E se Fido avesse l'anello di re Salomone?

Salomone parlava con tutti gli animali. Anche noi con quelli di casa o del vicino. Si sapeva già che i cani conoscono il significato di un centinaio di parole, di più se sono dotati per le lingue. Su Science di oggi, un gruppo di ricercatori ungheresi scrivono di averne osservato il cervello con la risonanza magnetica, e di aver trovato

a left-hemisphere bias for processing meaningful words, independently of intonation; a right auditory brain region for distinguishing intonationally marked and unmarked words; and increased activity in primary reward regions only when both lexical and intonational information were consistent with praise. Neural mechanisms to separately analyze and integrate word meaning and intonation in dogs suggest that this capacity can evolve in the absence of language.

Nell’assenza di un linguaggio simile al nostro, ma un giorno potrebbe esserci un Google Translate dal canino all’ungherese o all’italiano.

Dal canino al giapponese c’è già e ha pure ricevuto il premio IgNobel…

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“Gestione termica personale”

Ogni tanto segnalo una ricerca di Yi Cui, un genietto dei nanomateriali che nel suo lab di Stanford – un’enclave cinese! – lascia i dottorandi liberi di provare un po’ di tutto, con una supervisione attenta “ma leggera,” dixit un’amica. Oggi descrivono come hanno fatto e testato il NanoPE, un quadratino di membrana che si usa nelle batterie. Polietilene, come la pellicola trasparente che si mette sui cibi, a nano pori, ne hanno allargati un po’ qua e la e fra due strati hanno messo un filo di cotone. Abbassa la temperatura della pelle addirittura di 2-2,7 °C rispetto a un tessuto in solo cotone:

(it) promotes effective radiative cooling while still having sufficient air permeability, water-wicking rate, and mechanical strength for wearability

Lascia uscire la radiazione infrarossa, insomma, invece di trattenerne la maggior parte, il cotone aspira l’umidità che passa all’esterno dai pori grossi, e diversamente dalla pellicola, non è trasparente.

Come tessuto costa poco. Resta da vedere se sia facile produrre a metri e piacevole da indossare. Dal video, non mi pare molto adatto a un vestito, ma i ragazzi ci stanno lavorando.

Se lo è, si potrà abbassare il condizionatore e risparmiare energia, dicono gli autori e Svetlana Boriskina del MIT, nel suo commento. Anche lei si occupa di  “gestione termica personale” e ricorda che finora tutti i tessuti esistenti riducono la conduzione termica, il nuovo NanoPE è il primo a fare il contrario.

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Quasi tutto il resto di Science è dedicato a quanto la sonda Dawn ha scoperto sull’asteroide Cerere, dalla geologia più movimentata di quanto si immaginasse. C’è un riassunto dei paper sul sito della NASA.

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Se non avete di meglio da leggere in questi giorni, nel Parco delle Bufale la custode sta imparando da famosi opinionisti a “comunicare la scienza”, le ricerche sul clima in particolare. Prima lezione, seconda lezione, altre a richiesta.

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Dopo SciGen, Peer-reviewGen…

All’università di Trieste, Alberto Bartoli et al. hanno creato con il machine learning un programma che genera peer-review pescando in un piccolo-data base di review  vere e, a richiesta, scrive un testo che “rifiuta”, “accetta” l’articolo sottoposto o è “neutrale”. Ne hanno sperimentati i risultati su 39 prof e studenti. Nel 30% dei casi, le hanno ritenute autentiche, i.e. prodotte da un peer umano dopo matura riflessione e il 25% ha ritenuto quella umana meno valida di quella generata random.

h/t Retraction Watch.

Su STAT, Oransky & Marcus di Retraction Watch parlano della causa per truffa intentata dalla US Federal Trade Commission a OMICS e si chiedono speranzosi se segnerà la fine dell’editoria predona…

Jason Travers spiega agli educatori come sviluppare un b.s. detector negli studenti e se stessi, per evitare di insegnare pseudoscienza.