Settant'anni fa


Il Giappone ha commemorato l’anniversario di Hiroshima, ma ancora non riconosce che il governo dell’Imperatore, complice l’occupante americano, ha lasciato le vittime senza soccorsi, a quelle coreane ha addirittura negato l’accesso alla sanità pubblica. Rif. gli articoli John Hersey, Hiroshima, 1946 in open access, e il libro di Susan Southard, Nagasaki: Life after Nuclear War, 2015 (recensione).

*

O’s digest – Nature
Editoriale, copertina, cinque articoli e tre paper di virologia in open access, dedicati al successo del vaccino anti-Ebola, stando ai risultati preliminari del trial. Conclusione dell’editoriale:

As aptly conveyed by the trial’s French name, ‘Ebola, ça suffit!’ (‘Ebola, that’s enough!’), it is time to finish the job.
The job remains, because even if Ebola has faded from the headlines, it is far from over. Eighteen months after it began, the epidemic continues to cause 20–30 cases a week. It could flare up at any time or spread to as-yet-unaffected countries in the region, taking the situation back to square one. Although vaccines will need to be developed against the four other species of Ebola virus, the efficacy of this vaccine against the Zaire species — if confirmed — means that never again should an Ebola epidemic occur on the same scale as in West Africa.

– Alison Abbott descrive la “briciola” (1.500 micron cubici) di neo-corteccia murina simulata al computer in 3-D dal gruppo di Jeff Lichtman et al., Harvard, in sei anni di lavoro:
The team already has its eyes on a much bigger challenge: reconstructing a cubic millimetre of rodent neocortex — a piece of tissue around 600,000 times larger than the present achievement. The researchers will be doing this as part of a consortium that earlier this month received preliminary approval for major funding by the US government agency IARPA (Intelligence Advanced Research Projects Activity), which promotes high-risk, high pay-off research. The goal of the consortium, based at Harvard and at the Massachusetts Institute of Technology (MIT) in Cambridge, is to map the function as well as the anatomy of this tiny brain volume, while also working out how it computes information as an animal learns…

Alison non lo dice, ma ricostruire una briciola di cervello murino era lo scopo del progetto europeo Blue Brain, diretto da Henry Markram dal 2005, che non ci è ancora riuscito. Vediamo come se la cava Markram con la simulazione dell’intero cervello umano, adesso che non dirige più lo European Human Brain Project, ma solo la parte informatica

– Chris Cesare raccoglie opinioni e dubbi sulla superconduttività dello stanene, l’equivalente per lo stagno del grafene per il carbonio, appena realizzato da fisici cinesi, ma attesa di conferma;
– Daniel Cressey raccoglie solo dubbi su esperimenti e modelli che dovrebbero simulare l’effetto sugli ecosistemi marini dell’acidificazione degli oceani, dovuta alle emissioni di CO2;
– Almut Arneth invece parla bene del modello climatico di Davies-Barnard et al. che incorpora i cambiamenti della vegetazione. Non che sia perfetto, ma

Their study will therefore stimulate and challenge scientists to account for land-use and land-cover change much more realistically than is done at present.

Sarebbe urgente, anche se i quattro scenari per le emissioni di gas serra e quelli per l’uso delle terre dipendono da scelte economiche e politiche che rendono difficile stabilire una margine di incertezza.

– bell’articolo di XioZhi Lim sulla sintesi chimica “verde e lenta” studiata alla McGill di Montreal, a partire da idee pubblicate molti anni fa su Angewandte Chemie (poi cerco la rassegna…) dal gruppo di Dario Braga e Fabrizia Grepioni all’UniBo.

Oltre ai paper su Ebola, segnalo quello di network science sulla “influenza collettiva” di certi nodi all’apparenza debolucci, dei fisici Flaviano Morone e Hernán Makse del CUNY, anticipato on line un mese fa (com. stampa).

Non ci capisco niente, ma Albert-László Barabási dice che con qualche ritocco l’algoritmo taglia-nodi infettivi sarà utile in epidemiologia e sicurezza cibernetica perché porterà a una “demolizione ottimale dei network”…

***

Rimmel del giorno

Il dott. F***i  continua a negare l’evidenza, e chiede:

Siamo d’accordo sul fatto che il calabrone di Renzi è quel simpatico insetto nero che vola rumorosamente e che conduce una vita da biovegano convinto?

Dubito che gli interlocutori lo siano, avendogli già spiegato e rispiegato che “quel simpatico insetto” è un’ape e il calabrone una vespa.

Se poi in certi posti si preferisce chiamarlo bombo cambia poco.

Cambia perché significa confondere api e vespe e inventarsi la bufala renziana del (presunto) bombo che “fatica a volare” per accusare a torto il cowboy e CimPy di sbagliare:

In Toscana il bombo è l’ape con la pelliccia, anch’esso biovegano. Io sto con i Toscani. Quello cattivo è il bofonchio che ammazza i bombi e li mangia.

In Toscana di solito sanno che il bombo e l’ape legnaiola hanno la pelliccia: chiamano bofonchio il calabrone che non ce l’ha.

80 commenti

  1. Stiamo alle foto. In Toscana l’ape legnaiola viene chiamata calabrone, il calabrone viene chiamato bofonchio.
    L’insetto evocato in Giappone da Renzi è l’ape legnaiola. Ha usato il termine calabrone come farebbe ogni Toscano che si rispetti. In Toscana se chiedi informazioni sull’ape legnaiola ti guardano per capire se sei di città o di campagna o se hai voglia di sfottere.

    1. Camillo,
      In Toscana l’ape legnaiola viene chiamata calabrone, il calabrone viene chiamato bofonchio.
      Ti smentiscono le foto, gli entomologi, i dizionari e i toscani che non confondono le api con le vespe come fate tu e Renzi.
      Ti sei anche smentito da solo:
      La Xylocopa (ape legnaiola, ndr) ha un corpo molto tozzo e pesante; si vede che fatica a volare, perché ondeggia nell’aria e procede a bassa velocità.
      Appunto, il bofonchio/calabrone è glabro e con l’addome affusolato, come tutte le vespe, vola più molto veloce delle api e dei bombi.
      I bofonchi, hai scritto,
      Sono veramente pericolosi
      Appunto bis, i calabroni sono predatori che attaccano anche in gruppo e molto velenosi; la Xylocopa/ape legnaiola no.

  2. Camillo, ma non doveva ovcuparsi solo di cose che sa? Lo dico per lei, lasci perdere la famiglia Apoidea.
    “La Xylocopa ha un corpo molto tozzo e pesante; si vede che fatica a volare, perché ondeggia nell’aria e procede a bassa velocità.” <- è sicuro di essere così esperto da valutare le performance di volo di un insetto a occhio? Perché, in realtà, le Xylocopa si spostano per procacciarsi la pappa molto più di tante altre api, per dirne una.
    http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1046/j.1365-2656.2002.00641.x/pdf
    Dovremmo avvisare gli entomologi delle sue osservazioni.

  3. @ Camillo
    Stiamo alle foto. In Toscana l’ape legnaiola viene chiamata calabrone, il calabrone viene chiamato bofonchio.
    L’insetto evocato in Giappone da Renzi è l’ape legnaiola. Ha usato il termine calabrone come farebbe ogni Toscano che si rispetti.

