Ancora sul nucleare

Oggi sul Guardian, Naomi Oreskes chiama l’appello pro-centrali nucleari di alcuni climatologi una nuova forma di denialism. Mi sembra molto ingiusto, al massimo è una forma di cherry-picking degli studi sui costi e benefici, d’altronde non è il loro ramo.

Scrive:

After the signing of a historic climate pact in Paris, we might now hope that the merchants of doubt – who for two decades have denied the science and dismissed the threat – are officially irrelevant.
But not so fast. There is also a new, strange form of denial that has appeared on the landscape of late, one that says that renewable sources can’t meet our energy needs.
Oddly, some of these voices include climate scientists, who insist that we must now turn to wholesale expansion of nuclear power. Just this past week, as negotiators were closing in on the Paris agreement, four climate scientists held an off-site session insisting that the only way we can solve the coupled climate/energy problem is with a massive and immediate expansion of nuclear power. More than that, they are blaming environmentalists, suggesting that the opposition to nuclear power stands between all of us and a two-degree world.
That would have troubling consequences for climate change if it were true, but it is not. Numerous high quality studies, including one recently published by Mark Jacobson of Stanford University, show that this isn’t so. We can transition to a decarbonized economy without expanded nuclear power, by focusing on wind, water and solar, coupled with grid integration, energy efficiency and demand management. In fact, our best studies show that we can do it faster, and more cheaply.
The reason is simple: experience shows that nuclear power is slow to build, expensive to run and carries the spectre of catastrophic risk. It requires technical expertise and organization that is lacking in many parts of the developing world (and in some part of the developed world as well). As one of my scientific colleagues once put it, nuclear power is an extraordinarily elaborate and expensive way to boil water.
The only country in the world that has ever produced the lion’s share of its electricity from nuclear is France, and they’ve done it in a fully nationalized industry – a model that is unlikely to be transferable to the US, particularly in our current political climate. Even in the US, where nuclear power is generated in the private sector, it has been hugely subsidized by the federal government, which invested billions in its development in order to prove that the destructive power unleashed at Hiroshima and Nagasaki could be put to good use. The government also indemnified the industry from accidents, and took on the task of waste disposal – a task it has yet to complete. (…)

Faster and more cheaply, appunto. Anni fa a Milano Jim Hansen, pro-centrali di nuova generazione, prevedeva 20 anni per la ricerca e sviluppo di un prototipo funzionante. Vanno aggiunti altri 10-15  per la costruzione dei primi reattori. A condizione che i finanziamenti siano adeguati, se ne riparla tra trent’anni e nel frattempo?

Il problema – secondo me – è che dai tempi di Vannevar Bush, nessuno riesce a prevedere la catena di ricerca fondamentale e di innovazione tecnologica che porta a una svolta. Basti pensare, nelle telecomunicazioni per esempio, a quello che è successo alle fibre ottiche con il wireless. E, francamente, rispetto ai modelli climatici, quelli economici sono indietro di 60 anni.

Se è vero che serve un “Progetto Manhattan” per l’energia pulita, dovrebbe iniziare con una stima paese per paese di costi e benefici delle varie fonti disponibili oggi. Non solo per frenare i cambiamenti climatici, ma per lo sviluppo sostenibile, per i diritti umani – possibile che non importino a nessuno?

Sono d’accordo con le critiche di Naomi O. alla retorica pro-nucleare che dà “la colpa agli ambientalisti”. In realtà anche le Ong umanitarie sono “colpevoli” della diffusione del solare, dell’eolico e del micro-hydro power. Sono più attente alle innovazioni in generale, al bisturi laser a energia solare per esempio, al calo dei costi perché hanno pochi soldi, alla rapidità perché quando ricevono un grant da una fondazione o da un ente internazionale devono spenderlo in tre anni, cinque al massimo.

Le Ong come Action Aid vogliono rafforzare i pezzi di società civile esistenti o sopravvissute ai conflitti per tentare di creare o ricreare un patto sociale, una fiducia tra amministratori pubblici e amministrati (accountability) anche rispetto alle centrali nucleari. Poi ci sono Ong e fondazioni che vogliono creare un mercato nel quale anche i poveri agiscono invece di subire o di essere esclusi. Di renderli dei partecipanti nel mercato dell’energia insomma.

Semplifico, la divisione del lavoro è meno nitida ovviamente. E poi gli economisti sperimentali sono ancora pochi e sperimentano da poco, ma almeno con le rinnovabili possono farlo subito. Così hanno dimostrato che i clean cooker a biomassa o i forni solari non sono affatto una soluzione universale, ma solo in certi contesti culturali.
Be’, la chiudo qui per oggi, comunque non mi sento in “colpa”. Fonte della foto.

***

Divertenti: l’articolo dell’economista Jeffrey Sachs a proposito del Wall Street Journal che inganna i lettori; e del Guardian su Donald Trump che ha perso l’ennesimo processo per impedire la costruzione di eoliche in Scozia, perché le vede dal suo campo da golf e gli dà fastidio. A proposito di “cogliere ciliegie” come fanno congressisti eletti con i soldi di Big Oil & Coal per negare l’aumento della temperatura globale, a Washington l’autunno è così mite che sono rifioriti i ciliegi, suscitando parecchie battute.

