Bates & Curry nel Serengeti

Riass. punt. prec.
A proposito di un paper uscito su Science nel 2015, sul Fail on Sunday David Rose ha riferito illazioni, propinategli da John Bates e da Judith Curry, per favorire i tagli alle ricerche sul clima della NOAA e sugli inquinanti dell’EPA, decisi dagli anti-scienza del partito repubblicano ai tempi del presidente Bush.

The Serengeti Strategy


Dal 2003 prendevano di mira Michael Mann reo di una ricostruzione a “mazza da hockey” (grafico sopra) delle temperature dell’ultimo millennio, ma è un osso duro. Adesso la vittima prescelta è Thomas Karl della NOAA, in pensione da dicembre, reo di una correzione delle temperature del secolo scorso: c’erano problemi di omogeneizzazione da mezzo secolo perché erano cambiati più volte i sistemi per misurare le temperature marine, ma prima delle boe Argo non c’era verso di ridurne il margine d’incertezza.

Gli anti-scienza applicano la “strategia del Serengeti” usata contro Mann: isolare un ricercatore dalla sua comunità e farlo sbranare dai congressisti eletti con i soldi di BigOil & Coal.

Invece di fuggire però, la zebra spara sui leoni (you’re too nice, Dr. Mann!) disonesti con le armi della comunicazione. Tante zebre, questa volta.

Accennavo ieri alle bizzarrie della risposta di Judith Curry e John Bates alle smentite uscite nei due giorni precedenti. Climate Feedback le confuta con chiarezza, pazienza e cortesia. Cita solo il Fail on Sunday, ma gli scienziati hanno palesemente letto quella risposta – come Jeremy Berg, il direttore di Science, che smentisce un’accusa di Bates & Curry in una mail di ieri ad Andrew Revkind del NT Times.

La strategia del Serengeti funziona solo sui media, nella realtà uno scienziato, un paper, un grafico sono proposte da confermare. Non a caso il titolo di Karl 2015 è (grassetto mio)

Possible artifacts of data biases in the recent global surface warming hiatus

Fyfe et al. hanno pensato di aver trovato un “bias” nella serie di Karl 2015, ma era un “artefatto” del breve periodo che avevano isolato (2000-2014), come mostrano tre rianalisi più recenti:

  • una di Victor Venema per la collaborazione Copernicus che secondo Bates usa i metodi più affidabili,
  • una di Phil Jones
  • una su iniziativa del gruppo Berkeley Earth, un ente di ricerca privato fondato da Richard Muller, un fisico “scettico“, con finanziamenti di BigOilisti & Co ancora più “scettici” come i fratelli Koch.

Judith Curry faceva parte di Berkeley Earth, ma ne è uscita sbattendo la porta appena dopo aver firmato risultati preliminari che smentivano le sue accuse a Michael Mann per esempio, di aver falsificato i suoi.
Non glielo perdona.

Aggior. John Bates smentisce David Rose, Judith Curry, Lamar Smith e… John Bates.
Steph spiega il perché delle correzioni. Dice che pure

le boe Argo hanno introdotto un ulteriore ma leggero bias raffreddante

Altre correzioni in arrivo.

*

Ogni tanto me la prendo per gli appelli alla mobilitazione lanciati da Nature e altre riviste. Secondo me, riferire i fatti tende ad accrescere la rabbia e il complottismo degli anti-scienza. Ma le smentite fatte bene spiegano agli scettici onesti però confusi dalla propaganda politica, come si fanno misure non ripetibili (quella maledetta temperatura cambia in continuazione accid.), si interpretano i risultati (perché si usa la variazione rispetto a una media invece della temperatura?), i limiti dei vari strumenti ecc. C’è perfino chi spiega l’aspetto matematico-statistico.

Noi cronisti siamo dei dilettanti per definizione, sfruttiamo l’autorevolezza degli esperti. Peter Thorne, un co-autore di Karl 2015, deve aver pensato a noi:

People should feel free to use this content elsewhere or link to it.

Thanks for your help.

*

In realtà, volevo solo dire che non sono d’accordo con il Bardo ‘Assandra. Non è mai stato una zebra nel Siringeti, immagino, perché riassume il Bates & Currygate e conclude:

Maybe it was unavoidable that a review of the temperature data would lead to this kind of correction, but was it appropriate to publish a minor correction of a data set in a high-visibility journal? Wouldn’t have been better to ignore, for once, the “publish or perish” imperative? And that was just one of the many communication mistakes that scientists keep making. Now, many scientists are trying to debunk Rose’s debunking of the NOAA article (**), but the problem remains the same: the more you mention the “pause”, the more it becomes real for the public. And that’s a victory for the enemies of science.

It seems that, as scientists, we are falling over and over into the same traps. As long as we do that, we’ll keep being checkmated by people who exploit our mistakes.

Publish and perish un corno, Thomas Karl andava in pensione l’anno dopo. E la correzione sarò minore, ma l’affidabilità dei data-set non lo è. Per dirla con Peter Thorne (grassetto mio)

To get the real trend requires some sort of bias correction which recognises a. the offset between the techniques and b. the change in relative propensity of the two techniques. The precise nature of the method can be subject to discussion, the need for it less so.

A mio avviso il Bardo sottovaluta:

  • la difficoltà di correggere quei bias;
  • il valore aggiunto dalle boe Argo, dalla temperatura marina in generale, per stimare the real trend;
  • il bisogno di serie omogenee e comparabili;
  • gli attacchi ai dati della NOAA, della NASA, dell’EPA in corso dalle trattative per il prot. di Kyoto (il Pleistocene, lo so);
  • il peso internazionale di una risposta agli attacchi con un paper su Science, rivisto per sei mesi con il massimo rigore possibile;
  • il danno se osservazioni e modelli continuassero a usare dati non corretti per isolare i fattori di variabilità naturale dalle forzanti antropiche;
  • (omissis)
  • per via dell’uso ideologico di ogni “pausa” da 18-20 anni, anche se fosse uscito sul bollettino della parrocchia un lavoro così puntiglioso – anche nell’elencare limiti e incertezze – avrebbe provocato la stessa “furia ricorsiva”.

I nemici della scienza, della cultura, della libertà di pensare e parlare, accumulano vittorie da millenni. Chissà cosa crede, il Bardo ‘Assandra, che una libertà si conquisti una volta per sempre e che per conservarla basti tenere giù la testa?
Se così fosse, avrei da vendere paio di o-cat Leonarda in offerta speciale…

3 commenti

    1. Steph,
      sembra di sì, dopo averci sbattuto contro Bates ha fatto marcia indietro:
      no manipulation, no fraud, no malicious intent
      Adesso metto il tuo link sopra, completa bene il quadro.

      diego,
      grazie, speriamo che l’Artico si dia una calmata

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