Ratti al RoundUp e statistica abusiva, cont.

Premessa 1.
Nel 2012, Gilles-Cédric Séralini et al. avevano pubblicato i risultati di un esperimento sui ratti alimentati a mais Monsanto resistente al RoundUp in occasione del lancio di un suo libro contro gli Ogm, ma i ratti erano di un ceppo che tende a soffrire di tumori al fegato anche con una dieta priva di Ogm. Dopo la ritrattazione perché i dati erano inconcludenti, l’articolo era stato ripubblicato su una rivista compiacente, senza alcuna peer-review.

Premessa 2.
Scientific Reports è una rivista in open access del gruppo Nature, meno costosa per gli autori e anche meno esigente sulla qualità come s’è visto in un caso più comico di presunta fusione nucleare semifredda.

fonte

Guarda caso, proprio su Scientific Reports, Séralini et al. si sono appena comprati due studi che dovrebbero confermare quello ritrattato, citato come “evidenza” già acquisita, dai titoli allarmisti e fuorvianti. (h/t E.M.)

Il primo paper intende dimostrare con un’analisi del proteoma che nei chicchi di mais g.m. le proteine sono diverse da quelle di chicchi non g.m. e quindi l’approvazione delle sementi g.m. si è basata su un’equivalenza che non esiste. In realtà, cambiano idea nel corso del paper

the vagueness of the term substantial equivalence generates conflict amount stakeholders to determine which compositional differences are sufficient to declare a GMO as non-substantially equivalent

e si limitano a elencare differenze tra mais g.m. + RoundUp, mais g.m. senza RoundUp e un ibrido convenzionale piantati rispettivamente a distanza di 85 m, per due anni. Il mais g.m. s’è beccato un’infezione fungina.

Se invece del RoundUp avessero usato un altro glifosato, qualche differenza l’avrebbero trovata lo stesso. Concludono soddisfatti:

Proteome profiles of the maize kernels revealed alterations in the levels of enzymes of glycolysis and TCA cycle pathways, which were reflective of an imbalance in energy metabolism. Changes in proteins and metabolites of glutathione metabolism were indicative of increased oxidative stress.

Mah… con tante variabili incontrollate a cominciare dal meteo (sono perfino mescolati i chicchi dei due raccolti!) sembra esagerato attribuire lo stress ossidativo alla Monsanto – stressante di sicuro, ma per via del marketing da Dama di San Vincenzo che salverà i poveri dalla fame.
A mio avviso, nei commenti su Scientific Reports l’obiezione principale è spiegata da Claire:

The authors describe quantifying proteins, but they seem to have actually quantified individual peptides. Proteins are made up of multiple peptides…

Tutta l’analisi statistica si basa sulla falsa equivalenza tra proteina (nutrienti, quindi) e peptide. Per critiche approfondite, rif. The Mad VirologistAlison Van Eenennaam per il “Genetic Literacy Project”, Grant Jacobs su “Code for Life”, Dan MacLean et al. su “Science Media Culture” e i commenti su PubMed.

Nel secondo paper, Séralini et al. ci riprovano con gli stessi ratti: 10 che ricevono una dose quotidiana di RoundUp nell’acqua e 10 nel gruppo di controllo. Niente tumori, questa volta ma una disfunzione epatica:

Overall, metabolome and proteome disturbances showed a substantial overlap with biomarkers of non-alcoholic fatty liver disease [NAFLD] and its progression to steatohepatosis and thus confirm liver functional dysfunction resulting from chronic ultra-low dose GBH exposure.