*

Su Nature oggi, tanta roba. Il titolo in copertina “Gender Gap” si riferisce alle salmone dell’Atlantico che crescono vivono più a lungo dei salmoni, grazie all’espressione di un singolo gene.
Da non perdere, l’articolo di Megan Scudellari “The science myths that will not die”, sottotitolo

False beliefs and wishful thinking about the human experience are common. They are hurting people — and holding back science.

Ne ha scelti cinque:

  • gli screening salvano vite per tutti i tipi di tumori;
  • gli antiossidanti fanno bene, i radicali liberi fanno male;
  • gli esseri umani hanno un cervello eccezionalmente grosso;
  • gli individui imparano meglio se si usa il loro stile di insegnamento preferito;
  • la popolazione umana cresce esponenzialmente (e finisce male)

Alexandra Witze riferisce di una ricerca della Global Lake Temperature Collaboration presentata in anteprima al conferenza dell’AGU

From Baikal to Tahoe, the world’s lakes are warming quickly — by about 0.3 ºC each decade on average, according to a new global synthesis of lake temperature data. The heat-up may be already triggering major ecosystem shifts, from harmful algal blooms to declining fish populations.

Come i ghiacciai, alcuni laghi sono in contro-tendenza:

Yet the study’s authors, who tracked lake temperatures from 1985 to 2009, also found that some lakes bucked this global trend, and cooled during this time. That could be because of land-use changes, such as trees growing back in once-cleared areas and shading the lakes, or glaciers that are melting and feeding frigid water into nearby lakes.

*

Forse interesserà CimPy e Andrea un’altra ricerca sull’incidenza rispettiva dei fattori interni ed esterni nei tumori. E’ una risposta a un paper di Tomasetti et al. su Science, molto criticato per il metodo statistico e un cherry-picking che finivano per attribuire un ruolo prevalente alla “sfortuna”:

We made the conservative and yet conventional assumption that errors occurring during the division of cells, being routes of malignant transformation, can be influenced by both intrinsic processes as well as extrinsic factors. ‘Intrinsic processes’ include those that result in mutations due to random errors in DNA replication, whereas ‘extrinsic factors’ are environmental factors that affect mutagenesis rates (such as ultraviolet (UV) radiation, ionizing radiation and carcinogens). For example, radiation can cause DNA damage, which would primarily result in deleterious mutations with functional consequences on cancer development only after cell division. Therefore, extrinsic factors may act through the accumulation of genetic alterations during cell division to increase cancer risk.

Commento di Heidi Ledford.

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LOL del giorno
L’onnisciente AB scrive su “Fusione fredda” a proposito di calorimetria

Comunque ho l’impressione che qui lei ed altri non avete le idee chiare su questi aspetti e questo mi preoccupa e mi fa sempre più ritenere che i così detti “fusionisti” siano spesso più capaci di voi nel comprendere la realtà.

La comprendono così bene che dal 1926 non riescono a fare una misura riproducibile da altri, e perfino da se stessi.

*

Belle e suggestive

Le  mappe del complottismo e della disinformazione su FaceBook, fatte da Matteo Pavanati “per imparare a usare Gephi“. (h/t cdv)

Agg. 02/08/2021: il sito di Matteo Pavanati non c’è più.

27 commenti

  1. “[…] iniziare con una stima paese per paese di costi e benefici delle varie fonti disponibili oggi”.
    Questa frase riassume bene quello che ho chiamato il mio pragmatismo. Il nucleare và evitato il più possibile per i noti problemi e rischi, ma non è una malefica opera di Satana in persona; se e ove necessario (ma aspetto ancora che qualcuno mi convinca) si fa buon viso a cattivo gioco. Quello che non vorrei sentire sono le posizione estreme e pregiudiziali, nucleare in nessun caso e da nessuna parte e nucleare essenziale e comunque meglio di eolico etc., le trovo entrambe miopi.

  2. E’ il motivo per cui il gioco sia cattivo che sfugge, perché in tal caso stai applicando una pregiudiziale, anzi IL pregiudizio, pure tu.
    PS: indirizzi email sbagliatiiii

  3. Sofismi retorici, Andrea, trovo che non sia questo il modo di discutere sull’enorme problema dell’energia.

  4. Non mi pare mica tanto sofismo.
    Non vedo francamente motivo per “evitare il piu’ possibile” il nucleare rispetto ad altre fonti.
    E parole del genere impostano il discorso in modo sbagliato proprio come non e’ modo di discutere di un problema, partendo da preconcetti.

