Talebana anche di lunedì


Da venerdì piovono critiche sulla puntata antivax di “Virus”, oggi esce un post di Marco Cattaneo che ne riassume le bufale e le reazioni che ha suscitato. Dettaglio comico: come i colleghi di Radio24 che promuovevano la “truffa della Defkalion”, il conduttore Nicola Porro

minimizzava dando dei talebani ai “sanitari” che non accettano opinioni diverse dalle loro.

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Su Oggi Scienza a proposito del Trigno M per il quale l’ISS ha chiesto un brevetto insieme ai fitomeopati di Biogroup e tuttora spacciato

Come coadiuvante nelle problematiche oncologiche, in trattamento con chemioterapia e radioterapia, in fase pre e post chirurgica

Janis Nisii mi suggerisce di segnalarlo all’Antitrust. L’idea è che spetti a volontari occasionali chiedere l’applicazione di leggi e normative, mentre farle rispettare – mi sembra – è il lavoro della pubblica amministrazione e dei vari organi di vigilanza. Da talebana, vorrei che gli amministratori pubblici – gli “organi di vigilanza” e di tutela della salute per primi – facessero il loro dovere invece di garantire l’impunità alla stragrande maggioranza dei ciarlatani e dei loro portavoce:

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Talebana anche dall’altro lato
Refrain: la maggior parte dei risultati della ricerca bio-med sono falsi per errori in buona e mala fede, ma i cronisti non ne tengono conto. Quanto ci vuole a imparare un po’ di scetticismo? E quando sbagliamo, cosa ci costa ammetterlo?
Su HivForum, Dora ricorda un articolo su Repubblica di Rosita Rijtano che prendeva per oro colato un paper di Jean-Marie Andrieu et al. su Cell Reports  (guarda caso, la rivista del gruppo Cell sulla quale si paga per pubblicare…) e un secondo più un editoriale di Frontiers in Immunology (guarda caso, nell’elenco degli editori predoni…) che lo elogiava, a proposito di “cocktail probiotico” che vaccinava le scimmie contro l’equivalente dell’HIV.
Grazie a un finanziamento della Fondazione Gates, Guido Silvestri ha rifatto gli esperimenti di Andrieu e ha presentato i risultati alla conferenza di Annecy. Com’era prevedibile perché da 30 anni tutti gli annunci à la Andrieu si sono rivelati falsi, Silvestri non ha trovato alcuna differenza tra scimmie “vaccinate” e non.
Qui i politici finanziano generosamente per decenni annunci infondate, per esempio il “vaccino Ensoli” sebbene da preventivo si trasformi in coadiuvante terapeutico e poi chissà in che cosa, visto che non ci sono dati sui trial clinici. Così diventa più difficile parlare della ricerca sui vaccini, che fallisce e ricomincia lo stesso perché non c’è nulla di più efficace ed economico della prevenzione (1).
Avevo accennato l’anno scorso al KTS, il vaccino contro la malaria al quale i ricercatori della GlaxoSmithKline – come si chiama oggi – e del Walter Reed Army Institute stanno lavorando da oltre trent’anni. In un trial con circa 15 mila bambini di 7 paesi africani,  si è rivelato efficace alla quarta dose e soltanto nel 27-39% dei casi.
Delle circa 438 mila vittime della malaria nel 2015, il 90% vivevano in Africa subsahariana, di queste il 70% erano bambini, e il 75% nigeriani e congolesi-RDC. Il KTS salva “soltanto” 1 persona su 3 o 4, ma un vaccino deve fare molto di più per non accrescere il rischio di infezione nei non vaccinati, una cosa che alcune Ong nigeriane (forse altre?) faticano ad accettare – e si capisce.
Bref, tra Porro e Passeri che se ne fregano dell’immunità collettiva, passa la voglia di spiegare che il risultato preliminare, minuscolo, con il PfSPZ uscito su Nature Medicine non è la promessa di alcunché, ma un piccolo passo avanti. Una dose – minima – del vaccino ha protetto cinque volontari su nove per 59 settimane.
Su Nature Medicine c’è anche un editoriale sui danni fatti alla ricerca statunitense dai propagatori di menzogne. Come ha dimostrato la truffa Stamina con cellule staminali adulte che piacevano a Comunione e Liberazione – difesa da Hermano Tobia su 22 passi guarda caso ter – l’Italia non è immune.
(1) Per esempio un vaccino contro l’epatite C costerebbe comunque meno del Sovaldi: 700 euro in India dove i clienti potenziali sono 12 milioni e 74 mila nei paesi ricchi dove le infezioni sono più rare. Manco a farlo apposta, la lobby giudeo-massonica nazi-sionista- per dirla con Silvio Caggia e altri invasati  – vogliono far revocare il brevetto di Gilead perché venga prodotto dappertutto come farmaco generico.
Fonte del disegno.

