Sotto le scarpe, la mia terra

Ormai scrivo solo in italiano e in inglese, di solito penso “ma patrie est sous la semelle de mes souliers”. Poi mi scade il passaporto e mi ricordo che non è vero.

Stamattina vado al consolato, mi fermo a leggere le scritte sul dazebao fuori, le frasi nei quaderni di condoglianze sul tavolo nella sala d’attesa. Mi commuovo, tanti stranieri capiscono il crèvecoeur che ci è venuto, anche se i media si rifiutano ostinatamente di dire il perché.

Non solo, nelle foto di domenica a Parigi tagliavano la testa della manif, i sopravvissuti di Charlie e i loro compagni, la sua motivazione e quella di tante altre in Francia e per il mondo: dire loro “siete noi, siamo voi”.

Non lo dicevano ai governanti che stavano 50 metri dietro, due o tre rispettosi della libertà di parola, il resto noto per incarcerare e uccidere umoristi, giornalisti, le loro fonti e i loro avvocati. Sappiamo bene che Hollande è l’erede di Mitterrand, quello che ha mandato agenti dei servizi segreti a far saltare con una bomba la Rainbow Warrior uccidendo il fotografo che era a bordo, tanto per dirne una.

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Passo in libreria Feltrinelli a ritirare Il Fatto che allega “Charlie Hebdo, journal irresponsable”. Copertina bella da piangere, lo sapevo già, ho i Kleenex a portata di mano.

In terza, Il Fatto pubblica le opinioni dei suoi vignettisti e il “Diverso parere” di Massimo Fini che sembra quasi satira anch’esso. Forse è vero che ai colleghi del Fatto

la roboante retorica del “Je suis Charlie” non costa niente

Lo spero, ma non ne sarei così sicura proprio per colpa dei controsensi di Fini:

La questione sta altrove. E’ da più di dieci anni che siamo all’attacco del mondo islamico. Afghanistan (2001), Iraq (2003), Somalia (2006/7), Libia (2011) e, dal ultimo, non contenti ci siamo intromessi, con bombardamenti e droni nella battaglia che l’ISIS sta giustamente combattendo nelle sue terre.

Abbiamo fatto “centinaia di migliaia di vittime in campo altrui,” perciò

Ora arriva il colpo di ritorno. Io mi ritrovo non nelle azioni, ma in una parte del “testamento postumo” di Amedy Coulibaly: “Tutto quello che facciamo è legittimo. Non potete attaccarci e pretendere che non rispondiamo. Voi e le vostre coalizioni sganciate bombe sui civili e sui combattenti ogni giorno. Siete voi che decidete quello che succede sulla Terra?  Sulle nostre terre? No.”

La “questione” sta in Francia che è nella NATO dal 2009. Sarkozy ha attaccato la Libia schierandosi con islamici anti-Gheddafi. Non eravamo mica d’accordo. Lo stato non aveva firmato alcun trattato di alleanza con gli anti-Gheddafi a nome nostro.

Ne aveva firmati negli anni ’60 con i governi (eletti) delle ex-colonie dell’Africa occidentale che abbandonava prive di una Difesa. Viste le guerre civili in corso in ex colonie altrui, Katanga anyone?, a me pacifista per il disarmo totale e immediato, un era parso normale (che si rispetti un trattato, intendo.)

Sì, il mio paese manda truppe a difendere le sue forniture di materie prime, ma anche a fermare invasioni accompagnate da stragi di civili che “non colpiscono il suo territorio” per dirla con Fini, perché – contrariamente a quanto afferma – “non ce ne siamo fregati”. E’ stata l’unica volta che la popolarità di Hollande ha smesso di declinare, fino a mercoledì scorso.

Non serve a niente ricordare i fatti su un blog, di una alla quale “fare giustizia” (1) poi… Li ricordo lo stesso. “Da oltre dieci anni” in Francia subiamo minacce e attentati contro scuole e centri culturali ebraici, sinagoghe, negozi kacher e – “colpo di ritorno” – contro scuole e centri culturali islamici, moschee, negozi halal, e luoghi di lavoro di cristiani, ebrei, musulmani e atei.

Minacce e attentati di francesi come Amédy Coulibaly, contro francesi come lui. E’ così difficile capire perché non accettiamo che l’ISIS decida cosa succede “sulle nostre terre”?

 (Anche Le Canard è minacciato di rappresaglie. Ride dell’ipocrisia dei cristiani e ci collaborava Cabu. Sul Guardian, un bel saggio di Roberto Saviano sul vivere sotto scorta.)

*

Les Charlots

(1) A proposito di scienza, satira e fatti parimenti invisi ai credenti, oggi il dott. Passerini ripesca slides presentate nel 2013 al Parlamento europeo da Konrad Czerski, un invitato abituale dell’ENEA anche alle CIFuF, famoso per credere che il riscaldamento globale in corso sia dovuto ai raggi cosmici (p. 3). Conclude giulivo:

Oggi le violazioni della barriera di Coulomb e le LENR si studiano persino dentro il “tempio” europeo delle alte energie, il CERN. Fuori dalle polemiche dei blog, senza pubblicità, con discrezione e competenza. Fidatevi di quel che dico.

