Per le api, meglio l'Italia


La Commissione Europea ha pubblicato il rapporto EpiloBee, uno studio fatto dall’EURL sulla mortalità delle api nell’inverno 2012-2013 e nella primavera-estate 2013 in 17 stati dell’Unione. L’Italia ha la mortalità invernale più bassa (5,3%)  dopo la Lituania ed è in buona posizione anche per quella stagionale (2,3%). Confidence level: 95%.

Un anno non è molto indicativo, tanto più che il rapporto non dice a cosa sia dovuta l’enorme variazione tra un paese e l’altro. Comunque l’incidenza di varrosi, nosemiosi e peste americana rilevata nelle tre “visite” in Italia è stata minima.
Per chi ha fretta, c’è anche un riassunto infografico con dati generali sull’apicoltura nell’UE.

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A proposito di zoonosi, c’è stata una nuova epidemia di influenza “suina” (A/H1N1) in Messico, e dai dati MISS che Javier Dàvila (accento nell’altro senso) et al. pubblicano su PLoS Medicine, è già cambiata la vulnerabilità:

 a substantial and ongoing increase in the number of A/H1N1-related hospitalizations and deaths during the period October 2013-January 2014 and a proportionate shift of severe disease to middle aged adults, relative to the preceding A/H1N1 2011-2012 epidemic in Mexico. In the absence of clear antigenic drift in globally circulating A/H1N1 viruses in the post-pandemic period, the gradual change in the age distribution of A/H1N1 infections observed in Mexico suggests a slow build-up of immunity among younger populations, reminiscent of the age profile of past pandemics.

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Su PLoS Biology, Floriane Plard et al. usano 27 anni di osservazioni sui caprioli in una riserva della Champagne per determinare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla tendenza demografica. I caprioli non si adattano:

In recent years, climate change has generated a marked increase in local temperatures and a progressively earlier vegetation flush. Despite these changes, we observed no shift in timing of the birth date of roe deer over the 27-year study period. This failure to track environmental change resulted in a mismatch between vegetation flush and birth date, which in turn caused a decrease in survival of the young, and hence a reduction in roe deer fitness. Birth date was under strong directional selection, but was not strongly heritable, suggesting that any evolutionary response of birth date to climate change might be limited. We suggest that a plastic response in birth date did not occur because reproduction is triggered by day length rather than resource availability in roe deer.