what you’re doing, that you’ve been faking it for years, and that, through continuous lying and shameless posturing, you’ve actually managed to dupe virtually everyone around you into thinking you’re something other than a weak and ineffectual person.

Nello stesso stile, da Roars “Peppe e Gedeone” discutono del nuovo indicatore VQR messo a punto da CRUI-ANVUR che sembrano avere problemi con la statistica.

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Scholarly Kitchen intervista l’inventore di un algoritmo, o “sistema in attesa di brevetto” PreScore – che dovrebbe valutare la qualità della peer review. Mi sembra che l’uso smodato delle bibliometrie e i casi mediatici di misconduct stiano generando quantità di aziende. Prescore – btw – è già stata comprata da una più grossa.

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Tamino propone un indovinello su una bufala di Watts, il globalcoolista più copiato dal guru globalcoolista del ricopiante prof. Pennetta. (1) Per aiutare i dunces, oggi Tamino fa una domanda facile facile.
(1) No, Odifredo, non son andata a vedere come si stia espandendo, lo ha fatto Ivodivo.

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Climalteranti pubblica in italiano l’editoriale di Mike Mann sul N.Y. Times; Steph analizza un po’ di dati meteo per definire l’attuale “autunno protratto” e – sorpresa – non ne dà la colpa all’ENSO; il lagomorfo ammira l’elenco degli unti dal Sign dai fratelli Koch.

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Da Camillo, Mario Massa precisa il limite della propria dedizione all’open science: verifiche gratis sì, comprare lo scaldino sulla parola come un poll true believer pur di poter verificare qualcosa, no.

1 commento

  1. Purtroppo non li conosco. Sono quasi miei colleghi, ma di un’altra università più “rurale” (noi ci diamo le arie da cittadini, anche se è ben poco vero)… Buon segno siano arrivati su science, un po’ di concorrenza stimola gli appetiti.

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