    Interpretazione interessante.
    Intende dire che il presidente del consiglio italiano, in trasferta in importante paese quasi agli antipodi del nostro, si sarebbe espresso in toscano?
    Ma avra’ avvertito gli addetti al protocollo che non dovevano trovargli un traduttore italiano/giapponese ma un traduttore toscano/giapponese?
    E come mai non vedo mai i sottotitoli in italiano quando fa i suoi discorsi (a questo punto, devo presumere) in toscano?
    Comunque, se quello che dice fosse corretto, il nostro presidente del consiglio avrebbe commesso almeno tre errori:
    – un primo, nel confondere calabrone con ape legnaiola
    – un secondo, nell’attribuire al calabrone una leggenda metropolitana che ha per protagonista il bombo
    – un terzo (ed e’ questo quello grave), nel credere a tale leggenda.
    Non che cambi molto, ma per carita’ di patria, sosterro’ che ha commesso solo gli ultimi due.
    Comunque, come dice lei, “stiamo alle foto”.
    Ipotizzare, dopo aver visto le foto dei soggetti in questione, che sia l'”ape legnaiola” (e non il “bombo”) ad aver generato la leggenda, vuol dire non aver capito il punto che ne e’ alla base e, quindi, non aver letto con la dovuta attenzione il chiarissimo post da cui siamo partiti.
    Se poi non vuol credere a me, a Cimpy, a Oca Sapiens, a Giancarlo (IbeC), ad Ashburncowboy, alla pagina italiana di wikipedia (o a quella inglese, o a quella francese, o a quella spagnola, o a quella danese, o a quella svedese)… be’… in onore dei suoi trascorsi nella terra di Goethe, spero che almeno credera’ a quella tedesca.

  4. Ma poi, “biovegano”? Ma cosa caspita significa “biovegano”? Una ape e’ “biovegana”? Visto l’amore di Camillo per il toscano sara’ un neologismo Dantesco.

  5. Si equivoca nell’equivoco, secondo me.
    Renzi ha letto un libro del 2012 (o almeno ha letto il titolo e una recensione del medesimo, che il tempo è denaro….) che parlava proprio di Pmi e calabroni.
    Sbaglierò, ma il Premier non ha fatto alcuna ricerca sui calabroni, sui bombi e sulla bufala “la Scienza dice che certi insetti che volano non possono volare”, al limite ha cercato qualcosa sulle Pmi – era di quello che doveva parlare ai nipponici (mica di api, fiori, impollinazione e difficoltà di assetto in volo)
    Peccato perché la sua citazione si è rivelata basata su un’autentica bufala (persino nella traduzione) e quindi rischia pure di avere un effetto boomerang sul tentativo di magnificare le Pmi.
    Ora, il Cowboy se l’è presa con la bufala anche (e forse soprattutto) sul lato zoologico – evidentemente per lui non ci sono dubbi su cosa sia un calabrone e di conseguenza sul fatto che nessuno ne abbia mai potuto mettere in dubbio le capacità acrobatiche, con quel fisico da pugile che si ritrova.
    Invece chi – come anche il sottoscritto – confondeva bombi e calabroni o – come altri – api legnaiole e calabroni – che si mettesse sotto la lente “un calabrone” intendendo con il termine un altro insetto, ci poteva stare. Che poi i bombi fossero il vero nodo della questione e non le api legnaiole (che, per quanto cicciottelle, non hanno un rapporto “superficie alare-massa” così svantaggioso) dimostra solo che le bufale si diffondono facilmente anche perché a fermarle bisogna essere molto precisi. E che in tanti abbiamo o avevamo in testa un’idea di Calabrone parecchio lontana dalla classificazione corretta.
    Ma il punto è
    1) i calabroni volano (e pure i bombi, che sono altre bestie)
    2)”la Scienza” non ha mai detto che non possono
    3)*un* “esperto di aerodinamica” (per aerei normali dell’epoca) nei pressi della prima guerra mondiale ha fatto due conti (sbagliati perché erano sbagliati i dati del problema e per giunta la formula esatta non era nemmeno quella)
    4)Nonostante abbia capito in breve la principale causa del suo errore, ci sono voluti più di 60 anni per dimostrare inequivocabilmente come si sarebbe dovuta affrontare la faccenda.
    5)ancora oggi c’è gente che, su quell’errore di applicazione di principi corretti alla situazione sbagliata, ci marcia. Di base è gente che non si è studiata la faccenda, per cui non sa che si riferisce al bombo e che è una bufala che si basa su un accadimento estemporaneo di un tale a cui, probabilmente, uno zoologo voleva fare le scarpe (e gli è anche riuscito).
    6)A Renzi serviva uno slogan, lo ha trovato nel libro del 2012. Peccato lo slogan fosse una patacca.
    7)Adesso so che il calabrone è una vespa e che “la Scienza dice” che sia lui che il bombo possono volare, anche se a chiarire come facesse il bombo s’è dovuta impegnare un po’.
    Grazie Cowboy. Renzi resta bocciato, ma magari le Pmi si salvano nonostante tutte quelle insufficienze

  6. Dio bono! Non toccatemi la Xylocopa! Come l’oca sa ne sono un estimatore (lo so, lei preferisce la melanogaster).
    Elegante, mite, per farsi pungere bisogna proprio farla arrabbiare (non credo basti darle del calabrone), e la sua puntura non è particolarmente dolorosa e nemmeno tossica.
    In più pare favorisca le figlie femmine garantendo loro alloggi migliori e più sicuri.

  7. @Giovanni
    Elegante, mite, per farsi pungere bisogna proprio farla arrabbiare
    Sono delle paste d’insetti. Una volta un calabrone (mi lasci usare il termine che uso da sempre) si infilò in un guanto da giardiniere. Mi punse, ma solo per avvertirmi di andarci piano. Venne fuori da solo tranquillamente e volò via. Bellissimi quando sono tutti gialli di polline e ronzano su un albero di nespolo giapponese in fiore, per loro un richiamo irresistibile. E’ musica. Purtroppo a Tirrenia le disinfestazioni dissennate li stanno decimando.
    C’è qualche meridionale che ci dice come chiamano la Xylocopa?

  8. E perché non chiedere ad un entomologo, invece, cosa sia “calabrone” e cosa “bombo”? O hanno ragione quelli che, forti di una diffusa cultura popolare, cambiano il posto di qualche elemento chimico nella tavola periodica?

    1. Giovanni,
      la Xylocopa è molto simpatica, ma secondo me la più elegante è l’Osmia lignaria.

      Camillo,
      C’è qualche meridionale che ci dice come chiamano la Xylocopa?
      se intendi dire calabrone, in siciliano e in calabrese si dice lapuni.

      CimPy,
      O hanno ragione quelli che, forti di una diffusa cultura popolare, cambiano il posto di qualche elemento chimico nella tavola periodica?
      Certo, basta che in toscano si chiami bonfonchio.

  9. @ cimpy
    E perché non chiedere ad un entomologo, invece, cosa sia “calabrone” e cosa “bombo”? O hanno ragione quelli che, forti di una diffusa cultura popolare, cambiano il posto di qualche elemento chimico nella tavola periodica?
    Un entomologo potrebbe darci un parere un pochino piu’ autorevole (be’… enormemente piu’ autorevole del mio) ma credo non userebbe termini da non esperti come “ape”, “calabrone”, “vespa” o “bombo” (che non identificano singole specie (“calabrone” a parte) ma, grezzamente, insiemi di specie) bensi’ etichette fin troppo precise come (per fare degli esempi, tra le altre) “apis mellifera”, “vespa crabro”, “vespula vulgaris” o “bombus terrestris”, col rischio di confonderci ulteriormente.
    Un esempio evidente di questo rischio e’ un Franchini che chiede a Giancarlo (IbeC) “Bombo? Se lo chiamano bombo, come chiamano il bombo terrestre? Resta senza nome, lo guardano e tirano via?”
    E’ evidente che non ha capito che “bombo” e’ il termine che i non addetti ai lavori usano per identificare un’intera famiglia di imenotteri, costituita da un’unico genere che, a sua volta, e’ costituito da oltre 250 specie diverse, di cui 45 (fonte wikipedia) presenti in Italia, tra le quali il “bombus terrestris”.
    Da non addetto ai lavori, non mi appassiono per i dettagli della questione (anche se riconosco che, per gli addetti ai lavori, la corretta classificazione e’ fondamentale) e neppure la diatriba sulle differenze regionali mi entusiasma.
    Piu’ interessante stabilire quale sia la specie (ma forse dovremo accontentarci del genere) che ha ispirato la leggenda.
    Mi sembra evidente (come mette bene in evidenza il cowboy) che la dimensione ridotta delle ali del “bombo” (di una delle tante specie che viene grezzamente identificata con questo nome) — in proporzione alla dimensione del corpo — e’ la fonte primaria di ispirazione. Mi sembra altrettanto evidente che il “calabrone” (“vespa crabro”) non ha ali ridotte e quindi non puo’ essere fonte di ispirazione.
    Intitolare al “calabrone” la leggenda in questione non puo’ che essere stato a causa di un errore di traduzione, come ha bene evidenziato Oca Sapiens. Cosa che non dovrebbe stupire neppure Franchini, al quale non puo’ essere sfuggita (nel suo campo di specializzazione) la frequenza allarmante con cui, negli ultimi anni, traduttori maldestri rendono in italiano “nitrogeno” l’originale inglese “nitrogen”.

