455 00 e un pianeta da visitare

Il numero per dare 2 euro con un cell all’emergenza terremoto è 455 00, se potete dare qualcosa di più c’è un appello di Action Aid.
Qui trovate gli aggiornamenti dell’INVG sulle ultime scosse e qui dello US Geological Survey.

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I media ne parlano da quando Der Spiegel aveva rotto l’embargo, oggi è ufficiale. Su Nature, il gruppo Pale Red Dot descrive Proxima b, un pianeta roccioso simil-terra che in 11 giorni orbita attorno a Proxima Centauri, una nano rossa e freddina a 4,3 anni  luce appena da qui – rif. Alexandra WitzeArtie  Hatzes e in italiano Oggi Scienza.

Nature pubblica una ricerca di Nerilie Abram, del Consorzio PAGES 2k et al. Supersintesi:

in alcune regioni – l’emisfero nord e l’Artico, ndt da circa 180 anni il riscaldamento dell’era industriale ha causato l’emergere delle temperature alla superficie sopra i valori pre-industriali, anche tenuto conto della variabilità naturale.

Con più dati, conferma la mazza da hockey di Michael Mann et al., PNAS 2008, citata nella nota 2. Commento di Michael Mann. Spiegazioni per neofiti e non sul sito di PAGES 2k e su Climate Central
Prima del 1880, c’erano poche serie nazionali delle temperature, da qui l’uso di “proxy” come evidenza vicaria del riscaldamento globale. E questa converge tutta quanta – variazioni locali comprese – nel “consenso scientifico”, o nel “complotto” per dirla con bigoilisti e globalcoolisti.

Per esempio

Un mese fa, Florence Fetterer et al. del National Snow & Ice Data Center americano hanno ricostruito l’evoluzione dei ghiacci artici dal 1850 in poi, sulla Geographical Review. Dati sul sito del NSIDC, esempi delle fonti storiche in un articolo della Fetterer per Carbon Brief.

Le mappe mostrano “l’amplificazione polare artica”, un effetto dell’aumento della CO2 atmosferica previsto da Svante Arrhenius nel 1895 (a memoria, poi cerco il paper). Non poteva saperlo, ma più che una previsione era una descrizione di quello che stava accadendo sotto i suoi occhi. (Bell’articolo e grafici da Carbon Brief)

Per fortuna, lo scioglimento stagionale dell’Artico non causa direttamente un innalzamento del livello del mare. Ci partecipa perché amplifica comunque l’effetto dei gas serra: durante i sei mesi soleggiati, meno ghiaccio = meno albedo, l’oceano si scalda e quindi si espande. Negli altri sei mesi la banchisa ricresce un po’ più sottile di prima, ma non abbastanza perché l’oceano restituisca all’atmosfera il caldo immagazzinato.

(Un innalzamento disastroso del livello del mare avverrebbe tra circa 50-150 anni nello “scenario peggiore” usato da Jim Hansen et al. nel loro ultimo modello, ma quasi tutti i climatologi lo hanno criticato, a cominciare dai peer-reviewer.
BTW, il mio avanzo di galera preferito continua a chiedere più ricerca su nuovi reattori nucleari, ora in collaborazione con la Cina. E Tamino paragona le previsioni a 30 anni del modello pubblicato da Hansen nel 1981 con le osservazioni…)

Su Nature, reportage di Jane Qiu dalla Cina:

One of the world’s largest documented ice avalanches is flummoxing researchers. But they suspect that glacier fluctuations caused by a changing climate may be to blame. About 100 million cubic metres of ice and rocks gushed down a narrow valley in Rutog county in the west of the Tibet Autonomous Region on 17 July, killing nine herders and hundreds of sheep and yaks…

Temperatures in Tibet have soared by 0.4 °C per decade since 1960 — twice the global average. Warming can generate meltwater that carves out a glacier from within, making it vulnerable to collapse, says Tian.

Alison Abbott, in vacanza a Tuscania, contribuisce al pezzo di Quirin Schirmeier sul terremoto:

Alessandro Amato, a geologist at Italy’s National Institute of Geophysics and Volcanology in Rome, awoke to the shocks from dreaming that someone had knocked wildly at his door. Having done some computer modelling since, he says that there is a risk of severe aftershocks in the next hours or weeks.

“The quake may have activated adjacent faults as happened in 1997,” he says. “We expect a number of aftershocks of decreasing magnitude. But we can’t say when and exactly where they will occur.”

Tre articoli sull’eredità scientifica della presidenza Obama forse sono un po’ prematuri. Due notizie interesseranno le Ong, penso. Heidi Ledford che ha seguito l’Intellectual Property Scholars Conference a Stanford, scrive:

Rejections for US patents related to personalized medicine have spiked after recent Supreme Court decisions tightened the rules for such claims, an analysis of more than 39,000 patent applications reveals.

Quello che esiste in natura non si può brevettare, e meno male, perfino una Corte suprema a maggioranza liberista era d’accordo e l’USPTO è diventato meno lasco. Le aziende protestano, of course, che gli investitori scarseggiano. Però visti i costi di certe terapie adattate al singolo paziente e raramente rimborsate dallo stato – e certi aumenti pazzeschi di farmaci “salvavita” rimborsati dallo stato – forse gli investitori fanno i conti con il “mercato”.