Fidatevi come il signor Pagnini, e il dott. Passerini vi sarà grati di riconoscere che dice sempre la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità.

14 gennaio 2015 15:57
Grazie! :-D! Penso che tu che mi hai conosciuto di persona ti sei ben reso conto di quanto poco io sia uno alla ricerca di gratificazioni, e che non mi troverei mai a mio agio a spacciare per vero quel che so non essere vero. Sono anzi una persona fin troppo semplice: per vivere in pace con me stesso devo seguire le vie più sincere possibili.

Non guardate sul sito del CERN se c’è qualche esperimento di LENR e Czerski ne fa parte. O se, magari da esterno, partecipa a Cloud che si occupa di chimica fisica degli aerosol dopo aver cercato invano un’influenza dei raggi cosmici sulla formazione delle nubi e quindi sul clima.

Fidatevi.

10 commenti

  1. “Fidatevi. Non guardate”
    Un buon sottotitolo per tutta la fuffa (mica solo quella fredda)

  2. CimPy,
    Eppure si fidano. Pensano che al Cern hanno abbattuto la barriera di Coulomb a colpi di LENR, ma lo dicono solo a Passerini per paura di prendersi un Nobel, presumo.
    A proposito, forse lei se lo ricorda.. Passerini non aveva denunciato pubblicamente un CimPy perché scriveva sui blog durante gli orari di lavoro?

  3. Il tunneling attraverso la barriera coulombiana è noto dal 1928 quando Gamow lo utilizzò per spiegare il decadimento alfa. Non proprio breaking news.

  4. Che Coulibaly fosse francese non pare molto rilevante rispetto al fatto che fosse mussulmano, fanatico e indottrinato dai quei dottori islamici seminatori di odio che hanno così tanto successo anche da “noi”.
    Riguardo all’ IS, non ha la minima possibilità di decidere (se non in parte piccolissima ma sempre troppo grande, aiutando qualche fanatico ad ammazzare degli incolpevoli) ma non dovrebbe nemmeno essere difficile capire che tra migliaia di integralisti islamici presenti sul “nostro” territorio se ne trovano parecchi abbastanza fanatici da farsi ammazzare come “martiri” o “eroici combattenti” assassinando qualcuno dei “nostri” (che essi considerano “altri da loro”, ossia blasfemi e satanici occidentali che venerano il dio denaro ed il sesso e non rispettano nulla oppure mussulmani traditori e venduti al nemico come il povero poliziotto franco-algerino Ahmed) per vendicare le migliaia di morti innocenti che i bombardamenti delle guerre giuste (o spacciate dai “nostri” governi per giuste) hanno determinato come “effetti collaterali” su donne e bambini “loro”.

    1. alberto
      Che Coulibaly fosse francese non pare molto rilevante
      per noi francesi è molto rilevante, e anche per il nostro governo.
      Riccardo,
      già, mentre resta da dimostrare che la fusione fredda esiste e produce energia pulita gratis

  5. Può darsi che i francesi la pensino a maggioranza assoluta come lei, ma non ne sia così sicura.
    Solo che il punto, che spiego meglio, per quanto mi riguarda, era che la nazionalità dell’ assassino continua a sembrarmi di poca o scarsissima rilevanza per le vittime ed i famigliari delle vittime, anche e magari significativa non per la sua visione della Francia .
    Se il fanatico mussulmano avesse avuto nazionalità tedesca o spagnola o pakistana
    lei davvero crede che sarebbe cambiato qualcosa di sostanziale per i poveri vignettisti?

  6. Mi scuso per gli errori che rendono incomprensibile una frase:
    “ad “anche e” sostituire “anche se”;
    cancellare il “non” davanti a “per la sua visione”.

  7. Ricordo il fatto e ricordo di aver pensato: “Che bisogno c’è di prendersela col Profeta?” Oggi invece mi domando: “Che senso può avere uccidere in nome di una teologia?”
    Poi guardo mausolei, chiese, monumenti, movimenti, terre, mani e forse un senso c’è. Per nulla divino, però.
    Ps
    Guardiana, pare anche a molti di noi – e scusi il ritardo, ma alcuni sono in letargo, altri lavorano in orari strani e qualcuno s’ è persino stufato: il passero non ha tutto questo appeal. Io, per esempio, sono impegnato (ancora per un po’) in alta quota e mi faccio vivo solo di quando in quando.

    1. CimPy,
      Dopo due secoli di guerre fratricide tra cattolici e ugonotti, avevamo capito che non aveva senso.
      Fa bene a restare in alta quota, giù non cambia niente, i fedeli son sempre seduti sulla riva del fiume.

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