Spirito di servizio

Braccialetti in silicone terapeutico e anti-zanzare da 20 euro cad.

Giancarlo s’è offerto di misurare le proprietà terapeutiche, biocide, agricole ecc. delle scatolette quantiche, ma le aziende, pare, preferiscono che lo faccia un centro di ricerca pubblico o un’università.

Non capisco perché visto che la Freebioenergy avrebbe già le analisi di un istituto del CNR e forse due, dell’università di Sassari e della Seconda università di Napoli. E la Polopposto quelle della SISSA stando a quanto sostiene tuttora Andrea Rampado.

Strano che non le pubblichi, però. Non sarà che, com’era successo a me e a Gdvr con le colture di Ralstonia detusculanense scoperta da Celani, il poverino le ha chieste ai proprietari e gli han risposto che non sono mai esistite?

Coincidenza o meno, Andrea Rampado e Hermano Tobia hanno ridotto drasticamente gli effetti ottenibili con la fisica quantistica-omeopatica. Adesso fa solo scendere l’acqua dai muri con un campo magnetico che ne trasforma le molecole da dipolari a monopolari, uccidendo così gli organismi presenti nell’ambiente insieme al loro microbiota…

Mentre Freebioenergy e/o Polopposto cercano il Giuseppe Levi di turno all’UniBo di turno, segnalo a Hermano Tobia e Andrea Rampado, che non devono aspettare che lo trovino per discreditare i patoscettici e l’oca. In commercio, si trovano parecchi asciuga-muri quantici. Il produttore sarà sicuramente disposto a consegnare un esemplare a Giancarlo e/o altri esperti scelti da 22 passi in cambio della pubblicità derivante dalla pubblicazione dei risultati. Per esempio

  • Aquapol
  • BioDry
  • Domodry
  • Ecodry
  • Elektro Aqua
  • Elo system
  • Emmeti
  • KalibraDry
  • Lectros
  • OsmoTerra
  • StopRise

Nel caso nessuno di questi modelli mantenga le promesse del dépliant, con l’aiuto degli IbeC ne trovo sicuramente altri. Se non riusciranno a procurarsene uno, saremo felici di prenderli per i fondelli come per la Ralstonia detusculanense e i tubi a FuF.

4 commenti

  1. Mah, non ricordo una risposta così diretta dei detusculanensi. Più che altro un gran tergiversare. Forse temevano io rappresentassi chissà quale temibile multinazionale del terrore. Di fatto, dopo 14 anni anni (o di più? ho perso il conto) l’ipotesi con più supporto scientifico è ancora quella che abbiano indicato una tassonomia erronea. E il danno è ben documentato da quei paper che Rampado (forse non capendolo) cita sempre: una tassonomia erronea su genbank si ripercuote su tutta la ricerca a valle.
    Oramai, passati tutti questi anni, non sarebbe meglio toglierla quella sequenza?

    1. Gvdr,
      All’ENEA mi hanno confermato che non ce n’è traccia (ti avevo detto che il capo di D’Agostaro mi avvisava appena la trovava? Non l’ha trovata né lui né un amico che ho sentito dopo).
      Celani ci ha scritto che non ce l’aveva – lo sapevamo già, all’INFN non l’ha mai vista nessuno – e invece di rispondere D’Agostaro ha provato a tirare una stangata vendendo roba non sua.
      Bel giro di onesti…

  2. Ah, no, ecco, mi ero perso una (non) puntata. Dovrebbero, almeno, aver conservato i dati grezzi delle analisi. In mancanza di quelli, dobbiamo fidarci di quelli pubblicati e concludere che, come tutte le evidenze analitiche indicano, la destuscolanense non esiste.

    1. La non puntata non vuol dire. Magari le analisi sono state fatte altrove. Non saprei dove, dei 19 autori l’unico che stava in un lab di biologia era D’Agostaro.
      Gli altri sono nomi che Celani aggiunge con o senza il consenso degli interessati agli articoli che si compra su riviste spennapolli o in presentazioni ai raduni FuF, più sua moglie e i tre compari di Valenzi che non sanno la differenza tra batterio e archeo, rubano una micrografia di un altro batterio, ne attribuiscono il metabolismo alla detusc ecc.
      Li ritrovi qui insieme a falsari, creazionisti, invasati e al templare emeritus che disquisisce di
      Influenza gravitazionale su biologia umana e agricoltura
      Son diventati meno chiassosi, mi sembra.

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