Predica domenicale

Oggi è uscita l’ultima bozza del volume III del V Rapporto IPCC – h/t Riccardo Reitano – sulle possibilità di mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici limitando a 450-500 ppm la concentrazione atmosferica di CO2 e a 2°C l’aumento della temperatura globale entro fine secolo, nonostante l’aumento record del decennio scorso.

Come per gli altri volumi, i grafici più eloquenti sono inseriti nel Sunto per i decisori. Nell’insieme, quest’ultimo è più chiaro che nel 2007 e gli autori dei paesi poveri sono molto più numerosi.

fonte

Nel vol. II, la novità era l’importanza data all’agricoltura e alla sicurezza alimentare per valutare le conseguenze delle varie strategie di adattamento, nel vol. III il ruolo decisivo spetta alle città in materia di risparmio ed efficienza energetica, riciclaggio dei rifiuti e delle acque, limiti stringenti all’inquinamento dell’aria.

Tutti gli investimenti necessari da qui al 2030, anche se il clima non peggiorasse, sono quelli con il miglior rapporto costi/benefici sia economici che sanitari. Le tecnologie sono ampiamente collaudate, non ci sono scuse per rimandarne l’adozione.

Sulle fonti di energia, le rinnovabili progrediscono, il gas naturale sta già sostituendo il carbone e non va esclusa una ripresa dell’energia nucleare (lo diceva anche l’Economist di ieri che mi pareva ottimista, mi sto informando su sviluppi e problemi dei reattori LFT, magari scrivo qualcosa).

Sulla tecnologia di “cattura e stoccaggio del carbonio” la valutazione è molto scettica: “forse non sarà mai implementata”…Nessun riferimento alla geoingegneria.

Dopo l’economia, la politica. Nel decennio scorso sono aumentate le misure per tagliare le emissioni di gas serra, ma a macchia di leopardo, a volte con esiti negativi e sempre scoordinate. Serve quindi la collaborazione internazionale già prevista dalla Convenzione dell’ONU per pianificare a livello mondiale la riduzione dei gas serra nei vari settori: trasporti, agricoltura, abitazioni, produzione di energia…

Pio auspicio. D’altro canto l’emigrazione verso le città accelera da decenni, sembra ovvio che le decisioni più rilevanti per mitigare gli impatti del clima saranno prese a quel livello. Lo diceva anche Bill McKibben e, in effetti, 350 valorizza le iniziative “comunity-based”.

Per certi versi è rassicurante che lo dicano anche le ricerche raccolte dall’IPCC, dovrebbe alleviare il senso di impotenza e il fatalismo: la soluzione dipende da noi cittadini, bottom up invece di top down.

Forse. Esiste un’alleanza dei sindaci, ma è volontaria. Se non funziona su questioni vitali come l’equa ripartizione dell’acqua, non so come possa funzionare per un’equa riduzione dei gas serra.

Il sunto è il solito compromesso tra gli autori del volume e i delegati politici. Damian Carrington, l’inviato del Guardian a Berlino, scrive

The report’s final 37-page summary emerged from a week of negotiations between the 194 countries, with long disputes over contentious sections running until 6am on the last night. Objections from rich nations saw the complete removal of a section stating that hundred of billions of dollars a year would have to be paid by developed countries to developing countries, to ensure they grow their cities and economies in a non-polluting way.

Secondo me, quel pagamento si ridurrebbe parecchio se ci fosse meno corruzione e meno evasione fiscale, due fatti sempre meglio documentati eppure esclusi dagli scenari economici  – forse per non offendere nessuno…

Other objections, from major fossil fuel producing nations including Saudi Arabia, led to the weakening of statements that ending the huge subsidies paid for oil, gas and coal would help reduce emissions. But the final document retained the conclusion that policies to cut carbon could devalue fossil fuels reserves.

Porre fine a $500 miliardi/anno di sovvenzioni statali dirette e con quei soldi costruire fognature, riciclare l’acqua o abbattere i fumi tossici? Siamo mica matti…
Rif. anche l’articolo della BBC.

Il Messaggero che non aveva un inviato, ha intervistato Sergio Castellari, “il delegato del governo italiano all’IPCC” e talpa di Climalteranti.

***

La NOAA ha aggiornato le previsioni ENSO: il Niño si avvicina, aveva ragione Steph. Infatti ho notato anch’io che l’era glaciale iniziata nel 1999, stando a blade runner e al ten. col. Guidi, mi sta facendo fiorire l’erba cipollina con un mese di anticipo.

