Silver linings?

Citavo ieri – un po’ scettica – dal rapporto dell’IEA su come non superare i 450 ppm di CO2 atmosferica e i 2 °C di aumento della temperatura a fine secolo. Oggi Dana Nuccitelli ne coglie gli aspetti positivi. Per esempio:

Chinese CO2 emissions per unit of electricity generation since 2000

Scrive che l’anno scorso
American emissions of carbon dioxide from fossil fuels fell by 200 million tonnes (Mt) to levels last seen in the mid-1990s due to a transition from coal power to natural gas and renewable energy.

Certo. Ma anche il gas e la recessione hanno migliorato la qualità dell’aria in USA – checché ne pensino i cittadini ammorbati da resti tossici delle sabbie bituminose che i fratelli Koch hanno sistemato lungo il fiume Detroit, che collega il Saint Laurent ai Grandi Laghi, a monte dell’International Wildlife Refuge

La migliora pure l’outsourcing delle produzioni inquinanti nei paesi poveri.
La cosa interessante, o impressionante a scelta, è l’outsourcing interno alla Cina. Sui PNAS, un gruppo sino-anglo-americano coordinato da Zhu Liu e Klaus Hubacek di un istituto dell’Accademia cinese delle scienze, pubblica dati sulle emissioni “trasferite” lontano dai centri costieri che producono gran parte del reddito nazionale da esportazioni:

In this study, we track CO2 emissions embodied in products traded among Chinese provinces and internationally. We find that 57% of China’s emissions are related to goods that are consumed outside of the province where they are produced. For instance, up to 80% of the emissions related to goods consumed in the highly developed coastal provinces are imported from less developed provinces in central and western China where many low–value-added but high–carbon-intensive goods are produced. Without policy attention to this sort of interprovincial carbon leakage, the less developed provinces will struggle to meet their emissions intensity targets, whereas the more developed provinces might achieve their own targets by further outsourcing. Consumption-based accounting of emissions can thus inform effective and equitable climate policy within China.

Un conteggio basato sui consumi? Ma che pretese! Per i fratelli Koch, Canada e USA sono il terzo mondo, come per i miliardari cinesi le province interne:

Foto: Fabio Costantini per il New York Times

Dal NYT:
“What is really, really disturbing to me is how some companies treat the city of Detroit as a dumping ground,” said Rashida Tlaib, the Michigan state representative for that part of Detroit.
Be’ adesso, non è mica Palm Beach

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No gold linings
Dall’altro lato del Canada, va anche peggio. Dopo la chiusura della Giant Gold Mine nel 1999, un accordo siglato di anni prima tra la proprietà, tre stati e decine di enti federali prevedeva la bonifica del sito prima che contaminasse il bacino del Mackenzie. Spesa stimata: $Can.800 milioni, tutti a carico del contribuente per fallimento della Bear nel 2004.
Per le opere, la commissione responsabile dispone di $Can. 270 mila/anno per cui restano centinaia di migliaia di tonnellate di polveri all’arsenico nel permafrost. Ma il fiume scorre verso nord e trasporta acqua di 4-5°C più calda di quella sulla costa artica, un effetto “pompa di calore” che si aggiunge al riscaldamento globale nello sciogliere il permafrost, dice il rapporto del Rosenberg International Forum for Water:

The mean temperature rise in the Mackenzie River Basin is already beyond the 2?C mean annual warming that was agreed upon in Copenhagen as being undesirable for humanity to exceed. The most noticeable effects of this warming relate to changes in the extent and timing of spring runoff; changes in spring and fall precipitation; changes in the amount of precipitation that falls as rain as opposed to snow; changes in evaporation; changes in freeze-thaw patterns; and changes in the extent and depth of lake, river and sea ice. In addition, plants are leafing out and flowering earlier and some avian migrations are occurring earlier.