  10. @ocasapiens
    basta che in toscano si chiami bonfonchio.
    Attenzione, la definizione univoca si fa in latino; in lingua volgare e moderna qualsiasi termine è legittimo.
    Per questa ragione, quando faccio la guida WWF uso il termine latino Periploca graeca invece di “topa” come fanno i pisani. Periploca graeca non lascia dubbi anche a chi non è pisano. In Toscana Topa è un termine un po’ sdrucciolevole, che preferisco evitare.
    Ha ragione CimPy, bisognerebbe leggere la nota di quel fisico in lingua originale. A noi italiani l’insetto è arrivato come “calabrone”, ma nessuno sa a che bestia si riferiva; forse lo sanno i suoi nipoti.

    1. E.K. Hornbeck,
      traduzione: e non parliamo di silicone per silicio.
      Tra l’altro nel libretto russo della Fiaba dello zar Saltan, il principe si trasforma in bombo, ma stando alle traduzioni italiane e inglesi, nel poema di Pushkin si trasforma in zanzara, in quelle francesi a volte in bombo a volte in calabrone.

      Camillo,
      la definizione univoca si fa in latino
      dipende dagli interlocutori e basta farsi capire. Diciamo tutti ape invece di Apis mellifera mellifera, o A. mellifera ligustica al. Fra apidologi o apicoltori, conviene usare la sottospecie come sostantivo: “le ligustiche sono meno aggressive delle carniche”
      bisognerebbe leggere la nota di quel fisico
      Secondo May Berenbaum (il top e non si discute…) il fisico Jacob Ackeret non c’entra. La bufala nasce dal Vol des insectes, 1934, una dispensa dell’entomologo Antoine Magnan che insegnava meccanica animale applicata all’aviazione. Inizia con
      Tout d’abord poussé par ce qui se fait en aviation, j’ai appliqué aux insectes les lois de la résistance de l’air, et je suis arrivé avec mon assistant M. (André, ndr) Sainte-Laguë à cette conclusion que leur vol est impossible.
      E’ una battuta, ovviamente, dopo fa il confronto tra un aereo (un Morane Saulnier, o simile) e un bourdon, Bombus terrestris. Anche “assistente” era una battuta, Sainte-Laguë era un matematico famoso per via del sistema proporzionale alle elezioni, si usa il suo metodo anche qui credo.
      p.s. 8 agosto 2015 alle 3:52 pm
      Rricopi
      Lippi11-3: Sbandiva il gallo apportator del giorno/la notte, nera più di un calabrone
      ripeti sbagliando:
      Nero come un calabrone::
      Come se le esigenze della metrica fosse quelle di una corretta nomenclatura zoologica. Una fonte scientifica che sia una non sei capace di trovarla?
      Calabrone è propriamente Vespis crabro.
      Oh, ci sei arrivato lo stesso, il calabrone è questa vespa gialla, rossa e nera
      Però non c’entra con le considerazioni del nostro sapiente degli anni 30.
      Bravo.
      Allora non resta che ricorrere alla definizione comune di calabrone che indica la Xylocopa e non il Bombus terrestris.
      LOL, non c’eri arrivato.

  11. @ Camillo
    A noi italiani l’insetto è arrivato come “calabrone”, ma nessuno sa a che bestia si riferiva; forse lo sanno i suoi nipoti.
    I nipoti dell’insetto?
    Se la leggenda e’ nata negli anni ’30, anche i nipoti saranno morti da decenni.
    Facezie a parte, ha finalmente focalizzato il punto cruciale: “a noi italiani l’insetto e’ arrivato come […]”.
    Ipotizzare che potesse trattarsi di un’ape legnaiola poteva avere un minimo di ragionevolezza se la leggenda fosse nata qui in Italia; sopratutto se in Toscana.
    Ma sapendo che questo non e’ avvenuto, continuare a ipotizzarlo vuol dire perseverare nel fare un errore al quadrato: moltiplicare (1) l’errore di traduzione da “bumblebee” a “calabrone” per (2) l’errore di attribuzione del nome di “calabrone” a una “Xylocopa violacea”.
    Quanto alla sua ipotesi secondo la quale “nessuno sa e che bestia si riferiva”, per falsificarla e’ sufficiente seguire i link che le ho proposto il 6 agosto: le pagine di wikipedia italiana (persino l’italiana! nonostante il problema con il “calabrone”), inglese, francese, tedesca, spagnola, danese e svedese sono concordi nell’indicare il bombo (e mi sono limitato a cercare nelle versioni nelle quali potevo individuare l’argomento senza ricorrere al traduttore di San Google). Quindi potremo avere dei problemi a identificare la specie esatta, ma su famiglia e genere possiamo essere ragionevolmente certi.

  12. @ Oca Sapiens
    traduzione: e non parliamo di silicone per silicio
    Giusto: anche questo mi sembra sia sempre piu’ frequente.
    Tra l’altro nel libretto russo della Fiaba dello zar Saltan, il principe si trasforma in bombo, ma stando alle traduzioni italiane e inglesi, nel poema di Pushkin si trasforma in zanzara, in quelle francesi a volte in bombo a volte in calabrone.
    Questo un po’ mi consola: non siamo solo noi italiani a dover subire traduzioni… come dire?… poetiche?

  13. @ocasapiens
    Lippi11-3: Sbandiva il gallo apportator del giorno/la notte, nera più di un calabrone
    ripeti sbagliando:
    Nero come un calabrone

    Colpa mia tipografica. “Nero come un calabrone” è una definizione a conforto, niente a che fare con Lippi, che è invece una citazione.
    Mi serviva per dimostrare a CimPy che molti Italiani hanno un’idea di calabrone diversa dalla sua, che riserva rigorosamente ai vesponi. Trattandosi di nomenclatura non scientifica, è inutile che si impunti. Uno può dire di avere visto un’ape legnaiola; lo stesso insetto può essere definito calabrone da un altro. A complicare le cose, un vespone (bofonchio) può essere definito calabrone. Quello però non ci interessa, perché il suo volo è silenzioso e non ispira i musicisti.

  14. Il vespone è il calabrone.
    L’ape legnaiola è più piccola di un bombo e ha, in proporzione, ali più grandi. L’insetto apparentemente più svantaggiato è il bombo.
    Dovunque si parla di bumble bee, meno che, studiosi del settore a parte, in Italia.
    In Italia, studiosi a parte, “calabrone” è tutto quello che non somiglia ad un’ape o ad una vespa – mica vuol dire che bisogna per forza perseverare nell’errore: ad un certo punto si può anche imparare che “calabrone”=”vespone”, e quando si intenda qualcuno della famiglia delle api si fa un primo sbaglio.
    Se poi si parla di “difficoltà a spiegarne il volo” su sfida/proposta di un biologo, bisogna cercare l’insetto col peggior rapporto apertura alare/dimensione.
    I bombi arrivano a 2,5/3 cm, rivaleggiando in dimensioni col suo “bofonchio”. E hanno ali in proporzione più piccole dell’ape legnaiola.
    Pare facciano anche un rumore niente male quando volano, che diventa acuto quando entrano nei fiori.
    Serve altro?