Oggi l’alt.uff. è estasiato da un rapporto sul clima e l’energia in cui gli anti-ambientalisti e pro-libero mercato del Breakthrough Institute – un think tank dei Rockefeller – vogliono far credere che oggi si spende di più per mitigare i rischi climatici che contro la fame nel mondo e che ridurre il consumo di combustibili fossili significa impedire ai poveri di accedere all’energia.

Porre fine a $500 miliardi/anno di sovvenzioni statali… siamo mica matti?

12 commenti

  1. Mi limito SOLO a riportare il commento nr. 2 all’articolo del Messaggero, postato da tale “maperfavore”
    Tengo a sottolineare che non sono io.
    “E’ altamente probabile che nel giro di cinque, al massimo sette anni, il Polo nord sarà completamente libero dai ghiacci durante gran parte dei mesi estivi”. E’ il 14 dicembre 2009, e a Copenaghen, in Danimarca, è in corso uno dei più drammatici summit sul clima mai organizzati dalle Nazioni Unite.
    Ma se non sono neanche in grado di fare delle previsioni del tempo che ci colgono!!
    Come ammesso dallo stesso Ipcc, poi, le temperature globali non aumentano più e non ci sono evidenze scientificamente fondate sulla correlazione tra emissioni di CO2 e fenomeni estremi (i quali neppure sono statisticamente in aumento). Lo stesso panel di esperti si è dovuto regolare: si insiste meno sulla favoletta di regolare il clima da qui al 2100 spegnendo la luce e lavandosi i denti con poca acqua e si parla finalmente di adattamento. Il clima cambia come è sempre cambiato nella storia del nostro pianeta. Pensare di fermarlo spegnendo i Suv e girando in bicicletta è surreale. Secondo lo scenario più catastrofico previsto dal report dell’Ipcc, infine, pare che il pil mondiale si contrarrebbe di 2 punti nei prossimi decenni a causa del riscaldamento globale. Un decennio fa previsioni catastrofiche diedero il via all’isteria collettiva da cambiamento climatico”

  2. Ah ah!
    Ma non è vero! 😀
    Faccio interventi rispettosi e VERITIERI.
    Anche se lei fa di tutto per meritarsi nessun rispetto, eh 😉

  3. Dal poco che ho capito, gli impianti al torio sono ancora lontani dalla fattibilità industriale e sono comunque pericolosi, è da escludere che i privati ci investano sulla scala necessaria. Ci vorrebbero i soldi dello zio Barack, o di mamma Angela, ma potendo scegliere io li spenderei sul solare.

  4. Uno si chiede. Ma non è che blade runner sia inventato solo per far fare bella figura a lei, Sylvie? 😉

  5. Come osserva NM, i reattori LFT non sono ancora maturi e, come sempre, hanno vantaggi e svantaggi. In ogni caso, non saranno certo loro a risolvere il problema ben più immediato che abbiamo e bisogna quindi andare avanti con le tecnologie già utilizzabili, essenzialmente le varie tipologie di solare ed eolico e un diverso modo di usare l’energia.
    Bisogna però fare attenzione a non considerare inutile la ricerca, prototipizzazione inclusa, sul nucleare (fissione e fusione). Se guardiamo anche poco oltre l’orizzonte temporale del 2100, le rinnovabili attuali non basteranno e gioco forza dovremo inventarci qualcosa. L’unica strada che conosciamo per avere una qualche speraza di successo è continuare a (ri)cercare.

    1. Gvdr & Riccardo,
      DFTT
      NM,
      Ciao!
      sembrava anche a me, ma dopo l’investimento dei cinesi, l’Economist non è il solo a entusiasmarsi. Nel rapporto IPCC, non ne parlano e mi sembrano scettici su un “rinascimento” del nucleare in generale per via dei costi e dell’opposizione dell’opinione pubblica
      Riccardo,
      non la consideravo inutile, mi lascia perplessa un prototipo di LFTR pronto l’anno prossimo e il primo impianto funzionante entro 10 anni per decisione governativa.

  6. Sul nucleare nel SPM del WGIII si trova scritto:
    “New fuel cycles and reactor technologies addressing some of these issues are being investigated and progress in research and development has been made concerning safety and waste disposal”
    Questo a conferma di quanto detto prima. Ricerca e sviluppo, nulla di implementabile al momento. Dare una scadenza a priori come fanno i cinesi lascia certamente perplessi, è solo un auspicio.

  7. ENSO:
    Oh, thank you very much, my dear admirer. But I do not deserve so much attention. El Nino has not even started yet…

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