Giovedì's digest

Il gioco di parole in copertina di Nature si riferisce a una ricerca sui simbionti di certe cozze che vivono attorno ai “camini” idrotermali dei vulcani sottomarini.

– Editoriale – raccomandato alle Ong – sull’outsourcing degli esperimenti clinici ad aziende che li svolgono nei paesi poveri  (o zone povere dei paesi ricchi);
– Per gli abitanti dei paesi ricchi, raccomando invece l’articolo di Alla Katsnelson sui finti interventi chirurgici fatti come placebo nelle terapie sperimentali contro il Parkinson;
– Paul Ginsparg festeggia i 20 anni di arXiv org
– due ricerche sul “budget” del metano atmosferico fanno ipotesi contrastanti sulle cause del calo negli ultimi trent’anni, ma concordano sulla carenza di dati, refrain. E anche sul calo, un vero sollievo: per il riscaldamento a breve della serra planetaria è molto più efficace della CO2.
– ben tre ricerche su cellule staminali “convertite” in neuroni, nei topi, con possibili implicazioni per i cervelli non murini…

Per erbivori
Anche se sono dati locali e il cibo per animali , trovo che questa era da copertina. Jack Morgan et al. pubblicano i risultati di un esperimento triennale (e di uno preliminare nel 2006) per misurare gli effetti dell’aumento della temperatura (da 1,5 a 3 °C) e della CO2 atmosferica (da 385 a 600 ppm) sulle piante C3 e C4.

Il primo favorisce la crescita delle C4, il secondo delle C3, ed entrambi favoriscono quella delle C4 nei 2 anni mediamente aridi su 3. Nel 2009 era piovuto un po’ di più e le C4 ne avevano risentito.

L’esperimento simulava una prateria delle Grandi Pianure, con molte semplificazioni ovviamente (poche specie, niente mandrie a pascolare e rimescolare…), a un’altitudine di 2000 metri nel Wyoming. Rispetto alla “prateria di controllo”, fino a 1,5  C va tutto bene, dopo il problema è il rischio di siccità prolungata. I ricercatori sono cauti:

Le risposte riferite qui riguardano un singolo insieme di condizioni simulate del cambiamento globale, le quali rientrano nelle possibilità previste dall’IPCC per la seconda parte del secolo. Le manipolazioni non sono prive di problemi di artefatti, da prendere in considerazione nell’estendere queste informazioni nel tempo e oltre il sito dell’esperimento (un pascolo dal suolo ben rifornito in nitrati, ndr). Ciò nonostante, i nostri risultati illustrano chiaramente l’importanza della compensazione tra gli effetti della CO2 e del riscaldamento in ecosistemi semi aridi, di cui tener conto per valutarne accuratamente la suscettibilità al cambiamento climatico.