11 commenti

  1. Io non voglio togliere nulla al bel lavoro fatto da Guido Silvestri e apprezzo molto che sia stata fatta chiarezza su un candidato vaccino che ha ricevuto una spropositata copertura mediatica. Però mi sono formata la convinzione che l’articolo del 2014 di Andrieu et al su “Frontiers in Immunology” fosse parte di un’operazione un po’ strana, che in parte ho segnalato un anno e mezzo fa, ma che forse un giornalista un po’ più talebano della Rijtano avrebbe potuto intuire, bloccando sul nascere le solite amplificazioni “abbiamo un vaccino! abbiamo un vaccino!”.
    Dopo l’articolo del 2012 su “Cell Reports” che non si è filato nessuno, nel 2013 Andrieu ha partecipato a un congresso OMICS (sì, proprio quell’OMICS che da Group ha cambiato nome in International – New Name, Same Horrible Business, ammoniva l’altro giorno Jeffrey Beall – https://scholarlyoa.com/2016/05/10/new-name-same-horrible-business-omics-international/):
    http://www.omicsgroup.com/conferences/virology-2013/
    A questo congresso hanno partecipato anche José Esparza e Marc Van Regenmortel. E, sì, anche Barbara Ensoli. Il risultato di quel congresso è stata una review pubblicata sul “Journal of AIDS and Clinical Research”, naturalmente una rivista OMICS e naturalmente non indicizzata da PubMed:
    http://www.omicsonline.org/open-access/paradigm-changes-and-the-future-of-hiv-vaccine-research-a-summary-of-a-workshop-held-in-baltimore-on-november-2155-6113.1000281.php?aid=24396
    In quella review si fantasticava sul mutamento di paradigma necessario per arrivare finalmente a un vaccino contro HIV e l’idea era che il vaccino Andrieu e l’anti-Tat di Barbara Ensoli fossero parte della magnifica rivoluzione in senso kuhniano.
    Pochi mesi dopo escono su “Frontiers in Immunology” l’articolo di Andrieu di cui dirò fra poco e, nel numero seguente, una review scritta dalla famiglia Ensoli al completo, in cui non solo non si fa menzione degli interessi “commerciali e finanziari” che la famiglia ha nel vaccino anti-Tat attraverso Vaxxit, ma si racconta che nessuno dei candidati vaccini terapeutici esaminati ha raggiunto i fantastici risultati del vaccino anti-Tat nell’intensificare l’efficacia della ART per poter attaccare i reservoir e restaurare l’omeostasi immunitaria:
    http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fimmu.2014.00417/full
    Veniamo ad Andrieu: i revisori del suo articolo sono gli stessi José Esparza e Marc Van Regenmortel che hanno vagheggiato il suo rivoluzionario mutamento di paradigma e, non contenti della review sul “Journal of AIDS and Clinical Research”, scrivono per Frontiers un commento in cui cui magnificano il lavoro di Andrieu per essere così brillantemente “out-of-the-paradigm”, sollecitando finanziamenti per quest’opera di genio:
    http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fimmu.2014.00329/full
    Peccato che nella revisione del paper si siano fatti sfuggire che i dati sugli esperimenti erano incompleti: è stato usato l’SIVmac239 inattivato per fare il vaccino e sono stati usati due diversi tipi di SIV per infettare le scimmie – l’SIVmac239 stesso e l’SIV B670. Ma i dati sull’SIV B670 magicamente spariscono e vengono riportati solo i risultati “impressionanti” delle scimmie contagiate con lo stesso virus con cui è stato creato il vaccino.
    Poteva anche essere un peccato veniale, ma Silvestri ha rifatto la sperimentazione e le sue scimmie si sono infettate. Addio vaccino Andrieu.
    Nel frattempo anche a Frontiers hanno comiciato a vagheggiare di paradigm changes richiesti nella ricerca di un vaccino contro HIV e hanno radunato un dream team pronto a fare la rivoluzione – Ensoli, Andrieu …
    http://www.frontiersin.org/books/Paradigm_Changes_Are_Required_in_HIV_Vaccine_Research/736
    Ma poi l’editore è finito tutto intero nella lista di Beall degli editori predoni, OMICS ha cambiato nome senza cambiare natura, Rosita ha vinto il Premio Tomassetti 2014 per il suo articolo sull’elisir da bere … e io sento la mancanza di giornalisti che siano disposti a prendersi del talebano e a non prendere per elisir colato ogni articolo scientifico, specie se esce su riviste dal dubbio pedigree.

