Non credete all'Ocasapiens

Per fortuna, mica è la Bibbia! Invece controllate, se sbaglio me lo dite e così correggo, grazie bis ancora.

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A chi credere? chiede oggi ai propri lettori il perseverante Daniele Passerini detto il Pulitzer

Come abbiamo visto pochi giorni fa, secondo un paper della NASA un batterio con “percent similarities of 16s rDNA sequences >99,9%” alla Ralstonia detusculanense è stato identificato nell’acqua sulla ISS… mica una Ralstonia qualsiasi, proprio quella scoperta da Francesco Celani (Laboratori Nazionali di Frascati – INFN) nell’acqua pesante proveniente da reattori nucleari tipo CANDU.

In una tabella, il paper della NASA confronta la sequenza parziale del gene rRNA16 S depositata da Celani et al. con quelle assemblate a partire del DNA di tutti i batteri trovati nell’acqua del campione. Si somigliano al 99,9%, ma il paper indica che detta detusculanense sarebbe stata trovata sulla Mars Odissey, non nel reattore CANDU di Frascati e non nell’acqua della stazione spaziale.

Precisa:
Bacterial names of the nearest neighbor followed by GenBank accession numbers are given

Traduzione letterale: “sono dati i nomi batterici del parente più prossimo, seguiti dai numeri di accessione di Genbank”. Il numero indica chi ha depositato la sequenza di un gene e dove. Non indica la specie cui appartiene sotto la quale, in questo caso, compare

unpublished name
This taxonomic name was not validly published at the time of submission of the corresponding sequence entry or entries.

Traduzione letterale: “Nome non pubblicato. Questo nome tassonomico non era stato pubblicato in modo valido al momento del deposito della voce o voci corrispondenti alla sequenza.”

Il paper della NASA cita tre volte il genere Ralstonia (pp. 111-112, righe 238, 247 e 251) infatti, ma non la specie.

A conferma che proprio la specie R. detusculanense scoperta da Celani et al. sarebbe stata trovata dalla NASA, il solerte Andrea “Mistero” Rampado scova un paper, pubblicato quattro anni dopo il precedente, che lo zelante Pulitzer aggiunge subito al post. Gli autori elencano i generi – non le specie – nella seconda colonna della tabella 2 e nella figura 4.
Le specie sono in ordine alfabetico nella tabella 4:

Pregasi guardare con i propri occhi (attenti al rimmel).

Senza accorgersi né scusarsi dell’autogol, l’imperterrito Pulitzer prosegue

Come abbiamo visto controbattere poche ore dopo, secondo il blog Ocasapiens nei database la R. detusculanense non esiste“, o forse”magari la R. detusculanense esiste, ma finché non si sa in quale genere metterla, anche temporaneamente, nei database non entra“, pertanto trattasi senz’altro di una “bufala“.

“Bufala” riguarda certe affermazioni dello spericolato Pulitzer. Come tutti – meno il Pulitzer e le sue “fonti affidabili”  – il blog Ocasapiens sa dai tempi delle medie che un genere non è una specie e un paper non è un database.

Il blog Ocasapiens aveva anche messo tre link che l’onesto Pulitzer ha tolto dall’originale per impedire ai suoi lettori di verificare:

nei database la R. detusculanense non esiste. (1)

(1) Celani et al. hanno depositato in una genbank cinese una parte della sequenza attribuendola soltanto al genere Strenotrophomonas. Per controllarne l’esistenza o meno, basta copiare Strenotrophomonas e incollarlo nei vari url al posto di Ralstonia. Altri tre link. Di più a richiesta.

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Da marxista tendenza Chico travestito da Groucho, l’oca s. chiede ai propri lettori:

Who you gonna believe, me or your own eyes?

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Roflmao del giorno

Cliccare prima qui e poi qui ritorno (h/t Tia e un assiduo lettore di 22 passi).

2 commenti

  1. Io vorrei tanto credere a quella del “li pagano”. Metti che sia vera, magari ho anche dei crediti…
    😀

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