O's digest

Al mondo non ci sono solo aspiranti Erode che confondono ripetutamente e ri-ripetutamente RNA e DNA e pretendono il “via libera“, cioè soldi nostri, per usi ambientali della Rasltonia detusculanense pur sapendo da mesi (rif. nota 5) che se esiste è probabilmente patogena, sopratutto per i neonati.  Se vogliono far accusare Celani di tentata strage,

LOL-CATS-proceed

Fine del rimmel e dell’estratto da Florilegio delle bufale passero-misteriche.

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Nelle “pubblicazioni valide”, per esempio, ci sono notizie importanti anche per le Ong.

Comincio dalla mia preferita. Alla solita domanda di partenza:  come avviene la trasmissione dell’HIV? aggiunge: e quella dell’agente che protegge dall’infezione? Risposta alla prima domanda nel caso del 10%  circa dei neonati: il latte materno.

Alla seconda rispondono – finalmente – Geneviève Fouda et al. sui PNAS.  Una proteina del latte materno, la tenascin-C che si lega a un recettore sull’involucro del virus, fa da anticorpo specifico e gli impedisce di penetrare nelle cellule. La cosa strana è che la tenascin-C non c’entra niente con il sistema immunitario. Durante lo sviluppo fetale, stimola la crescita delle cellule cerebrali e fino allo svezzamento stimola la cicatrizzazione.

Nel 90% delle madri però, ha la forma giusta per fare da anti-retrovirale. Non è detto che possa diventare una profilassi, per ora è stata studiata su un ceppo solo di HIV, ecc. Ma vale la pena tentare, perché nessun farmaco o vaccino ha un’efficacia e allo stesso tempo un’innocuità simile. Per una volta, la conclusione degli autori non sembra esagerata:

This protein has the potential to be developed as a prevention strategy for postnatal and other modes of HIV-1 transmission.Com. stampa dell’università Duke.

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Questa è per i “terroristi” e/o “hooligans” delle Ong ambientaliste.

Sempre più spesso d’autunno, si vedono foto di trichechi stipati come sardine sulla terraferma, con i piccoli che muoiono soffocati nella calca, perché non ci sono più i pezzi di banchisa sui quali vivono e dai quali si tuffano per procurarsi da mangiare.

Riccardo Reitano segnala un paper di Gifford Miller et al. sulle Geophysical Research Letters che ne spiega il motivo.

Nel caso rimanesse qualche dubbio sul fatto che i gas serra hanno un effetto serra.
Ricostruisce le temperature estive nell’Artico orientale – Isole Baffin e Groenlandia – fino a 120 mila anni fa. Negli ultimi 5.000 anni e fino al Novecento, c’era stato un raffreddamento di circa 2,7 ° C. Il caldo attuale supera addirittura il picco dello primo Olocene quando – per via dei cicli di Milankovic – al polo Nord l’insolazione era maggiore del 9%.

Bref, non ha mai fatto così caldo da 44 mila anni e – con una probabilità un po’ inferiore – da 120 mila anni. E un riscaldamento così veloce non ha precedenti nella serie temporale derivata dalle carote di ghiaccio, ovviamente.

Comunicato congiunto AGU-Boulder per altri dettagli.

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The Fire This Time

Stesso tema, ma dall’altra parte del mondo. Il primo ministro australiano Tony Abbott ha liquidato l’Autorità per il clima, crede che “climate change is absolute crap” e che la presidente dell’UNFCC “talks out of her hat”.

A primavera appena iniziata però, si sono scatenati incendi “senza precedenti storici” anche dove vivono gli elettori di destra e per l’intero continente il periodo settembre 2012-2013 è di nuovo l’anno più caldo mai registrato.

Ora Abbott dice di aver cambiato idea – h/t Tamino – nel senso che vuol finanziare le industrie che ridurranno, con calma, le proprie emissioni di CO2.
Dovrà pagarle bene.

L’Australia è il primo esportatore di carbone, ma conviene bruciarlo in casa invece di importare gas e petrolio perché da due anni il prezzo continua a calare. In Cina infatti, l’inquinamento dovuto alle emissioni delle centrali a carbone sta causando tali danni all’economia – e proteste popolari – che il governo le sta chiudendo d’ufficio per periodi sempre più lunghi. Anche nel nord-est dove fa freddo e sono concentrate le miniere…

Bolla del carbonio?

Secondo 70 fondi pensioni statunitensi sì, scrive il Wall Street  Journal, e vogliono un apposito “studio” da 45 Big Oil e affini per sapere di quanto i cambiamenti ne ridurranno i profitti.  A padron Murdoch sarà venuto un coccolone.

