Paternità


A proposito dei 400 ppm di CO2 atmosferica sforati per tutto aprile, Giovanni Caprara scriveva sul Corriere della Sera il 1 maggio:

Ralph Keeling, che dirige a Mauna Loa le misure dalla fine degli anni Cinquanta… “il padre” della curva di Keeling

In realtà alla fine degli anni Cinquanta Ralph doveva ancora nascere. Il padre – foto sopra – di Ralph è quello della curva, la quale stando a Caprara

da mezzo secolo ha ripreso a salire

nel senso che sale dalla fine del Settecento. Comunque non c’è da preoccuparsi. Se per “la maggior parte degli scienziati” un gas serra ha un effetto serra, ù

alcuni sostengono il contrario, e cioè che la CO2 sia la conseguenza e non la causa

Neghisti a parte, gli scienziati sostengono che l’aumento della CO2 atmosferica è la causa più importante del riscaldamento attuale e una conseguenza di riscaldamenti passati dovuti a eruzioni vulcaniche, per esempio, variazioni dell’orbita terrestre ecc.

Ma c’è pure una terza ipotesi, come riferisce Wolfgang Behringer in “Storia culturale del clima” (Bollati Boringhieri), secondo la quale entrambi gli aspetti sarebbero governati da un terzo processo ancora sconosciuto.

Lo storico tedesco ritiene che il clima sia sempre cambiato per motivi ignoti e non vede perché all’improvviso dovrebbe cambiare per motivi noti.

*

Sigh: il 1 maggio su Repubblica perfino Silvia Bencivelli metteva le Hawaii nell’emisfero sud

*

A proposito del paper di Neukom et al., dell”editoriale” di Cobb su Nature Climate Change e della ricostruzione della temperatura che mostra un andamento diverso nell’emisfero sud rispetto a quello nord, il ten.col. Guidi scrive:

Le importanti differenze riscontrate, infine, sono attribuite dagli autori dello studio ad una forte variabilità naturale. Forte.

Nel senso che gli autori le attribuiscono all’ENSO, roba forte in effetti, soprattutto per loro che vivono in Australia.

Cioè, visto che il pianeta è uno ma gli emisferi sono due e si comportano diversamente, si mettono in evidenza i limiti dell’attuale capacità di capire e prevedere le variazioni della temperatura globale da una decade all’altra.

Quei modelli non sono chiamati generali o globali a caso; tengono conto del fatto che i due emisferi stanno sullo stesso pianeta e da mezzo secolo prevedono un’amplificazione delle temperature maggiore sulle terre emerse del nord. Invece non prevedono le variazioni da un decennio all’altro, ma l’andamento generale o globale per ora in media ventennale:


L’alt.uff. finge tuttora di ignorarlo, per negare l’effetto serra dei gas serra:

Attenzione però, questo evidentemente non vale per gli ultimi 20 o 30 anni, per i quali, naturalmente c’è la CO2

Aridaie
c’è stato il global warming e ci sarebbe stato il cambiamento climatico. Ora la CO2 c’è ancora, anzi ce n’è di più; il cambiamento climatico c’è perché c’è sempre stato; qualcuno ha visto dov’è andato il global warming?

Lui no, di sicuro. Lui guarda questo grafico e vede che il global cooling iniziato nel 1998 ha prodotto gli anni più freddi registrati dal 1881 in poi

***

Con il “costoso” super computer K, un gruppo giapponese è riuscito a ottenere un modello realistico della

Madden–Julian Oscillation (MJO), an eastward propagating atmospheric pulse with a typical lifespan of 30–60 days, most clearly visualized in the tropical Indian and Pacific Oceans as a massive envelope that consists of clouds of various horizontal scales.

Se dentro ci sono tutti i parametri giusti per l’evoluzione delle nuvole, il modello fornirà previsioni salvavita. Quell’oscillazione colpisce i Tropici

with heavy rainfall, produce conditions favourable for tropical cyclone developments and induce Rossby-wave trains that cause sustained anomalous conditions in the extra tropics for example, heat/cold waves.

Chissà quanti computer K ci vorranno per sfruttare in tempo utile i dati dei Sentinel – i satelliti dell’ESA, non quelli di George Clooney – quando saranno tutti in orbita.

***

Su Nature, esce un bel paper di Samuel Myers et al. Conferma con molta più gente e mezzi, gli esperimenti di Franco Miglietta. La concentrazione di CO2 prevista verso il 2050 (430-450 ppm) non modifica i nutrienti – zinco, ferro, proteine – delle piante come il mais (C4), ma fa calare quelli delle leguminose e soprattutto del frumento (C3):

C3 crops other than legumes also have lower concentrations of protein, whereas C4 crops seem to be less affected. Differences between cultivars of a single crop suggest that breeding for decreased sensitivity to atmospheric CO2 concentration could partly address these new challenges to global health.

A parità di fertilizzanti e di acqua, non è vero per tutte le varietà di frumento che già esistono. Come raccontavo l’anno scorso, nell’esperimento di Franco a Fiorenzuola d’Arda non solo certi cultivar avevano spighe ciccione, ma di questi un paio erano addirittura più adatti a far la pasta.

C’è gente che cerca di ottenere frumento C4 da anni, ma è tuttora  immangiabile. Bisognerebbe aumentarne la resa del 50-70% per per riuscire ad alimentare 9-10 miliardi di persone a metà secolo. Sembra impossibile, dall’inizio del secolo la resa è stabile o in calo perché aumentano siccità, alluvioni, incendi, monsoni irregolari e muffe maledette come l’Ug99.

***

 Follow the Money
Quanto ha speso BigOil & Co. per comprare voti di politici americani nel 2013, un anno senza elezioni? $156 milioni.

E la lobby delle energie rinnovabili, comprese quelle rinnovabili per modo di dire$22 milioni.  

Fonte.

1 commento

  1. Ma il Corsera cerca una nuova candidatura per il prossimo “A qualcuno piace caldo” di Climalteranti?
    E stendiamo un velo pietoso su Behringer…

I commenti sono chiusi.