Snowflake

Ho dato un’occhiata ai tweet di Serena Danna, alla quale è capitato “l’infortunio”, o meglio una serie di infortuni nel presunto “dialogo” tra William Happer e Mark Cane, uscito domenica sul supplemento culturale del Corriere della Sera. Mette il link al post di Climalteranti con la premessa:

Dice che Happer non ha diritto di parola, che è venduto, il dibattito vecchio di 10 anni ecc. Dato che noi amiamo il dibattito, lo posto qui.

Non diciamo che non ha il diritto di parola, ovviamente, visto che lo citiamo. Lei non risponde a chi le fa notare che Happer si fa pagare per mentire sul clima, e che mai nel suo lavoro di scienziato

si è concentrato sui dubbi relativi al riscaldamento globale e ai danni della CO2

come ha scritto sulla Lettura. Fra altre falsità esilaranti come il vapore acqueo che scalderebbe la temperatura globale di 30°C,  i NOx che sarebbero il quarto gas per potenziale di effetto serra o questa perla sul Niño che si verificherebbe

ogni 5 anni tra dicembre e gennaio da quando il fenomeno è iniziato nel 1998

Francesco C. P. le chiede

È stata controllata storia del giovane ricercatore [negaiolo, che avrebbe ricevuto minacce]?

Serena Danna

credo ci sia scritto tutto nelle pagine della Lettura. La storia del ricercatore parla da sola non pensa?

Francesco C.P.

Non sono d’accordo penso che storie vadano verificate sempre, onde evitare di diffondere bufale

Serena Danna

non in questo caso, credo. La lettera citata da Happer è un indicatore di paranoia e politicizzazione della vicenda. Deep State?!

Dopo di che si lamenta dell’aggressività dei contestatori di Happer che per tre giorni le hanno dato della negazionista (???)

sono in pochi ma urlano

Perché questo titolone in prima pagina della Lettura

«Credetemi, il clima non è surriscaldato»

con l’accusa a migliaia di ricercatori di aver falsificato i dati, cosa sarebbe? Un sussurro?

15 commenti

  1. Anni fa Steph si presentava con nome e cognome quando interveniva coi suoi commenti, ma non mi sento certo di condannarlo per aver scelto l’anonimato, specie considerando le minacce e gli attacchi degli ultimi anni ai climatologi e ai loro cari.

  2. Grazie. Capisco il desiderio di anonimato; serve anche a me.

  3. Gentile signora,
    la buona educazione vorrebbe che se da giorni si chiama in causa una persona – non un giornale, non una redazione ma una persona specifica – questa venisse quanto meno invitata a leggere, se non a partecipare alla conversazione. Dato che si è presa la briga di dedicarmi così tanto tempo (lei che non è su Twitter, è venuta a leggere i miei tweet), mi sarei aspettata quantomeno una segnalazione, una mail, un invito a venire sul suo blog. E invece nulla.
    Poiché la devozione ai lettori è la prima regola del mio lavoro, ecco alcune considerazioni che spero possano essere utili a loro. Lei – temo – non cambierà mai né idea, né, cosa peggiore, metodo. Mi permetta a questo proposito un piccolo appunto: il metodo da lei usato per criticare l’articolo comparso sulla Lettura non è né debunking, né tanto meno contro-informazione, piuttosto un procedimento simile a quello che gli americani chiamano “character assassination”, ovvero il tentativo di sporcare la reputazione di una persona. Mi dispiace che questo avvenga all’interno di un contenitore giornalistico prestigioso e sempre rispettoso del lavoro altrui come quello del gruppo Espresso.
