Bionde vs bruti

Chiara Lalli che chiama gli italiani bionde fuori o dentro a firmare l’appello contro l’imposizione di concepire esclusivamente come Padre comanda, segnala un comunicato del Codacons (cliccare per credere…):

VACCINI: CODACONS DENUNCIA IL SENATO E IL PRESIDENTE GRASSO

CENSURA INACCETTABILE. VIOLATO ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE. ASSOCIAZIONE SI PROPONE PER PROIEZIONE DOCUMENTARIO

 Il blocco della proiezione del documentario sui vaccini “Vaxxed: From Cover-Up to Catastrophe”, rappresenta un brutto atto di censura e una violazione del diritto di opinione. Lo afferma il Codacons, che critica duramente il Senato e il suo presidente Pietro Grasso.

“Si può non essere d’accordo con una tesi ma non è tollerabile, in un paese democratico, impedire la proiezione di un film di cui non si condividono i contenuti – afferma il presidente Carlo Rienzi – Sarebbe stato più civile trasmettere il documentario per poi stroncarlo duramente, ma così facendo il Senato si è reso protagonista di una censura inaccettabile. Per tale motivo presentiamo oggi stesso un esposto ai Questori del Senato per violazione dell’art. 21 della Costituzione, secondo cui “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Non solo. Il Codacons si propone per consentire la proiezione di “Vaxxed: From Cover-Up to Catastrophe”,  e a tal fine sta cercando una sala vicino al Senato dove trasmettere il film.

h/t radioprozac
All’avvocato anti-vaccinista Carlo Rienzi suggerirei di leggere nell’ordine larticolo 21 della Costituzione e gli art. 638 e 658 del Codice Penale prima di rendersi complice di un altro “procurato allarme” (rif. anche art. 438 c.p.) mentre calunnia “autorità dello Stato”.
Nella realtà infatti, il presidente Grasso e il Senato non hanno né sequestrato né censurato Vaxxed. Tutti i cittadini con accesso a internet possono vederlo e stroncarlo, insieme al Rienzi-pensiero, dove e quando vogliono. (1)
E visti i risultati, gli suggerirei anche manifesti elettorali… ehm… meno… sconcert… scollacciati?

*

(1) Ai fainéants, ricordo la stroncatura ready-made di Salvo “Medbunker” Di Grazia, “L’adorazione degli sciacalli da parte dei somari“.
Per le dichiarazioni di William Thompson falsificate per corroborare il complottismo del film, rif. left brain right brain.
Sulla presunta enterocolite che secondo lo sciacallo Andrew Wakefield sarebbe causata dai vaccini insieme all’autismo, rif. ennesima smentita.

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Bionda vs bruto
Claudio Gatti, un giornalista economico del Sole-24 Ore, si vanta di aver “scoperto” un segreto: il nome, già rivelato da Dagospia sotto il titolo “Lo sanno  anche i sassi”…, e la “tragica vita familiare” di Elena Ferrante, come se lei non l’avesse mai narrata. In realtà, nel secondo articolo racconta la vita della madre; tanto è morta, non si stupirà di essere sbattuta in prima pagina pure lei.

Si giustifica dicendo che la scrittrice “ha detto di mentire” in un libro autobiografico (in realtà, per La Frantumaglia ci mette sull’avviso citando la risposta di Italo Calvino a una lettrice: “Mi chieda pure quello che vuol sapere e glielo dirò. Ma non le dirò mai la verità, di questo può star sicura”. E’ un po’ diverso, Calvino avvertiva che la memoria non è veritiera, men che meno quella dell’io narrante…), quindi ha perso il diritto alla privacy.

Se non Parla, ricordo – il minimo per non confondere autobiografia e deposizione in tribunale – presumo che Gatti abbia letto almeno L’amica geniale o Storia di un nuovo cognome o quello che la scrittrice ripeteva spesso, per es. al Guardian. Decenni fa, ha deciso di sottrarsi alle pressioni e agli obblighi sociali degli scrittori, di non indossare un’immagine di sé fatta da altri per promuovere i suoi libri, di non vendere la propria. Anche perché:

Today much has changed but I still think the men who can really be trusted are a minority … maybe (and this is what I tend to believe) it’s because male power, whether violently or delicately imposed, is still bent on subordinating us. Too many women are humiliated every day and not just on a symbolic level.

Nei suoi romanzi le donne hanno un’identità imposta dagli uomini e si ribellano. Come Elena nel quartetto napoletano, lei si è guadagnata faticosamente la libertà di non essere una merce e un’Elena di altri, qualcosa di più del diritto alla privacy. Un diritto difeso dalla casa editrice e/o e da molti uomini nell’editoria anche se non capivano sempre quello che scriveva (“troppi vestiti” !) e un uomo glielo ha tolto.
Claudio Gatti è uno della maggioranza, non tollera che una donna si sottragga al suo potere.