  15. @ camillo
    Uno può dire di avere visto un’ape legnaiola; lo stesso insetto può essere definito calabrone da un altro.
    Se la mette in questo modo, un terzo puo’ definire quell’insetto “autotreno”.
    Perche’ no?
    “Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d’avere il suo profumo se la chiamassimo con altro nome”?
    Solo che c’e’ un piccolo, piccolissimo problema: se attribuissimo a chiunque la liberta’ di assegnare le etichette che desidera a quello che gli pare, annulleremmo la capacita’ di capirci reciprocamente.
    Un effetto “torre di Babele” elevato all’ennesima potenza.
    Fortunatamente esiste una lingua condivisa che permette, in maniera imperfetta ma con una certa ragionevolezza, di intenderci l’un l’altro. Esistono dei riferimenti (dizionari, Accademia della Crusca) per fotografare la lingua di uso comune, per risolverne i dubbi e per riconoscerne e normarne le evoluzioni, piu’ o meno spontanee. Esiste una ragionevolezza semantica diffusa che farebbe prendere a pernacchie l’anarco-linguista che volesse chiamare “autotreno” l’insetto di cui sopra.
    Quindi e’ verissimo che uno potrebbe definirlo “ape legnaiola” e un altro “calabrone”. Solo che almeno uno dei due sbaglierebbe.
    E non e’ questione di nomenclatura scentifica; si tratta di puro e semplice buon senso.
    Mi serviva per dimostrare a CimPy che molti Italiani hanno un’idea di calabrone diversa dalla sua,
    A parte il fatto che l’uso che fa del verbo “dimostrare” e’ troppo disinvolto (almeno per una persona che aspirerebbe a definirsi “di scienza”), lei sarebbe al piu’ in grado di mostrare che alcuni italiani sbagliano.
    E CimPy non e’ tra questi.

  16. @E.K.H.
    Se la mette in questo modo, un terzo puo’ definire quell’insetto “autotreno”.
    Potrebbe accadere, se quel signore parla alla sua comunità.
    In Emilia nino, ninin, ninein, ninat, nimel rappresentano lo stesso animale. Di che si tratta sa solo la comunità che ha adottato quei termini. Ninat e nimel sono usate in province diverse. Per un contadino emiliano di anni fa, l’anatra era una “ciana”.
    Dobbiamo renderci conto con disappunto che il fisico svizzero ci ha lasciato nei dubbi più severi se dell’insetto non ha lasciato la definizione scientifica latina. Del resto si trattava di una conversazione conviviale; non ci ha mica fatto una pubblicazione.
    Peccato che non siamo riusciti a risolvere la questione con soddisfazione di tutti.

    1. Camillo,
      A complicare le cose, un vespone (bofonchio) può essere definito calabrone. Quello però non ci interessa, perché il suo volo è silenzioso e non ispira i musicisti.
      E insisti pure
      Il titolo inglese dell’opera di RK è Flight of the Bumblebee. Siccome l’insetto che che vola con ronzio è la Xylocopa, Bumblebee corrisponde a Xylocopa. Il Bombo terrestre è silenzioso come un’ape; non c’entra.
      Non ne azzecchi una. Oltre all’entomologia e all’inglese, forse ti conviene lasciar perdere la musicologia? Il calabrone ispira musicisti di ogni genere.
      se quel signore parla alla sua comunità.
      Appunto, tu parlavi a CimPy, Ahsburn, Giovanni, Giancarlo (IbeC), oca sapiens ecc. che davano la “definizione scientifica latina”.
      il fisico svizzero ci ha lasciato nei dubbi più severi
      Non era un fisico svizzero, ma lo zoologo francese A. Magnan che ha fatto una pubblicazione e lasciato la “definizione scientifica latina”.

  17. @ camillo
    Potrebbe accadere, se quel signore parla alla sua comunità.
    A istinto, una comunita’ che chiamasse “autotreno” un insetto meriterebbe una sonora spernacchiatura dalla cittadinanza tutta ma… si’… potrebbe legittimamente accadere.
    Il punto pero’ e’ proprio quel “alla sua comunita’”.
    Quando provassero a usare la parola “autotreno” al di fuori della propria comunita’, commetterebbero un errore.
    Come lei quando sostiene che una “Xilocopa violacea” puo’ essere correttamente etichettata come “calabrone” nell’intera comunita’ dei parlanti italiano.
    In Emilia nino, ninin, ninein, ninat, nimel rappresentano lo stesso animale.
    Finquando quei termini vengono usati nel contesto dei dialetti emiliani, l’uso e’ assolutamente corretto.
    Se qualche emiliano sostenesse che il “maiale” puo’ essere definito, anche nella lingua italiana, con quei termini… sarebbe in errore.
    Peccato che non siamo riusciti a risolvere la questione con soddisfazione di tutti.
    Sono arrivato alla conclusione che sia impossibile risolvere, con soddisfazione di tutti, una questione che la vede coinvolto.

  18. “Uno può dire di avere visto un’ape legnaiola; lo stesso insetto può essere definito calabrone da un altro”
    Potersi si può anche chiamare cavalli i rinoceronti. Resta un errore lo stesso pure se lo facesse la maggior parte dei toscani.

  19. @ocasapiens
    A. Magnan che ha fatto una pubblicazione e lasciato la “definizione scientifica latina”.
    Non lo sapevo; che insetto ha studiato?

  20. @Cimpy
    Potersi si può anche chiamare cavalli i rinoceronti. Resta un errore lo stesso pure se lo facesse la maggior parte dei toscani.
    La definizione di rinoceronte è scientifica; uno di loro si chiama Diceros bicornis. In Zimbabwe lo chiamano come credono meglio, in Italia pure. Lei stesso ha ammesso che aveva una sua definizione per la Xylocopa violacea, certamente appreso dal gruppo sociale cui appartiene, legittimo come qualsiasi altro.
    Se lo facesse il maggior numero dei Toscani dovrebbe preoccuparsi, perché i Toscani sono maestri riconosciuti di lingua. Per questo io faccio sempre riferimento al Battaglia. Se trovo come frase fatta nero come un calabrone, vado tranquillo.

    1. Passanti,
      Scrive Camillo
      Per questo io faccio sempre riferimento al Battaglia. Se trovo come frase fatta nero come un calabrone, vado tranquillo.
      La frase citata dal Battaglia dice “più nero di un calabrone”, come già obiettato inutilmente.
      i Toscani sono maestri riconosciuti di lingua.
      Battaglia era siciliano, infatti, e il Toscano Camillo contraddice il Toscano Camillo:
      la definizione univoca si fa in latino… Per questa ragione, quando faccio la guida WWF uso il termine latino Periploca graeca invece di “topa” come fanno i pisani.
      Ma va tranquillo con “frasi fatte”, quali rosso come un peperone si presume, e non legge quello che altri gli scrivono o lo travisa, come nel caso del Battaglia.

      CimPy,
      Pare facciano anche un rumore niente male quando volano, che diventa acuto quando entrano nei fiori
      ronzano, stridono, frusciano tutti – bombi, api, vespe – anche da fermi, nei fiori per scuotere il polline dagli stami, a casa per raccontare com’è la situazione fuori. Pare che l’Apis cerana cerana cinese sia capace di imparare il ligure (?) dall’Apis mellifera ligustica.

      Ten. F.Allace
      Ben tornato!

  21. @oca sapiens

    Non era un fisico svizzero, ma lo zoologo francese…

    La cosa si complica: uno zoologo francese non poteva conoscere le leggi della fisica che giustificano il volo del calabrone. E’ materia per fisici e ingegneri aeronautici.

  22. @ camillo
    Non lo sapevo; che insetto ha studiato?
    Il che evidenzia, ancora una volta, che lei non legge quello che altri le scrivono.
    Non si stupisca poi se non riesce a risolvere le questioni che la coinvolgono “con soddisfazione di tutti”.
    La cosa si complica: uno zoologo francese non poteva conoscere le leggi della fisica che giustificano il volo del calabrone. E’ materia per fisici e ingegneri aeronautici.
    Forse la cosa le e’ sfuggita ma qui stiamo proprio ragionando su un’applicazione errata delle leggi della fisica.

