Much ado about what?


di Stefano Zapperi (1)
All’Università degli Studi di Milano domani si vota, al secondo turno, per il nuovo rettore nelle prime elezioni con le regole della riforma Gelmini di cui il rettore uscente, Enrico Decleva, era stato fervente sostenitore. La Statale era stata governata in placida continuità da Paolo Mantegazza per 17 anni e da Decleva per 11. Ora le cose potrebbero cambiare o forse no.
Al nuovo rettore verrà affiancato un consiglio di amministrazione scelto da una commissione nominata dal senato accademico su indicazione del rettore. La procedura è stata già avviata dal rettore uscente che ha raccolto le candidature, ma non le ha rese note al senato accademico. Con un appello al rettore, centinaia di docenti ne hanno chiesto la pubblicazione perché la procedura fosse più trasparente, ma non hanno avuto risposta.

CANDIDATO Area Voti al primo turno

Pagine del programma

Paola Campadelli Informatica

420

5

M. Domenica Cappellini Medicina

325

6

Giovanni Lucignani Medicina

132

13

Marisa Porrini Agraria

442

16

Francesco Ragusa Fisica

259

43

Gianluca Vago Medicina

562

21

I sei candidati polemizzano da questa primavera sulle pagine milanesi dei quotidiani, il che lascia supporre visioni contrastanti sulla gestione dell’università e in particolare sul rapporto con i privati, uno dei temi salienti di questa campagna elettorale. Dai loro programmi però non sembra. Tutti promettono di favorire il reperimento di risorse dall’esterno (e quindi anche dai privati) e allo stesso tempo di mantenere l’autonomia e l’indipendenza dell’università.
Nelle aree dove i finanziamenti privati sono prevalenti e i potenziali conflitti di interesse più rischiosi, i candidati tendono a enfatizzare maggiormente l’indipendenza e il valore dell’università pubblica. Ad esempio Marisa Porrini, tra gli esperti dell’iniziativa Buona Merenda del Mulino Bianco, scrive: “È inoltre importante ribadire che i rapporti con l’esterno, sia esso pubblico o privato, devono essere finalizzati alla crescita, in ogni direzione, dell’Ateneo, che mai dovrà essere messa in secondo piano rispetto a pur rilevanti ‘interessi’ esterni.” Il medico Lucignani è ancora più esplicito: “l’Università è un bene pubblico comune, che non può – neppure indirettamente, neppure in buona fede – essere piegato a interessi privati e particolari …”. Cappellini è più stringata: “…un ateneo, moderno pubblico e libero…”.  Campadelli propone invece di “Semplificare gli adempimenti per la stipula dei contratti di ricerca con aziende ed enti esterni”. Per Ragusa la “docenza non deve quindi piegarsi a richieste di corto respiro che pretendono che l’università spinga a limiti inaccettabili la professionalizzazione”, comunque occorre stimolare “la capacità di raccolta di fondi da parte di finanziatori pubblici e privati”. Infine Vago ha discusso sul suo sito web il rapporto con i privati, viste le accuse che gli sono state mosse dal collega Lucignani: “UNIMI è e resterà pubblica, senza se e senza ma”,  bisogna comunque impegnarsi “alla ricerca di nuove e durature sinergie col privato” utilizzando “regole chiare. Poche e trasparenti” e flessibili.
Vista la continua diminuzione dei fondi pubblici, reperire fondi esterni diventerà una necessità sempre più impellente. Su questo bisognerà essere realisti. Affermare l’indipendenza dell’università non basta, converrebbe anche proporre soluzioni pratiche ai problemi che si presenteranno. Per esempio:
– Finanziamento di industrie alla ricerca applicata: come assicurare che l’industria non possa influenzare le conclusioni delle ricerche?
– Come gestire la proprietà intellettuale delle ricerche svolte in collaborazione con i privati?
– Come assicurarsi che il finanziamento privato all’edilizia universitaria o di cattedre specifiche non influenzi eccessivamente la didattica e la ricerca?
Per rispondere servono procedure veramente trasparenti e decisioni che evidenzino i possibili conflitti di interesse. Ma la trasparenza non è una caratteristica saliente del mondo accademico, come ci ricorda la polemica sul consiglio di amministrazione.

