La trêve des confiseurs

Da noi è la sospensione delle risse politiche tra Natale e Capodanno, che ho rispettato su Oggi Scienza, refusi compresi.

Dal prossimo settembre Rosario Mantegna dirigerà, alla Central European University di Budapest, il primo dottorato di analisi dei networks e big data in Europa. I posti sono soltanto cinque e conoscendo alcuni dei quattro prof (e lo “stipend” che qui i dottorandi se lo sognano) se avessi un secolo di meno mi sarei già candidata.
Bisogna solo amare la matematica. Gdvr, please, se conosci qualcuno che vuol farsi sfruttare da Ong come Action Aid fa passare.

A proposito, ho una confiserie tutta per te:
J. Avron et al., “Chern Numbers, quaternions and Berry’s phase in Fermi systems”, Communications in Mathematical Physics 1989, Volume 124, Issue 4, pp 595-627.

Abstract: Yes, but some parts are reasonably concrete.

Non ho accesso, ma se mi dici che il resto del paper est à l’avenant, je me fends de mes 39,95 dollars. H/t Sylvain Bernès in un’esilarante discussione dai colleghi di Retraction Watch sul ruolo dell’ironia (non proprio: irony = paradosso) nella scienza, raccomandata a chi la tregua dei dolciumai pftt.

Small data & networks: Paige Jarreau ha mappato con Gephi e ForceAtlas2 la rete di 600 science bloggers anglofoni, e le loro motivazioni.

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Rispetta la tregua perfino Claudio Della Volpe con un’intervista a due colleghe che hanno sforato il soffitto di cristallo nella chimica. Va detto che a Natale, la Volpe pubblicava un articolo di Luigi Campanella sullo spreco del cibo e l’impronta dell’azoto. Tanto per rovinare la gozzoviglia a tutti. A me no, dopo il tradizionale pranzo dai neuroscienziati  che oggi vanno a sciare, mi son portata i resti a casa.

Oggi breakfast con panettone tostato, spalmato con Echiré demi-sel: le p’tit Jésus en culotte de velours, quoi.

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Il Rocky Mountain Institute la rispetta a metà con 10 statistiche belle e brutte su gas serra ed energia:

3. Junk mail has a huge carbon footprint, not just a landfill footprint: The energy used to produce, deliver, and dispose of junk mail produces more greenhouse gas emissions than 2.8 million cars.
Ricevo in media/giorno 3.o00 réclame di falsi viagra, cialis, vuitton, louboutin, hermès, moncler, rayban ecc., spammer fate schifo.
4. Micropower now produces about one-fourth of the world’s total electricity: Low- and no-carbon micropower, which includes renewables minus big hydro, plus cogeneration, now produces one-fourth of the world’s electricity. When you add big hydro and nuclear to the mix, micropower produced half the world’s electricity in 2013.

Hmm, devo ancora controllare la fonte con qualcuno di Climalteranti. I quali nel frattempo segnalano gli auguri di Jim Hansen per il 2015 e i documenti preliminari alla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici che il ministero dell’Ambiente ha pubblicato sul proprio sito, così la cittadinanza può informarsi invece d’ingozzarsi.

Aggiorn. tutto spiegato:

se togli la cogenarazione si scende ad un più “standard” 8% (fig. 1 del sito RMI). Non che sia un male, ma è più una norma di efficienza energetica che di produzione low carbon.

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Immacolate concezioni in vista? Scrive David Cyranovski su Nature

Israeli and UK researchers have created human sperm and egg precursor cells in a dish, starting from a person’s skin cells. The achievement is a small step towards a treatment for infertility, although one that could face significant controversy and regulatory hurdles.

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Scrive Riccardo,

Offtopic, il Time sceglie gli Ebola fighters come persone dell’anno. Dall’editoriale:
“For tireless acts of courage and mercy, for buying the world time to boost its defenses, for risking, for persisting, for sacrificing and saving, the Ebola fighters are TIME’s 2014 Person of the Year.”
Se lo meritano davvero e rallegriamoci per il “nostro” Fabrizio ormai per fortuna convalescente.
Il dott. Fabrizio, su Repubblica
Non credo di essere un “eroe” ma so per certo di non essere un “untore”: sono solo un soldato che si è ferito nella lotta contro un nemico spietato. Una delle cose più belle che ho letto in questi giorni è un articolo online che parla di solidarietà, di rispetto, di dignità. 
Speriamo anche che non legga certi commenti. A badge of courage, toubib, anche dalla regina d’Inghilterra:
I have been deeply touched this year by the selflessness of aid workers and medical volunteers who have gone abroad to help victims of conflict or of diseases like Ebola, often at great personal risk.