  23. Bombo-bombolone-bombardino-bombardella
    SERGENTE!
    COMANDI SIGNOR TENENTE!
    Basta! Ci stanno menando per il naso!
    Signorsì!

    Dolo-dolone-dolina-dolomia-dolomite-dolente-doglianza
    AAHHHHH!

    Entropia-entrobordo-entroterra
    LI FACCIA SMETTERE HA CAPITOOO!

    Neutro-neutrone-neutrino-neutronio-neutrale
    NON SE NE PUO’ PIU’! CAXXO! Forza, mimetica anfibi e zaino pieno di mattoni, trenta giri di campo MARSCH! TAMBURINO!
    COMANDI!
    PASSO DI MARCIA!
    SIGNORSI’!
    Tum
    tum
    tututum tututum trututum trum trum
    trum tuturututrum turututrum tum tum
    turutum-trututum turutum-trututum trututum tum tum
    trututum trututum trutum tum tum
    Tamburino non ci siamo, RITMO!
    SIGNORSI’!
    Trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum trrrutututum
    TAMBURINO!
    COMANDI!
    PIU’ VARIATO!
    SIGNORSI’!
    Struuututum stu-tum struuututum stu-tum trumtuturututumstrutum
    Bene. SQUADRA! A tempo, can-tare! TROMBA!
    COMANDI!
    CONTRAPPUNTO!
    SIGNORSI’!
    Il pesce volante pescione e pescino secondo la scienza ma non può volar TUTURUTUTRUM
    però però però PEREPEPE’
    Il pipistrello pipone e pipino secondo la scienza ma non può volar TUTURUTUTRUM
    però però però PEREPEPE’
    L’aeroplano e one e ino secondo la scienza ma non può volar TUTURUTUTRUM
    però però però PEREPEPE’
    E pure il bombo e one e ino secondo la scienza ma non può volar TUTURUTUTRUM
    però però però PEREPEPE’
    e le Dolomiti PEPEREPEPE’
    a passo di marcia PEPEREPEPE’
    se ne scendono al mar STRUTUTUTUM.

  24. “uno zoologo francese non poteva conoscere le leggi della fisica che giustificano il volo del calabrone. E’ materia per fisici e ingegneri aeronautici.” <- Oh, non poteva proprio. Neanche se le avesse studiate. Passave un tale e "pac!", piallava memoria e testa zoologa con un randello.
    Lasciate perdere quel paracarro di Camillo, dalle rape non si cava sangue. E, per altro, secondo il suo stesso metodo, essendo Camillo un chimico, non ha voce in capitolo in questa discussione di entomologia, fisica e storia.

  25. Per dire, quello zoologo non le poteva proprio sapere, manco se avesse insegnato mécanique animale appliquée à l’aviation au Collège de France per un decennio. Ma nemmeno se avesse diretto il laboratoire d’aviation à l’Ecole pratique des Hautes Etudes…
    Oca, dovreste selezionarle più attentamente le cattedre in Francia: non v’eravate accorti che Magnan era uno zoologo? Non poteva conoscere le leggi della fisica, ipse dixit Camillo!

    1. Gvdr,
      dovreste selezionarle più attentamente le cattedre in Francia
      eh lo so, ci voleva uno come “l’ottimo Masiero”, ma eravamo rimasti senza.

  26. @ Gvdr
    secondo il suo stesso metodo, essendo Camillo un chimico, non ha voce in capitolo in questa discussione di entomologia, fisica e storia.
    E non dimentichiamo la linguistica comparata.
    Comunque, Camillo dispone di un metodo a geometrie variabili che gli F14 gli fanno un baffo.
    La discriminante e’ se l’interlocutore e’ o meno d’accordo con lui.
    Se questo non la pensa come lui, puo’ avere quattro lauree, due dottorati, tre master, un premio nobel, qualche centinaio di pubblicazioni nel campo in questione ma non sara’ certamente autorevole. Noi non sappiamo, a priori, per quali motivi ma lui qualcuno lo trovera’.
    Se, al contrario, l’interlocutore e’ d’accordo con le sue tesi, puo’ anche essere un illustre sconosciuto, privo di qualsivoglia diploma (di laurea o anche di scuola superiore), puo’ aver superato la quinta elementare solo al quarto tentativo, esprimersi in maniera stentata in un qualsivoglia linguaggio (non necessariamente identificato) ma se (per fare un esempio) all’asilo ha costruito un aereoplanino di carta che e’ riuscito a percorrere almeno 6 centimetri prima di schiantarsi rovinosamente sul pavimento… be’… questi certamente e’ un esperto di aerodinamica e di meccanica dei fluidi il cui parere e’ certamente piu’ significativo dell’interlocutore precedente.
    Corollario di questo secondo punto e’ che il parere di Franchini — almeno quando riesce a essere coerente con se stesso (e questo, come ci ha dimostrato anche oggi, non e’ un vincolo da poco) — e’ autorevole su *qualsiasi* argomento. Dalla psico-semantica comparata dei linguaggi degli imenotteri alla filatelia tardo-sumera.

  27. P.P.S. Cari passanti, a parte che per Camillo, non ci sono dubbi sulla traduzione di “Bumblebee” e sul suo significato in Inglese (sia british che US, NZ, Canadese, Australiano, …).
    Dice l’Oxford Dictionary:
    Bumblebee /?b?mb(?)lbi?/
    A large hairy social bee which flies with a loud hum, living in small colonies in holes underground. Also called humble-bee.
    Genus Bombus, family Apidae: many species
    La Xylocopa Violacea fa parte della sottofamiglia delle Xylocopinae, il bumblebee (bombo da noi in Italia, tranne che, pare, a casa di Camillo) alla sottofamiglia delle Apinae.
    Ancor piu’ importante, nessuna di queste bestiole ha alcuna difficolta’ a volare. Lo fanno da ben prima che Camillo dicesse la sua ultima sciocchezza.

  28. Va bene, però non è il dottor Franchini a mettere in dubbio le capacità della Scienza di capire volo di certi insetti – il suo dubbio riguarda anzitutto il nome degli insetti (e in subordine dimensioni e colore), mentre il problema principale sembra sia che non voglia modificare conoscenze anche non corrette (ci si sarà affezionato).
    Sarebbe già qualcosa se comunque cominciasse a pensare al bofonchio come ad un calabrone – e poi magari un giorno al bombo come al…bombo(!).

  29. Beh, il Leonardo ci informa anche che “La Xylocopa ha un corpo molto tozzo e pesante; si vede che fatica a volare, perché ondeggia nell’aria e procede a bassa velocità.”. Cioe’, si vede proprio che fatica a volare. Vola, ma piu’ perche’ si vergogna a prendere il bus che altro. Se fosse per la Xylocopa, lei si sposterebbe coi mezzi pubblici, ma al giorno dopo sono mal frequentati, e allora le tocca ondeggiare nell’aria e procedere a bassa velocita’. Mica si e’ adattata al volo per ?309 Ma. che scherziamo?

  30. D’in su la vetta della torre antica,
    O Bombo solitario, alla campagna
    Ronzando vai finchè non more il giorno,
    E ronzi e non ti togli dalle palle.
    Odi rane gracchiar, frusciar serpenti;
    Gli altri Bombi contenti a gara insieme
    Per lo libero ciel fan mille giri.
    Volare vola, fin da prima degli Assiri,
    Pur bofonchiando come un bimotore.
    Di quel Bombo che si legge sui papiri,
    Gli uni negan che ronzi, gli altri che voli,
    Non gli dàn simpatia, gli tiran sassi;
    E tanti, affinché trapassi
    Intanto che bottina il più bel fiore.

