Pfizer fa la cosa giusta

Chiama Raffaele M. di radio pop  con due news a scelta da commentare nel giornale radio.

Alla radio critichiamo spesso le Big Pharma e l’Unione Europea, scelgo l’annuncio della Pfizer che, ultima delle 25 Big Pharma autorizzate dalla Food & Drug Administration, smette di vendere anestetici alle amministrazioni penitenziarie per uccidere i condannati, nei 31 stati americani dove c’è ancora la pena di morte.

Meglio tardi che mai, nè….

E’ dal 2011 che l’Unione Europea ha vietato alle BigPharma con sede nella UE (magari in Irlanda per pagare meno tasse…) di esportarli a questo scopo. Anche se l’assenza di prodotti “legali” avrà conseguenze perverse in alcuni stati – già qualcuno, come la California, se li procura a prezzi da estorsione tra l’altro, da laboratori che preparano farmaci non in commercio, ma nessuno conosce il dosaggio letale e in quanto tempo, così succede che certe agonie siano lunghissime – un conoscente della National Coalition to Abolish the Death Penalty è molto soddisfatto.

Pensa che altri stati decideranno una moratoria, invece di usare la sedia elettrica, l’impiccagione, la camera a gas e nello Utah e in Oklahoma addirittura il plotone d’esecuzione (questa non la sapevo!), comunque dopo un’iniezione di anestetico. Così ci sarà anche più tempo per le contro-inchieste, dice, e tentare di rimediare ai troppi errori giudiziari.

Per i dati: Death Penalty Information Center.

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Church fa una cosa sbagliata e una giusta (IMO)

L’altra notizia è complicata da spiegare e il lancio Ansa che riassume un articolo del New York Times mi sembra confuso. Davvero cento scienziati americani hanno deciso in segreto di costruire un genoma umano con Dna di sintesi?
Non  è esattamente così.

Martedì scorso, il genetista George Church e tre colleghi di Harvard hanno invitato circa 150 scienziati, legali e imprenditori biotech a discutere la fattibilità di assemblare il DNA nucleare umano e inserirlo in una cellula umana enucleata entro dieci anni. Oggi costerebbe sui $90-100 milioni.

Un bel progettone à la HUGO (Shugo?) potrebbe accelerare l’innovazione tecno e far scendere il costo a $100 mila. All’ordine del giorno c’erano anche temi affini, per es. quello delle modificazioni del genoma umano, già molto discusso da quando si è diffusa la tecnica CRISP-Cas9.  

La riunione era così segreta che lunedì l’invito era riconfermato su Eventbrite, spiegava perché non c’era stato un com. stampa, escludeva i giornalisti e raccoglieva commenti non  proprio entusiasti su Twitter.

Martedì Laurie Zoloth, prof di etica medica alla Northwestern di Chicago, e Drew Endy, prof di bioingegneria a Stanford, criticavano sia la scelta di farla “a porte chiuse” che il progetto in sé; mercoledì il testo usciva su Cosmos, ieri era commentato da vari giornali americani, e on line da scienziati presenti o meno.

Sono d’accordo con Endy & Zoloth, ci sono altre priorità e Shugo rischia di innescare le solite fantasie (“giocare a Dio”, clonare personalità famose, fare umani su misura ecc.) e un ritorno di frusta che si abbatte anche su progetti meno ambiziosi e più sensati.

Tanto per cominciare, non esiste un “genoma umano” standard. Da quale si comincia? Da quello di un maschio bianco magari prof a Harvard?

In compenso non sono d’accordo sulle porte aperte prima di aver una definizione anche preliminare degli scopi del progetto e alcuni  esempi concreti. Mi è capitato di andare a riunioni con la regola di Chatham House adottata da Church: si discute in libertà anche di ipotesi stupide o assurde, perché tutto quello che si dice rientra in una conversazione privata. Da giornalisti, nel caso facciamo una parafrasi dobbiamo chiedere agli interlocutori se  è corretta prima di pubblicarla (la routine nel mio settore, ma la regola di Chatham House sono nate per la politica internazionale…), cmq è sempre “un’opinione personale”.

Cari orecchietti di radio pop,

ha ragione Raffaele, è una “notizia” importante, ma in 45 secondi non mi ci stava. E prima vorrei sapere cosa pensate della tecnica CRISP-Cas9 con la quale non si fanno ancora embrioni umani senza la talassemia o la corea di Huntingdon, ma champignons de Paris, mele e patate che non si ossidano…

3 commenti

  1. Accelerare l’evoluzione per ottenere piante con caratteristiche particolari, penso che non permetta agli erbivori di adattarsi velocemente ai cambiamenti; le nuove piante dovrebbero essere trattati come farmaci, con uno studio per verificarne la complessità dell’assimilazione negli erbivori, e negli uomini, e nell’ambiente.
    Altra cosa è un’accelerazione dei prodotti di sintesi per ottenere nuovi farmaci, i protocolli per la ricerca sono noti, e il pericolo è ridotto (anche se non nullo), ed una modifica genetica casuale (magari con radiazioni) di funghi e muffe (pensavo al Penicillium chrysogenum) per ottenere nuovi farmaci potrebbe portare a nuovi antibiotici.

    1. domenico,
      queste non sono piante transgeniche. La tecnica CRISPR-Cas9 cambia un gene della patata, per esempio, facendolo somigliare a quello della pianta originale che si ossidava meno. A furia di selezionare le piante che facevano patate più grosse o regolari s’era disattivato.Si potrebbe reintrodurlo con l’ibridazione tradizionale, ma per non perdere i vantaggi di secoli di ibridazioni, ci vorrebbero dieci anni come minimo.
      Anche in muffe e batteri si fanno modifiche mirate, per es. per raddoppiare la produzione di un farmaco. I ricercatori sono entusiasti perché la tecnica fa risparmiare tempo e soldi (brevetti permettendo…)

      Hortensio,
      grazie, l’ho segnalato nel post di oggi – dai Climalteranti, stanno già facendo prove con altri dati…

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