Domenicale

Sul New York Times, Oliver Sacks scrive che il cancro gli lascia pochi mesi da vivere con l’intensità di prima, ma anche con distacco. Glielo augurano tutti i suoi lettori, credo. Cita “My own life” di David Hume, al quale dice di non assomigliare, altra buona lettura domenicale per noi vecchietti.

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Il NY Times pubblica un’inchiesta di Greenpeace sui finanziamenti ricevuti da Willie Soon, un ingegnere aerospaziale che lavora part-time allo Harvard-Smithsonian e da anni pubblica ricerche farlocche sul clima, l’ultima con Christopher Monckton dalla rosa saracinesca:

He has accepted more than $1.2 million in money from the fossil-fuel industry over the last decade while failing to disclose that conflict of interest in most of his scientific papers. At least 11 papers he has published since 2008 omitted such a disclosure, and in at least eight of those cases, he appears to have violated ethical guidelines of the journals that published his work. (…)

The documents show that Dr. Soon, in correspondence with his corporate funders, described many of his scientific papers as “deliverables” that he completed in exchange for their money. He used the same term to describe testimony he prepared for Congress.

Chissà se i corporate clients di Judith Curry hanno pagato la sua testimonianza al Congresso. La buona notizia è che

Charles R. Alcock, director of the Harvard-Smithsonian Center, acknowledged on Friday that Dr. Soon had violated the disclosure standards of some journals. “I think that’s inappropriate behavior,” Dr. Alcock said. “This frankly becomes a personnel matter, which we have to handle with Dr. Soon internally.”

Viene automatico sospettare che le Big-qualcosa finanzino solo i risultati che desiderano. Non è sempre così: ricercatori pagati da Monsanto hanno confermato l’evoluzione accelerata della resistenza al Roundup, per esempio.

Per il clima, non ci sono ricercatori di buona reputazione in vendita. Willie Soon vende quella del suo datore di lavoro – con contratti firmati dal suo datore di lavoro, tra l’altro, per garantire che il prodotto verrà “consegnato”… –  la sua è seppellita dal 2003, sotto un paper assurdo con Sallie Baliunas pubblicato senza peer-review – per sostenere che il riscaldamento globale è dovuto all’attività solare, in declino da 20 anni…

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(Sembra di essere tornati negli anni ’60!)

Altra baraonda sui finanziamenti che influiscono o meno sui risultati, questa volta pagati da Big Tobacco all’università di Zurigo per il lavoro degli economisti Ashok Kaul (dell’Institut für Politikevaluation GmbH –  IPE – una spin-off dell’università di Saarbrücken) e Michael Wolf.

Philip Morris cerca di far abrogare la legge australiana che dal 2012 impone un’unica confezione per tutte le sigarette e impedire che altri paesi la adottino. In articoli non peer-reviewed del maggio e giugno scorso, Kaul e Wolf dicono (*) che non ha un effetto deterrente rilevabile su adulti e minorenni, un risultato presentato da Philip Morris come “non ha alcun effetto” sui media e al ministero britannico della sanità che ha in corso una “consultazione” sul pacchetto standardizzato.

(*) Ricerche indipendenti dicono il contrario.

Articoli inficiati da gravi errori statistici, ha scritto un gruppo di ricercatori sul British Medical Journal, e un’associazione antifumo svizzera ha chiesto al rettore di “ritrattarli”. In un comunicato stampa dell’IPE, i due prof hanno diffidato OxyMandie. Smetta di diffamarli insieme all’università di Zurigo, sottinteso “oppure…”

To be sure, tobacco is an unpopular industry and plain packaging a controversial political topic, but the data are the data and standard statistical methods remain the same regardless of the topic to which they are applied. We therefore welcome the initiative of the University of Zurich to ask an external expert to make an assessment of our studies and the criticisms leveled against them.

La risposta di Oxymandie è perfida. Non sospetta Kaul e Wolf o addirittura l’università di Zurigo di falsificazioni deliberate, come hanno scritto tanti quotidiani svizzeri, tuttavia

Dans la mesure où l’Université de Zurich et Philip Morris sont liés par un contrat qui précise que toute communication sur les études des deux professeurs ne peut pas se faire sans un accord préalable entre les deux parties, nous considérons que cette utilisation erronée des résultats des études engage la responsabilité de l’Université de Zürich. Outre leur caractère erroné et biaisé indiqué plus haut, les résultats des professeurs Wolf et Kaul ont été gravement déformés par la multinationale du tabac, qui les a présentés comme une preuve de l’inefficacité du paquet neutre.
Même si Philip Morris prétend que Kaul et Wolf ont confirmé cette version erronée de leurs résultats, même si les professeurs ont répété (dans leur réponse du 11 février) que cette présentation de leurs résultats par le cigarettier en donnait une image fidèle (« faithful characterization »), nous pensons qu’il reste cependant très probable que cette présentation trompeuse de leurs résultats ait été faite à leur insu par Philip Morris et que leur consentement n’a été que tacite.

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Il sito FactCheck che verifica le affermazioni dei politici americani, ha inaugurato a fine gennaio la sezione SciCheck

SciCheck will focus exclusively on false and misleading scientific claims that are made by partisans to influence public policy.

Da anni, si discute di un sito simile anche in Italia, ma occorre un redattore a tempo pieno e SciCheck è finanziato da una fondazione. Ne parlavamo ieri con amici, a proposito delle scie chimiche: ci sembra urgente e necessario per le presunte terapie – un medbunker, insomma, ma legato all’attualità e su un sito da promuovere fra i giornalisti –  più che per la FuF o i presunti complotti.

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