    1. Andrea,
      Non vedo francamente motivo per “evitare il piu’ possibile” il nucleare rispetto ad altre fonti.
      Forse perché non tieni conto di quelli che magari sono anche i tuoi? In Italia, per es. la sfiducia nei politici, le mafie onnipresenti nelle grandi opere o gli sperperi della SOGIN; in Sudafrica, India, Nigeria ecc. la corruzione; in USA l’ideologia del meno stato più privato, ma senza sussidi il privato non ci sta; dappertutto il NIMBY, i rischi di “errore umano” o di proliferazione ecc.
      Pensi che scompaiono da un giorno all’altro? Secondo me Oreskes esagera – e ho qualche dubbio sulle proiezioni di Stanford – ma il nucleare richiede una pianificazione centralizzata, non per forza uno stato “socialistic” scrive lei, mi sa che De Gaulle si rivolta nella tomba! Accordi sovranazionali, tipo quelli per le dighe, e un’autorità che li faccia rispettare perfino durante i conflitti.
      Forse tra un po’ i danni climatici saranno tali che gli stati accetteranno di perdere altra sovranità per “il bene comune”, le autorità internazionali saranno diventate indipendenti ed efficaci sul serio, ci sarà una nuova generazione di personale competente in tutto il mondo, terroristi, trafficanti ecc si saranno estinti, esisteranno reattori che non producono scorie, da accendere e spegnere come una lampadina, che non sprecano nemmeno un goccio d’acqua che già scarseggia.
      Ma come si fa a pianificare una svolta energetica e investimenti per 30-50 anni su premesse così? (p.s. Domanda non retorica, valida anche per carbon capture, geo-engineering, ITER et al.)

      Riccardo,
      per me “lo spettro” di cui parla Orestes non è tanto Fukushima o Chernobyl (dover abbandonare tutto quello che si ha è tremendo comunque) ma Hiroshima, il nucleare militare e civile culo e camicia da allora. E poi i militari approfittano un po’ troppo del segreto che spetta alle loro “ricerche”, rif. criceti fatti scoppiare con la mente, star wars, aerei sniffatori…

  5. @ocasapiens
    L’onnisciente AB scrive su “Fusione fredda” a proposito di calorimetria
    Debbo dire che a me il discorso e in generale i discorsi di AB paiono sensati. Si può non essere d’accordo con la sua impressione riportata, ma devi pure considerare che con Camillo è difficile discutere, io ne so qualcosa.
    AB ha un simulatore molto conosciuto e affidabile e lo usa; ci mette dentro i dati osservabili dell’esperimento come riportati dagli sperimentatori e trova un rendimento inferiore a 1. Mica ha costruito un calorimetro reale o un simulatore scarsi, ha solo constatato che i dati forniti da Rossi&Levi non stanno in piedi e che il proclamato COP 3 in realtà è 0,7 [numeri a caso, solo per esempio]. Dov’è l’errore?
    Se qualcuno gli avesse fornito dati aggiuntivi (ad esempio altre temperature in giro per il set-up sperimentale e caratteristiche geometriche e dei materiali), il rendimento sarebbe risultato prossimi ad 1, potendo conteggiare le perdite nell’apparato).
    In GSVIT abbiamo fatto la stessa cosa, senza simulatore ma con una robusta conoscenza della teoria dell’emissione IR.
    Il rapporto tra simulazione ed esperimento dovrebbe essere chiaro a chiunque faccia ricerca sperimentale e va in due direzioni opposte:
    1) Ho un esperimento nel quale sono fiducioso al 99,99%. Lo simulo e se i dati non tornano debbo migliorare il mio simulatore o le condizioni imposte.
    2) Ho un simulatore nel quale sono fiducioso al 99% e dispongo di dati sperimentali accurati. Simulo l’esperimento e confronto i dati reali con quelli simulati. Se divergono le misure sperimentali sono errate.
    AB ha scelto la seconda via. MODICA è perfetto, sono le misure o i dati riportati errati.

    1. Giancarlo,
      i discorsi di AB paiono sensati.
      Anche la conclusione?
      Parlo spesso di simulazioni usate come esperimenti (pensa ai GCM per il clima), figurati se non sono d’accordo con te e AB. Per questo mi fa ridere la sua frase sui fusionisti “più capaci di comprendere la realtà”, appena dopo aver dimostrato che non la capiscono proprio.
      “onnisciente”: quando scrivo di FuF nel Parco delle bufale, AB mi dà lezioni di epistemologia, difende la vera scienza praticata da fusionisti à la Celani e s’incavola perché non la ammiro…

    1. Andrea,
      Che finezza di pensiero scientifico
      LOL – mi sa che hai appena fatto un regalo di Natale a certi IbeC appassionati di Kitegen.

  6. Diciamo che alle volte AB manca di senso dello humor e non capisce la figura retorica iperbole? Forse se la cava meglio con le parabole.
    L’altra cosa che mi ha colpito molto è il fatto che abbia fatto una consulenza professionale sull’ecat, consigliando all’interessato di fuggirne a gambe levate: ora io misurerei pure l’ecat per puro amore di scienza sto scherzando ovviamente, scanso equivoci], ma mi guarderei bene dal farmi pagare. Basta sentire da lontano l’odore per capire che non ha mai funzionato.