    Ecco dunque alcune considerazioni:
    – Io sono una giornalista e mi occupo principalmente di Stati Uniti. Il signor Happer rischia di diventare il science advisor della Casa Bianca, ovvero lo scienziato che guiderà il presidente nelle scelte di natura scientifica. Con la presidenza Trump, l’abbiamo già visto in campagna elettorale, lo “scetticismo scientifico” sta tornando al centro del dibattito pubblico. In America se ne discute ogni giorno, e il 22 aprile – come ho dato conto sulla Lettura del 19 marzo – gli scienziati scenderanno in piazza per protestare contro Trump in maniera, diciamo così, preventiva (la marcia in sé sta suscitando diverse polemiche all’interno della comunità scientifica americana, in quanto alcuni credono che possa politicizzare la scienza e dunque essere controproducente). In tale contesto, dare voce a quello che potrebbe essere lo scienziato numero uno della Casa Bianca credo sia un servizio ai lettori. Per evitare l’effetto cassa di risonanza, le stesse domande sono state rivolte a un climatologo di grande esperienza come Mark Cane. Resto convinta che se Happer è un matto pericoloso e venduto, come lei crede (saprà che all’università di Princeton è stimato anche da molti dei suoi oppositori), di certo il modo migliore – in democrazia – per dimostrarlo è dare spazio alle sue tesi, non certo censurarle.
    – Posso rispondere solo del lavoro da me firmato, ovvero del testo dell’intervista. Di conseguenza, l’unica cosa su cui posso controbattere, tra le varie che attribuisce a me personalmente, è la questione lettera del ricercatore. Lei dice che avrei dovuto verificare la veridicità della presunta lettera citata da Happer nella sua risposta. Lo scienziato non ha voluto rivelare l’identità dell’autore, esercitando un suo diritto legittimo. Questa scelta opaca, unita al linguaggio paranoide del testo, la citazione del Deep State, l’idea di apparati al servizio della scienza ufficiale, rende la lettera in sé un elemento di valutazione di Happer e della cultura che ispira il negazionismo. Sono sicura che i lettori – molto più intelligenti e preparati di noi – l’abbiano colto.
    -Il sospetto che Happer abbia percepito soldi dal Corriere della Sera offende l’istituzione del Corriere della Sera e il giornalismo tutto. Mi sorprende che arrivi da una persona che lavora regolarmente con i giornali. Sono sicura che le testate con cui collabora, penso al Sole 24 Ore e a D di Repubblica, non possono averle dato modo di credere che questo sia possibile.
    – Mi pare inutile parlare di me ma visto il suo interesse nei miei confronti, mi trovo costretta a farlo: sono con la scienza e faccio le mie piccole battaglie quotidiane per contrastare il cambiamento climatico e l’ignoranza che ostacola il metodo scientifico e i risultati straordinari che ha portato. Ma le mie idee non influenzeranno mai il mio lavoro. Non apprezzo il suo metodo militante di divulgazione scientifca ma lo rispetto e lo difendo – lo stesso potrei dire di Glenn Greenwald o di Michael Moore. Sarebbe bello se lei in futuro riuscisse a fare lo stesso.
    Con la speranza che il prossimo cronista che scriverà un articolo non di suo gradimento possa ricevere un trattamento diverso da quello che ha riservato a me, la saluto cordialmente.
    Lascio la mia mail per chiunque avesse voglia di farmi domande o inviarmi considerazioni: sdanna@rcs.it