    1. Dora,
      dei guai di Frontiers ho scritto spesso e spero sempre che i lettori seguano i link, ma hai fatto bene a riassumere.
      Già, il premio Tomassetti, l’articolo corrisponde alla credulità che insegnano al
      Master “La Scienza nella Pratica Giornalistica”
      della Sapienza.
      Esempio più recente.

  2. Re: denuncia all’AGCM: Certo, ha ragione. Ci sono organismi che hanno il compito istituzionale di tutelare la salute pubblica (ISS in primis, ma anche il Ministero della Salute, i NAS e così via), di farlo in maniera trasparente e soprattutto seguendo percorsi scientifici scevri da qualsiasi interesse di tipo economico e/o politico.
    Tuttavia, come in ogni aspetto del vivere civile, esiste anche l’opinione pubblica e la partecipazione civile, e lei lo sa bene visto che fa (anche) questo con i suoi articoli di divulgazione e denuncia. E’ importante sapere (perché non tutti lo sanno) che ci sono mezzi di contatto diretto dei cittadini con le istituzioni ed è importante non rinunciare alla partecipazione alla cosa pubblica, soprattutto quando si è persone competenti o portatrici di un interesse diretto verso una questione (come ad es.le associazioni dei malati di AIDS che pure hanno preso posizione sul tema).
    Il mio voleva solo essere un invito in quella direzione e assolutamente non un avvallo alla deresponsabilizzazione della PA.
    Un caro saluto.

    1. Janis Nisii,
      sono d’accordo con lei, in realtà, trovo la partecipazione istruttiva e necessaria. Ma finché la PA latita, temo che sia una goccia nel mare e che diventi un pretesto per non agire (“ah, ma non ce lo ha detto nessuno…”). Davvero all’ISS ignoravano che da un anno la loro ricercatrice partecipa alla tournée che promuove “l’oncophytoterapia”? Non riesco a crederci.
      Prima di segnalarla all’antitrust, voglio vedere se l’ISS fa cancellare la réclame del Trigno quale “terapia biointegrata per le problematiche oncologiche “in vetrina” sul sito Biogroup con tanto di link al comunicato stampa sulle ricerche dell’ISS.
      Ieri sul Quotidiano Sanità c’era questa precisazione:
      L’Istituto Superiore di Sanità ha già provveduto a diffidare quanti per promozione abbiano indicato “mirata azione antineoplastica” del prodotto o lo definiscano come coadiuvante nei trattamenti anticancro poiché “suscettibili di equivoci” in assenza di una specifica sperimentazione sull’uomo che ne dimostri la sicurezza e l’efficacia.

