Anche Fido


Juliane Kaminski (1) dell’università di Portsmouth, Andrea Pitsch e Michael Tomasello, del Max Planck, pubblicano su Animal Cognition i risultati di una serie di esperimenti con 78 cani e rispettivi padroni.

No surprise, i cani si mettono nei panni del padrone. Se questo non può vederli, tendono a rubare da 3 a 6 volte  di più il cibo che era stato ordinato loro di non toccare se sono in una stanza buia, senza il padrone; illuminata, senza il padrone; se una lampada illumina il padrone ma non il cibo. Non seguono soltanto lo sguardo del padrone, per un certo arco di tempo tengono conto della possibilità che li possa vedere.

I tre psicologi evo-cognitivi non dicono che i cani hanno una vera e propria teoria della mente. Per molti psicologi e per quasi tutti gli antropologi, è una caratteristica esclusivamente umana. Negli ultimi cinquant’anni hanno perso esclusività più o meno in questo ordine  il linguaggio e via via – attraverso la comunicazione linguistica – l’apprendimento, la creazione di strumenti, l’uso di piante terapeutiche, i riti funebri e trasmissioni culturali varie. Culturali come il canto delle balene e i tronchi cavi suonati a  mo’ di tamburi da varie scimmie antropomorfe.

Mi sa che dovremo trovarci un’altra caratteristica esclusiva. Dai primati alle ghiandaie e ai polpi, troppe specie animali sono capaci di calarsi nei panni di un individuo della propria specie o di un’altra e di comportarsi tenendo conto delle sue probabili  intenzioni.
Forse si potrebbe scegliere la scrittura, anche se ce l’abbiamo da poco tempo e non tutti. Manuale, ovviamente, prima che una bonobo impari a usare l’I-pad.

(1) Juliane Kaminski aveva studiato Betsy, la collie finita cinque anni fa sulla copertina del National Geographic perché capiva 350 parole e pareva un record mondiale. Oggi alcuni (maschi…) collie ne capiscono più di mille.

5 commenti

  1. Ieri sera “Africa”, con la splendida voce narrante di David Attenborough. Una volta all’anno risalgono la corrente d’un tal fiume in Sud Africa per giorni, questi “king kingfish” (Giant Trevally, credo, caranx ignobilis, dove i poco nobili siam noi), per arrivare ad un punto che piace a loro. Poi cominciano a girare in tondo: per riprodursi? no; per depositare uova? no; per predare? no…
    So che probabilmente è errato, antropomorfico, ma non ho potuto frenarmi dal pensare ad un comportamento rituale.

  2. Per festeggiare l’arrivo ?
    Chris Boesch, De Waal ecc. dicono che l’antropomorfismo non è errato, ma studiano i primati. Con i pesci, a me viene meno spontaneo…

  3. Io ho l’impressione che la ritualità, che ha sempre una motivazione più o meno nascosta, non sia così dissimile fra uomini e animali. Magari non sarà vera, ma l’ipotesi di gvdr in fondo mi affascinerebbe ma mi sorprenderebbe più di tanto.

  4. “Tendon a rubare…il cibo”. Che strano. Il mio cane, un arzillo boxer dodicenne, se non ci sono io non mangia. Anzi, mi tiene sotto controllo e inizia a mangiare solo dopo che mi sono seduto a tavola. Sarà grave? O normali dinamiche di vita di coppia?

  5. @renzo
    Grave non credo, semmai beneducato, niente dog-sitter però.
    Al Max Planck c’erano cani che non toccavano mai il cibo se il padrone aveva detto Nein o Aus. Hanno dovuto toglierli dal campione.

I commenti sono chiusi.