Così l’arsenico percola più facilmente nelle acque del bacino che rappresenta il 20% della superficie del Canada e da lì nell’oceano Artico. La seconda metà del rapporto è perfino più deprimente:

In addition to these threats posed by planetary warming, there are a host of other threats to the region that are rooted in the specter of unrestrained development, lack of attention to environmental protection and a lack of will to acknowledge and recognize the lifestyles of the Basin’s indigenous peoples. Many of these threats are already present as the following discussion of the risks posed by exploitation of the oil sands indicates.
(h/t)

A proposito di permafrost, Paolo C. segnala un aggiornamento di CARVE (Carbon in Arctic Reservoir Vulnerability Experiment), la campagna della NASA per misurare a terra e da un aereo il ciclo del carbonio nell’Artico, CO2 e metano emessi durante lo scioglimento e gli incendi- in aumento – tra maggio a settembre:

Over hundreds of millennia, Arctic permafrost soils have accumulated vast stores of organic carbon – an estimated 1,400 to 1,850 petagrams of it (a petagram is 2.2 trillion pounds, or 1 billion metric tons). That’s about half of all the estimated organic carbon stored in Earth’s soils. In comparison, about 350 petagrams of carbon have been emitted from all fossil-fuel combustion and human activities since 1850. Most of this carbon is located in thaw-vulnerable topsoils within 10 feet (3 meters) of the surface.
But, as scientists are learning, permafrost – and its stored carbon – may not be as permanent as its name implies. And that has them concerned.

In compenso i fisici canadesi hanno trovato un modo veloce di produrre isotopi per uso clinico-diagnostico (Tc99) in un normale ciclotrone da ospedale, invece che in un reattore nucleare. Dei reattori deputati, due producono il 60% dell’occorrente: uno in Canada, l’altro nei Paesi Bassi, entrambi d’antiquariato. La carenza mondiale prevista per il 2015 sembra rinviata.

OT

Su Nature News, Traci Watson parla della ricerca di Valentina Giuffra et al. sugli scheletri dei Medici trovati a San Lorenzo nel 2004. I bambini erano rachitici, Don Filippino in particolare, per carenza di vitamina D, propria o della madre – non per mancanza di cibo, ma per lo status privilegiato che li teneva chiusi in casa.

OT-2

Lo “scandalo” Prism e la NSA che legge la posta elettronica di milioni di americani: non credo che ce ne sia bisogno – rif. per es. qui e ci sono altri dettagli strani, per es. il whistleblower dice “I don’t want to live in a society that does this sort of things” e va a Hong Kong? Detto questo, il Patriot Act mi sembra allucinante e la NSA una piovra mangia-soldi, da abolire nel 2009.

La decisione del Potus sul Plan B, invece, mi pare una buona notizia, anche se tardiva.

4 commenti

  1. Credo che Dana voglia contrastare il “paravento cinese” dietro cui molti cercano di nascondersi. Benchè le emissioni cinesi siano certamente in aumento, non si può disconoscere lo sforzo che stanno facendo; il grafico parla chiaro, quasi un 15% in 10 anni di riduzione delle emissioni per unità di energia prodotta. A dirla tutta, in proporzione alla ricchezza e alla crescita e tenendo conto dell’outsourcing delle emissioni, fanno più degli USA e della EU. Il problema è quindi che sia loro che noi non stiamo facendo abbastanza, senza nascondersi dietro un dito.
    Sulla produzione di radioisotopi, il LNS-INFN come “capo cordata” ha presentato un progetto per lo sviluppo di un nuovo ciclotrone con corrente di fascio un ordine di grandezza superiore a quella dei canadesi. Se la memoria non mi inganna, in tre anni potrebbe essere operativo. In questi tempi di magra, però, non so quali siano le reali possibilità di averlo finanziato. Peccato.

  2. @Riccardo
    non criticavo, quel paravento non è nemmeno una foglia di fico!
    Per questo trovo interessante che l’Accademia cinese faccia ricerche sull’outsourcing interno mentre i Koch usano le rive del Detroit come discarica e la ricerca sul Mackenzie è fatta da fondazioni private.
    Ciclotroni: uffa, ho sbagliato, quelli in Canada e nei P. Bassi producono il 60% degli isotopi più usati, non sono gli unici. Non so che fine abbia fatto il progetto LNS-INFN, poi guardo.

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