Per la medicina personalizzata nei paesi ricchi, Drugs for Neglected Diseases (DNDi) non è un modello alternativo di finanziamento. Lo è per la medicina di massa nei paesi poveri – un mercato poco “appetitoso” – anche perché aggira i brevetti. Ha sfatato il “mito dei milioni di dollari” necessari per sviluppare un farmaco, scrive Amy Maxmen:

When medical charity Médecins Sans Frontières… won the Nobel Peace Prize in 1999, its members decried the lack of lifesaving drugs for diseases of the poor, and used the Nobel prize money to kick-start the DNDi. Pécoul, a soft-spoken Frenchman who had been with MSF for 20 years, took the helm when the initiative launched in Geneva, Switzerland, in 2003. Pharmaceutical executives were sceptical. Drug development is an expensive, complex, decade-long endeavour. “In the early days, we saw DNDi as a bit amateurish,” recalls François Bompart, a medical director at the Paris-based drug company Sanofi. “We thought, they cannot be serious.”

Erano serissimi.

Divertente il paper sull’octobot molliccio stampato in 3D dal gruppo di Robert Wood a Harvard con l’aiuto del chimico George Whitesides (having fun as usual, prima costruiva “gioelli” come questo). La piccola piovra nuota grazie a una reazione chimica del perossido d’idrogeno – gassoso/liquido – che scorre nelle sue “micro-vene”, controllata dalla microfluidica insomma, non dall’elettronica. Com. stampa, foto e video della bestiola.

5 commenti

  1. Oggi ho mandato soldi dalla Germania via SMS. Ma: il numero era 45500 invece di 455000.

  2. Cosa ce altro da raccontare dalle nebbie del nord? a due giorni fa caldo – tutti fuori a quest’ ora…
    Sono morti tre pazienti di cancro di un Heilpraktiker (naturopata) di nome Klaus Ross (“clinica” di Brüggen-Bracht nelle vicinanze con la olanda da dove viene una grande parte dei suoi pazienti). Aveva fatto esperimenti con la sostanza 3-bromopiruvato (3-Bromopyruvat(e)) dichiarandola falsamente “naturale”. Ancora non si sa la causa della morte dei pazienti (del Belgio e dalla Olanda dove i controlli sono piu severi). Probabilmente si era sbagliato nel dosaggio. Ma: forse non sara mai punito, visto che da dilettante in medicina non era in grado di farsi la miscela sperimentale giusta e non era in grado di prevedere gli effetti. In tutto aveva curato circa 100 pazienti affetti di cancro, 70 non hanno sopravissuto. Questo scandalo era alla ribalta dei giornali nazionali e olandesi e ha scattenato di nuovo le discussioni a proposito di un controllo piu stretto dei Heilpraktiker da parte dello stato.

  3. Sono morti tre pazienti di cancro di un Heilpraktiker (naturopata) di nome Klaus Ross
    David Gorski ha dedicato a metà agosto un post su Science-Based Medicine a raccontare del 3-BP e dei morti alla “clinica” di Klaus Ross e c’è pure un’insolenza di qualche giorno fa.
    Si è basato su un articolo su
    Science, che era uscito qualche giorno prima e che a sua volta si basava su qualche confuso resoconto iniziale.
    Mi sembra che la più pressante preoccupazione di Gorski – che ricorda quanto simile sia questa storia a quelle che hanno dato inizio alla truffa del dicloroacetato – sia che l’uso scorretto del 3-bromopiruvato, sia nel modo di somministrazione, sia prima che sia stata completata la normale trafila di sperimentazione, metta un’ipoteca su un farmaco che poteva essere promettente.
    Ma la mia impressione è che quei morti indichino un problema ben più vasto: l’enorme diffusione – anche qui, molto vicino a noi – di pseudocliniche in cui vengono offerti, accanto a trattamenti o poco studiati o magari dimostrati inefficaci, ma innocui, robacce davvero pericolose.
    Il sito di Ross è offline, ma nel primo link che ho segnalato Smut Clyde ha raccolto nei commenti quel che ha salvato nella Wayback Machine e così possiamo vedere che l’elenco dei trattamenti offerti alla “clinica” di Brüggen-Bracht comprende tutto l’armamentario più alla moda dei ciarlatani – dall’agopuntura alla bio-risonanza, all’osteopatia craniosacrale, alla vitamina C ad alte dosi e al glutatione, a MMS e DMSO, a una serie di immunoterapie du jour a base di GcMAF, cellule NK etc. etc.
    Adesso, a quanto sembra, l’indagine si sta estendendo a controllare come siano morte una settantina di altre persone trattate da Ross e, come sempre in questi casi, sarà ben difficile dimostrare che siano morti a causa del 3-BP o di altri trattamenti ricevuti e non, invece, del cancro in fase più o meno terminale che li affliggeva.
    In ogni caso, è probabile che Ross non potrà più fare grossi danni, ma restano quelle cliniche spuntate come funghi in una Germania molto compiacente e che non sembra culturalmente pronta a fare pulizia.
    Per l’OcaS: anche Noakes aveva aperto una *clinica del GcMAF* in Germania, ma credo che dopo i morti di Bussigny abbia concentrato i suoi sforzi in Olanda. Nonostante lui sia sotto indagine in mezzo mondo e la magica proteina venga venduta illegalmente in modo sempre più nascosto, le cliniche del GcMAF continuano a prosperare in Europa.
    discussioni a proposito di un controllo piu stretto dei Heilpraktiker da parte dello stato
    Crede ci sia la possibilità che quelle discussioni si approfondiscano? Oppure, calata l’attenzione su Ross, tutto continuerà come prima?

  4. Ne ha scritto anche Edzard Ernst e mi sembra che vada al cuore del problema – o uno dei cuori: The German ‘HEILPRAKTIKER’ is a relic from the Nazis that endangers public health.
    E c’è anche un bel libro di Michael Hau che aiuta a inquadrare bene la questione culturale dell’apertura storica e culturale della Germania alla ciarlataneria: The Cult of Health and Beauty in Germany – A social history, 1890-1930, The Univeristy of Chicago Press, 2003.

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