  31. @CimPy

    Sarebbe già qualcosa se comunque cominciasse a pensare al bofonchio come ad un calabrone – e poi magari un giorno al bombo come al…bombo(!).
    Il bofonchio è un termine valido come “calabrone giallo” o “vespone.”
    Se Magnan non ha fornito la definizione latina, restiamo con i soliti bumblebee, bourdon, e altre definizioni nazionali o regionali. Forse ocasapiens può riportare l’intero passaggio di Antoine Magnan.
    Siamo d’accordo che si tratta di divagazioni da spiaggia, ma sarebbe interessante conoscere il nome latino dell’insetto che ha turbato Magnan.
    Circa il filmato che ci ha segnalato, è d’accordo che si tratta dell’Ape legnaiola? Faccia caso al forte ronzio e alla forza con cui arriva al centro del fiore, se ha dei dubbi.

  32. @Ocasapiens
    Come tutti possono vedere, il filmato segnalato da CimPy mostra un Bombus terrestris, non la Xylocopa violacea, in italiano Ape legnaiola..
    Come tutti possono vedere, il filmato mostra una Xylocopa violacea, in italiano Ape legnaiola.
    Tutta gente di città che non sa distinguere un asino da un cavallo, vero?

  33. Scusate, ho ripetuto una frase. Cancellate nella seconda e terza riga da “Come” a “legnaiola”.

  34. @ Camillo
    Come tutti possono vedere, il filmato mostra una Xylocopa violacea, in italiano Ape legnaiola.
    Scusi ma, nonostante il pregresso, non riesco a credere a quello che leggo.
    Mi sembra eccessivo persino per lei.
    Ci puo’ confermare?
    Lei sostiene che l’insetto inquadrato da questo filmato e’ una Xilocopa Violacea?
    Ovvero che appartiene alla stessa specie dell’insetto inquadrato da questo?
    Tutta gente di città che non sa distinguere un asino da un cavallo, vero?
    Per quanto mi riguarda: quasi e no.
    Quasi: al 99% cresciuto in citta’.
    E no: l’1% rimanente (con l’aiuto di occhi malandati ma ancora decentemente funzionanti) mi permette di distinguere asino da cavallo.
    Potrei confondere mulo con asino o bardotto con cavallo ma non (in assenza di profonda alterazione etilica) asino con cavallo.
    Il misero 1% non cittadino non mi permette di identificarli con certezza e con precisione, ma mi porta a dire che se lei davvero sostiene che i due insetti, dei filmati di cui sopra, fanno parte della stessa specie… o siamo di fronte a uno straordinario esempio di dimorfismo sessuale, o lei ha urgente bisogno di fissare un appuntamento con un oculista. E, se sul suo computer funziona l’audio, anche con un otorino.
    Se lei non avesse piu’ volte mostrato di disprezzare il rispetto della parola data, avrei quasi voglia di farci una scommessa.

  35. Macché, la lettura selettiva di Camillo è preoccupante. Per sostenere la sua tesi copia ed incolla la definizione dell’Oxford Dictionary, ma dimentica una riga su tre, quella in cui il dizionario specifica genere e famiglia del bumblebee, rispettivamente Bombus e Apidae.
    Per maggior conferma, faccia la prova con http://www.sciname.info/
    “Bumblebee” si trova nel nome di molti animali: da dei pesciolini (qualche specie di ghiozzo) a dei minuscoli pippistrelli (Craseonycteris thonglongyai), ma identifica UNICAMENTE insetti del genere Bombus. Nessun calabrone, nessun bofonchio (o come caspita lo chiamano in dialetto toscano), nessuna ape legnaiola.
    Cosa vuol fare Camillo, riscrivere l’inglese a suo piacimento?

  36. Non ho certezze granitiche – fino a ieri chiamavo “calabrone” qualsiasi insetto non vespide e non chiaramente ape, con predilezione per quelli cicciotti, quindi non sono certo un esperto. Ma la violacea e il bumblebee del filmato da me postato mi paiono parecchio diverse.
    D’altronde, Franchini, se lei fosse davvero più esperto di me circa gli insetti, non avrebbe mai chiamato “calabrone” qualcosa che somiglia più ad un’ape che ad una vespa.
    Controprova: cosa sarebbe un “bombo”, per lei?

  37. Quella del video è una Xylocopa virginica (non violacea). Direi femmina visto che non ha il “cappello” (una macchia più chiara sul muso), o almeno non mi pare di averlo visto.

  38. P.S. La differenza più vistosa con un bombo è il sederino liscio e nero. Della violacea, vistosamente, non ha le ali ma, in compenso, quella “corona” gialla.

  39. L’altra differenza vistosissima e’ che il bombo non fa i nidi scavando nel legno. 😉 Ne’ la Xylocopa fa i nidi nel terreno.

  40. Di passaggio, pare che anche la Treccani non sia stata scritta interamente da Toscani:
    Vi si dice chiaro che il termine “calabrone” si abbina ad una vespa (e in particolare alla vespa crabro).
    O forse dietro quella pagina c’è la mano di un Pisano

  41. @ Gvdr
    Quella del video è una Xylocopa virginica (non violacea).
    In effetti, mi sembrava avesse le ali un po’ troppo grandi per essere un bombo.
    Ma con tutte le specie di bombi che ci sono… non ci avrei certo messo la mano sul fuoco.
    Si’: Xylocopa Virginica mi convince.
    Del resto, non poteva essere una Xylocopa Violacea, dal momento che il video e’ stato girato a Toronto (a meno che Franchini non abbia pagato l’aereo a una Violacea per farla apparire in un video canadese).

  42. @ Camillo
    Come tutti possono vedere, il filmato mostra una Xylocopa violacea, in italiano Ape legnaiola. […] Tutta gente di città che non sa distinguere un asino da un cavallo, vero?
    @ Gvdr
    Quella del video è una Xylocopa virginica (non violacea)
    Franchini, anche lei e’ cresciuto in citta’?
    Confondere una Xylocopa Violacea con una Xylocopa Virginica e’ un errore isomorfo al confondere un asino con un cavallo.

  43. Per gli amanti della musica, “Il volo del calabrone” nell’originale di Rimskij-Korsakov e’ ????? ?????. ????? e’ il bombo, genere bombus. Non e’ qualsiasi apide, non e’ un calabrone, non e’ una vespa, non e’ una bicicletta ne’ una fetta di formaggio. E’ un bombo: https://ru.wikipedia.org/wiki/%D0%A8%D0%BC%D0%B5%D0%BB%D0%B8 (chiedetelo ad un conoscente russo, io l’ho fatto con due colleghi).
    La traduzione italiana e’ imprecisa come sono imprecise (o completamente differenti) molte traduzioni di titoli di romanzi, film, opere musicali, … E piu’ precisi sugli animali non sono i detti: o dovremmo forse pensare che il coccodrillo pianga dopo aver divorato una preda, il cigno canti prima di morire, gli elefanti abbiano paura dei topolini e i corvi portino sfortuna?

  44. @gvdr
    La traduzione italiana e’ imprecisa
    Solo il calabrone nero produce il loud hum che attirò l’attenzione di RK. La traduzione mi sembra perfetta.

  45. RK titola l’opera ????? ?????. (Vegi gli spartiti)
    ????? e’ un insetto del genere bombus. (Vedi un dizionario russo)
    Calabrone NON e’ un insetto del genere bombus. (Vedi quanto ha detto Camillo fino ad adesso, un vocabolario, la Treccani, …)
    DUNQUE ????? NON e’ un Calabrone. (Vedi un manuale di logica)
    Ma all’arroganza di Camillo gli fa un baffo la logica, i dizionari, la scienza.

    1. Gvdr,
      abbiamo già provato, ma secondo Camillo R-K non sapeva il russo bene come lo sa lui, idem il francese, l’inglese ecc.
      gli fa un baffo la logica, i dizionari, la scienza.
      E la coerenza. E’ cominciato con la bombolina e la “compressione elettrochimica” che non significa “compressione elettrochimica”, poi è peggiorato.

