Etica perplessa


Roars si occupa delle ritrattazioni. Di alcune di quelle italiane ho già parlato, del “caso che ha visto coinvolto Ilaria Capua” no. (1) Non è una ritrattazione, ma una “expression of concern” riguardante Dennis Alexander.

In una rassegna scritta con lei, ha copiato alcuni pezzi da una rassegna scritta da solo, senza rimando alla rivista sulla quale sarebbe poi uscita. Il rimando ci vuole, ma rimandare a se stessi è mal visto (self-citation) e sempre un po’ imbarazzante. Resta il problema dell’auto-plagio e della possibile violazione di copyright, anche se per Alexander mi sembra difficile stabilire di chi è il copyright.

Come Ilaria, fa rassegne per l’OIE e la FAO che ne fanno sintesi come questa, mandate a tutti, croniste comprese, con preghiera di divulgazione…

Spacciare vecchi dati per quelli ottenuti in una nuova ricerca è misconductnon ci piove. Tra l’altro ci sono programmi gratis per supplire a possibili amnesie, e servizi come IthenticateMa ripetere frasi già usate nel valutare gli stessi papers è auto-plagio? Per dire, a proposito degli stessi libri ho scritto sicuramente frasi uguali o molto simili sul Sole e su Tirature. Se non ho cambiato opinione, perché dovrei esprimerla in modo diverso? Idem per citazioni e appunti che mi segno qui perché mi servono per Oggi Scienza e per il Sole.

(1) Aggiormenti: commento di Ilaria su Roars. Ne ho un altro per medici e veterinari preoccupati per le mutazioni dell’H7N9: Ilaria e il suo lab sono “sul pezzo”.

La teiera approfitta della distrazione di Roars per raccontare un’altra assurdità dell’ANVUR.

S.O.S.
Complimenti a Giancarlo – h/t – per la bella figura al Ministry of Aeronautics e per aver segnalato che rischia di scomparire la voce Wikipedia sulla società di mutua premiazione fondata dal dott. Celani et al.

“Hopeful Noises”
Third Party Report – 4

13 commenti

  1. Poveretti, non è distrazione, è che le assurdità dell’Anvur sono così tante che da soli neanche i benemeriti di Roars possono starci dietro. A proposito, adesso devono ritrattare sulla Capua? O fare un’expression di self-concern?

  2. @Oca
    A proposito di mutua premiazione o premiazione circolare un riferimento obbligato è il premio Preparata, una medaglia in similoro dove Preparata guarda il cielo con aria ispirata. Lì tutti hanno premiato tutti.
    Un altro esempio da segnalare è il premio Kresenn assegnato senza ridere a Celani.
    Anche il premio similnobel ad Arata è interessante, perché premia l’attività di Arata come esperto di saldature meccaniche. Infatti Arata è un ingegnere meccanico.

  3. @Camillo
    Forse nella fretta Celani ha fatto confusione? Arata ha ricevuto l’ordine della cultura, il similnobel di soito si dice del Japan Prize.
    Similoro? Ristrettezze economiche? Dopo la prima medaglia Toyoda non ce ne sono state altre. Era meglio prima quando si davano i tartufi.

  4. Vabeh dai, accademici che parlano di rapido declino per 5 ritrattazioni ogni 10k mi lasciano perplesso. Anche perché evitano di fare una doverosa e ardua differenza fra i vari settori scientifici. O vogliamo veramente dire che science e nature non sono autorevoli perché ritrattano gli articoli? Sarà…

  5. @Gvdr
    Sembrano un po’ aver scoperto Retraction watch ieri, vero?
    Non tutti, qualcuno ha fatto notare che una review non è un paper. Magari farà anche notare che in soldoni – pun intended – l’expression of concern dice che Wiley riconosce il copyright di Elsevier su alcune frasi.

  6. Mah, dovrebbero essere tutti abbastanza avvezzi alle pubblicazioni scientifiche. Possibile che non sappiano distinguere un paper di ricerca da una review senza l’imbeccata? Possibile che non riescano a maneggiare da soli cosa possa voler dire una ritrattazione di 5 articoli ogni 10 mila o cosa significa veramente che il gruppetto di riviste con retraction index più alto sia NEJM, Science, Cell, Nature? Stimo il loro impegno, ma ogni tanto mi sembrano pregiudiziali e superficiali nell’affrontare le cose.

