In una ricerca uscita su Nature ieri, Vanessa Hayes et al. “propongono” il deserto (attuale) del Kalahari come culla dell’umanità moderna. Per identificarla, hanno paragonato il Dna mitocondriale dei gruppi che parlano Khoisan – il più antico trovato finora (L0) nelle popolazioni odierne – con quello di altri sudafricani. Ne hanno tratto un albero genealogico che risale a 165-240 mila anni fa e una mappa delle migrazioni verso nord-est e soprattutto verso sud-ovest circa 70 mila anni dopo:
- proponiamo un’origine sudafricana degli umani anatomicamente moderni con un’occupazione prolungata della terra natia (homeland) seguita dalle prime migrazioni che sembrano esser state causate da cambiamenti climatici regionali.
Una storia bellissima. Saremmo nati nel delta dell’Okavango, “l’ultimo pezzo di Eden rimasto sul pianeta” per dirla con Niles Eldredge. Troppo bella per esser vera, stando agli esperti sentiti da Jane Gibbons per Science, tra i quali la bravissima Sarah Tishkoff.
Per rintracciare la storia delle popolazioni antiche, il Dna mitocondriale (materno) non basta. Serve anche Dna nucleare ereditato da entrambi i genitori o reperti fossili con una datazione precisa.
- Forse 200 mila anni fa, le antenate dei locutori Khoisan con il lignaggio L0 non abitavano tutte nello stesso posto. Potrebbero essere migrate in Sudafrica da altrove, o aver fatto parte di una popolazione più numerosa i cui discendenti si sono estinti salvo in Sudafrica, dice Tishkoff.
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Effetto selva, cont.
Dovevo controllare, prima di fare un bigino…
Su Nature Climate Change, Donatella Zona e un centinaio di altri calcolano quanta CO2 equivalente viene rilasciata in inverno dal permafrost nei “suoli artici e boreali”. E’ uno dei dati non ancora quantificati che rendono più incerti i “Representative Concentration Pathways”, gli scenari RCP per la concentrazione atmosferica di gas serra che vengono usati per simulare l’evoluzione del clima.
Dalle osservazioni disponibili, stimano
- una perdita attuale di 1.662 TgC/anno nella regione del permafrost durante stagione invernale (ottobre-. aprile). Supera il carbonio catturato durante la stagione di crescita media della vegetazione (1.032 TgC/anno). Se nel modello si estendono le previsioni di condizioni più calde fino al 2100, le emissioni invernali di CO2 aumentano del 17% in uno scenario di mitigazione moderata —RCP4.5— e del 41% in uno business as usual —RCP 8.5.
I ricercatori della spedizione MOSAiC, a bordo della Polarstern, hanno già cominciato a fare nuove misure. La stima potrebbe cambiare, ma eravamo nello scenario RPC 8.5 anche prima.
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Debunking
Se siete abbonati a Science e quindi dell’AAAS, potete partecipare alle discussioni della “comunità”. Sono decine, la più divertente – trovo – è sui pregiudizi contro l’astronomia tolemaica. La più frequentata è “Need for more balanced studies in climate change – part 2” postata da un membro che ha preferito restare anonimo e sottrarsi al dibattito. Da come strigliano il poveretto chi non la pensa come lui, direi che ha fatto bene.
Edward Sebeta ne ha iniziata una intitolata “How scientists fail in their arguments against crackpot theories”, per ora deserta. Dà tre consigli con rispettivi casi personali: tener conto che certi risultati contestati potrebbero esser stati inficiati da conflitti d’interesse; capire le motivazioni dell’interlocutore che magari ha bisogno di sentirsi l’unico ad aver capito tutto; scendere dal piedistallo e non essere accondiscendenti.
Mi sembra partito male. Non è l’unico bravo a confutare le teorie crackpot, e quando gli irriducibili smettono di tampinarlo magari è perché hanno ottenuto la conferma che “è tutto un gomblotto”.
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Il 16 ottobre, il ministero della Salute ha pubblicato dieci raccomandazioni per smentire la propaganda sui benefici degli integratori alimentari. Stranamente, produttori e venditori non hanno ancora protestato.
Paragrafo “Effetto selva, cont.”;
… (?1.032?TgC/anno) …il
Quello spazio tra la prima cifra e il punto … a me non mi sembra regolare per niente, ma per ora mi interessa di più sapere cosa vogliono dire quei punti interrogativi, Signora Oca?
Immagino siano lì per segnalare che la stima non è così precisa* da indicare unità e decine.
E come ho fatto a immaginare ciò io, che di immaginazione ne ho meno di una incudine?
Semplice: mi sono sciroppato http://www.chimicare.org/curiosita/imparare-la-chimica/richiami-di-matematica-di-base-per-lo-studio-della-chimica/ del Prof. P. Conte!
Per fortuna me lo sono già dimenticato quasi tutto, però mi è venuto un pensiero talmente originale, che son rimasto a bocca aperta dalla meraviglia: usare il multiplo più vicino al valore da indicare, in questo caso il Petagrammo!
Ahh. Come viene scorrevole il discorso ora, non c’è paragone:”circa un petagrammo”,
o anche “1 Pg”.
In realtà preferirei la megatonnellata, ma il Sistema Internazionale di Unità di Misura, di multipli dei multipli non vuole sentirne parlare; poverino SI, trattato come una buccia di lupino, con quel punto a separare i gruppi di tre cifre, che non si sa mai se vale davvero come punto, o se vada interpretato come virgola!
Chi gli volesse un po’ di bene, al SI, i gruppi di tre cifre intere li separerebbe con uno spazio, e così resterebbe solo da mettersi d’accordo su come separare le cifre decimali: punto, o virgola? O magari, punto E virgolaCLACK!
?
Niente, mi si è richiusa la bocca. Cmq, se ne venissi incaricato, il segno di separazione lo potrei inventare io stessOH!
?
Mi si è riaperta la bocca, perché il funzionamento del mio cervello è davvero meraviglioso: il segno di separazione L’HO INVENTATO IN QUESTO ISTANTE! Anzi, si potrebbe dire che si è inventato da sé: una incudine stilizzata.
Saluti SI-compatibili.
N
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*: “stima precisa”: forse è più adeguato definirla esatta, o accurata, oppure giusta, corretta, o chissà cos’altro.
Nasturzio,
grazie, li ho tolti. Ma sa che è un bel mistero? Nell’originale, nella citazione copia-incollata e nel post pubblicato quei maledetti ? non si vedono. A volte appaiono quando aggiorno il post e a volte no.
In realtà preferirei la megatonnellata
A chi lo dice!
Lungi da me criticare il prof. Conte, ma le misure vanno da una ventina a un centinaio di Tg, non proprio vicino al Pg. Cambiare unità per la somma o per la stima non sarebbe corretto.