  46. Camillo ci chiede dall’altro blog, come mai si chiamera’ in Italiano l’imenottero a cui Rimskij-Korsakov ha dedicato quel pezzo di opera?
    Caro Camillo, basta consultare un vocabolario: il russo ????? si traduce “bombo”, in italiano.
    I bombi sono questi: http://www.youtube.com/watch?v=GMI0B7_0qwU (e, come dice il video, non sono calabroni).
    I bombi producono un forte ronzio, che si puo’ sentire qui: http://www.youtube.com/watch?v=WJa6CpttBHw
    Ronzio che fanno anche per scaldare il nido, facendo vibrare le ali: http://www.youtube.com/watch?v=YdB-d1cglOM
    In veneto ed in trentino li ho sempre sentiti chiamare bombi. In tutti i paesi anglossassoni sono noti come bumblebee: insetti del genere Bombus. Nella traduzione letteraria, l’episodio si chiama “Il volo del bombo”.

    1. Gvdr,
      Camillo ci chiede dall’altro blog
      ma ripete da una settimana la traduzione corretta è “calabrone” e finora non ha mai ammesso di sbagliare.

  47. @gvdr

    In veneto ed in trentino li ho sempre sentiti chiamare bombi.

    Va più che bene, anche in Emilia qualcuno li chiama bombi. Me l’ha detto una signora modenese in spiaggia.
    L’importante è che, in riferimento alla composizione di RK, per bombi si intendano insetti che emettono un loud hum. Con il genere Xylocopa ci siamo. Poi si possono definire come la tradizione locale stabilisce; va benissimo anche lapuni, come sembra si chiamino in Sicilia.
    L’errore di Cimpy è di voler associare univocamente un nome italiano a un singolo insetto. La classificazione scientifica è solo in latino. Nelle altre lingue, e soprattutto nei dialetti, c’è la massima libertà.
    In ogni caso Antoine Magnan si occupava di insectes, plurale, non di un insetto specifico.

    1. passanti,
      In ogni caso Antoine Magnan si occupava di insectes
      Nella realtà Magnan si occupava di meccanica animale: insetti, uccelli, pesci….
      Nel Vol des Insectes si occupa di insetti specifici di cui il bourdon, che in francese indica il genere Bombus finché il massimo entomologo/linguista/astronomo/geologo/(omissis) vivente F***i non dimostra il contrario su rivista peer-reviewed.

  48. Genere bombus. Xylocopa non è chiamato ????? dai russi. ????? significa bombus.
    E i bombi, genere bombus, ronzano. Si rassegni, scenda da quello specchio.

  49. Camillo: “Il calabrone del genere Bombus è questo:” <- No, quella è una ape legnaiola (la chiami pure "calabrone nero", se preferisce, o "cavallo" o "frigorifero") del genere Xylocopa. No genere bombus, si genere xylocopa.

  50. @ Ocasapiens
    E la coerenza. E’ cominciato con la bombolina e la “compressione elettrochimica” che non significa “compressione elettrochimica”, poi è peggiorato.
    Infatti.
    E, probabilmente, il Tenente F. Allace puo’ aiutarci a capire perche’ si oppone, con tanta pervicacia, a negare al bombo quello che e’ del bombo.
    Bombo-bombolone-bombardino-bombardella… e bombolina.
    Ho il sospetto che il trauma che ha subito con la verifica sperimentale sulla bombolina di palladio lo porti ad avere un rifiuto inconscio nei riguardi di tutto quello che ha un’assonanza con “bombolina”.
    E questo, un po’, mi dispiace. Poiche’, anche se vedrei come una cosa positiva una sua rinuncia all’uso della bombardella (con tutto l’opportuno rispetto alla professionalita’ della Squadra Mortai) e anche a quello del bombardino (riducendo quindi il rischio di venir appellato come “vecchio trombone” dagli osservatori superficiali), la rinuncia al bombolone (personalmente adoro quelli alla crema) sarebbe una grossa privazione che non augurerei a nessuno.
    Mi azzardo quindi a suggerirgli (ma si’… diamogli un consiglio… tanto, per ripicca, non lo seguira’ mai) di usare termini tedeschi (Krapfen e Hummeln) che dovrebbero consentirgli di evitare qualsivoglia assonanza con la traumatizzante Fläschchen.
    Quanto alla vicenda dell’etichetta “compressione elettrochimica”, da affibbiare o da non affibbiare al fenomeno la cui entita’ lo ha brutalmente preso a calci nelle terga, e’ abbastanza paradigmatica del suo modo opportunista di ragionare.
    Oggi e’ paladino dell’anarchia semantica che lo porta ad affermare che l’uso di qualsiasi termine (purche’ non latino) e’ corretto per descrivere un qualsivoglia insetto; ieri si lamentava dell’etichetta “compressione elettrochimica” assegnato a un fenomeno e ne negava energicamente la liceita’ dell’uso.
    Peccato che era sull’entita’ del fenomeno, e non sul nome da attribuirgli, che aveva scommesso la propria reputazione professionale: “Non chiedo a Celani di produrre 10000 atmosfere; me ne basterebbero 50 per chiudere questo blog per la vergogna di avere commesso un clamoroso errore di elettrochimica.
    Peccato che per mesi aveva insistito a definire “compressione elettrochimica in cella aperta” il fenomeno descritto da Celani che il gruppo GSVIT cercava di replicare.
    Oggi si “accontenta” di una frase di Mario Massa, che parla di compressione elettrochimica a cella chiusa.
    Peccato che abbia dimenticato quest’altra frase, sempre di Massa, con la quale questi gli chiedeva delle pezze d’appoggio per negare al fenomeno in questione l’etichetta di “compressione elettrochimica”:
    uso il tuo stesso principio: dimostrami citandomi un sacro testo o una pubblicazione su rivista qualificata che il termine “compressione elettrochimica” identifica in modo univoco la compressione in cella elettrolitica chiusa e GSVIT cambia il termine in tutto il report. In caso contrario rimane com’è.
    Mi sembra che il report GSVIT continui a parlare di “compressione elettrochimica”; presumo, quindi, che il F#@ñ¢?*ñ* non sia riuscito a trovare pezze d’appoggio convincenti.
    Mi rimane giusto un dubbio: e’ lui che “poi è peggiorato” o siamo noi che poi ci siamo resi conto di quanto sia inaffidabile e incoerente?

    1. Traduzione di bourdon: bombo e calabrone.
      in francese calabrone =frelon, genere Vespa (guêpe) no Bombus no Equus no Frigidarius

      E.K. Hornbeck,
      e’ lui che “poi è peggiorato” o siamo noi che poi ci siamo resi conto di quanto sia inaffidabile e incoerente?
      pensavo al tentativo di fare disinformazione lessicale, altri problemi c’erano da prima

  51. @gvdr
    No genere bombus, si genere xylocopa.
    Ho fatto riferimento alla traduzione che ho riportato nel mio blog oggi alle 8:39 pm.
    Ocasapiens: bourdon, che in francese indica il genere Bombus
    Traduzione di bourdon: bombo e calabrone.

  52. Camillo, ma cosa c’entra la traduzione dal francese di Bourdon! Rimsky-Korsakov mica scriveva in francese! ????? e’ bombo, genere bombus. Non e’ la xylocopa che hai mostrato nella foto. Non e’ un calabrone. E’ un bombo. Smettila di frignare e di arrampicarti sugli specchi, alla tua eta’ e’ disdicibile.