Oltre alla confusione tra proteina e peptide, i problemi statistici sono moltiplicati dal fatto che il campione è molto piccolo; in due anni (circa) la dose “ultra-bassa” diventa gigantesca; i dati non sono comparabili perché gli animali vengono uccisi con l’eutanasia in età diverse; su 58 biomarcatori soltanto 3 raggiungono una differenza significativa…
Da qui, i due terzi dell’articolo dedicati alla “interpretazione biologica” di 55 valori p non significativi…
Le due ricerche sono finanziate dalla Sustainable Food Alliance che finanzia anche il CRIIGEN, il comitato anti-Ogm di Séralini ed è entusiasta dei risultati. Nel com. stampa, li collega addirittura all’incidenza del NAFLD, una patologia che

currently affects around 25% of the global population, and one in three people in the UK has early stages of the disease, with risk factors including being overweight or obese, diabetes and high cholesterol or high triglycerides in the blood.

Fra i fattori di rischio il glifosato non c’è, ma secondo Michael Antoniou, un co-autore abituale 

“The findings of our study are very worrying as they demonstrate for the first time a causative link between an environmentally relevant level of Roundup consumption over the long-term and a serious disease – namely non-alcoholic fatty liver disease. Our results also suggest that regulators should reconsider the safety evaluation of glyphosate-based herbicides.”

Sembra non aver letto il paper che ha firmato… Detto questo, meglio non bere acqua al glifosato, qualunque sia “l’adiuvante” aggiunto.

6 commenti

  1. Lo strano caso di pennetta e altre minchiate : il tono e’ sempre quello di chi ridicolizza il lavoro degli altri sparando cose senza senso. In provveditorato non sembrano essersi accorti di quell’immondizia.

    1. Al salmone,
      Bravo Fabio Vomiero.
      Penny è il solito gomblottista e “l’ottimo Masiero” crede che i modelli climatici negazionisti si producano in Cina…

  2. Secondo il salmone,ogni mutazione comporta “perdita di informazione” (!?) io mi chiedo solo,da dove abbia preso,questa, Informazione. Nel senso laicistico,omosessualistico,massonicistico,riduzionistico,daruinistico,abortistico,e comunistico !, di ” non informazione”….
    nel frattempo al suo amico e’ stato disattivato l’account fessbouk ah ah ah https://www.facebook.com/profile.php?id=533017150226659&fref=ts

  3. A proposito di Andrea Rossi: New info in Rossi lawsuit
    link: https://drive.google.com/drive/folders/0BzKtdce19-wyb1RxOTF6c2NtZkk
    citazione:
    See document 118 and 118-01 exhibit A and 118-02 exhibit B.
    ..the company was operating with a few hundred dollars a month which was being paid by Rossi. Also, Rossi
    instructed his lawyer to say the company has a connection to Johnson Matthey. One document seems to show that Bass has no idea what the company does, and he seldom shows up to work.
    This was uploaded by I.H. They described the exhibits as follows, on p. 3
    of document 118:
    “Third Party Defendants James Bass (“Bass) and Henry Johnson (“Johnson”)
    have produced some documents, but the total is only 842 pages. Even though
    this is not a sizable production, the documents in the production have
    already clearly established important allegations in this case to the
    benefit of Defendants, including among other things that (a) Third Party
    Defendant J.M. Products (“JMP”) was not a “real Customer” (to use Rossi’s
    phrase) using power from Plaintiffs in a manufacturing process, (b) JMP was
    not associated with the well-known British company of Johnson Matthey, and
    (c) Rossi was in control of JMP and paying for all JMP’s expenses, but in a
    manner to conceal this from others, including Defendants. See Composite
    Exhibit A; see also Third Amended Answer, Additional Defenses,
    Counterclaims and Third Party Claims (“AACT”) 69-79 [D.E. 78].”

  4. Mi attacco qui per una notizia fresca fresca dagli States. Continua infatti la battaglia tra scienza e “bio”, a suon di spot pubblicitari con protagonisti bambini delle elementari spaventati dagli OGM cattivi. Qui lo spot:
    https://youtu.be/rWkA36C6VCE
    L’ovvia reazione sulla pagina Facebook dell’azienda ha portato a centinaia di ban, tra cui scienziati e pagine di divulgazione additate come troll.

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