  7. E quelli sono gli stessi identici problemi di qualunque grande opera, quindi di qualsiasi fonte energetica.
    Per il nucleare i Nimby vengono intervistati da repubblica, ma non è che per gli inceneritori non ci siano.
    Per le scorie se succede qualcosa di brutto fanno male, ma non è che le centrali a carbone nel loro normale funzionamento ci facciamo gli aerosol contro il raffreddore.
    Se ci sono infiltrazioni mafiose la faccenda si fa pericolosa, ma non è che per una diga idroelettrica il cemento sabbiato sia un toccasana.
    Non è che il Solare si regga in piedi senza incentivi e i privati siano proprio entusiasti di investirci superquattrini senza che ritornino cifre multiple della grid parity.
    Non è che puoi alimentare un paese a Solare.
    E anche se fosse possibile, la fabbrica di pannelli anche quella inquina, puzza, ed è malsana. Però è in Cina quindi chissenefrega, il vaticano può star tranquillo…
    Per non parlare di quella per i sistemi di stoccaggio.
    L’energia è un business sporco, sempre ed in ogni caso, perché l’entropia non si fa diminuire con facilità. Cos’ha il nucleare di speciale appunto?

  8. “Cos’ha il nucleare di speciale”
    Parliamo di centrali nucleari, non di pet o tac, vero? Allora:
    tempi di dimezzamento lunghetti (decisamente oltre le speranze di vita media di un uomo e persino, in qualche caso, di TUTTA la sua discendenza), impossibilità di garantire davvero costruzioni sicure per millenni persino per i giapponesi (figuriamoci nel terzo mondo dell’edilizia robusta, quello del cemento armato senza ferro e con le scuole che crollano se si sbattono troppo forte le porte), danni permanenti che ricadono sui figli (e sui figli dei figli dei figli dei figli…) in vaste zone.
    Tanto per cominciare.

  9. Signora Oca, mi perdonerà se prendo un po’ di spazio per gigioneggiare sul magnifico compendio di kazzate aquiloniche del quale Andrea Idini ci ha fatt* partecipi.
    La sede naturale di questa deposizione sarebbe C.S, ma per motivi miei personali (ho paura che mi facciano un mazzo tanto -a discorsi, eh!) preferisco esprimermi qui e, per maggiore sicurezza, con un falso nickname.
    Dall’ a-a-AAT-CIII