  53. “Ho fatto riferimento alla traduzione che ho riportato nel mio blog oggi alle 8:39 pm.”
    Nel suo blog ha riportato la foto di una Xylocopa violacea, genere Xylocopa, affermando “Il calabrone del genere Bombus è questo:”.
    Per altro, ha commesso un illecito (e una vigliaccata): quella foto non e’ sua, ma e’ di Antonio Picascia, ed e’ coperta da copyright. Lei l’ha riprodotta senza citarne la fonte ne’ fornire un link all’originale. Picascia, per altro, la identifica correttamente quella bestiola. http://naturewatch.org.nz/taxa/124145-Xylocopa-violacea

  54. @ Camillo Franchini
    A correzione di un suo intervento su Fusione Fredda, in evidente risposta al mio precedente commento a questo post (intervengo qui, anche in considerazione del fatto che lei mi censura sul suo blog).
    Non sono io a mettere in evidenza le incertezze di Mario Massa
    Neanch’io.
    Non confonda le proprie illusioni con incertezze altri.
    Evidentemente Mario Massa a un certo punto ha capito la differenza che esiste tra compressione elettrochimica e compressione per asimmetria del catodo.
    Non ho controllato se il testo del report è stato modificato

    Era banale controllare e io l’ho fatto: nel report leggo ancora di “compressione elettrochimica”. A partire dal titolo.
    Il che mi fa pensare che il gruppo GSVIT sia ancora del parere che l’espressione “compressione elettrochimica in cella aperta” sia corretta per descrivere il fenomeno che hanno evidenziato. Espressione da lei usata nella sfida che ha lanciato a Celani il 19 aprile 2013. E in molte (molte!) altre occasioni in seguito (veda riferimenti nel mio precedente intervento; altri a richiesta).
    Il che mi fa pensare che lei, come sua abitudine, non abbia fornito alcun elemento significativo per far loro cambiare idea.
    Lei ritiene forse che io sbagli, a riguardo, nell’interpretare il pensiero del gruppo GSVIT ?
    Puo’ essere. E sono pronto a ricredermi nel caso dovessi leggere una smentita da parte di Mario Massa o di qualche altro membro del gruppo. Ma mi permetta di considerare irrilevante, a riguardo, una smentita da parte Camillo Franchini.

  55. @E.K.H
    Il che mi fa pensare che il gruppo GSVIT sia ancora del parere che l’espressione “compressione elettrochimica in cella aperta” sia corretta per descrivere il fenomeno che hanno evidenziato.
    Spero non sia così, perché avrebbero commesso un grave errore di disinformazione scientifica. Apprezzabile comunque Mario Massa che alla fine distingue tra compressione elettrochimica ed effetto di asimmetria. Meglio tardi che mai. Quello è il nodo della questione.
    Trattandosi di elettrochimica, non gli conveniva coinvolgere un chimico in quell’esperimento? Forse l’hanno fatto, ma non si conosce il suo nome.
    Per quel che ho capito, i rapporti con Celani furono esclusivamente telefonici; Massa non ha esaminato o sperimentato la cella di Celani. Credo che non l’abbia nemmeno vista, l’avrebbe scritto. A me quel comportamento appare strano.

    1. Camillo,
      Spero non sia così
      Sai per certo che è così e che avevi sbagliato proprio la stima della pressione raggiungibile per “effetto asimmetria” (che nel rapporto c’è).
      avrebbero commesso un grave errore di disinformazione scientifica.
      La stai facendo tu da anni ormai. Come fa notare E.K. Hornbeck, non sei riuscito a trovare
      un sacro testo o una pubblicazione su rivista qualificata che il termine “compressione elettrochimica” identifica in modo univoco la compressione in cella elettrolitica chiusa
      Adesso scrivi
      Apprezzabile comunque Mario Massa che alla fine distingue tra compressione elettrochimica ed effetto di asimmetria
      Mario Massa lo ha fatto dall’inizio discutendone con te sul tuo blog, ma – visti i risultati – glielo hai rimproverato:
      Manca drammaticamente cultura chimica. L’esperimento avrebbe dovuto riguardare le rivendicazioni dei 22, non la misura di un effetto di asimmetria. Non è stato fatto, hanno preferito cercare l’asimmetria, ovvia, anche se non valutabile a priori.
      Da chimico, sei stato tu a valutarla a priori.
      Massa non ha esaminato o sperimentato la cella di Celani
      Perché avevi detto a lui e a GabriChan di costruirne una usando il brevetto di Arata.
      A me quel comportamento appare strano.
      A me e altri il tuo appare disonesto. D’altronde non ci aspettiamo da te alcuna onestà intellettuale, ci hai già spiegato che è solo roba da preti

  56. @ Camillo
    Spero non sia così, perché avrebbero commesso un grave errore di disinformazione scientifica
    Se e’ cosi’, pesantemente corresponsabile di tale disinformazione e’ proprio lei che, per mesi (prima di risultati dell’esperimento), ha insistito a distinguere tra “compressione elettrochimica in cella chiusa” e “compressione elettrochimica in cella aperta” senza negare a quest’ultima l’utilizzo dell’etichetta “compressione elettrochimica”. Link a richiesta.
    Comunque, faccio mio l’invito di Mario Massa: ci porti delle pezze d’appoggio (testi universitari o articoli scientifici in riviste prestigiose) che esplicitino che l’etichetta “compressione elettrochimica” vale per il caso della cella chiusa e che non deve, in nessun modo, essere usata per il caso della cella aperta.
    In assenza, Camillo Franchini e’ solo ed e’ smentito persino da Camillo Franchini.
    Apprezzabile comunque Mario Massa che alla fine distingue tra compressione elettrochimica ed effetto di asimmetria. Meglio tardi che mai. Quello è il nodo della questione.
    Non mi sembra che faccia questa distinzione.
    Nel brano che lei riporta mi sembra che consideri l'”effetto asimmetria” come *spiegazione* della “compressione elettrochimica in cella aperta”, contrariamente al caso della “compressione elettrochimica in cella chiusa”.
    Non mi sembra che neghi la validita’ dell’etichetta “compressione elettrochimica” al caso della cella aperta.
    Si riferisce a un altro brano?
    Trattandosi di elettrochimica, non gli conveniva coinvolgere un chimico in quell’esperimento? Forse l’hanno fatto, ma non si conosce il suo nome.
    Si conosce: il suo nome Camillo Franchini; questi li ha aiutati nella progettazione dell’esperimento (potremmo quasi dire che gliel’ha commissionato).
    Per quel che ho capito, i rapporti con Celani furono esclusivamente telefonici; Massa non ha esaminato o sperimentato la cella di Celani. Credo che non l’abbia nemmeno vista, l’avrebbe scritto
    Spero per lei che stia solo facendo finta di aver dimenticato questo aspetto.

  57. “Me l’ha detto una signora modenese in spiaggia”
    A me un signore bolognese in montagna ha detto che si può fare fusione fredda col nickel.

  58. @Camillo
    Nell’esperimento di Mario non c’è nessun effetto di asimmetria. E’ solo il combinato disposto di due equilibri termodinamici differenti. Uno all’intero ed uno all’esterno. Il palladio li mette in comunicazione per diffusione.
    E non potrebbe essere altrimenti; l’ho spiegato più volte e non intendo tornarci su. Ed è proprio compressione elettrochimica in cella aperta, peraltro brevettata nei primi ’50, anche se tu ignori tutto quello che non ti piace.
    Nessuno di noi crede che nella cella di Arata ci possa essere fusione fredda, ma da qui a dire che la compressione in quelle condizioni è impossibile (come dicevi tu) ce ne corre.

  59. @ Camillo
    Lei chiede a Giancarlo (IbeC)
    Mi sai spiegare a bocce ferme perché non avete chiesto a Celani di usare la sua cella?
    Non so che ne pensa Giancarlo, ma le ricordo che era disponibile un brevetto; e che partendo da quello, Massa e’ riuscito a fare meglio di Celani (per di piu’, lavorando in economia).
    Mi sembra quindi evidente che, per verificare la possibilita’ della compressione elettrochimica in cella aperta, l’uso della cella di Celani fosse assolutamente irrilevante.
    Ogni dietrologia è lecita.
    Bene.
    Allora le esplicito una delle mie, di dietrologie.
    Lei non era per nulla interessato alla compressione elettrochimica in cella aperta ma provava solamente il desiderio di umiliare e deridere Celani.
    Perche’ per lei era, ed e’, una questione squisitamente personale (ora anche contro Massa e il gruppo GSVIT) e l’aspetto scientifico non le interessava allora come non le interessa adesso.
    L’ossessivo interesse per la cella di Celani, manco fosse una reliquia taumaturgica, e’ una prova evidente in questo senso.
    E, per favore, la smetta di rendersi ridicolo lamentandosi degli “argomenti ad hominem” contro di lei.
    Degli argomenti ad hominem” lei e’ l’indiscusso ma
    estro.

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