Sconvolti dall’idea che, una volta informate dei rispettivi rischi, decidiamo se abortire con un farmaco o con un intervento chirurgico e relativa anestesia, i misogini reagiscono come previsto da Neuroetiche (era facile, lo ammette il profeta stesso): con dati falsi.
Oggi l’Agenzia per il farmaco dirà se in Italia è autorizzato o meno l’RU-486. C’è poco da tentennare, è più sicuro della penicillina: 0,8 decesso su 100.000 somministrazioni, rispetto a 2, stando a una fonte di solito pro-life, pro-BigPharma statunitense e pro-pagnotta.
.Giuliano Ferrara sempre pronto a mentire in nome dei suoi valori cristiani, usa per l’RU-486 l’espressione “pesticida umano” di
Jérôme Lejeune, il padre della genetica moderna
.descrizione che ha copiato sul titolo di un’agiografia (*). Falso anche quello. Lejeune e Marthe Gauthier erano gli assistenti di Raymond Turpin (**) – un grande davvero – che dal 1931 studiava la sindrome di Down. Insieme, nel 1952 hanno scoperto che era dovuta a un cromosoma in più. Fine della carriera scientifica del “padre” la cui notorietà deriva dalla militanza anti-abortista.
(*) Big8 non dice che è stata pubblicata a sostegno di una richiesta di beatificazione, avendo Lejeune fondato un movimento per la “vita” dal quale non si è dissociato nemmeno dopo le rivendicazioni di attentati contro ostetriche e medici.
(**) Voce non tradotta dai wikipedisti italiani, al contrario di quella su Lejeune ancora più faziosa di quella francese.
E’ giovedì, quindi
Avevo elogiato su D alcune ricerche sulle meduse e altri animaletti marini che fungerebbero da frullatori oceanici. Erano state contestate, ma oggi una conferma di John Dabiri et al. del Biological Propulsion Lab al Caltech fa la copertina di Nature, con un gioco di parola foriero di altre contestazioni
E Alison Abbott, a proposito dell’Anvur di cui si annuncia un’altra volta la nascita, trova curiosa anche lei la classifica delle università “virtuose” concepita dalla ministra Gelmini.