Débâcle e champagne

“Furia ricorsiva”, cont. 
Ci sono aggiornamenti edificanti sul “business model” di Frontiers da Ugo B., dal Rabett che ha un’analogia molto migliore della mia, da Michael Tobis, da Robert Jones (ottimo riassunto delle punt. prec.); Steph ha una case history di furioso ricorsivo (guardare i commenti).

Un nazi-cospirazionista, nel senso che nega l’Olocausto innanzitutto, sparge bufale da Ugo, che aveva scritto

Il modo in cui Frontiers si è comportato con “Recursive Fury” mostra questo atteggiamento (Ponzi Scheme o meglio Amway) con una chiarezza cristallina. La direzione ha ascoltato unicamente i legali.

Il nazi-cospirazionista nega:

Again not true, if you read this FOI documents from UWA
http://www.shapingtomorrowsworld.org/Released_Docs_Lewandowsky.pdf
It becomes clear that Frontiers set up a committee of senior academics without any Frontiers employees to advise them. Having received their advice they acted in accordance with it.
It is a shame Lewandowsky deceived you and others into this state of affairs.

I documenti non parlano né di “Recursive Fury” né di Frontiers, ma di “NASA faked the moon landing, therefore (climate) science is a hoax” uscito nel 2012 su Psychological Science.
Q.E.D. Se qualcuno ha ancora dubbi sull’attacco organizzato contro Lewandowsky, quei documenti glieli faranno passare.

*

Ieri alla conferenza stampa dell’Heartland BigOil Institute che presentava le bufale raccolte nel suo anti-IPCC Report, erano presenti

  • 5 Heartland participants
  • 5 grumpy-looking old white guys
  • 1 supporter from the American Enterprise Institute
  • 2 bored looking middle-aged guys playing with electronic devices
  • 1 journalist from CNS news (“The right news. Right now”)
  • 1 guy running the Fox TV camera
  • 2 women who came in late
  • Me and my co-conspirator.

*

 Michael Mann vs. l’Inquisizione :  x (poi controllo) a zero
Dal 2011 la lobby American Tradition Institute (Ati), ora Energy & Environment Legal Institute e sempre di BigOil & Coal, pretende dall’università della Virginia (Uva) 34.000 documenti connessi a Michael Mann e a ricercatori di qualunque paese, con i quali collaborava per ricostruire le temperature dell’emisfero nord in una curva a mazza da hockey che i bigoilisti vorrebbero rompere dal 1998:


– Va bene, aveva detto l’Uva.
– Col cavolo, aveva detto Mike Mann.
– Col cavolo, ti tieni quelli che hai pagato e il resto ciccia, aveva detto l’Uva.
– Ciccia, aveva detto il tribunale dal quale l’Ati era tornato a frignare.
– Mi spettano di diritto e a gratis, aveva ri-frignato l’Ati dalla locale Corte suprema.
– Ciccia, ha risposto oggi la Corte suprema all’unanimità. Ci aveva già provato il tuo amichetto Ken the Cooch (un cattotalebano ex procuratore generale trombato alle ultime elezioni a governatore della Virginia, ndr) due anni fa. Sai com’è andata a finire?
–       , ha detto l’Ati.
– L’ho mandato a ranare. E te idem, perché consegnarteli significherebbe non solo una perdita finanziaria per l’Uva, ma

harm to university-wide research efforts, damage to faculty recruitment and retention, undermining of faculty expectations of privacy and confidentiality, and impairment of free thought and expression.

Pshpsh...pshitt… bum.

5 commenti

  1. I casi Recursive fury e Mann vs ATI hanno in comune che entrambe le Università di appartenenza si sono schierate alla parte dei loro scienziati. Non è ovvio che succeda, sarebbe stato più comodo e facile “mollarli”; questo la dice lunga sulla missione che queste istituzioni intendono perseguire.
    Forse è meno sorprendente se si pensa storicamente ai conflitti fra il mondo accademico e altri poteri e a come in un modo o in un’altro le Università siano sempre riuscite a venirne fuori. Non è un caso che, organizzazioni religiose a parte, le Università sono l’unica organizzazione umana che può definirsi millenaria e globale.
    Nota storica. E’ interessante che già poco dopo la nascita della prima Università, l’imperatore Federico Barbarossa concesse ai docenti e, nota bene, agli studenti una serie di importanti privilegi. Uno fra questi, il diritto ad essere giudicati da accademici e non dai tribunali ordinari. Altro privilegio, il diritto a muoversi liberamente e insegnare o frequentare in qualunque Università. In due parole (non mie), autonomia e universalità.
    Sia pur con fasi alterne, fra ribellioni, assoggettamenti e compromessi, queste aspirazioni sono rimaste vive nel corso dei secoli. Nel XIX secolo, Wilhelm von Humboldt parlava di libertà e solitudine dell’accademico, intendendo una relativa indipendenza dell’inquisizione scientifica dalle contigenze politiche e sociali per poter efficacemente svolgere il servizio richiesto dalla società. Oggi, ovviamente e giustamente, molto è cambiato; ma guarda caso, ci si sente coinvolti da quanto accade nel mondo accademico della Virgina o dell’Australia. Autonomia e universalità, appunto. Brutta bestia da domare questa Università …

  2. Riccardo
    Totalmente d’accordo con te, sintonia di vedute pressoché identica!
    Mi piace talmente tanto il tuo commento che ci sto confezionato un post apposta sul mio blog 😉

  3. Riccardo,
    Barbarossa: era anche un po’ per ridurre il potere del Papa…
    UWA e Virginia sono tanto più meritevoli che Lewandowsky e Mann stanno in altre università. Cmq voler domare le università è tipico dei dittatori/ fautori del pensiero unico, vedi Erdogan in Turchia.

  4. Grazie steph. Conosco diverse persone che la pensano così ma sono restie a dirlo esplicitamente, tanto più pubblicamente. E’ una sorta di pudore, credo, un non voler lasciar trasparire un sentimento profondo. Sono contento che intendi parlarne sul tuo blog e magari sarai più efficace e meno “ottocentesco” di me 🙂
    ocasapiens
    tanto per provocarti, dato che sei francese, ti ricordo che la rivoluzione francese chiuse le Università e Napoleone le riaprì sotto stretto controllo imperiale 😉 Ma poi rinascono sempre come l’araba fenice.

  5. ocasapiens
    hai ragione, UVa e UWA sono tanto più meritevoli perchè hanno difeso l’Istituzione difendendo i singoli.

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