Higher education business


Emergo da una divertente discussione su come divulgare la statistica e mi viene in mente dopo – esprit de l’escalier – un buon esempio di efficacia sull’Economist

nell’anno accademico 2009-2010, le aziende for profit hanno ricevuto $26 miliardi di fondi federali; vendono i corsi a prezzi più alti delle università statali, ma spendono di meno in insegnamento e hanno un tasso di abbandono allarmante: nel 2008-2009 lo studente medio durava solo quattro mesi.
Nel 2009-2010 Walden University in Minnesota (della catena Laureate, ntd) ha speso soltanto $1.574 dollari/studente per l’insegnamento… ma $2.230 dollari/studente per il marketing, e fatto profitti record di $101 milioni.

e sul New York Times, stesso tema, stessa fonte dei dati:
Nelle 30 società considerate, in media il 22,4% del reddito andava in marketing e reclutamento, il 19,4% in profitti e in 17,7% in istruzione.
I loro CEO erano pagati in media $7,3 milioni/anno, anche se nel 2009  Robert S. Silberman della Strayer Education ha guadagnato $41 milioni, stock options incluse…

Devo controllare se il marketing include le spese per oliare i politici.

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Camillo F. raccomanda questo post sull’e-cat, meritano un’occhiata anche lanalisi della richiesta di brevetto e questo sulle presunte “basi scientifiche”.

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Paolo C. segnala il paper di Sophie Lewis e David Karoly sul caldo record della scorsa estate in Australia.

E’ un classico lavoro di attribuzione per distinguere la parte dovuta all’aumento delle emissioni/concentrazioni di CO2 in un evento meteo estremo. Classico per modo di dire. Solo tre anni fa quando ricercatori inglesi ci avevano provato per le alluvioni del 2000, sembrava azzardato. Si vede che dopo il collaudo con l’ondata di calore in Russia nel 2010 –  e con una buona serie di dati – sta diventando la routine (link aggiunti):

Australian area-average summer temperatures for simulations with natural forcings only were compared to simulations with anthropogenic and natural forcings for the period 1976–2005 and the RCP8.5 high emission simulation (2006–2020) from nine CMIP5 models. Using fraction of attributable risk to compare the likelihood of extreme Australian summer temperatures between the experiments, it was very likely (>90% confidence) there was at least a 2.5 times increase in the odds of extreme heat due to human influences using simulations to 2005, and a five-fold increase in this risk using simulations for 2006–2020.

Anche se al posto della Niña reale i modelli simulavano un Niño, non arrivavano a quelle temperature.

com. stampa dell’AGU-Geophysical Res Lett.

articolo della Commissione governativa sul clima

Climate Central (h/t Paolo C.)

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Quiz estivo

“Agnotology: Learning from mistakes” è il titolo di un paper educativo di Rasmus Benestad et al. in corso di open peer review su Earth Dynamic Systems, in cui gli autori parlano di climastrologia.

Quale “premio Nobel” italiano ha fondato questa disciplina?

Ricchi link e cotillons.

2 commenti

  1. “Quiz estivo”
    Qualcosa di più abbordabile, no? Non ho mica tutto il tempo da passare all’addiaccio in queste gelide notti da PEG a scrutare nuove costellazioni 😀

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