    scusi Signora Oca, ma quando impiego eufemismi mi viene questa manifesta-a-aAATCIII azione allergica, ora però la metto sotto controllo.
    Dunque, dall’ a-a-AArticolo:
    la potenza specifica del vento viene calcolata in W/m² ed è uguale a ½ ? v³ (dove ? è la densità dell’aria in kg/m³ e v è la velocità del vento in m/s)“.
    Questo è giusto, ma per calcolare quanta potenza può essere estratta da una data macchina eolica occorre conoscere -oltre all’efficienza della cascata di trasformazioni della Potenza da cinetica nel vento a elettrica esportabile- la superficie attiva/efficace di quella macchina; questo punto servirà dopo se qualche Dottore o Professore volesse continuare a ra-a-a-AAagionare sul Kitegen.
    Mi ricordo ce n’era uno, su Scharlatanerie mi pare, che con la scusa del Kitegen ronzava sempre intorno alla Signorina Esegesia Qualitatieva, suscitando così le gelosie della di lei cugina, l’ irascibile Dottoressa E. Quantitatova. Come fu come non fu, durante un plenilunio di primavera il Professore, che passeggiava lemme lemme lungo un vialetto del giardino, si trovò fra le braccia la Signorina Qualitatieva che singhiozzava disperata per i ceffoni ricevuti dalla manesca cugina, dopodiché si son perse le tracce di entramb*.
    Purtroppo contemporaneamente scomparve anche la motocarrozzetta Guzzi del Tenente Fallace, che aveva il pieno di benzina (la Guzzi) e perciò chissà dove saranno adesso.
    Io spero che siano felici e a quest’ora potrebbero anche avere dei bambini e farli giocare con gli aquiloni, naturalmente cercheranno di farli andare controvento come insegna papà e quindi non ci riusciranno mai e queste continue frustrazioni li porteranno a crescere stressati e con un sacco di problemi caratteriali perché rifiutano la realtà che gli aquiloni sopravvento al loro punto di vincolo non ci possono volare. Che disastro, eh Signora Oca? E la coppia si lascerà tra mille recriminazioni e dispetti reciproci! Pazzesco!
    Ma andiamo avanti con l’a-a-AAPTSSCCHrticolo: non approfondisce nessuna delle caratteristiche di questa tecnologia al di là di quanto reperibile sul sito Kitegen, o cmq di fonte Kitegen; non fornisce alcuna fonte che specifichi o corrobori l’informazione che
    nel 2011 nasce la Kitegen Venture, la società finalizzata all’introduzione del KiteGen nel mondo del mercato: nel 2013 approdò in Medio Oriente e in Nord Africa e nel 2015 si è avviato tale lavoro anche in Canada“.
    Sembra quasi un comunicato-stampa Kitegen, con poche modifiche ed aggiunte; poco diverso direi da una intervista concordata.
    Termina con una spocchia galattica: “il 71% della popolazione italiana non sa comprendere un testo italiano di media difficoltà“.
    Riporta anche il Mito Fondativo: l’Idea che dall’ Iperuranio si materializza nella mente di Ippolito quando il suo (di I.) sguardo si posa sul kitesurf che fende le onde. Purtroppo però questo mito contiene un concetto fallace: il concetto che kitesurf e Kitegen siano simili. Questo concetto è fallace perché nel kitesurf il punto di vincolo del kite si muove parallelamente al kite stesso, mentre nel Kitegen Stem il punto di vincolo è fisso. Indubbiamente è un discorso complesso, quindi lo capiranno solo quei circa trenta Italiani su cento che sanno leggere.
    Invece nella macchina “ad anello”, cioè il Carousel -il quale mi dispiace apprendere che vede l’originale diametro di oltre venti chilometri ridimensionato a mille metri- il punto di vincolo dei kite si muove -benché di moto circolare; e già questo non va bene- ma la fallacia demolitrice è che il funzionamento di questa macchina si basa su kite in volo sopravvento al loro punto di vincolo; purtroppo i numerosi analfabeti funzionali avranno difficoltà a capire che ciò è impossibile.
    Mi sembra un vero peccato che il Carousel non produrrà mai un wattora, perché lo produrrebbe a costi incredibilmente bassi:
    Tabella tratta da http://www.kitegen.eu/kitegen_info_dossier.pdf, pag. 10:
    Potenza impianto KITE GEN Diametro a terra Costo energia per MWh
    […]
    1000 MW 1 600 m 10 €.
    Se non è inverosimile questa, niente è inverosimile. Nemmeno che il Tenente Fallace si è innamorato -corrisposto- della Dottoressa Quantitatova. E infatti non è vero.
    Peccato però: come stima Kitegen [1], il Carousel se funzionasse garantirebbe ritorni economici fino al 40% annuo sul capitale investito, e produrrebbe energia con EROEI 1500, che bonanza, eh? Questa invece è parecchio verosimile..
    Credo dunque che prima di entusiasmarci per questa tecnologia dovremmo aspettare che le stime di potenza producibile e di Capacity Factor del Kitegen Stem siano validate con misure verificabili, anche perché “le misure effettive e le simulazioni sono in buon accordo” [3], ossia ci si aspettava, e si è ottenuto, una potenza di circa 100 watt per metro quadrato di area del kite, mentre lo Stem dovrebbe avere una uscita di venti chilowatt per metro quadrato.
    Salvo novità, peraltro assenti sul sito K.gen: sez. Aggiornamenti e Media – ultima entrata febbraio 2012.
    Certamente si potrebbero chiedere informazioni di prima mano al Prof. Giancarlo Abbate, Consulente Scientifico di Kitegen, il quale già nel 2012 scriveva [2] che “All’idea originaria sono seguiti 10 anni di ricerche scientifiche e tecnologiche, culminati con la realizzazione di alcuni prototipi industriali, funzionanti da oltre un anno, che producono effettivamente energia a piccola scala (circa 0,5-1 MW)“; averne risposte congruenti, però, non è garantito.
    Quanto a farsi una idea sui tempi di entrata in servizio del Kitegen, come vorrebbe un commentatore di C.S, forse il pronostico [4] dell’ Ing. Ippolito:
    “… è possibile che con il mio gruppo arriveremo a combinare qualcosa di convincente tra una settimana o tra alcuni mesi …” è sempre valido, come sono sempre validi gli ormai proverbiali 3-6-12 mesi di attesa per l’arrivo sul mercato della Fusione Fredda, o della Macchina ad Acqua, a partire da un momento qualsiasi nel futuro.
    Saluti.
    H
    PS: Scusi Signora Oca la stringatezza di questa mia, ma la materia è vasta e se non avessi sintetizzato ne sarebbe uscito -come può facilmente immaginare- un commento ancora più lungo.
    —————-
    1: http://kitegen.com/wp-content/uploads/2010/07/PEN-KGR2010.pdf, pagg. 17 e 51;
    2: da http://www.imille.org/2012/12/leroei-lingegno-italiano-ed-il-futuro-energetico-mondiale/;
    3: http://kitegen.com/pdf/PhD_thesis_Fagiano_Final.pdf, pag. 108, traduz. mia;
    4: https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/rientrodolce/conversations/topics/3708, messaggio 1 di 12, 13 lug 2006.

    1. Hortensio,
      ha fatto bene, da cotica s. sono appiccicosi.
      niente è inverosimile. Nemmeno che il Tenente Fallace si è innamorato -corrisposto- della Dottoressa Quantitatova.
      Ma che brutta notizia, credevo che fossero fidanzati nei Caraibi. E che il Kitegen funzionasse già in Arabia Saudita.
      Chissà l’ing. Ippolito come sarà lusingato da questa parentesi:
      Massimo Ippolito (eseguendo un lavoro alla Enzo Pennetta, fatemelo dire)