  7. Non ho visto gli articoli e quanto esteso sia l’auto-plagio non citato, ma probabilmente il “peccato” di Dennis Alexander è davvero veniale se non un problema esclusivamente di copyright. Io credo che molti di noi, pur conoscendo le norme sul copyright, tendiamo più o meno incosciamente a ritenere esclusivamente nostri i lavori che pubblichiamo e che possiamo quindi farci ciò che vogliamo. In ogni caso, ha ragione la Capua che lei non c’entra.
    Sono daccordo con gvdr sul non gonfiare il caso ritrattazioni, ci sono problemi più importanti.

  8. Come editor e reviewer trovo Retraction Watch un`americanata, esempio di giornalismo che fa le pulci (a volte pulci molto piccole) per tirare su uno stipendio. Sono d`accordo a pubblicare notizie di retraction e scientific misconduct (ne vedo ogni giorno di tutti i colori), ma quel sito sembra l`Hush Hush di LA confidential. Pare che i whistleblowers siano la fonte principale delle notizie, il che puo` andare bene per un cronista di nera o di gossip, ma non per qualcuno che si definisce giornalista scientifico.
    Mi dispiace che ROARS pubblicizzi siti di gossip accademico, visto che di solito viaggia su livelli migliori.
    Mi scuso per l`eccesso di parole inglesi ma sto perdendo l`Italiano 🙂

  9. @prof. Marsili
    Retraction Watch non è quello che dice lei. Non so da dove le viene questa impressione, comunque cerco di correggerla nel prossimo post… prima che mi arrivi un’altra minaccia di querela!

  10. Cara Sylvie (se posso evitare le formalita`) ho letto un centinaio di post a caso fino al post di apertura di retraction watch. Sono reviewer per 50 giornali e editor per 1. Negli ultimi 12 mesi ho segnalato qualcosa come 20 articoli per self-plagiarism e copiaeincolla e 1 per plagio TOTALE (nomi degli autori a parte, spero vivamente sia stato un errore del publisher). Quindi, e lo dico con stima anche per il suo blog, apprezzo molto chi fa luce su plagiarismo e etica scientifica.
    Mi sembra pero` che Retraction Watch ecceda, con uno stile finto scherzoso (da sito di gossip) e una quantita` di posts (quasi 2 al giorno) sproporzionata rispetto al fenomeno. In piu`, ma questo e` un problema di molti blogs che postano di frequente, il peso specifico dei posts di Retraction Watch e` bassissimo, spesso sono solo richiami e link + qualche parola di commento. E le vicende piu` complesse sono spezzettate in 10 posts con lo stesso stile dei channels All-news, tipo CNN.
    Come ricercatore, sono abituato a leggere e (spero) a capire oggetti complessi. Un post di 5 righe non aggiunge quasi nulla alla mia comprensione del mondo, al massimo puo` andare bene per una rapida pausa caffe` (come appunto i siti di gossip o il famigerato canale TV E!).
    Sono un criticone rompiscatole, e lo ammetto. Ma non penso che l`etica scientifica possa migliorare grazie a oggetti come retraction watch. A meno che non pubblichino un VERO rapporto annuale, come un osservatorio, con statistiche, analisi, e dei contenuti veri.
    Chiudo con una piccola osservazione, questa si` davvero critica. Molti blogger usano questo strumento solo per farsi notare, in attesa che arrivi la chiamata dal grande giornale (sia esso Nature o il Corriere) per scrivere quattro righe a pagamento.
    Lo trovo un uso molto limitato del blog e della rete. Se perdo tempo a leggere un blog, voglio dei contenuti veri, e apprezzo l`onesta` intellettuale di chi NON usa il blog come trampolino di lancio verso il suo successo giornalistico, ma vuole semplicemente mettere in comune dei contenuti ed aprire una discussione.
    Se i miei commenti le fanno rischiare una querela, cancelli pure. Non e` la prima volta che succede.
    Con stima,
    Enrico

  11. @Enrico
    Grazie di averci pensato, ma non rischio una querela da Retraction Watch!
    Però mi sembra che lei ne fraintenda lo scopo: convincere (to nudge) editori redattori ed autori a chiarire i motivi di una retraction. Poco alla volta ci stanno riuscendo e le guidelines stanno cambiando. Io lo trovo indispensabile nel “public interest”, per ripulire la letteratura, tutelare la reputazione degli autori ecc.
    Non capisco perché due giornalisti dovrebbero fare un rapporto. Non è il loro lavoro, dovrebbero farlo i vostri comitati nazionali e internazionali. Quanti rapporti hanno pubblicato? (ORI-USA a parte, che sarà snail-paced, ma qualcosa produce)
    La sua osservazione critica non può riguardare Oransky e Marcus, al top della carriera prima di creare quel blog, né me che quest’anno vado in pensione, per caso allude a un prof di Roars? (smile)

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