Agg. 3/10
Rif. anche le mani avanti del direttore del Sole

L’idea di esplorare la “pista finanziaria” è proprio figlia del nostro bagaglio di storia e di competenze. Gatti ha portato a termine la sua mission

Altro che confermare con visure catastali una voce che gira da 25 anni, Elena Ferrante va denunciata come Tangentopoli. Peccato che la criminale paghi le tasse o il giornale la faceva sbattere in galera, mission accomplished sul serio.

In risposta, il bell’articolo di Loredana Lipperini; l’intervista a Michela Murgia su Io donna; la reazione di Sandro Ferri della casa editrice e/o su Repubblica; i dubbi di Le Monde; sulla Stampa la breve recensione alla nuova edizione di La Frantumaglia in cui Elena Masuelli non cita lo “scoop”, ma lascia che ci rispondano le parole dell’autrice; sul Time Suyin Haynes parla anche lei del disgusto dei lettori; Susan Moore del Guardian con il sottotitolo

The Italian author’s closely guarded anonymity has been blown by an idiotic bin rummager, as though she were a fraud or criminal

Il Fatto Q. è convinto che il “pubblico” voglia conoscere l’identità legale di un autore. Il “pubblico” forse, ma i suoi lettori no. Commenti:

posso allora rivelarvi che i WU MING in realtà sono:

Peppino Mazzullo
Valerio Mastandrea
Mal dei Primitives
Paolo Hendel
Don Lurio (R.I.P.)

Questo è uno skup, impara Gatti.

E più “sul pezzo”:

Claudio Gatti del Sole 24 Ore, ma lo stesso “Sole” che ha chiuso il semestre con 50 milioni di rosso? lo stesso che oggi è andato a picco in borsa, dopo 30 minuti giù di 11 punti?
Aaaaaannnn… che articoli interessanti del Sole

agg. 4/10
Per The Conversation, Tom Geue ha scritto l’articolo che ci si aspetta da un supplemento culturale (h/t Dora).
Se fossi il direttore del Sole lo pubblicherei domenica prossima insieme agli articoli già citati – quello del Fatto Q. con i commenti! – e quelli di Gloria Baldoni su Medium; Johanna Luyssen di Libération; Ann Deslandes del Sidney Morning Herald; Stig Abell del TLS; Alexa Schwartz del New Yorker

One particularly bizarre and offensive claim of Gatti’s is that his “exposure” of Anita Raja as Ferrante leaves “open the possibility of some kind of unofficial collaboration with her husband, the writer Starnone.” Ferrante’s anonymity has apparently now made her vulnerable to the accusation that she has not been able to write her books without leaning creatively on a man.

e Katherine Angel Anna Leszkiewicz del New Stateman, e Adam Kirsch e Chris Warde-Jones del New York Times, e…

E seguirei i Wu Ming per il resto della rassegna stampa.

Così qualche lettore del supplemento riuscirebbe forse a capire che quando una donna dice “no” non sta dicendo “sì” a tutti, Claudio Gatti compreso, come ritengono invece Claudio Gatti, il suo direttore (omissis) e Andreas Platthaus del FAZ.

5 commenti

  1. Claudio Gatti, un giornalista economico del Sole-24 Ore, si vanta di aver “scoperto” un segreto
    Mancava solo una foto discinta …
    Con un giornalismo investigativo così, chi ha più bisogno di Chi o Novella 2000?

    1. Dora,
      una foto discinta
      Se avesse investigato i guadagni di Rienzi, la foto c’era già…
      Nei settimanali femminili si sapeva come nei supplementi culturali, i critici letterari sono pochi e pettegoli. Ma per chi si occupa di economia, si vede che cultura, diritti umani, arte, è tutta merce.
      p.s. A proposito di merce, sottotitolo di Repubblica
      lo sfogo del responsabile del marchio e/o dopo l’articolo del “Sole 24 Ore” sul patrimonio di Anita Raja, sospettata di essere la scrittrice
      Sandro ha una casa editrice, non è mica Trump.

  2. OcaS,
    a reactionary bid of repossession – potresti averlo scritto tu (un bel pezzo).
    Non ho avuto molto tempo per leggere della Grande Inchiesta di Gatti, che mi pare stia comunque raccogliendo la sua bella messe di insulti, quindi forse è già stato scritto da qualcuno e me ne scuso. Ma a me questo disvelamento coatto di identità fa venire in mente quei prodi cavalieri dell’informazione a tutti i costi che forzano l’outing di omosessuali sauditi, o simili robacce.
    E anche, in modo molto più personale, la vera e propria furia di morbosità che prende alcuni davanti al rifiuto dell’interlocutore nel web di abbandonare il proprio pseudonimo. Ma questo l’hanno già scritto bene i Wu Ming.

    1. Grazie Dora,
      discinta: che tonta, non ci ero arrivata, era l’aggettivo che cercavo!
      L’articolo di Tom Geue è bellissimo, mica sarei capace, ed è proprio il tema della sua ricerca ho visto.
      simili robacce
      E’ vero. E in rete certi capetti che sanno solo shoot the messenger scoppiano di frustrazione davanti a un anonimo ragionante – come sai! Però su un supplemento cultura fa impressione.

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