  10. 1- non è che altri prodotti del mondo industriale abbiano tempi di dimezzamento brevi: si chiama antropocene mica per niente e fra milioni di anni non si capirà che l’uomo è stato qua dalla diminuzione dell’attività media della terra quanto dalla co2, diossine, dilapidazione idrocarburi e altri simpatici effetti che però vanno bene.
    2- se parli di depositi geologici è semplicemente non vero.
    3- danni permanenti tipo? Perché a Fukushima nucleare l’OMS dice che il danno più grande per la popolazione è lo stress da rilocazione. Chiedi ai parenti di quelli che nella stessa prefettura vivevano sotto la diga che ne ha seccati 10 mila sul colpo se non hanno avuto danni permanenti. Chiedi a quelli che nella stessa prefettura si sono sniffato per giorni diossine dell’impianto a gas fuori controllo se è lo stress da rilocazione il problema.
    La cosa comica è che gli effetti di altre fonti energetiche vengono biasimati sul nucleare, perché sì… (tipo la raffineria in fiamme che viene spacciata per Fukushima daichii, fra qualche anno ci saranno i figli della diossina spacciati per figli delle radiazioni su YouTube.).
    Il nucleare ha una maledizione: che abbiamo strumenti molto sensibili alla rivelazione delle radiazioni e possono investigare milioni di volte sotto il fondo naturale. Se avessimo gli stessi strumenti per il particolato (e ai giornalisti frrgasse qualcosa di diffondere terrore in egual misura per ugual rischio) nessuno vivrebbe nel raggio di 30km da qualsiasi a ccarbone a carbone anche quando funzionano bene.

    1. Andrea,
      1. che però vanno bene
      ??? qui tutti dicono che fanno male
      2. se parli di depositi geologici è semplicemente non vero
      data, please.
      A quanto dice la confindustria del settore ne esiste solo uno che ha pure avuto incidenti, l’ultimo nel 2014
      3. 10 mila sul colpo
      non ci crede nessuno
      se è lo stress da rilocazione il problema.
      il problema non è lo stress, ma essere costretti ad abbandonare tutto quello che si ha e dover trovare un posto – una casa, un lavoro – per rifarsi una vita. E’ un problema di diritti umani, come fai a non capirlo?
      (e ai giornalisti fregasse qualcosa di diffondere terrore in egual misura per ugual rischio)
      mai che parlino dei danni sanitari e ambientali del carbone, mai che siano accusati di allarmismo e di far marchette per Big Nuke…
      Cos’ha il nucleare di speciale appunto?
      Hiroshima

  11. Ahi ahi, Idini – tra aquiloni e assenza di danni in posti come Fukushima, mi aspetto che presto sosterrai che Cernobyl è una località di villeggiatura salubre consigliata contro i reumatismi, mentre l’unico avversario delle centrali nucleari è il carousel a vento perpetuo.
    Brutte storie, entrambe.