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Teorizzati nel 1996, dal nome i levitoni dovrebbero essere gli anti-gravitoni che sollevano santi qua e là.

Più prosaicamente, si chiamano così perché li ha teorizzati Leonid Levitov del MIT. Sono quasi particelle create da un’onda coerente di elettroni, anche di uno solo, che si propaga in una striscia sottilissima di metallo, tenuta a meno di 1 grado Kelvin, nella quale si manda una scossetta elettrica. Adesso si sa per certo che esistono perché i fisici del CEA di Saclay e dell’ETH di Zurigo sono appena riusciti a produrli e a misurarli, scrivono in un paper anticipato on line da Nature.

Pare che riuscire a produrli in gran quantità sarebbe utile per costruire nuovi congegni quantistici, ma non ho ben capito quali.

Quell’onda si propaga in un “mare di Fermi”, una manciata di atomi ultrafreddi. Su Science – guarda caso – dei fisici di Heidelberg si son fatti un mare mettendoci del litio un atomo per volta, più uno di “impurità” (detto polarone, sempre di litio, ma uno stato diverso) per vedere quanti atomi servono perché smettano di evitarsi come da principio di Pauli e convergano verso l’impurità. Invece di usare le equazioni per risolvere il problema delle interazioni tra tanti corpi/atomi, che son troppo complicate, hanno usato le addizioni insomma. E le statistiche inevitabili nei sistemi quantistici.

Ci sono margini di incertezza in entrambi gli esperimenti, of course, ma a quelle dimensioni la precisione e il controllo raggiunti in vent’anni neanche sono impressionanti lo stesso.

Costano, quello sì. Mi fa venire in mente che in una lettera a Nature di due settimane fa, Gaia Bistulfi scriveva di aver risparmiato in un anno il 40% dei suoi fondi per la ricerca riciclando tutto il materiale possibile nel suo lab di biologia al D’Youville College. Potrebbe servire anche fuori dai biolab.

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Nell’editoriale di Science, la direttrice interviene nel dibattito su “università on-line/università in mattoni”, a suo avviso complementari:

Online and traditional universities are connected for the foreseeable future. Without the bricks-and-mortar universities and their reputations behind these distance learning efforts, it is not clear that there is a viable business model to sustain online efforts. After all, the only continuously operating human institution older than the university system is the Vatican; universities have endured this long by remaining essential, and they will continue to be so.

Il cattolicesimo e il giudaismo hanno uno stato, però altre religioni sono senza e durano da più tempo.

Poi leggo le altre ricerche, nel frattempo segnalo:
– il Policy forum di un gruppo di ricercatori australiani, sulle conseguenze per la biodiversità – tropicale in particolare –  dell’estrazione di carburanti fossili, articoli interessanti anche in bibliografia;

– la rassegna di Pearl e Otten sull’eutrofizzazione crescente dei mari dovuta agli inquinanti e ai cambiamenti climatici:

– una “prospettiva” di Alberto Alesina che, partendo da due propri saggi e uno che non c’entra,  dice che l’aumento dell’aumento del reddito pro capite e l’accumulo della ricchezza è iniziato molto prima della rivoluzione industriale. Fa risalire la nascita del capitalismo alle epidemie di peste nera, alla “rivoluzione maltusiana” che hanno causato e alla “rivoluzione protestante”. A queste risalirebbe anche la partecipazione alla forza lavoro delle donne.

Perché prima si giravano i pollici?

2 commenti

  1. L’articolo di Miller et al. ha la forza dell’evidenza semplice comprensibile da chiunque. Come nel caso dell’uomo del Similaun, se le piante venute fuori dal ghiaccio hanno oltre 44.000 anni è ovvio che il ghiaccio che le ha conservate non si è mai fuso da allora.
    L’unica alternativa sarebbe quella usata dai sostenitori della Terra giovane, il decadimento radioattivo che ama farci brutti scherzi. Ma questo lo lasciamo ai creazionisti.
    Dell’editoriale di Science mi piace il confronto Università-Vaticano. Mi è capitato spesso di usarlo insieme al fatto che le prime (complessivamente) abbiano resistito ai tentativi di controllo e sottomissione da parte di chiunque.
    Su Alesina, grazie per aver sbagliato il link, in un momento di debolezza avevo pensato di leggerlo 🙂

    1. Miller: anche a me sembra un’evidenza innegabile, ma non ho l’immaginazione dei neghisti.
      Alesina: ups, grazie, ma tu non cliccare. A suo avviso, con la nascita del capitalismo si sarebbe anche ridotta la fecondità – così ti passa la voglia!

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