Climategate 2.0 continua a sgonfiarsi, consegue ilarità.
Riass. punt. prec. A John Bates, i trumpisti avevano affidato la parte del leone che doveva sbranare la zebra Thomas Karl e dimostrare così che le temperature della NOAA – dove entrambi lavoravano fino all’anno scorso – erano truccate, come ai tempi di Climategate e della zebra Michael Mann, e il riscaldamento globale una truffa – variante attuale – dei cinesi.
Diligente, John Bates ha sparato “fatti alternativi” sul Fail on Sunday e sul blog dell’amica trumpista Judith Curry sabato e domenica, ogni volta colto in flagrante dai climatologi. Da lunedì, nega le proprie dichiarazioni – salvate per la posterità nel caso l’amica Curry le cancellasse, e non smette più di
Cortesi ma determinati, Warren Cornwall e Paul Voosen di Science non gli rinfacciano tutte le sue menzogne, ma come i giornalisti dell’Associated Press e dei giornali seri, gli lasciano ripetere che non ha mai accusato Karl et al. di aver fatto qualcosa di male.
Solo che nell’articolo su Science avrebbero dovuto scrivere che secondo il povero Bates i dati non erano ancora “operativi”. Cioè archiviati da una divisione della NOAA (il NCEI) nella forma che preferiva lui, invece che sul server della NOAA nella forma stabilita dal consorzio internazionale di cui la NOAA fa parte. La precisazione sarebbe prevista dal regolamento
But Mike Tanner, director of NOAA’s Center for Weather and Climate at NCEI, says there’s no NOAA policy that requires such a disclosure. “There’s nothing. That doesn’t exist,” he says.
Rif. anche Gavin Schmidt su Real Climate; Dana Nuccitelli sul Guardian, aTTP
(Segue)
***
Stamattina ho ricevuto questa precisazione:
I dottori Roberto Cutajar e Mario Marra, in qualità rispettivamente di dg della Fondazione Stella Maris di Pisa e di presidente della Fondazione Stella Maris Mediterraneo, smentiscono che mai c’è stato alcun rapporto di lavoro e tantomeno di collaborazione scientifica tra la Fondazione Stella Maris Mediterraneo e il dr. Carmine Finelli.
Il senso mi sembra inequivocabile.
Con il probabile (ma tutt’altro che certo, per adesso) ritorno del Nino entro il prossimo autunno, voglio proprio vedere cosa altro tireranno fuori nel 2018 per tenere in vita la moribonda pausa che non c’è mai stata. Urge doping da cavallo sui dati. Vedrai che la prossima mossa sarà quella di accusare di truffa i produttori di strumenti di misura. Argo avvisata, qui stiamo avvertendo preventivamente Meteolabor 😀