  12. Ma che brutta notizia, credevo che fossero fidanzati nei Caraibi“.
    Lo sono, infatti, fidanzati, per quanto non ai Caraibi; ma lei non lo ama! O meglio, non lo ama come piacerebbe a lui.
    Preciso: lei lo ama -a modo suo naturalmente; e a modo di chi, se no?- ma non per le ragioni per le quali a lui piacerebbe che lei lo amasse.
    Vorrei sbagliarmi, ma qua si rischia la tragedia.
    Sì, la tragedia! perché la Dottoressa -per dirla tutta- Esegesia Quantitatova Fallacinskij-Barbaciòff, stufa di portarsi ancorato al naso l’obsoleto traduttore automatico Russo-Italiano recuperato dai rottami di uno Sputnik andato distrutto nell’esplosione al suolo del suo lanciatore, il quale benché camuffato da neo non le donava, e anche perché non era stato ancora ben risolto il problema di dove alloggiare le pile, si è messa in mente di perfezionarsi nell’italiano.
    Purtroppo le è sembrato intelligente iniziare lo studio da un pezzo … come dire … un po’ criptico, nonché in qualche grado fuorviante se non addirittura mistificatorio che si legge su http://kitegen.com/2015/06/15/risoluzione-parlamentare-su-eolico-troposferico/:
    ” … ENEA […] ha confermato le grandi potenzialità del giacimento eolico troposferico ai fini di una netta riduzione del costo dell’energia eolica qualora le tecnologie per lo sfruttamento del vento troposferico, che sono attualmente nella fase dimostrativa, fossero supportate con investimenti economici per arrivare sul mercato”.
    Con la sua mentalità scientifica, la Dottoressa eccetera ha voluto vedere la frase nel suo contesto:
    “La risoluzione giunge a seguito di una serie di audizioni presso la stessa commissione, che hanno visto, tra gli altri, l’intervento di ENEA che al riguardo ha confermato le grandi potenzialità del giacimento eolico troposferico ai fini di una netta riduzione del costo dell’energia eolica qualora le tecnologie per lo sfruttamento del vento troposferico, che sono attualmente nella fase dimostrativa, fossero supportate con investimenti economici per arrivare sul mercato. http://www.enea.it/it/Stampa/news/eolico-alta-quota
    KiteGen auspica che la politica continui ad impegnarsi per il miglioramento del contesto riservato alle iniziative ed alle startup innovative che operano in Italia, più problematico rispetto ad altre realtà internazionali
    In termini di occupazione l’eolico troposferico rappresenta l’occasione di riaprire industrialmente il capitolo della produzione delle macchine eoliche, in Italia operava Vestas con oltre 600 addetti e 2000 nell’indotto, ma l’insufficienza in termini di remunerazione troppo dipendente dai sussidi pur su una tecnologia ormai matura hanno compromesso questo settore. Come sottolineato da ENEA il raggiungere la risorsa vento a quote che consentano di intercettare anche solo un 10% in più di velocità porta ad un incremento sul conto economico di un 33% che farebbe la differenza tra una iniziativa sussidiata ed un businness redditizio in grado di crescere in autonomia. Il dato del 10% si riferisce a quote intorno ai 500m di altezza dal suolo, mentre KiteGen, oggi supportata dalla multinazionale Saudita SABIC S.A., ha già sperimentato con successo quote di 2000metri con le proprie installazioni di ricerca, ed a tali altezze la velocità media del vento raddoppia portando un 800% di miglioramento a livello economico, declinato non solo in maggior potenza ma anche in energia con un funzionamento esteso nel tempo di almeno 4 volte rispetto al tradizionale. Questa peculiarità dell’eolico troposferico porta anche ad eliminare il limite dell’intemittenza abbattendo gli oneri del sistema elettrico (bilanciamento – dispacciamento)”.
    Non avendoci capito niente, ha voluto risalire alla fonte della conferma ENEA delle grandi potenzialità eccetera:
    … Lo sfruttamento del vento troposferico sembra promettente” ha spiegato l’ing. Arsuffi “questo perché il vento d’alta quota è più forte e costante e un incremento del 10% della velocità del vento permette di ottenere un 33% di energia in più, riducendo il costo dell’energia da fonte eolica, fino quasi a un terzo del costo per MWh degli impianti eolici a torre. Le tecnologie per lo sfruttamento del vento troposferico sono attualmente nella fase dimostrativa e hanno bisogno di essere supportate con investimenti economici per arrivare sul mercato” ha concluso.
    Fonte: Giacomo Arsuffi, ENEA giacomo.arsuffi@enea.it“.
    La Dottoressa, presa da sconforto, ha collegato il traduttore automatico alla batteria della sua UAZ per potenziarne al massimo le facoltà intellettive, e gli ha fatto processare tutto il pappié; risultato: autocritica pubblica spontanea, confisca di tutti i beni, e trenta anni di Siberia cadauno.
    “Ma come!” -ha sbottato la UAZ- “Ma se questa tecnologia è in fase dimostrativa, vuol dire che non ha ancora dimostrato un fico, e allora per quale ragione questi qua, [intraducibile] e [omissis[] vogliono dei quattrini?”.
    “Tenerella UAZ, che ti accontenti della benzina a ottanta ottani, e di un po’ di acqua rugginosa nel radiatore” disse allora la Dottoressa E.Q. F-B, “ho fatto male a darti la facoltà di parola, perché adesso dirai un sacco di parolacce”.
    E infatti a questo punto la batteria non ha retto al sovraccarico e così non abbiamo la registrazione in lingua originale, e nemmeno i guai che ci procurerebbe se ce la trovasse la Buoncostume.

  13. @ Hortensio (IbeC)
    “[…] ed a tali altezze la velocità media del vento raddoppia portando un 800% di miglioramento […]”
    Affascinante.
    Dal momento che l’energia cinetica del vento e’ funzione del cubo della velocita’, il raddoppio della velocita’ comporta la moltiplicazione dell’energia per 8. Ovvero un aumento di 7 volte (o 700%, per chi ragiona in percentuali); non di 8 volte (o 800%).
    E non e’ la prima volta che vedo un ragionamento del genere.
    E’ bizzarro ma sembra che si stia diffondendo l’idea che, in presenza di moltiplicazioni, il primo 100% vada in cavalleria.
    Spero che quelli del KiteGen sappiano costruire gli aquiloni meglio di come calcolano le percentuali. Ma non mi faccio molte illusioni.

  14. Hornbeck, via, son cavilli – vuoi mettere un aquilone che viaggia su e giù a 300 km/h mentre volteggia otto fungendo pure da sistema antimissile per 330 giorni all’anno? E di fronte a tanta meraviglia, in grado di far le scarpe ai sistemi di produzione energetica tradizionali, ti faresti fermare da conti appena un po’ pataccari? Lo dicevano solo per venire incontro alle nostre limitate capacità di comprensione…
    Ma Idini il Kitegen lo avrà guardato da vicino o avrà preso un link a caso tanto per agitarci la muletta davanti al naso? Avrà capito che adesso non gli passa più finché non trova una buona scusa per averci fatto credere che sostiene una frode? Anche solo che dica che non l’aveva messa perché ci credeva, ma per “accendere discussioni interessanti” non sarebbe bello. Io l’ho avvisato.

    1. CimPy,
      tanto per agitarci la muleta davanti al naso?
      Meno male, era tanto che eravamo senza notizie del Kitegen e della dott. EQF Barbaciòff.