  3. Forse io vi inviterei a leggere con più attenzione l’articolo in questione, anziché criticarlo alle prime righe. Non mi sembra che sia preso come oro colato anzi, c’è un’intervista proprio a Silvestri:
    “Più in generale, però, negli ultimi anni la ricerca biomedica si sta concentrando sullo sviluppo di medicinali “terapeutici” da somministrare a persone sieropositive, anziché ambire a una cura preventiva definitiva. E – a fronte delle innovazioni raggiunte – la messa a punto di un prodotto capace di funzionare sempre, e per di più commercializzabile, sembra ancora molto lontana. I motivi biologici sono semplici da individuare. “L’Hiv è un tipo di virus molto diverso da quelli classici”, spiega a Repubblica.it Guido Silvestri, professore di Patologia generale all’Emory University di Atlanta, che con i soldi ricevuti dall’associazione del papà di Microsoft sta testando il vaccino di Andrieu in uno studio indipendente. “Non ne esiste una versione universale, ma ci sono infinite varianti. Si tratta di un’infezione subdola e di un parassita che ha una grande capacità di cambiare e sfuggire alle risposte immunitarie del corpo infettato. Inoltre, è bravissimo a nascondersi, come virus latente, specialmente nelle cellule del sistema immunitario, come le CD4”.
    E ancora:
    primi risultati sono stati presentati nel 2012, mentre quest’anno delle nuove indagini sono state pubblicate su Frontiers in Immunology. Tuttavia la comunità scientifica rimane scettica. A essere contestato è, in particolar modo, il fatto che Siv e Hiv sono simili, ma è diverso il modo in cui la malattia si sviluppa – rispettivamente – nella scimmia e nell’uomo. Commenta Mago Clerici, professore di immunologia all’Università degli studi di Milano: “Esistono da vent’anni vaccini che proteggono le scimmie dal virus. Ma ogni volta che abbiamo provato a replicare gli esperimenti sull’uomo, non hanno funzionato. L’approccio probiotico è interessante, è provato che i batteri possono migliorare le condizioni cliniche sia degli uomini sia degli animali, però dubito che adottandoli si possa evitare che il paziente si infetti”. Anche la decisone di usare il virus inattivato – secondo Clerici – è un’arma a doppio taglio. “Riduce il numero di cellule vulnerabili all’infezione, ma allo stesso tempo anche la possibilità di combatterla”.

  4. Scusate, ma fondamentalmente trovo la critica “oro colato” del tutto infondata. Si parla di una ricerca e poi se ne descrivono i limiti. Del resto, lo stesso Silvestri all’epoca mi diceva che l’approccio era interessante. Altrimenti forse non avrebbe fatto ulteriori test. Di quale credulità stiamo parlando?
    Cordialmente,
    r.

  5. @Rosita
    “Di quale credulità stiamo parlando?”
    Forse del dare per scontato che il vaccino di Andrieu “abbia già dimostrato di essere efficace sulle scimmie”? Forse del non aver tenuto conto della rivista su cui l’articolo è stato pubblicato? Forse di quello slittamento semantico da cockail a elisir e della confusione fra vaccini preventivi (Picker e Andrieu) e terapeutici (Caruso)? Forse del prendere per buone le scemenze scritte da molti tuoi colleghi sul vaccino Caruso?
    Ne abbiamo già parlato, Rosita.
    http://www.hivforum.info/forum/viewtopic.php?p=45629#p45629
    http://www.hivforum.info/forum/viewtopic.php?p=45656#p45656

  6. “La storia dei vaccini anti Aids, infatti, è stata spesso costellata da speranze disattese”. Sempre dal mio articolo. Ma se preferisce: sì, le ho prese tutte per buone.

    1. Rosita,
      ha ragione, è probabile che non abbia scritto lei quel titolo che prende per “oro colato” i “risultati positivi”. Purtroppo determina il senso del suo articolo e sminuisce l’avvertenza “ma la comunità scientifica è scettica”, tanto più che lei la presenta divisa: 2 entusiasti – gli autori dell’editoriale su Frontiers – e 2 scettici.
      Oltre a quelli che le ha segnalato Dora, nel paper di Andrieu et al. c’erano altri campanelli d’allarme. Per esempio, in bibliografia sono gli unici a identificare le nuove CD8 “T-regulatory (Treg) MHC-IB/E”. Tre tipi di adiuvanti per 4 modalità di somministrazione rendono difficile il confronto dei risultati. I gruppi sono piccoli, disomogenei, con parecchia variazione interna, statisticamente il risultato migliore – nel sottogruppo LP+virus inattivato – è poco significativo.
      Alcune delle critiche di Dora – elisir, vaccini terapeutici ecc. – vanno rivolte al giornalista del Washington Post, secondo me. Semmai lei ha “prese per buone” troppe cose scritte da lui.

  7. “Davvero all’ISS ignoravano che da un anno la loro ricercatrice partecipa alla tournée che promuove “l’oncophytoterapia”?”
    Il 28 maggio prossimo Biogroup sponsorizza una nuova tappa del tour a Torino, durante la quale la Dr Stefania Meschini parlerà di “TRIGNO M: risultati della ricerca svolta presso l’Istituto Superiore di Sanità”.
    Forse qualcuno dell’ISS potrebbe presenziare. Così, tanto per rendersi conto di persona di che cos’è la “medicina biointegrata”.
    https://www.facebook.com/388443527901741/photos/gm.537777839747856/988053861274035/?type=3&theater

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