Aspettando la Niña


Coda di un Niño da record, anche nella serie GISTemp i sette mesi scorsi sono stati i più caldi mai registrati – rif. grafico semplificato di tamino. Però in maggio, l’anomalia rispetto alla media 1951-1980 è calata e dovrebbe continuare così con l’arrivo della Niña. Dettagli da UK Met Officetamino, Hot whopper, The Guardian.

Su Nature Climate Change, Richard Betts, Ralph Keeling (il figlio che oggi compila la curva omonima iniziata dal padre) et al. prevedono che per effetto dell’ultimo Niño

la concentrazione atmosferica di CO2 misurata a Mauna Loa rimarrà sopra i 400 ppm per tutto l’anno e quindi per tutta la nostra vita.

In media annua, è successo anche l’anno scorso, ma la concentrazione è scesa sotto i 400 ppm da luglio a ottobre.

Con Myles Allen e altre star, la settimana scorsa Richard Betts si lamentava perché che mancano proiezioni per gli effetti di +1,5 °C in media globale. Forse sembra poco, ma è come per noi passare da 37 °C a 41…

Un gruppone di biologi, ecologi, climatologi, agronomi ecc. ha misurato il carbonio rilasciato dallo scioglimento del permafrost in 25 campioni di suolo anaerobici (allagati) e aerobici, quando la temperatura aumentava di 10 °C durante il “periodo di incubazione” (di attivazione dei microbi):

i suoli aerobici rilasciano 3,4 (95% CI, 2.2 to 5.2) volte più carbone… Anche tenuto conto dell’aumento del calore che aumenta la cattura di metano, ne rilasciano 2,3 (95% CI, 1.5 to 3.4) volte.

La forbice è dovuta soprattutto alla diversa composizione delle “comunità microbiche”.

Stanno per partire le scommesse sull’estensione minima della banchisa artica. Da un po’ di giorni, lo squagliamento da record sembra essersi fermato ma prima di puntare un euro, conviene leggere quello che dice neven1.

Da Climalteranti Daniele Bocchiola aggiorna su ghiacciai del Karakoram (o rum, Daniele?) e altre Torri dell’acqua himalayane; e tutti insieme, ricordiamo il nostro “Barone”.

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Sempre per spirito di servizio (prima o poi l’attacco di bontà mi passa)

Nel caso il désespoir passerino causato dall’ultima esternazione di Rossi non sia alleviato dal lancio di altre scatolette quantiche contro Andrea Idini e Barney, Andrea Rampado dovrebbe negare il riscaldamento globale, è tanto che non ci prova.

Questa volta invece delle fantasie del duo Stagnaro-Penny, potrebbe usare l’aritmetica del vice-presidente di Assocarboni per spiegare perché le emissioni antropiche di gas serra CO2 non possono dare un contributo >100% all’aumento della temperatura, o i cicli astrologici di Scafetta ammirati anche da Steph (tks, bro’) insieme all’opera del dott. Minopoli, presidente dell’Associazione Nucleare Italiana. (1)

Se non un presidente della Kavital sopravvissuto all’aggressione cavitante di alieni, chi rincuorerà i trubì?

(1) In realtà il dott. Minopoli è l’uomo giusto al posto giusto: fa sì che gli italiani votino contro le centrali nucleari, raro esempio di tecnologia “matura” da 50 anni i cui costi aumentano invece di diminuire.

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Altro che scatolette

Intrappolati in un labirinto? Se siete un fotone, potete uscirne in femtosecondi da bravo pedone quantistico – “quantum walker” – che segue i sentieri – “waveguides” – tracciati in una lastra di vetro, evitando gli attaccabottoni e le interferenze, simulate in “mille mappe diverse di rumori” di fondo.

E non abbiate paura della decoerenza dovuta a difetti, acciottolato, pavé sconnesso. Se ben sintonizzata (tuned) vi porta intonso fino all’uscita, scrivono i fotonisti del LENS et al. su Nature Communications, dopo aver superato il labirinto della peer-review in nove mesi… (h/t Giancarlo).

3 commenti

  1. Magari Chernobyl e Fukushima hanno influenzato un tantinello di più i voti degli italiani sui referendum per il nucleare nazionale rispetto alle parole al vento dello sconosciuto Minopoli.
    E sui costi, differenziati da nazione a nazione della generazione elettrica da fonte nucleare, la quale al contrario del termoelettrico non produce quasi CO2, sarebbe il caso di essere meno tranchant. Dato che ad esempio una nazioncina come la Cina sta investendo nella tecnologia nucleare parecchi soldini, come pure in eolico e fotovoltaico, in maniera pragmatica e senza la partigianeria emotiva (pro questo e contro quello) di tanti politici ed intellettuali occidentali, per non parlare di quelli italici.
    Manca solo che noi oche e ochi ci si vanti che siamo tra le pochissime nazioni industrializzate a non avere nel nostro mix energetico una quota di produzione di energia elettrica da nucleare…

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