(1) Sui problemi dell’università italiana, con F. Sylos Labini è anche l’autore di  “Reverse age discrimination”, Nature Physics, novembre 2007.

7 commenti

  1. oca visto che ti interessi di gestione universitaria vieni a vedere cosa succede a Trento dove il CdA è TUTTO extra universitario nel senso non dell’università di Trento, il presidente è un tal Cipolletta (ricordi? che ha avuto un rinnovo fino a(udite udite) 78 anni), in Senato ci sono solo ordinari; in pratica gli ordinari e gli extrauni fanno tutto; non c’è (una) voce nemmeno per protestare; tutti gli altri (TA, ricercatori etc ) fora de ball!
    oppure a Catania dove hanno approvato una norma liberticida del tipo illustrato qui:
    http://blog.ctzen.it/fuoridalcoro/2012/10/04/l%E2%80%99universita-della-paura-il-rettore-il-cda-e-la-liberta-di-parola/
    Milano: sono solo canzonette!
    stiamo andando verso la censura.

  2. A Catania il Consiglio di Amministrazione è in pratica appannaggio del Rettore e il Senato Accademico da solo pareri obbligatori ma non vincolanti. Non può nemmeno sfiduciare il Rettore, può proporre (a maggioranza di due terzi) al corpo elettorale una mozione di sfiducia.
    Un commento sui candidati a Milano. Spiccano tre candidati di Medicina e nessuno di estrazione letteraria o giuridica. Strano.

  3. @cdv
    se ne occupa Zapp, io no, altrimenti mi querelava anche Decleva!
    Sono canzonette, certo, ma in città tira un’aria un po’ diversa e molti speravano che fosse arrivata anche in Statale.
    @Riccardo
    Già. D’altronde una facoltà pletorica, tanti prof lavorano nelle aziende sanitarie private che piacciono tanto a Formigoni e alle sue giunte.

  4. “tanti prof lavorano nelle aziende sanitarie private che piacciono tanto a Formigoni e alle sue giunte”
    e tanti fanno parte di CL; buuuaaah!!!non glielo si puo’ impedire ma un po’ di sana autocritica ci vorrebbe; CL ha le mani in pasta in molte università italiane, anche nella mia, tanto tn è la città del concilio……

  5. Aggiornamenti:
    Ieri sera Gianluca Vago è stato eletto rettore vincendo il ballottaggio contro Marisa Porrini con un ampio margine di voti.
    http://www.unimi.it/news/60088.htm
    Enrico Decleva lascia l’ateneo con eleganza, con un saluto all’università in cui minaccia querele a giornalisti e rivendica tutti i suoi successi come rettore.
    http://www.unimi.it/news/59834.htm
    Pochi giorni prima di andare finalmente a godersi la pensione, Decleva ha firmato inseme ai rettori delle università lombarde il protocollo d’intesa che istituisce il comitato scientifico di Expo 2015. A coordinarlo ci sarà Claudia Sorlini, ex preside di agraria della statale e anche lei (ça va sans dire) prossima alla pensione. Vive la jeunesse!
    http://www.unimi.it/news/59929.htm

  6. @Stefano
    grazie dell’aggiornamento.
    Senti giovanotto, cos’hai contro le pensionate? Claudia Sorlini lascerà libero un posto, e almeno conosce il lavoro delle ONG. Secondo me, per l’Expo ha le competenze giuste. Prima che mi dai della femminista, speravo che nel comitato scientifico ci fosse il mitico Salvatore Ceccarelli, ma sta per trasferirsi a Hyderabad, la vedo complicata…

  7. @oca
    ma non lo sai che io non sopporto che una qualsiasi carica vada a uno con più di 65 anni? Ci sono tante cose più intressanti da fare quando un professore va in pensione, tipo scrivere, leggere e fare ricerca.

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