    1. Serena Danna,
      grazie di aver preso il tempo di leggermi e di scrivermi. La critica di Climalteranti – come la mia – non riguarda affatto la sua persona, ma errori e scelte del Corriere. Le era stata segnalata da M. Vitullo e lei poteva e può tuttora dibatterne lì.
      Poi le rispondo nel merito. Qui sopra, mi limitavo a notare la contraddizione tra “amiamo il dibattito” e come lei ha evitato di rispondere alle domande dei suoi lettori, e soprattutto che
      – non abbiamo scritto che Happer non ha il diritto di parola
      – né che lei è negazionista
      – e non l’abbiamo aggredita.
      Come tutti possono vedere, contestiamo il negazionismo di Happer.

    2. Serena Danna,
      la buona educazione vorrebbe che se da giorni si chiama in causa una persona – non un giornale, non una redazione ma una persona specifica – questa venisse quanto meno invitata a leggere, se non a partecipare alla conversazione.
      Veramente l’ho chiamata in causa una volta sola, qui sopra, e lei è intervenuta. Marina Vitullo le ha segnalato il fact-checking di Climalteranti, “fact-checking”, non “Danna-checking”.
      Dato che si è presa la briga di dedicarmi così tanto tempo (lei che non è su Twitter, è venuta a leggere i miei tweet)
      In realtà 5 minuti per il copia-incolla, poi arrivo al motivo della mia occhiata.
      il metodo da lei usato per criticare l’articolo comparso sulla Lettura non è né debunking, né tanto meno contro-informazione, piuttosto un procedimento simile a quello che gli americani chiamano “character assassination”
      Sta scherzando, immagino-
      lo “scetticismo scientifico” sta tornando al centro del dibattito pubblico.
      “scetticismo” è un termine improprio, si tratta di negazione dell’evidenza scientifica. In America c’era già ai tempi di Darwin; sull’effetto serra della CO2 c’è da mezzo secolo e ogni giorno almeno dal 1992.
      le stesse domande sono state rivolte a un climatologo di grande esperienza come Mark Cane.
      Ma non c’è stato né confronto né dialogo tra i due, contrariamente a quanto annunciato dal giornale.
      Resto convinta che se Happer è un matto pericoloso e venduto, come lei crede, di certo il modo migliore – in democrazia – per dimostrarlo è dare spazio alle sue tesi, non certo censurarle.
      Quello che credo è irrilevante. Qui come su Climalteranti e sui giornali, ho citato le sue “idee” – e il prezzo al quale le vende – confrontandole con i dati scientifici. A quanto mi risulta, nessun climatologo di Princeton le ritiene valide.
      Lei dice che avrei dovuto verificare la veridicità della presunta lettera citata da Happer nella sua risposta. […] Sono sicura che i lettori – molto più intelligenti e preparati di noi – l’abbiano colto [l’aspetto paranoide].
      Non condivido la sua fiducia, le leggi del Cipolla sono universali! Inoltre ritengo che il fact-checking faccia parte del lavoro redazionale, tanto più a stampa quando non si possono chiarire incomprensioni e fraintendimenti dei lettori.
      Posso rispondere solo del lavoro da me firmato, ovvero del testo dell’intervista.
      Oh bella, non ha scritto lei la parte che precede l’intervista?
      Il sospetto che Happer abbia percepito soldi dal Corriere della Sere offende l’istituzione del Corriere della Sera e il giornalismo tutto.
      Sono d’accordo con lei. Il suo problema è che non è un sospetto nostro. Abbiamo scritto “Sarebbe utile sapere se Happer ha ricevuto un compenso per questo “confronto””, perché – come le ha già detto Stefano – è noto che Happer riceve soldi per interventi simili.
      Ma le mie idee non influenzeranno mai il mio lavoro. Non apprezzo il suo metodo militante di divulgazione scientifca ma lo rispetto e lo difendo – lo stesso potrei dire di Glenn Greenwald o di Michael Moore. Sarebbe bello se lei in futuro riuscisse a fare lo stesso.
      Sono convinta di non essere un robot e spero di non essere mai stata un passacarte: le mie idee influenzano il mio lavoro, la retorica, le metafore, le parole stesse che uso
      Con la speranza che il prossimo cronista che scriverà un articolo non di suo gradimento possa ricevere un trattamento diverso da quello che ha riservato a me.
      Sta scherzando bis?
      Nei suoi tweet lei accusa me e Stefano Caserini di fatti mai avvenuti. Sono andata a vedere i suoi tweet perché lei aveva già trasformato in un’illazione sulle pratiche del Corriere la nostra curiosità su Happer pagato o meno da uno dei suoi clienti abituali. Cosa si aspettava, dei complimenti?

  4. Serena Danna
    “Il signor Happer rischia di diventare il science advisor della Casa Bianca, ovvero lo scienziato che guiderà il presidente nelle scelte di natura scientifica” … “Resto convinta che se Happer è un matto pericoloso e venduto,…”
    Bruno Oberle (diplomato in biologia e in scienze ambientali all’ETH di Zurigo e ora prof aggiunto all’EPF di Losanna) è stato science advisor in tema di cambiamenti climatici del Governo elvetico (oggi lo è Marc Chardonnens,diplomato in ingegneria agraria all’ETH di Zurigo), in quanto direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Non si sognerebbe mai di dire le cose che dice Happer sui cambiamenti climatici, e infatti mai le ha dette o le dirà perché non ne ha bisogno. Si attiene a quel che dice la scienza sul tema. Qui da noi funziona così, per dire. Lei dice che la Svizzera è un outlier? Che l’UFAM, l’ETH o l’EPF siano istituzioni sufficientemente matte, pericolose e vendute?