Bilancio provvisorio dell’OMS al 24 dicembre (altri due dei suoi rescuers non sono sopravvissuti); nuovi focolai nel nord della Sierra Leone (ma il tasso di mortalità continua a calare); un caso di infezione da confermare a Bamako dove non c’erano segnalazioni dal 16 dicembre, ma c’è un ospedale ben attrezzato.
Anche ieri si parlava di controlli negli aeroporti, “una volta la gente stava in quarantena sulle navi,” diceva C.L., altri tempi però.

Per chi non l’ha visto, due mesi fa Richard Preston del New Yorker aveva scritto un bell’articolo su Sheik Umar Khan, il soldato della guerra contro il virus della febbre di Lassa, prima, morto di Ebola.

12 commenti

  1. Poi, quando smetteremo di essere buoni, torneremo a parlare di mr kilowatt e dell’intervista al magio Celani? Non che ci sia molto da dire, secondo me: pareva abbastanza “aria fritta”. O forse era “acqua liofilizzata”, per dirla con Hornbeck.

  2. CimPy,
    devo fare 5 pezzi sui criceti fatti esplodere con la mente, a Oggi Scienza sono parsi più adatti alla stagione. C’è qualche scoop da elogiare d’urgenza?

  3. Offtopic, il Time sceglie gli Ebola fighters come persone dell’anno. Dall’editoriale:
    “For tireless acts of courage and mercy, for buying the world time to boost its defenses, for risking, for persisting, for sacrificing and saving, the Ebola fighters are TIME’s 2014 Person of the Year.”
    Se lo meritano davvero e rallegriamoci per il “nostro” Fabrizio ormai per fortuna convalescente.

  4. È strano, Guardiana: credevo di aver ascoltato la puntata annunciata del 25 scorso, e invece era una vecchia trasmissione. Forse il podcast non è (ancora) online per i ritardatari (d’altronde, il 25 avevo decisamente di meglio da fare…)

    1. CimPy,
      avevano di meglio da fare perfino i FuFisti, se può consolarla, l’ho visto su e-cat news (che rimmel). Commosso dal futuro successo del chianti 1989 messo all’asta da Piantelli, l’MFMP molla il tubo di Celani e l’osso di Rossi.

  5. Cara Oca, leggo solo ora, che per un paio di giorni sono in vacanza (vabbeh, quasi, diciamo che non vado in ufficio e leggo più libri che paper).
    Il dottorato è invero molto bello! Farò girare! Non ho ben capito il collegamento con le ong. Me ne parli di più? Più tardi scarico l’articolo e me lo leggo e gridando “Cuba Libre!” te lo giro.

    1. Gvdr,
      Me lo hanno già mandato, grazie lo stesso –
      Per i Big Data & networks analytics su Oggi scienza cito Ebola perché è difficile non pensarci, ma questo potrebbe darti un’idea delle necessità, ma servono anche fuori dal disaster relief.

  6. Però che bel titolone “Micropower now produces about one-fourth of the world’s total electricity”
    degno dei titoloni analogamente fuorvianti e strillanti che si trovano sui giornali di tutto il mondo per richiamare l’ attenzione.
    Certo se invece di abboccare al titolo si guarda il grafico e ci si riflette un poco si scopre
    che in 13 anni di impetuoso sviluppo in tutto il mondo l ‘elettricità generata dall’ eolico ha superato abbondantemente il 2%, quella del fotovoltaico non arriva allo 0,5% ed il miniidroelettrico è cresciuto marginalmente nel periodo (nel senso che già nel 2000 era vicino al 2%).
    Di questo passo basteranno altri 50-100 anni et voilà anche se non si arriverà completamente alla decarbonificazione della produzione di energia (o almeno di quella elettrica) almeno si supererà il 50% di fonti microqualchecosa nel mix energetico globale.
    Ma basta accontentarsi
    o scambiare delle lucciole per delle lanterne.

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