  15. Sai a volte l’ironia non si coglie sempre – per la verità lo pensavano quasi tutti – o forse tutti meno il sottoscritto

  16. Caro CimPy,
    l’ironia c’era, l’ho colta pure io, che sono fatto di sasso.
    L’amico A.Idini
    -secondo me-
    citava CS per mostrare quanto è beota chi si mette a fare una marchetta a pro del Kite “Cavallo Morto” Gen.
    Ma non perché ne sappia qualcosa del Kitegen, figurati! un mese fa non sapeva nemmeno dell’Ecat!
    Ma per la struttura stessa dell’ a-a-a-AAACCIII

    ehm

    del’ a-a-a-AAPPSSHrticolo.
    All’operosità del discente l’ aprire il donotlink, pronto tanto ad esaltarsi per i raggiungimenti futuri quanto a sprofondare nell’insondabile vuoto di dati verificabili, senza intimorirsi per il surreale “i primi 100 metri di quota vengono percorsi grazie a dei grossi ventilatori ma poi subito inizia la salita tramite il vento naturale*“, e senza chiedersi cosa se ne fa il sistema di avere tempi di reazione di un millesimo di secondo, quando “ il movimento a forma di 8 della figura di sopra viene manipolato […] ad alta frequenza (60 segnali al secondo)“.
    Si tratta –mutatis mutandis– del problema relazionale tra il Tenente Fallace e la Signorina sua fidanzata Esegesia Q; lui sonda la disponibilità di lei alla frequenza di sessanta hertz, ma ella gli molla mille sganassoni al minuto! E’ chiaro che non può durare.
    Ma approfitterei del’attenzione di Andrea per sottoporgli un quesito che mi strugge: sarà poi vero che, come apprendiamo dall’ a-a-articolo su CS, essere convinzione dell’Ing. Ippolito, “Chi è abituato a leggere pubblicazioni scientifiche resterà sicuramente sorpreso dallo stesso titolo del paper“? Cosa è stato che ha mosso Andrea ad ironizzare sull’ a-a-AArr-ticolo, che non gli tornavano le complesse equazioni, che puzza di bufaletta (bufala/marchetta) lontano un chilometro, oppure che effettivamente come da pronostico ingegnerizio è restato sorpreso dallo stesso titolo del paper, “Jet stream wind power as a renewable energy resource: little power, big impacts”?
    Cmq, come si legge nella bufaletta de quo, la risposta di Ippo al Max Planck Institut sul piano metodologico-scientifico è stata davvero inequivocabile pura Fuffa: “… dalla sola Italia […] si potrebbe facilmente estrarre 1 TW continuo di potenza, ovvero […] 800 miliardi di euro l’anno“.
    o-o-o-ottocen tomilia rdilanno! Da manicò
    Driiinnn
    oh! e chi sarà
    driiinnn
    Sì pronto qui Manicomio di Poggiosecco, ha chiamato?
    … ah … eh … beh sì in effetti intendevo mettermi nell’ordine di idee di valutare se non sia il caso di iniziare a prendere in considerazione l’idea di orientarmi a ritenere che forse sarebbe appropriato.
    Ah ecco, la sua chiamata è già protocollata da ieri sé
    Ma che dice, protocollata da ieri sé
    Non mi interrompa prego. Purtroppo il furgone della Neuro non è entrato in moto, perché ignoti dall’accento dell’est avevano rubato la batteria.
    Ah davvero? Che delinquenti! Ma perché non se ne stanno nella steppa.
    Vanno capiti, nella steppa c’è pieno di lupi e ci fa un freddo cane.

    Scusi torniamo al punto se non le dispiace: il TSO a questo qua chi glielo fa?
    H
    ———————-
    *: di tutte le minKiate, questa dei ventilatori è la più esilarante; se ne lascia la dimostrazione come esercizio per lo studente.
    Comunque era molto avanti in classifica anche quella della fionda gigantesca; a pari merito direi con quella del razzo vettore, e solo di poco più assurda del rimorchio in quota mediante droni. Mediante droni, per la precisione, a otto eliche, progettati e costruiti dalla stessa Kitegen. Purtroppo al momento di montarli son venuti fuori dei problemi e ora tutti i pezzi sono in uno scatolone giù in cantina.
    Esclusa dalla classifica per superiorità manifesta quella della capacità antimissile, esclusa per eccesso di modestia quella dell’impiantabilità su Marte mediante moduli automà
    Hepp! Marte?
    Marte, sì, embè? E’ per fornire l’energia necessaria alla terraformazione di quel Piané
    Terrafomaziò
    E LA SMETTA DI INTERROMPERMI!


    Scusi Ingegnere, continui la prego

    Ebbene, infine devo dirlo: Il Kitegen è in grado di raffreddare l’atmosfera di alcuni decimi di grado Celsius!


    Compermesso, Ingegnere.
    Ma prego, Dottore.

    Cliclick clitliclickt clititicliticlick

    Driiinnn
    driiinnn
    Qui Autoparco.
    Qui Manicomio, avete seguito la conversazione, Autoparco?
    Sì Manicomio, comprendiamo la vostra urgenza; siamo attivi per farvi avere al più presto la batteria nuova.

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