  5. @ Serena Danna
    la buona educazione vorrebbe che se da giorni si chiama in causa una persona – non un giornale, non una redazione ma una persona specifica – questa venisse quanto meno invitata a leggere, se non a partecipare alla conversazione
    Questo e’ un buon punto.
    Ma se teneva tanto a partecipare alla conversazione, perche’ poi diffonde il suo indirizzo email “per chiunque avesse voglia di farmi domande o inviarmi considerazioni“?
    Non sarebbe stato meglio rendersi disponibile a rispondere pubblicamente — alle domande e alle considerazioni — che potrebbero porle lettori di questo blog?
    il metodo da lei usato per criticare l’articolo comparso sulla Lettura non è né debunking, né tanto meno contro-informazione, piuttosto un procedimento simile a quello che gli americani chiamano “character assassination”, ovvero il tentativo di sporcare la reputazione di una persona.
    Non mi sembra giusto che dia la colpa a Oca Sapiens.
    Mi sembra che, con un articolo come il suo, il “character assassination” se lo sia causato da sola.
    Con la presidenza Trump, l’abbiamo già visto in campagna elettorale, lo “scetticismo scientifico” sta tornando al centro del dibattito pubblico
    Gia’ il fatto che lei parli di generico “scetticismo scientifico”, e non di specifico “negazionismo climatico”, mi lascia alquanto perplesso.
    Ma, preso atto che il dibattito pubblico sul riscaldamento climatico (e relative cause) si sta, a sua volta, riscaldando, non vuol affatto dire che questo stia avvenendo anche a livello scientifico.
    Anzi: non mi risulta nessun “dibattito”, a livello scientifico, tra coloro che sostengono l’esistenza del global warming e coloro che ne negano l’esistenza o le cause antropiche dello stesso.
    Mi risulta che la stragrande maggioranza dei climatologi sia assolutamente convinta sia dell’esistenza del global warming che della sostanziale dipendenza dello stesso da cause antropiche.
    Se a lei risultasse qualcosa di diverso, sarebbe interessante se ce ne portasse le prove. Ma rimanendo in ambito scientifico, non facendo appello ad dibattito pubblico.
    gli scienziati scenderanno in piazza per protestare contro Trump in maniera, diciamo così, preventiva
    Preventiva?
    La definisce “preventiva” quando Trump ha gia’ nominato Scott Pruitt a capo dell’EPA?
    Allora viva le proteste preventive.
    In tale contesto, dare voce a quello che potrebbe essere lo scienziato numero uno della Casa Bianca credo sia un servizio ai lettori
    Il problema non e’ dare voce a uno scienziato che rischia di acquisire un importante ruolo pubblico.
    La grave colpa del suo articolo, IMHO, e’ quello di avere dato l’impressione, tramite quella che lei definisce una “conversazione ‘indiretta’”, dell’esistenza di un dialogo tra uno scienziato (non climatologo) negazionista e un climatologo affermato. Creando l’illusione che il dibattito pubblico sia anche un dibattito scientifico.
    In altre parole, lei ha implementato, a livello di negazionismo climatico, la strategia Teach the Controversy tanto cara ai creazionisti.
    Per evitare l’effetto cassa di risonanza, le stesse domande sono state rivolte a un climatologo di grande esperienza come Mark Cane.
    Ma e’ proprio questo che ha amplificato l’effetto cassa di risonanza.
    Questa scelta opaca, unita al linguaggio paranoide del testo, la citazione del Deep State, l’idea di apparati al servizio della scienza ufficiale, rende la lettera in sé un elemento di valutazione di Happer e della cultura che ispira il negazionismo. Sono sicura che i lettori – molto più intelligenti e preparati di noi – l’abbiano colto.
    Davvero crede che i lettori siano “molto piu’ intelligenti e preparati” di lei e di Oca Sapiens e che siano in grado di cogliere questo?
    “Preparati” in che senso?
    Preparati da articoli come il suo, che spara un titolo che e’ un capolavoro di negazionismo come “Credetemi, il clima non e’ surriscaldato” senza neppure virgolettarlo, che non informa il lettore che la stragrande maggioranza degli scienziati che si occupa seriamente dell’argomento (scrivendo anche articoli scientifici, non limitandosi a partecipare a conversazioni “indirette” mediate da giornalisti) e’ convinta dell’esistenza del global warming e della massiccia influenza antropica sullo stesso, che mette sullo stesso piano un negazionista climatico con un climatologo affermato costruendo l’illusione di un dibattito che non esiste a livello scientifico?
    E davvero si stupisce che tra scienziati e appassionati di scienza si discuta della cosa senza invitarla?

  6. maresciallo Stefano
    grazie dell’apprezzamento, ma di mitico in realtà non ho nulla, per fortuna 😉
    No, non sono Konrad Steffen. Lui sì che – almeno per me – ha qualcosa di mitico. È stato mio prof di glaciologia (prima di Häberli) all’ETH quando ero ancora un giovane studentello. L’ho accompagnato su ghiacciai alpini (nei mitici Feldstudien, ovvero gli studi sul campo: bilanci di massa, stratigrafia della neve, da firn a ghiaccio,…) e persino allo Swiss Camp dell’ETH sulla calotta groenlandese. Prima che partisse per Boulder direzione CIRES .
    Qui e qui e qui qualche post dal mio blog, in parte a lui dedicati.
    Paolo C
    touché.

  7. “-Il sospetto che Happer abbia percepito soldi dal Corriere della Sera ”
    Credo abbia preso un abbaglio. Oca si riferisce ad altri finanziamenti ricevuti da Harper.
    “la lettera del ricercatore”
    http://i0.kym-cdn.com/photos/images/original/000/827/621/fd6.gif
    “preventiva”?
    http://www.reuters.com/article/us-usa-immigration-h-1b-idUSKBN16B0GM
    “preventiva”?
    https://www.scientificamerican.com/article/trump-picks-top-climate-skeptic-to-lead-epa-transition/
    “preventiva”? Guardi, per fortuna mia che lavoro in Canada, e vedo i flussi immigratori reagire, direi proprio di no. Perche’ la scienza e` una faccenda transnazionale e globale: chiudere la porta all’immigrazione danneggia, fortemente, la scienza. E gli studenti che si sono candidati al mio corso dagli stati uniti, sono triplicati (ottimi studenti di ottime universita` USA che scappano da Trump, esplicitamente).

  8. Mi sorge un sospetto, Serena Danna è un nome vero o è uno pseudonimo di Serena Dandini in vena di scrivere un pezzo di autosatira?

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