Lingua franca


Un anno fa, il gruppo Nature comprava l’editore open access Frontiers, noto per la trasparenza e i tentativi di migliorare la peer review, molto criticata di questi tempi.
Un esperimento divertente è in corso con la neonata Frontiers for Young Minds, una rivista di neuroscienze per ragazzi che pubblica articoli, scritti da neuroscienziati adulti, dopo una peer-review di ragazzi tra i 5 e i 18 anni, assistiti da studenti universitari e altri volontari.

Mi sembra bellissima, meriterebbe un’edizione italiana. O no? Annosa questione dell’inglese.

La scienza ha bisogno di una lingua globale? chiede Scott Montgomery nel suo libro. Risponde di sì, e anch’io. Ne ha sempre avuta una, il latino per cominciare, poi non sempre la stessa in ogni disciplina, il francese per la matematica, il tedesco per la chimica, una lingua franca unica mi pare un progresso.

Il rischio del “riduzionismo ontologico”  con associati preconcetti ideologici, c’è come ai tempi del  latino e oggi quello che non è pubblicato in inglese viene spesso ignorato. Sarebbe un discorso lungo, e piuttosto diverso da quello sui corsi in inglese nelle università italiane.
Rif. anche Lewis Spurgin e Michelle Kelly-Irving.

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Craig Venter vuol vivere a lungo in ottima salute, mica come suo padre:

Human Longevity Inc. (HLI), a genomics and cell therapy-based diagnostic and therapeutic company focused on extending the healthy, high performance human life span, was announced today by co-founders J. Craig Venter, Ph.D., Robert Hariri, M.D., Ph.D., and Peter H. Diamandis, M.D.
The company, headquartered in San Diego, California, is being capitalized with an initial $70 million in investor funding.

$70 million? Peanuts…

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Ribollimenti
Su Nature Geoscience, il gruppo di Natalia Sakhova pubblica nuove osservazioni del metano rilasciato nell’Artico nella piattaforma della Siberia orientale e mi fermo qui, perché ne parla già Antonello Pasini.

Il gruppo Berkeley Earth pubblica un data-set delle anomalie quotidiane 1980-2013 (la pausa del risc. glob. dal 1998 in poi dov’è?)Da Real Climate, Zeke Hausfather e Robert Rohde spiegano come è stato ottenuto e come usarlo. C’è pure il film delle temperature, palpitante!

Sulle Environmental Research Letters, Ben Marzeion e Anders Levermann calcolano quali patrimoni mondiali dell’umanità finiranno sott’acqua per via del riscaldamento globale:

If the current global mean temperature was sustained for the next two millennia, about 6% (40 sites) of the UNESCO sites will be affected, and 0.7% of global land area will be below mean sea level. These numbers increase to 19% (136 sites) and 1.1% for a warming of 3 K. At this warming level, 3–12 countries will experience a loss of more than half of their current land surface, 25–36 countries lose at least 10% of their territory, and 7% of the global population currently lives in regions that will be below local sea level. Given the millennial scale lifetime of carbon dioxide in the atmosphere, our results indicate that fundamental decisions with regard to mankind’s cultural heritage are required.

Comunicato stampa del PIK, con foto di Venezia ovviamente….

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Scontenti
A proposito di università italiane, Giuseppe De Nicolao piccona giustamente questa intervista di GiuseppeGiovanni (h/t C.C)  Puglisi, che da vice-presidente della CRUI e da bi-rettore dello IULM di Milano e della Kore di Enna – non esattamente Harvard e MIT – è per “sfoltire il sistema universitario”:

Basterebbe chiudere una dozzina di sedi per risolvere tutto? «No, ma sarebbe un bell’inizio».
Lei sta lanciando un darwinismo tra atenei? «Sì, anche per ridare spazio al merito come chiede Renzi».

Non mi ero accorto che la “compagine” governativa era stata scelta in basse al merito, forse ero distratta.  Comunque la quantità di affermazioni controfattuali che Puglisi riesce a sciorinare è notevole, anche per l’Italia.

Esce l’intervento al convegno Roars di José Mariano Gago, un vecchio amico che non vedo da anni, un tempo fisico al Cern, per un po’ ministro per la ricerca in Portogallo. Meno trito di quello del presidente del CNR, trovo – ma sono biased…

E la redazione riassume l’indagine di Science sul mercato delle contraffazioni scientifiche in Cina (per la precisione, “il giornalista” era una donna…). Si occuperà un giorno delle contraffazioni made in Italy?

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A proposito di contraffazioni, la settimana scorsa

The South Korean Supreme Court has upheld a 2010 ruling that sentences disgraced cloning expert Woo Suk Hwang to a one-and-a-half-year prison term for embezzlement and violation of the country’s bioethics law. The term comes with a two-year probation, however, and if Hwang does not commit a crime during that period, he will not have to serve jail time at all. This is the final judgment on a trial that started in 2006 and reached its first verdict in 2009 after 43 hearings involving 60 witnesses. 

3 commenti

  1. @Ocasapiens: Relativamente a Nature, Science ed alla reale validità di certe riviste scientifiche, ho trovato molto interessante l’articolo della sua collega Eleonora Degano su Oggiscienza sulle critiche su Nature, Cell e Science da parte del Premio Nobel per la medicina Randy W. Schekman:
    http://oggiscienza.wordpress.com/2013/12/17/se-un-premio-nobel-2013-boicotta-nature-cell-e-science/.
    A quanto pare non è tutto oro quel che luccica se Schekman sostiene che “grandi nomi come Nature, Cell e Science distorcono il processo scientifico, instaurando una vera e propria tirannia dell’informazione e mirando in primo luogo a curare il loro brand per vendere più abbonamenti”. Direi che se Schekman avesse ragione si tratterebbe di un altro tipo di editoria predona.
    Scusi, ma De Nicolao bacchetta Giovanni Puglisi, non Giuseppe.
    Forse la stupirà, ma concordo con lei sul fatto che la “compagine” governativa non è stata certo scelta in base al merito. Ho paura però che se insisterà su questo punto questo suo blog su “repubblica.it” sia a rischio. Non mi pare che Scalfari e compagnia siano d’accordo su quest’ultimo punto.
    Saluti

  2. Piaccia o non piaccia la lingua franca si è già affermata da tempo e il libro di Montgomery arriva in ritardo. Che poi esista l’altra faccia della medaglia possiamo discuterne, ma prima dovrei leggere il libro 🙂
    Le emissioni di metano dalla piattaforma continentale artica erano così poco conosciute che sono diventate diventate una specie di treasure trove per la Sakhova. Buon per lei e e i coautori ma purtroppo portano sempre brutte notizie.
    Esagerando, ma meno di quanto molti penseranno, uno dei grandi problemi dell’Università italiana è che finora ha resistito al declino della nazione. Ci ritroviamo con una Università di livello europeo innestata in un paese che scivola pericolosamente indietro. Per questo viene rifiutata e, paradossalmente, ha ragione chi ritiene che sia inutile; lo è in questo paese che non riesce a pensare al futuro.

    1. Montgomery la pensa come te (qui riassume la tesi del suo libro). Però mi viene sempre in mente che spin è un’analogia che rende bene l’idea solo se sei cresciuto in inglese.

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