Alison Abbott rigira un coltellino nella piaga del “metodo Stamina” in occasione della sua bocciatura; Daniela Minerva mette i puntini sulle i del diritto alla cura; medbunker ha aggiornato la sua lettera aperta a Elena Cattaneo, con un chapeau bas davanti alla neo-senatrice per il modo in cui ha spiegato la decisione in varie tivù.
Da Science:
– E’ ufficiale: Voyager1 ha lasciato il sistema solare, i sensori quasi tutti ciechi, l’energia quasi esaurita, come un anno fa il glorioso rottame s’avventura dove “nessun oggetto terrestre era mai andato prima”. Per consenso e dopo un’analisi dei dati sulla densità locale di plasma che uno strumento funzionante dopo 36 anni, chi l’avrebbe detto, continua a mandare, i suoi badanti al Jet Propulsion Lab dicono che la sonda è uscita dall’eliosfera. Ma il confine di quest’ultima è dibattuto, il campo magnetico dovrebbe cambiare direzione e la sonda anche, dicono i critici, invece è ancora nell’eliopausa;
– speciale sugli anticorpi monoclonali, efficaci contro certi tumori, usati per sviluppare vaccini contro l’HIV o l’influenza dopo trent’anni di tentativi ed errori. Speciale anche sugli anticorpi naturali e la corsa di Big Biotech a chi sforna test in base a esperimenti dubbi, come quello della Pediatric Bioscience che dovrebbe identificare gli anticorpi del sistema immunitario materno che causerebbero l’autismo nel nascituro. Per cui al neonato sarebbero somministrate terapie – non precisate – prima di mostrare alcun sintomo.
Costo $800, accuratezza del 99%? Ci credo poco, e non è rassicurante sapere che quasi tutti i ricercatori che studiano l’interazione tra sistema immunitario materno e deficit neuronali dei figli hanno legami con un’azienda biotech… Ci vorrebbero anticorpi contro il conflitto d’interessi.
– anche il Dept. of Energy vuole farsi un proprio modello climatico che sfrutti appieno la potenza dei suoi prossimi computer. Non fa l’unanimità:
“It’s great there’s a new initiative,” says modeler Inez Fung of DOE’s Lawrence Berkeley National Laboratory and the University of California, Berkeley. “But all the modeling efforts are very short-handed. More brains working on one set of code would be better than working separately.”
– Malin Pinsky et al. riconciliano le differenze osservate nello spostamento o nell’adattamento di 360 taxa marini delle acque statunitensi in funzione del cambiamento climatico. No surprise: conta la velocità del cambiamento e se tende al caldo o al freddo.
– molti papers di nanoscienze e scienze dei materiali che devo ancora leggere. Su microscala invece, merita quello di Iwamoto & Yagi che spiega come fanno i bombi a ingranare la quinta (molecolare) per battere le ali alla massima frequenza, con la diffrazione dei raggi X filmata a 500 immagini/secondo.
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Dall’Economist
– lo “special report” sulla biodiversità di Emma Duncan che resta ottimista;
– “Panda Poop Power” sulla scoperta dei batteri – forse utili per la produzione sostenibile di biocarburanti – isolati nella cacca di panda, già nota ai ragazzini del condominio;
– il necrologio di Narendra Dabholkar, assassinato tre settimane fa, che lottava contro le superstizioni religiose più letali – per le donne e le bambine indiane in particolare.
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Da Skeptical Science, Dana1981 smonta le bufale del Mail on Sunday e del Telegraph sulla banchisa artica che quest’estate sarebbe “cresciuta” del 60%;
neven1 si sofferma sulla presunta riunione di crisi dell’IPCC (prevista da almeno tre anni) che detta crescita avrebbe provocato;
Steph fornisce dati e immagini satellitari per chi vuol vedere con i propri occhi. Nel frattempo, sono usciti i dati CryoSat sul volume massimo raggiunto a fine inverno.
Gentili lettori di 22 passi segnalano questa perla:
La solita disinformazione:
Oca scrive:
il deputato europeo Nigel Farage ripete al parlamento di Strasburgo note bufale di un noto bufalaro, quest’estate la banchisa artica è “cresciuta” (sic) del 60%, oh mamma chissà ’st’inverno, quindi si va “verso un raffreddamento globale”
Secondo Mistero “non sono Rampado”, quest’estate la banchisa artica è cresciuta del 60% perché sta al Polo Sud o perché è appena andato in slitta dalla Norvegia alla Groenlandia?
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Nella nuova rubrica “Doing the right thing”, Retraction Watch fa i complimenti a ricercatori che ritrattano un paper quando ci trovano errori.
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Jeffrey Beall ha ridire non solo sulle pratiche editoriali, ma anche sulle conferenze organizzate dal gruppo Omics, e pubblica la lettera di un genetista caduto nella trappola – “fa la cosa giusta” anche lui.
…e steph propone la scelta fra del cotto e del crudo, in attesa del putrido…:-D
Steph
aggiunto link, grazie.
Mi ricordano tanto Claudio Costa e il “ribaltamento della tendenza” dopo il crollo del 2007 – e guarda caso nessuno di loro parla dei dati Cryosat
Già. Ho aggiungo anch’io video e news da CryoSat, thanx!